Regia: Daniel Myrick, Eduardo Sanchez
Anno: 1999
Titolo originale: The Blair Witch Project
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.4)
Pagina di I Check Movies
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Nel 1999 fu un’idea geniale, da marketing virale. E
lo è anche oggi se ci pensiamo bene: un budget ridottissimo, attori
esordienti che interpretano se stessi in una sorta di finto documentario
girato con camera a spalla, registi e sceneggiatori
al primo lavoro ed un successo planetario incredibile. La grandezza sta
anche nelle cose semplici e sebbene sia esagerato parlare di capolavoro
(o anche di originalità totale) abbiamo un prodotto vincente. Un horror
inquietante, ma mai violento che rappresenta
un progetto cinematografico differente dalla maggior parte di quelli a
cui il pubblico è abituato. La campagna pubblicitaria che lo precede è
astuta, incuriosisce, utilizza anche il nuovo media internet come
trampolino. Ed a conti fatti cosa vediamo all’interno
della pellicola? Poco o niente di tangibile e di realmente pauroso.
Tutto gira intorno a riprese amatoriali, sfuocate, sgranate, sporche,
mosse... Non abbiamo piena consapevolezza di cosa stia succedendo.
L’attrice principale è la paura stessa, che si aggrappa
ai volti dei tre protagonisti, quando riusciamo a vederli. Già perchè
molte scene sono soltanto girate al buio o illuminate in maniera confusa
e non adatta ad avere una visione chiara d’insieme. In quegli attimi
possiamo, anzi dobbiamo, utilizzare il senso
uditivo per recepire suoni, bisbigli, singhiozzi o urla. Ancora più
inquietante. Da scuola.
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