lunedì 27 ottobre 2025

The Absent One - Battuta Di Caccia (2014)

 
Regia: Mikkel Norgaard
Anno: 2014
Titolo originale: Fasandræberne
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I check Movies
Iscriviti a Prime Video
Resta aggiornato sul canale Telegram  VERonTelegram
Resta aggiornato sul canale di VER su WhatsApp
 

Terzo appuntamento (per me, in ordine sparso) con il Dipartimento Q, e terzo centro. Battuta di caccia conferma che questa saga danese ha qualcosa che manca a gran parte dei thriller contemporanei: sostanza. Qui non c’è solo il mistero da risolvere, ma un’umanità ferita, piena di zone grigie e di rancori che ribollono sotto la superficie.

Il film parte da un vecchio caso di omicidio archiviato: due ragazzi brutalmente assassinati negli anni ’90, con un colpevole già condannato. Ma come sempre Carl Mørck e Assad non si fidano delle versioni ufficiali, e scavando tirano fuori un verminaio di corruzione, privilegi e crudeltà. Quello che sembrava un semplice caso di violenza giovanile diventa un viaggio allucinato nel lato più oscuro dell’élite danese: scuole di un certo livello, giochi di potere, sadismo travestito da tradizione.

È un film che non risparmia niente e nessuno: crudo, violento, a tratti disturbante, ma mai gratuito. La regia di Mikkel Nørgaard gioca su contrasti forti – ambienti eleganti e atti bestiali, freddezza visiva e tensione emotiva – e il risultato è una pellicola che non lascia tregua.

Carl Mørck è sempre più un uomo spezzato, chiuso nella sua rabbia e nella sua ossessione, mentre Assad cerca di tenerlo a galla con la sua calma e la sua empatia. È la loro dinamica – lo scontro tra ombra e luce – a rendere tutto più credibile, e più umano. Anche quando la violenza esplode, quello che ti resta è la sensazione di avere assistito a una storia che parla del male reale, quello che nasce dall’arroganza e dall’impunità.

Intrigante, cupo e diretto come un pugno, Battuta di caccia consolida la serie come una delle migliori saghe thriller europee degli ultimi anni. Non ha bisogno di effetti, né di twist forzati: bastano i volti, i silenzi e quella tensione costante che ti accompagna fino ai titoli di coda.

 

domenica 26 ottobre 2025

Ka Voi ed il castello di Lari

 

Gitarella semplice ma azzeccatissima oggi: siamo andati a pranzo da Ka Voi, un posto che definire “trash” è limitante. È volutamente sopra le righe, pieno di dettagli goliardici e di un’ironia che non si prende mai sul serio. E proprio per questo funziona: ti ritrovi a ridere, a guardarti intorno incuriosito, e alla fine ti godi davvero l’esperienza.

Ammetto che avevo un dubbio: temevo che tutta questa scenografia potesse servire solo a distrarre da un menù mediocre. Invece no. Il cibo, pur semplice e da trattoria verace, è risultato genuino, ben fatto e con prodotti buoni. Insomma, non è solo fumo e lucine demodè: ci si alza da tavola sazi e soddisfatti, con la sensazione di aver vissuto qualcosa di diverso.

Dopo pranzo, visto che eravamo in zona, abbiamo fatto una passeggiata fino a Lari, un borgo minuscolo ma incantevole, arrampicato su una collina e dominato dal Castello dei Vicari. È una fortezza medievale ben conservata, famosa anche per le sue prigioni e per la vista panoramica che spazia tra le colline pisane. Dentro, oltre alle sale visitabili, oggi c’era pure un piccolo spettacolo teatrale, che ha reso l’atmosfera ancora più viva e curiosa — un modo intelligente per tenere il castello “abitato” e non ridurlo a semplice museo.

Nel complesso una giornata leggera ma piena, tra risate, buon cibo e un pizzico di storia locale. Di quelle gite che ti fanno tornare a casa con il sorriso e la voglia di rifarle presto.

