Autore: William Gibson
Editore: Mondadori (Strade blu)
Pagine: 384
Voto: 1/5
Pagina di Anobii
Trama del libro:
Hollis Henry è una ex musicista rock, ora giornalista, che sta svolgendo
un lavoro di indagine su incarico di una rivista misteriosa chiamata
"Node". "Node" non esiste ancora, il che non sarebbe un problema ma i
suoi capi sembrano molto preoccupati di prevenire quella diffusione di
voci che di solito le riviste incoraggiano attivamente nel periodo che
precede il lancio. Molto molto preoccupati. Tutto questo sarebbe
singolare, ed anche un po' sinistro, se solo Hollis si permettesse di
pensarci sopra un po', cosa che però non può permettersi di fare. Tito è
sui vent'anni. Cubano, parla il russo vive in un deposito a Manhattan e
svolge delicati lavori di scambio di informazioni. Le sue azioni sono
guidate da spiriti della Santeria Cubana. Milgrim è un tossico. Un
tossico di fascia alta, la sua è una dipendenza da medicinali
ansiolitici, ma lui si immagina di non essere in grado di sopravvivere
24 ore se Brown, l'uomo misterioso che lo ha salvato da un pericoloso
equivoco col suo spacciatore, dovesse smettere di fornirgli le sue
beneamate scatolette magiche. Bobby Chombo è un "produttore" e un
enigma. Esperto di tecnologie geospaziali, il suo lavoro consiste nel
testare e mettere a punto delicati sistemi di navigazione militare. Si
rifiuta categoricamente di dormire due volte nello stesso luogo. Non si
vede con nessuno. E qualcuno ha detto a Hollis Henry di rintracciarlo.
Commento personale e recensione
Che delusione totale. Soprattutto dopo aver apprezzato, almeno in parte,
il primo romanzo in cui compare Bigend e la sua Blue Ant. Tralasciando
che Gibson in certe occasioni sembra riempire il romanzo di pubblicità
occulta come se fosse sul libro paga della Apple, il solito giochino dei
marchi e della nazionalità dei prodotti, risulta scontato, poco
interessante ed ormai abusato. Per stuzzicare la curiosità del lettore
tenta di osare la descrizione di qualcosa di tecnologico attraverso
l'uso di dispositivi GPS, vettori 3D, tracciamenti, steganografia...
Senza ovviamente riuscirci. Qui vediamo oltre che i suoi limiti
culturali e le sue scarse conoscenze dell'argomento, anche una mancanza
di fantasia. Il 3D ce l'ha anche il gatto, ed i caschi li usavano nel
film Il Tagliaerbe.. Poi ridicolo che tutti siano fortemente avanzati
riguardo privacy, azioni da 007, decriptaggio, pedinamenti e in ogni
dove l reti wifi siano aperte. Veramente realistico già. Il colpo di
scena finale poi neanche esiste: due palle esagerate per giungere ad un
dunque che non arriva mai. Sterile e quasi insensato: per cercare di
riciclare cento milioni di dollari, tra spostamenti vari e arzigogolate
varie chissà quanti ne spendono. Bello scherzetto poi che gli fanno,
giusto per fare... Mah, uno dei peggiori e più noiosi di Gibson visto
anche il suo tedioso modo di narrare con le solite tre storie alternate
che si intrecciano o si incontrano alla fine.
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