mercoledì 10 dicembre 2025

Juventus 2 - Pafos 0

 
Seconda vittoria consecutiva in Champions, e meno male! Direi che sarebbe stata scontata, sebbene abbiamo sofferto abbastanza per raggiungere questo risultato. E se pensiamo al primo tempo la cosa non solo è preoccupante, ma addirittura vergognosa. Però le partite durano novanta minuti e bene o male c'è da dire che nonostante i rischi (hanno preso anche un palo gli avversari) la gara è stata indirizzata in attacco. Anche questo abbastanza scontato sulla carta visto che giocavamo in casa, visto che andava vinta per forza e visto che gli avversari neanche puoi dirli di conoscerli grazie alle partitelle di Sensible Soccer. Già perchè il Pafos, esiste dal 2014... Comunque a parte qualche disastro e disattenzione non sono mancate le azioni positive. Il secondo tempo onestamente è stato di gran lunga migliore del primo, e ci vuole poco, facendo arrivare quasi tranquillamente le due reti che attualmente ci portano in una zona quasi sicura della classifica. Per quasi sicura intendo che non stiamo più arrancando nelle ultime posizioni. Avanti e vediamo le prossime.

Tullio Avoledo - Come Si Uccide Un Gentiluomo


 
Autore: Tullio Avoledo
Anno: 2025
Titolo originale: Come Si Uccide Un Gentiluomo 
Voto e recensione: 3/5
Pagine: 384
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Trama del libro e quarta di copertina:
L’avvocato Vittorio Contrada, Controvento per gli amici, uomo senza peli sulla lingua e molto pelo sullo stomaco, ha cambiato vita. Lasciato il diritto societario per seguire soltanto cause ambientali o comunque “eticamente valide”, ha chiuso con i viaggi da sogno, gli affari milionari, i lussi indescrivibili e i polli da spennare, per rifugiarsi in uno studio sgarrupato con la sola compagnia di Gloria Almariva, collega combattiva e testarda ben lontana dallo stereotipo dell’avvocata di grido. Una cosa però è rimasta a Vittorio: la voglia di scontrarsi, e di vincere. Oltre alla passione per le belle donne e le auto d’epoca, ovviamente. Così, quando Valerio Del Zotto emerge dal suo passato per consegnargli una valigetta – la sua mitica ventiquattrore da cui uscivano sempre tesori o idee inestimabili – e poi morire poco dopo, Vittorio non può restare a guardare. C’è del marcio in quella ventiquattrore, su cui Vittorio si impegna a indagare insieme a Gloria. Il caso ha a che fare con un’isolata comunità montana e una spregiudicata speculazione edilizia, ma tra i fiumi che cambiano corso e le vallate presi - diate dalle ruspe si muovono poteri molto più grandi di quanto i due avvocati riescano a immaginare. Anche se a essere più pericolose a volte sono cose molto piccole, quasi insignificanti: cose come le idee.
Tra una Milano che sale vorticosa – eccessiva, spietata, ingiusta – e un Friuli edenico e fiero che qualcuno sta cercando di distruggere, Come si uccide un gentiluomo è un romanzo nerissimo e dolce, arrabbiato ed esilarante, tenero e feroce, che rispecchia alla perfezione il mondo di oggi: ugualmente pieno di inquietudine e speranza.

Commento personale e recensione:
Dopo essere rimasto colpito dall'esordio di Tullio Avoledo, ho deciso di proseguire il viaggio nella sua bibliografia saltando direttamente al suo lavoro più recente, Come si uccide un gentiluomo. C'è una dote che devo riconoscere subito all'autore: la capacità di immergere il lettore nella storia con uno stile narrativo incredibilmente preciso e realistico. Avoledo non si limita a raccontare la trama, ma costruisce un mondo tridimensionale fatto di dialoghi da bar, digressioni musicali e cinematografiche, e riferimenti all'attualità che rendono tutto estremamente tangibile. È una scrittura che vive di dettagli, tanto che mi ha strappato un sorriso trovare persino un aneddoto sulla nostra Baratti, una piccola gemma di realismo locale che, pur non essendo centrale per la trama, impreziosisce l'atmosfera.
​Sul fronte dei personaggi, il protagonista Contrada è una figura riuscita: spigoloso, decisamente borderline e per nulla simpatico, ma è proprio questo a renderlo credibile; in fondo, non cerchiamo sempre eroi a tutto tondo o senza macchia. Meno convincente, invece, la figura di Ansaldo, che ho trovato eccessivamente caricaturale e antipatica, quasi una nota stonata rispetto agli altri comprimari che funzionano bene nell'economia del racconto. Purtroppo, però, devo constatare un difetto ricorrente: anche in questo romanzo il finale mi è sembrato il punto debole. Dopo aver costruito una tensione credibile per centinaia di pagine, la conclusione arriva in modo esagerato e rocambolesco, come se ci fosse la fretta di sistemare tutto in poche righe. Una scelta che, per contrasto, finisce per indebolire il grande realismo costruito nel resto del libro.

