Autore: Wilbur Smith
Anno: 1972
Titolo originale: The Sunbird
Voto: 3/5
Pagine: 494
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Trama del libro e quarta di copertina:
Il sogno dell'archeologo Ben Kazin sta per realizzarsi. Per anni,
incurante del beffardo disprezzo dei colleghi, ha raccolto testimonianze
della cultura orale africana, cercando di dimostrare che un'antica
civiltà del Mediterraneo, probabilmente fenicia, si era stabilita nel
Sudafrica e aveva fondato la mitica Città della Luna, Opet. Ora, grazie a
una foto satellitare, Ben ha individuato una traccia concreta che lo
porta fino nel Botswana, a Katuba Ngazi, le Colline di Sangue, dove, tra
inseguimenti e cacce grosse, riesce a strappare alla terra i suoi
segreti: gioielli, armi d'oro massiccio, antichissime pitture boscimane?
e soprattutto un'iscrizione in cui si racconta la storia di Opet, il
luogo prescelto dal dio del Sole Baal e dalla dea Astarte per custodire
il Tempo. Ma per capire davvero le meraviglie della città scomparsa
dovrà ripercorrere le crudeli vicende di quell'epoca magnifica e feroce
e, soprattutto, interpretare la profezia che ne ha decretato la tragica
fine. Che cosa può infatti aver determinato la scomparsa di un regno
così forte e opulento? Esiste forse un legame tra Ben (soprannominato
dai boscimani Piccolo-uccello-del-Sole) e il sacerdote Huy Ben-Amon,
Grande-uccello-del-Sole? Il passato, inaspettatamente, si riflette nel
presente e dà vita a un complesso, affascinante gioco di specchi che
Wilbur Smith, qui alla sua prima avventura archeologica (anticipatrice
della tetralogia dei romanzi egizi), mette in scena con assoluta
maestria.
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