Album fotografico Pranzo da Ka Voi

Album fotografico Lari 


Carl Mørck - 87 Minuti Per Non Morire (2013)

 
Regia: Mikkel Norgaard
Anno: 2013
Titolo originale: Kvinden I Buret
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
Iscriviti a Prime Video
Resta aggiornato sul canale Telegram  VERonTelegram
Resta aggiornato sul canale di VER su WhatsApp
 
 

Dopo Paziente 64, non potevo non tornare alle origini. E così mi sono sparato Carl Mørck: 87 minuti per morire, primo capitolo della saga del Dipartimento Q, disponibile su Prime Video. Stessi personaggi, stessi attori (Nikolaj Lie Kaas e Fares Fares, coppia ormai rodata), ma qui tutto ha l’energia e la freschezza dell’inizio: la presentazione dei protagonisti, la nascita della loro collaborazione, il tono ancora più ruvido e meno “costruito”.

Il film parte da una premessa semplice, ma subito inquietante: una giovane donna scompare nel nulla, apparentemente suicida. Caso archiviato. Ma Carl Mørck, ispettore testardo e disilluso, non ci sta. Relegato in uno scantinato a gestire casi chiusi – il famigerato “Dipartimento Q” – comincia a scavare con l’aiuto di Assad, l’assistente che tutti sottovalutano ma che è la sua perfetta metà investigativa.

La storia si muove tra il poliziesco classico e il thriller psicologico, con un crescendo di tensione che non molla mai la presa. Il bello è che, pur seguendo certe dinamiche da “caccia all’uomo”, il film riesce a evitare la banalità grazie a una regia essenziale, ma precisa, e a una scrittura che non svende mai i personaggi al genere. Tutto resta credibile, realistico, e proprio per questo disturbante.

C’è un senso costante di claustrofobia, sia fisica che morale: i sotterranei, le stanze chiuse, le ossessioni dei protagonisti. Eppure, dentro quel buio, la coppia Mørck-Assad comincia a funzionare: due uomini diversissimi che imparano a fidarsi l’uno dell’altro, anche senza dirlo mai apertamente.

87 minuti per morire (titolo italiano un po’ fuorviante, perché non c’è un vero countdown) è il classico esempio di come si costruisce un thriller senza fronzoli, ma con un’anima. Ti prende, ti inquieta e alla fine ti lascia con la voglia di vedere il prossimo.


sabato 25 ottobre 2025

I Check Movies #2700

E' passato quasi un anno dall'ultimo riassuntone che avviene su VER ogni 100 film recensiti, quindi visti. Oltre all'ultimo abbiamo anche #2500, #2400, #2300, #2200, #2100, #2000, #1900 ,#1800, #1700, #1600 e #1500. Ecco quindi anche l'andamento degli awards e le statistiche:

 

Checked: 2700 (+100)
Rank: 4004  (- 100)
Awards: 39 (+3)
 
Bronzo (+3):
  1. Bronzo su ICheckMovies 's 2010s Top 100
  2. Bronzo su ICheckMovies 's 1990s Top 100 
  3. Bronzo su Taschen's 100 All-Time Favorite Movies 
  4. Bronzo su ASC's 100 Mileston Films in Cinematography of the 20th Century 
  5. Bronzo su BBC's The 21st Centuryst's 100 Greatest Films
  6. Bronzo su Time Out's The 100 Best Thrillers 
  7. Bronzo su Rotten Tomotaoes Top 100 
  8. Bronzo su 2010s 
  9. Bronzo su FOK! top 250 
  10. Bronzo su  Total The 100 Greatest Sci-Fi Movies 
  11. Bronzo su Top 250  
  12. Bronzo su AFI's 100 years... 100 thrills 
  13. Bronzo su 1970s 
  14. Bronzo su AFI's 100 years... 100 movies 
  15. Bronzo su Horror 
  16. Bronzo su A.V. Club's The Best Movies of the 2000s  
  17. Bronzo su Fantasy 
  18. Bronzo su Animation 
  19. Bronzo su Commedy 
  20. Bronzo su 1980s 
  21. Bronzo su Empire's the 500 Greatest Movies of All Time 
  22. Bronzo su Action   
  23. Bronzo su Family 
  24. Bronzo su BFI's 100 Science Fiction Films 
  25. Bronzo su Biography 
 Argento:  
  1. Argento su iCheckMovies - Most Checked
  2. Argento su MovieSense 101 
  3. Argento su 2000s 
  4. Argento su Independent 
  5. Argento su Reddit top 250 
  6. Argento su 1990s
  7. Argento su Crime 
  8. Argento su Adventure
  9. Argento su Thriller 
  10. Argento su Mystery  
  11. Argento su Empire's Greatest Sequels 
  12. Argento su Drama   
Oro:
  1. Oro su FilmTotaal top 100 
  2. Oro su Sci-Fi
     

Per ottenere le medaglie il funzionamento è il seguente
Bronzo: 50% dei titoli in una lista
Argento: 75% dei titoli in una lista
Oro: 90% dei titoli in una lista
Platino: 100% dei titoli in una lista
Ed è da considerare il fatto che i film inseriti nelle liste possono variare nel corso del tempo.