lunedì 8 dicembre 2025

Educazione Criminale (2025)

 
Regia: Nick Rowland 
Anno: 2025
Titolo originale: She Rides Shotgun
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
Iscriviti a Prime Video 

Educazione Criminale è quel tipo di film che parte con l’aria da “ne ho già visti cento così”, e in effetti… sì, la storia non brilla per originalità. Abbiamo la fuga, il legame complicato, il pericolo che incombe e un finale che, diciamocelo, lo indovini praticamente dopo dieci minuti. Ma — e qui arriva il punto — funziona.

Il film riesce a tenere insieme azione e dramma con un equilibrio sorprendentemente efficace: niente virtuosismi, niente ambizioni da capolavoro, solo un racconto lineare che va dritto al sodo e lo fa con mestiere. È semplice, ma curato. Il ritmo tiene, i personaggi hanno quel minimo di spessore che basta per non crollare nel cliché totale, e la messa in scena è abbastanza energica da tenerti lì senza che ti venga voglia di sbirciare il telefono.

Non è un film che ti cambia la giornata, né uno che ricorderai tra un mese. Forse neppure domani, se siamo sinceri. Però nel suo piccolo fa quello che promette: ti intrattiene, ti coinvolge quanto basta e scorre senza intoppi. A volte è tutto quello che serve.


Teatro dei Concordi - La Scommessa

 

Ammetto la mia colpa: le volte che sono andato a teatro (volontariamente) si contano sulle dita di una mano, eppure non sono rimasto mai deluso. Sono un neofita, un convertito tardivo, ma c'è un dato di fatto: ogni volta che metto piede in sala, ne esco puntualmente soddisfatto. E ieri sera non ha fatto eccezione, anzi!. Siamo andati al Teatro dei Concordi di Campiglia Marittima — poiché a Piombino non ci sono più né cinema né teatri, ed è bene ricordarlo — per vedere una commedia intitolata, semplicemente, La Scommessa . Il cast era composto da Gaia De Laurentis, Fabio Ferrari e Emanuele Barresi, quest'ultimo anche regista e sceneggiatore (sì, si dice così anche a teatro, o per meglio dire autore e regista), un trio che si è rivelato subito competente e coinvolgente. Lo spettacolo, definito un "dramma ridicolo in due atti", mi ha colpito per le voci alte e ben calibrate degli attori e per il ritmo allegro, per niente soporifero, che ha tenuto la sala attenta. La storia era al tempo stesso divertente e intelligente, un mix riuscito che ha reso l'esperienza unica. Il trittico di attori ha funzionato alla perfezione (peccato solo per quelli dietro di me, pure troppo rumorosi nelle risate, ma purtroppo esiste il codice penale e non sono intervenuto). Sicuramente un'altra esperienza da ripetere. Mi ha ricordato quanto sia potente e diretta l'arte teatrale, un'esperienza che nessun film può replicare. Se siete amanti del teatro o, come me, siete in cerca di un'occasione per tornarci, questo tipo di spettacolo è l'ideale.

