lunedì 5 luglio 2010
Stephen King - Blaze
Trama del libro
Blaze è un uomo cresciuto in istituto dopo che il padre, alcolizzato, l'ha scaraventato giù dalle scale quando era bambino. La caduta gli ha provocato una diminuzione delle facoltà intellettive. Da grande si farà amico di un balordo di nome George che lo coinvolge in piccole truffe. George convince Blaze a fare il colpo che li sistemerà per sempre: rapire l'erede di una famiglia facoltosa. Ma George muore prima di mettere a punto il piano. Sarà Blaze quindi a portare a termine l'impresa, con l'aiuto di George che, benché defunto, continua a dargli dall'aldilà le malefiche dritte con cui l'ha condizionato nel corso della loro amicizia. La vicenda si complica quando Blaze si affeziona al piccolo rapito e non vuole restituirlo.
Commento personale
Spietatamente triste e pietoso. Impossibile per il lettore non seguire con interesse misto a pena la vita che cerca di portare avanti Blaze. Un criminale con pochi scrupoli, ma anche tanta passione. Un collage di sentimenti che si accumulano nella sua mente da ritardato. Una serie di flash back che ci tengono le pupille incollate alle pagine per scorgere cosa lo ha reso ciò che è divenuto. Niente di troppo difficile o troppo celato, solo una condizione familiare sfortunata, un padre violento e avvenimenti nella sua adolscenza che lo segnano profondamente. Cicatrici profonde come burroni, che non possono essere cancellate. Geniale e profonda la figura di George che repentinamente si manifesta solo nella testaccia dura e malata di quell'omone che è Blaze. Un delitto dei più terribili e imperdonabili, il rapimento del piccolissimo Joe, che passa solo in secondo piano e viene addolcito dalla figura del gigante (non) buono, ma tardo. Interessante anche la figura di Johnny, l'amico di infazia di Balze, forse un po' autobiografica nei confronti di King, soprattutto nella parte in cui racconta che scriveva storie, copiate dai film horror e le faceva leggere ai compagni. Strano che il romanzo sia stato tenutto chiuso a chiave in quarantena per diversi anni, e non sia stato pubblicato prima. King utilizza nuovamente lo pseudonimo ormai famoso di Bachman per questa opera ed è interessante anche l'introduzione che ti spiana la lettura del romanzo. Non un capolavoro, ma un libro a cui è facile affezionarsi
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