Oggi sono iniziate le prime prove tecniche riguardanti il trip on the road. Attraversato il lunghissimo, ma meno conosciuto Bay Bridge che vanta 5 corsie per senso di marcia, siamo arrivati nella parte Est della Baia, quella su cui si affaccia Oakland. Dopo pochi chilometri abbiamo raggiunto la città universitaria di Berkeley, simbolo mondiale del progresso culturale e delle lotte sessantottine. Il verde ed i parchi sono decisamente onnipresenti, ed una volta giunti al campus ed alla cittadella universitaria abbiamo assaporato a pieno i valori che calma, quiete e cultura riescono a trasmettere. Come abbiamo già iniziato a conoscere grazie alla tv, le strutture si presentano affogate nel verde e nei boschi (in cui è possibile ammirare pure scoiattoli che circolano spensierati) e danno quel senso di ricchezza culturale che rendono inutili domande riguardanti il prestigio e potenza economica americana.
Dopo esserci finti studenti ed attraversato il complesso di scienze naturali abbiamo potuto prendere un caffè (prontamente ordinato short espresso) nel classico barretto per studenti. Terminata la visita alla città dei Green Day (tra gli altri) il timone è stato puntato in direzione Silicon Valley: autostrade gratuite a sei corsie per senso di marcia ci hanno fatto da cornice. A proposito, i limiti ristretti di velocità (75 miglia orarie) ho il dubbio che non valgano per i cittadini a stelle e strisce, che ci sorpassavano ripetutamente a sinistra, come anche a destra.
Perdiamo qualche decina di minuti per raggiungere Mountain View e inoltrarci alla sede di Google. Immensa e grandiosa nella real life, proprio come sul web. Unica pecca è la troppa tecnologia: nel maxi edificio le porte (anche dei bar) si aprono solo di fronte a chi indossa il tesserino magnetico targato Big G. Rinunciato quindi a sentirci un po' più vicini a chi controlla la rete, abbiamo fatto un salto nel passato visitando il museo della storia dei Computer, dove erano ospitate anche parti dei primi tre super calcolatori Cray, oltre che altri vecchi cimili grazie ai quali oggi ci muoviamo (il primo mouse, il primo microprocessore e così via).
Il tour tecnologico si è concluso con Cupertino e e la casamadre della Apple, con tanto di 96° gradi Faranaitte (scritto a posta così perchè non avevo voglia di cercare su google).
Ritorno a 'Cisco ad un orario poco intelligente, con tanto di mega fila in modello americano: esagerata come tutto qui. Ancora cena a base di pesce al Fisherman's Wharf, ma con una drastica riduzione della mancia questa volta. Serata tranquilla ascoltando gruppi jazz che suonano live "in piazza" ed incontro ravvicinato con gibbone nero che chiedeva soldi e dava "pacca su spalla". La solita frase scaccia paura "dontandestend" lo ha allontanato senza che gli dovessi donare un dollaro o la my ass' verginity (a lui la scelta: sembrava Adebisi).
Nessun commento:
Posta un commento