Chi entra adesso a casa mia può essere attraversato dal pensiero che sia scoppiata una bombola del gas, o che una banda di teppisti (neroazzurri) si sia divertita a sconquassare tutto. Dopo vari giorni di preparativo infatti ho toccato il punto di non ritorno: mobili, oggetti, carta da parati, letti, ognicosachetivieneinmente, insomma tutto è sotto sopra. Per lasciare uno spazio lì, per coprire una cosa di là. Siamo quasi al limite della casa "sgarrupata" di Io speriamo che me la cavo.
Se tutto va bene entro la fine della prossima settimana (non si sa mai) i tanto agognati lavori dovrebbero iniziare. Oggi ho ritirato la copia della DIA dal geometra (Francesco) e altri fogli, altra carta, altre lettere stampate, firme, timbri, bolli, bollini, bollati. Il commercialista (Laura) presenta richiesta di non so cosa a Pescara alla Agenzie delle Entrate (o simile) per poter poi usufruire della detrazione per i lavori di ristrutturazione (più o meno una cosa del genere). Insomma tutta roba che fa quasi venire il mal di denti e successivamente il mal di testa. Manca poco quindi, ed allora sì che il mio centoventottesimo di sangue Navajo e quello di sangue semita verranno fuori prepotentemente dandomi un po' di zingarite. Un po' qua e un po' là in attesa che tutto sia concluso, come nelle favole nel migliore dei modi, con o senza cavallo bianco.
roba da geometri, più che da giuristi...
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