La Scommessa ci porta nelle vite di due giocatori incalliti: Enrico, un avvocato e un giocatore che sa quanto può giocare e quando è arrivato il momento di smettere e Michele un operaio che invece gioca tutto quello che ha e si indebita pur di continuare a giocare. La terza protagonista è Chiara, moglie di Michele, che continua a stare con lui nonostante la situazione rovinosa in cui suo marito ha fatto precipitare la famiglia, per colpa del suo inguaribile vizio. 

domenica 7 dicembre 2025

Malice [Stagione 1]

 
Anno: 2025
Titolo originale: Malice
Numero episodi: 6
Stagione: 1
Iscriviti a Prime Video 


 
 “Malice”, la mini serie in sei episodi disponibile su Prime Video , è una di quelle visioni che si guardano tutte d’un fiato solo perché, alla fine, dura poco. La curiosità spinge a vedere come andrà a finire, ma non si può dire che lasci davvero soddisfatti. Il personaggio del “cattivo” è talmente sgradevole da risultare insopportabile: il classico tipo viscido, manipolatore, sempre lì a insinuarsi dove non dovrebbe. Un profilo talmente esagerato e caricato da perdere qualsiasi credibilità, tanto che diventa difficile capire come mai ben due famiglie gli si siano legate così tanto. In più ci sono almeno una decina di scene che sembrano esistere solo per far funzionare la trama: coincidenze a dir poco generose, svolte forzate e colpi di fortuna fuori luogo. In pratica, una serie che scorre, si lascia guardare, ma che non convince davvero né per coerenza né per realismo. 

venerdì 5 dicembre 2025

Corto Maltese - Sotto La Bandiera Dell'Oro

 

Sotto la bandiera dell’oro è una di quelle storie in cui Pratt si diverte apertamente a ribaltare l’idea del “racconto di guerra”. Siamo al confine tra Austria e Italia, in un’Europa che sta  prendendo fuoco, ma la guerra. E Corto Maltese, come sempre, se ne infischia. Non combatte per nessuno, non indossa uniformi, non sceglie bandiere: segue solo la direzione del proprio istinto, che coincide puntualmente con missioni personali dalle motivazioni opache… ma terribilmente affascinanti.

La storia parte senza Corto, e questo già dà una certa scossa. Lui appare più tardi, quasi come un’ombra che decide di entrare in scena quando lo ritiene opportuno, e non un secondo prima. Quando arriva, però, prende subito il controllo della situazione: non come un comandante militare, ma come un grande stratega che vede oltre la scacchiera. Mentre gli altri corrono da una parte all’altra, schiacciati dalle urgenze del momento storico, Corto si muove con calma olimpica, guida, osserva, manipola, costruisce percorsi che gli altri nemmeno immaginano.

È impressionante quanto Pratt riesca a raccontare il conflitto senza mostrarlo davvero, se non in una zona decisamente limitata . Il fragore dei cannoni, i soldati che vedono nemici ovunque; le tensioni politiche ci sono, ma filtrano solo attraverso i discorsi degli altri. Corto, invece, segue soltanto la sua agenda: aiutare chi ritiene meritevole, recuperare cose preziose, mantenere rapporti ambigui, sfidare il destino come se fosse un vecchio amico. La guerra non lo condiziona, non lo spaventa e non lo definisce: è un vento di fondo che passa, mentre lui resta se stesso.

Molto bella l’atmosfera: un’Europa incoerente, sporca, frastornata, , paesi sospesi tra due eserciti, gente che non sa da che parte finirà il mondo. E in mezzo a tutto questo, Corto è l’unico a sembrare davvero lucido. Non è un eroe, non è un patriota, non è un mercenario: è un uomo che attraversa gli eventi senza farsi trascinare dalla corrente, e che trova sempre una rotta personale con cui orientarsi.

Se nelle storie caraibiche Corto appariva ancora sfuggente, qui prende un peso diverso. Non è solo il marinaio romantico; diventa un punto di riferimento silenzioso, un centro magnetico attorno al quale si muovono tutti gli altri. Pratt lo tratteggia con la solita eleganza asciutta, ma aggiunge una sfumatura nuova: quella dello stratega che gioca una partita più grande degli altri, pur facendo sembrare tutto naturale.

In definitiva, Sotto la bandiera dell’oro è un’avventura che parla più di persone che di guerre, più di scelte individuali che di fronti contrapposti. E Corto, come sempre, racconta la cosa più interessante: che si può restare liberi anche quando il mondo intero si divide in schieramenti.