Autore: Wilbur Smith
Anno:
Titolo originale:
Pagine: 504
Voto: 3/5
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Trama del libro e quarta di copertina:
Robyn Ballantyne, figlia di un esploratore, medico, scrittore ed
evangelizzatore di non limpida fama, decide di partire con il fratello
Zouga alla ricerca del padre, disperso anni prima mentre risaliva lo
Zambesi. Anche la giovane è animata da ardore missionario e intende
documentarsi sull'ancor florida - siamo nel 1860 - tratta degli schiavi
per contribuire a porvi fine. Fatalmente, il clipper che la conduce in
Africa è una nave negriera, e Robyn ha la disgrazia d'innamorarsi del
suo comandante e proprietario Mungo St John, giovane e fascinoso
avventuriero che prospera con quel turpe commercio. Giunta in Africa, la
ragazza segue la Via degli Schiavi, mentre suo fratello si dà alla
caccia grossa e alla ricerca della scomparsa città di Monomotapa e delle
sue mitiche miniere d'oro, in un'Africa sempre nuova e imprevedibile,
che partorisce dal suo grembo verde cupo idoli di pietra e profetesse
nude. Ma non tutta la vicenda si dipana in terraferma: questo romanzo di
Wilbur Smith è anche un poderoso racconto di mare che vede come
protagonisti d'eccezione gli ultimi velieri e i rudi uomini che li
manovravano. Epopea dell'Africa ed epopea della vela: due mondi
dissimili ma ugualmente favolosi che si specchiano l'uno nel destino
dell'altro, colti nel momento in cui battono gli ultimi colpi d'ala...
almeno fino a quando - come asserisce la leggenda africana - i falchi
non torneranno a volare.
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