Paziente 64 - Il Giallo Dell'Isola Dimenticata (2018)

 
Regia: Christoffer Boe
Anno: 2018
Titolo originale: Journal 64
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
 Acquista su Amazon
 
 

A volte i thriller nordici riescono a fare quello che Hollywood, quando non ha budget elevati,  tenta e spesso fallisce: tenerti incollato non tanto per il colpo di scena, ma per il modo in cui ci arrivi. Paziente 64 è uno di quei casi. Ultimo (?) film della serie tratta dai romanzi di Jussi Adler-Olsen, dedicata ai casi del Dipartimento Q, è in realtà il primo che ho visto. E mi ha preso di brutto.

La trama si apre con un ritrovamento macabro: dietro un muro, vengono scoperti tre corpi mummificati seduti attorno a un tavolo, con un quarto posto vuoto. Un inizio da giallo classico, ma il film si sposta presto su terreni più scivolosi, toccando questioni sociali e morali che affondano le radici nella storia danese. Senza spoilerare troppo, diciamo solo che si parla di istituti per “donne difficili”, sterilizzazioni forzate e segreti che qualcuno vorrebbe tenere ben sepolti.

Il bello è che Paziente 64 non si limita alla tensione da thriller: costruisce un’atmosfera densa, fredda, quasi opprimente, in cui il duo investigativo Carl Mørck e Assad funziona perfettamente. Carl, burbero e ossessionato, e Assad, più umano e razionale, sono il cuore di tutto: due uomini feriti che cercano giustizia, ma anche un senso. E questa dimensione umana – molto più che i soliti cliché da giallo – è ciò che rende la pellicola più profonda di quanto sembri all’inizio.

Tecnicamente è girato con grande mestiere: fotografia cupa ma elegante, ritmo calibrato, colonna sonora che non invade mai ma accompagna con precisione chirurgica. Non c’è mai bisogno di effetti o forzature: il film ti porta dentro lentamente, ma con presa ferma, come una trappola che si chiude.

Ne esci con quella sensazione tipica dei migliori noir scandinavi: soddisfatto, ma anche un po’ scosso. Talmente soddisfatto che ora voglio assolutamente recuperare i film precedenti della saga  perché se il livello è anche solo vicino a questo, vale la maratona completa.

Un thriller che colpisce più per come è raccontato che per la storia in sé, ma quando le due cose si incontrano, il risultato è solido, maturo e decisamente appagante.


Deep Cover - Attori Sotto Copertura (2025)

 
Regia: Tom Kinglsey
Anno: 2025
Titolo originale: Deep Cover
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (6.7)
Pagina di I Check Movies
Iscriviti a Prime Video
Resta aggiornato sul canale Telegram  VERonTelegram
Resta aggiornato sul canale di VER su WhatsApp
 
 
 

Ci sono cascato come un pollo. Stavo guardando un reel su Facebook — sì, uno di quei video infidi con le recensioni lampo — e mi sono fatto abbindolare dalla solita frase a effetto: “sembra una commedia leggera e stupida, ma è molto di più”.
Ebbene no. Non è “molto di più”. È esattamente quella cosa lì: una commediola con agenti sotto copertura, gag forzate e colpi di scena già visti mille volte, che si prende pure troppo sul serio per quello che offre.

Gli attori fanno il loro compitino, la regia è piatta come una puntata di metà stagione di una serie anni ’90, e il tono “finto cool” finisce per risultare solo stonato.
Insomma: se cercate un film di spionaggio o azione travestito da commedia intelligente, lasciate perdere.
Se invece volete spegnere il cervello e ridere (forse) di qualcosa di prevedibile, allora sì — è proprio il vostro film.