Questa sera al CineFondo è stato proiettato lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie (in pratica l'ultimo film fatto). Escludendo ciò che fa parte della conoscenza comune ed innata che è insita in ogni essere umano, io personalmente so poco o niente di questo personaggio. Mai letto un libro di Arthur Conan Doyle e mai vista una sola puntata della fortunata serie con Basil Rathbone. Quindi le mie impressioni sul film sono dovute anche alla mia ignoranza sul tema.
Certo nel mio immaginario, il personaggio era un tantino diverso da quello visto questa sera. Lo credevo più canonicamente stereotipato nell'investigatore ottocentesco amante sì della ragione e del metodo di ricerca empirico, ma anche più condizionato dall'epoca in cui è stato "costretto" a vivere.
Il film mi è risultato quindi piacevolissimo, sebbene possa capire che i più transigenti nostalgici, divoratori di libri e più conservatori possano aver storto più volte il naso. Può capitare... Ma me ne frego altamente. Ciò che ho visto è un riadattamento del celebre personaggio in una versione assai più moderna, delle volte ironica e con una non tanto velata spruzzatina di Hollywood. Il tutto è risultato estremamente piacevole con Downey e Jude Law che interpretano senza pecche rispettivamente Holmes e Watson.
La storia è avvincente, con spiegazioni e colpi di scena del buon cinema di intrattenimento. Una elaborata lotta tra la scienza e la magia, in cui la prima ha la meglio e tende a screditare il lavoro occulto di sette, superstizioni e riti di stampo pseudo religioso il cui fine altro non è che il controllo ed il potere. Uno Sherlock Holmes inoltre a tratti arrogante (per certi versi può ricordare Lincoln Rhymes di Deaver, più simpatico) con un meticoloso occhio per i dettagli e la scienza. Non lascia niente al caso e l'intuizione deriva da uno studio attento dei fatti.
Consiglio la visione, senza riserve.
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