Autore: Philip K. Dick
Anno: 1968
Titolo originale: Do Androids Dream Of Electric Sheep?
Voto: 3/5
Pagine: 253
Pagina di Anobii
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Trama del libro e quarta di copertina:
Nel 1992 la Guerra Mondiale ha ucciso milioni di persone, e condannato
all’estinzione intere specie, costringendo l’umanità ad andare nello
spazio. Chi è rimasto sogna di possedere un animale vivente, e le
compagnie producono copie incredibilmente realistiche: gatti, cavalli,
pecore... Anche l’uomo è stato duplicato. I replicanti sono simulacri
perfetti e indistinguibili, e per questo motivo sono banditi dalla
Terra. Ma a volte decidono di confondersi tra i loro simili biologici e
di far perdere le loro tracce. A San Francisco vive un uomo che ha
l’incarico di ritirare gli androidi che violano la legge, ma i dubbi
intralciano spesso il suo crudele mestiere, spingendolo a chiedersi cosa
sia davvero un essere umano... Tragico e grottesco assieme, il romanzo
di Philip Dick racconta il panorama desolato della San Francisco del
futuro, il desiderio di amore e redenzione che alberga nei più umili,
trasformando il genere fantascientifico in un noir cupo e metafisico.
Un’opera che ha influenzato la visione della metropoli futura e ha
anticipato i dilemmi della bioetica contemporanea.
Commento personale e recensione:
Sarà che lo ho letto molto dopo essermi innamorato del film ma mi aspettavo qualcosa di più da questo romanzo. Dick resta uno dei miei autori preferiti di fantascienza, però forse più per il suo lato "psichedelico" o sociale che per le sue visioni futuristiche o il modo di scrivere. In Blade Runner libro (uscito anche con i titoli Ma gli androidi sognano le pecore elettriche? o Cacciatori di androidi ) ho fatto un po' più fatica a seguire certi avvenimenti. Non dico che la colpa sia di Dick, forse addirittura è di Ridley Scott che non è stato volutamente fedele al romanzo, ma è uno dei pochi casi in cui la trasposizione cinematografica mi ha preso di più rispetto alla carta (però, caso strano mi capita quasi sempre con Dick). Le differenze sono molte, e quelle poste nel libro le preferisco (gli androidi freddi, cattivi e letali ad esempio), ma non sono all'altezza di altre opere come Ubik tanto per fare un esempio.
Commento personale e recensione:
Sarà che lo ho letto molto dopo essermi innamorato del film ma mi aspettavo qualcosa di più da questo romanzo. Dick resta uno dei miei autori preferiti di fantascienza, però forse più per il suo lato "psichedelico" o sociale che per le sue visioni futuristiche o il modo di scrivere. In Blade Runner libro (uscito anche con i titoli Ma gli androidi sognano le pecore elettriche? o Cacciatori di androidi ) ho fatto un po' più fatica a seguire certi avvenimenti. Non dico che la colpa sia di Dick, forse addirittura è di Ridley Scott che non è stato volutamente fedele al romanzo, ma è uno dei pochi casi in cui la trasposizione cinematografica mi ha preso di più rispetto alla carta (però, caso strano mi capita quasi sempre con Dick). Le differenze sono molte, e quelle poste nel libro le preferisco (gli androidi freddi, cattivi e letali ad esempio), ma non sono all'altezza di altre opere come Ubik tanto per fare un esempio.
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