Regia: Danny Boyle
Anno: 2010
Titolo orginale: 127 hours
Voto: 7/10
Pagina di I Check Movies
Pagina di IMDB
Quando ho scritto la recensione di Into the wild non nascondo che rimasi un po' deluso. Forse per il fatto che mi aspettavo un film tipo 127 ore, che fa decisamente più al caso mio, e supera quasi in tutto quello di Sean Penn. Non che siano la stessa cosa, ovvio, ma entrambi raccontando la storia vera di ragazzi che interagiscono alla loro maniera con la natura, hanno qualcosa in comune. Magari anche troppo.Non voglio dilungarmi su paragoni e confronti, quindi mi limito a tessere le lodi a Boyle soprattutto per il soggetto scelto: Aron Ralston interpretato dal sempre più intraprendente James Franco. La storia è avvincente, accattivante, mai lenta e statica nonostante la situazione possa portare a richiederlo. La fotografia è degna di nota, paesaggi tipici e selvaggi della frontiera, con canyon, budelli, burroni, deserti... Il delirio e la sofferenze, il patimento di fame, sete, gli stenti e le eterne ore per pensare. 127 ore sono troppo lunghe per una morte rapida e senza pensieri, ma troppo corte per riuscire a svignarsela da una situazione disperata. Scene dure e violente, ma sapute dosare con parsimonia. Grazie a Franco guidato dalla sapiente mano di Boyle, il film risulta un'avventura carica di emozioni e movimento, pur essendo girato quasi esclusivamente in uno spazio di cinquanta centimetri per due metri. Il conto alla rovesce delle 127 ore lascia il telespettatore interdetto: significa che morirà? Si salverà? Come fare? Non ci è dato di sapere niente, aumentando la suspense grazie ai deliri ed ai ricordi del protagonista, bloccato nella sua prigione di pietra. Davvero bello, sia nel modo come è raccontato, sia nella storia che è carica e dinamica.
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