Autore: Theodore Sturgeon
Pagine: 188
Editore: Adelphi
Voto: 4/5
Pagina di Anobii
Descrizione del libro:
Due alberi comunissimi pongono, messi uno accanto all'altro, un enigma stupefacente, e offrono a un comunissimo uomo le chiavi per il dominio del mondo. Ma al tema centrale del fanatico ossessionato dalla sete di grandezza e dotato di poteri inauditi, Theodore Sturgeon intreccia magistralmente i fili di poesia e d'angoscia che gli sono cari, e che fanno di lui uno degli scrittori più umani e "completi" che conti la fantascienza americana.
Commento personale:
Ha veramente qualcosa di incredibile il piacere che si prova ad avere tra le mani un romanzo che si pensa di leggerlo in mancanza d'altro e si scopre invece, pagina dopo pagina, essere qualcosa di molto più profondo. Etichettata come una storia di fantascienza, è piuccheltro una storia fantastica ed introspettiva, creata a regola d'arte, scritta con una semplicità toccante proponendo temi bizzarri affiancati a temi scientifici e sociologici. Un modo di scrivere quasi poetico, ma non mellifluo, si adatta alla perfezione al romanzo, decisamente breve e non stancante.
Il protagonista è Horty, un bambino ahimè sfortunato che si trova in un ambiente crudele il quale lo costringe a fuggire ed a rifugiarsi tra gli strani "fenomeni da baraccone" di un circo. L'ambientazione, anni 50, e la "carovana" a cui si unisce fanno da sfondo idilliaco per la descrizione di temi forti e curiosi come i reietti, la telepatia, la malvagità umana, l'amore ciecamente triste e le opportunità di giustizia per i rinnegati. Il resto dei personaggi sono per lo più persone (o mostri? o scherzi della natura?) sfruttate dal più tiranno, dal più potente. La viscida figura del Giudice Bluett, aguzzino, approfittatore, meschino manipolatore e ricattatore, è l'unica ad avere una cattiveria senza spiegazioni. Si è merda in quanto merda. Mentre "il Cannibale", il vero centro di malvagità del libro ha un suo perchè ed una sua scusante. Lui cattivo lo è diventato, per colpa degli uomini prima, e del suo odio per essi dopo. Zena, la nana intelligente e con il cuore che batte per chi non la ama, se fossimo agli Oscar vincerebbe quello per la miglior attrice non protagonista. I cristalli, oggetti pensanti e vivi, di cui sappiamo pochissimo e di cui anche i diretti interessati conoscono o deducono il minimo indispensabile, sebbene diano il titolo all'opera sono soltanto uno strumento letterario per collegare i temi cari a Sturgeon.
Unico neo del romanzo è forse la poca chiarezza con cui il lettore viene ad imbattersi con questi, infatti siamo costretti a seguire le elucubrazioni mentali, spesso imperfette dei personaggi. Per il resto un libro da consigliare.
ok?
RispondiEliminami ha incuriosito lo leggerò
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