Tanti natali fa, i miei genitori mi regalarono un libro al quale ero molto affezionato. Si tratta de Le Grandi Storie della Fantascienza 1960 curato da Isaac Asimov. Come libro non è niente di particolare, ci sono alcuni racconti scritti da vari autori nel '60. Però ci sono delle chicche, che meritano comunque di essere (ri)lette. Anche perchè spesso capita che ciò che divori a 15 anni, abbia un gusto differente se lo fai a 20, 25 o 30. Lo scorso anno, mi era venuta voglia di rileggerlo, ma dopo un'accurata ricerca non sono riuscito a trovarlo, da punte (si dice?) parti. Ho anche un quasi dubbio di averlo prestato a Stauce o al Romolo.
A dir la verità era già diverso tempo che volevo riaverlo, e senza troppa convinzione avevo addirittura chiesto ad un paio di librerie a Piombino, un paio a Pisa ed una a Siena. Niente di niente. Mi ero anche quasi scordato della sua esistenza, ma lo scorso anno intestardito come un mulo, ho riniziato i miei giri nelle librerie a Piombino, su IBS, su Webster e anche su eBay.... Sebbene prenderlo usato non era proprio nelle mie intenzioni. Ovunque andassi a battere la testa, il solito risultato. Il libro non era disponbile. Non si sono ristampe, Urania non lo vende più, è fuori produzione da una vita e così via.
Ora, al di là delle politiche di mercato che possono essere giuste o sbagliate (ristampare un libro fuori produzione per UNA sola persona che lo vuole, può anche essere esagerato), ma perchè rendere inaccessibile per sempre e per tutti un libro? Ok, non si tratta dell'opera magna dello scibile umano, neanche di ut testo politico o religioso, ma perchè devo stare ad una legge di mercato che non mi riguarda? Che non fa i miei interessi di consumatore? Mica è finita qui. Il libro pur non essendo più prodotto, resta ovviamente sotto regime di copyright almeno fino a quando la mia retina sarà funzionante. In pratica per la legge non ho altre via di scampo, se non quella di procurarmi una copia "pirata" (oddio, che sto scrivendo?) o andare a giro per i mercatini dell'usato di mezza Italia. Premesso, che con tutto il buon impegno che posso metterci, ad un certo punto ci si rompe anche le palle delle lungaggini e degli sbattimenti e siamo costretti ad usare vie alternative. Chi mi conosce sa che ho pochi problemi etici o morali ad utilizzare gli strumenti che il buon Internet ci ha messo a disposizione, ma questa volta vi assicuro che volevo la copia cartacea.
Alla fine non ho potuto fare a meno di usare il mio fidato muletto, scaricare un database che raccoglie link ed2k di ebook e cercare lì il file che mi interessava. Son riuscito a (ri)leggerlo se Dio vuole, anche se ora sono un pericoloso criminale.
Se il pubblico dominio fa davvero tanta paura, non sarebbe allora da pensare a possibili alternative tra cui l'applicazione delle Creative Commons dopo ad esempio un lasso di tempo (da scegliere di comune accordo con legislatori, produttori, distributori e detentori) in cui l'opera in oggetto non ha più valore commerciale? Se non è più economicamente valida un'opera, o ha già sfruttato il suo corso, renderla disponibile attravero una CC (che comunque può essere anche restrittiva per l'uso commerciale) non aiuterebbe i consumatori?
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