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lunedì 26 luglio 2010

Rossi ric'è

Rossì c'è, come il Dio c'è sui cartelli nel gavorranese. Un po' per la misticità del suo nome che se già era leggenda adesso entra nel divino, un po' anche per l'effetto stupefacente che dona agli sportivi. Un MotoGp che con l'infortunio del Vale nazionale ha avuto uno share paragonabile ad una sit-com anni settanta data in terza serata e che riesce ad essere nuovamente interessante con il suo rientro in pista. C'era andato vicino domenica scorsa in Germania, quando la spiaggia per quaranti minuti si è svuotata ed i bagnanti sono accorsi alla tv del barrino dell'Orizzonte. C'era andato vicino, ma non bastava. Questa sera è arrivato il podio. Un terzo posto insperato per una pista faticosissima, soprattutto per chi arriva ai box con le stampelle. Viene da chiedersi se il suo nuovo sponsor non sia l'ortopedia Bindi, e che i supporti non siano lì per figura. Da sesto a terzo, dopo tibia e perone maculati. Gara interessante quando la Formula1: per niente. Ma ecco che lui aggiunge sale, pepe, spezie, tabasco ed erba cipollina andando a raggiungere un Dovizioso ormai irraggiungibile e lottando per una posizione sul podio. Anche quando una gara può sembrare segnata dal tedio che regna sovrano, lo scettro e la corona vengono scippate da Rossi. Chi se ne frega di Camomillo Pedrosa che è caduto, di Lorenzo e Stoner che son arrivati primo e secondo. Lui ha già vinto con un terzo posto, ed anche questa non è una cosa che tutti sanno fare.

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