Trama del libro
Charlie è un ragazzo come tanti ma nella sua mente qualcosa reagisce in maniera abnorme alle sfide e alle ingiustizie della quotidianità di provincia fatta di bravate tra ragazzi e vagheggiate avventure con adolescenti civette. La sua rabbia esplode improvvisa una mattina durante una lezione a scuola: pistola in pugno, Charlie comincia una disperata avventura coinvolgendo nella sua ossessione privata la vita e il destino di una classe intera. Segreti di sesso, di sangue, di odio vengono alla luce, tutti tolgono la maschera dell'ipocrisia in una confessione tragica e liberatoria. Qualcuno ci rimetterà la vita, qualcun altro la reputazione, qualcun altro ancora la sanità mentale. Ma l'avventura vissuta da Charlie agirà su ciascuno come potente catalizzatore per scatenare la follia nascosta nel proprio profondo e finalmente guardare in faccia le radici del Male.
Commento personale (rischio spoiler)
Come al solito può sembrare la solita storia banale, già rivista e risentita (forse alcuni proprio da questa ne hanno tratto spunto), ma che grazie alla maestria di King risulta più che interessante. Charlie non passa propriamente "Un giorno di ordinaria follia" come Douglas nel celebre film, perchè lui non è la prima volta che sbrocca o dà di matto. Un viaggio decisamente profondo nella pazzia umana, raccontato da un punto di vista sui generis. I numerosi flashbacks, danno ordine alla vita ed al rapporto causa effetto che è venuto a crearsi, ma a differenza di quanto visto con "Blaze" risultano molto più normali. Non rappresentano una scusante valida per poter giustificare la violenza scatenata nel libro. Violenza fisica che passa in sordina, annunciata brevemente e messa da parte. I due omicidi non sono poi tanto gravi agli occhi dell'aggressore. E la cosa macabra sta nel fatto che sono quasi casuali. E' la biglia della roulette che si è fermata sul rosso invece che sul nero, sul pari invece che sul dispari. La morte è solo un'incognita che naviga nell'imperturbabilità della mente malata del protagonista. Il male è costante ed attraverso una sorta di sindrome di Stoccolma i compagni di classe tenuti in ostaggio partecipano, prima un po' titubanti poi sempre più rapiti, con interesse alla singolare lezione tenuta. Ed ecco che caparbia arriva la violenza psicologica. Non vale per tutti, anzi solo per Ted, l'unico alunno che ha una parvenza di normalità. I segreti messi a nudo esplodono dai racconti dei ragazzi che fanno gruppo, divengono branco. Un branco malato mentalmente però, che vede isolare l'unico che cerca di tirarsi fuori da tale follia. Unico neo del libro a mio avviso è che la follia non è poi tanto pesante o tanto cruda, così come i singoli segreti raccontati. Si tratta quasi di piccolezze o avvenimenti che oggi, ad oltre trenta anni dal libro, risultano quasi minimi o privi di significato. Ma è su questi segreti che si concentra la violenza maggiore rivolta nei confronti di Ted, la pecora nera, che alla fine deve essere internato e si ritrova in uno stato catatonico.
Un libro strano, atipico che si legge velocemente e ti lascia piacevolmente appagato.
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