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venerdì 28 gennaio 2011

Condividere cartella tra Windows 7 e Ubuntu

Questa samba è meglio
Signore e signori posso dire di essere appena tornato reduce da una battaglia epocale contro il pinguino. Ho sempre avuto diverse difficoltà ad orientarmi nel mondo di linux, ma mai come questa volta ho sofferto. Per cosa poi? Per una situazione a mio avviso inaudita, assurda. La cosa fondamentale è che ne sono uscito vincitore. Ma devo dire che di schiaffi questa volta ne ho presi. E tanti. Mi è venuto in mente di fare ciò (banalissimo in teoria) questo pomeriggio, ed il bello è che mi son anche documentato. La questione: ciò che serviva a me era far sì che Ubuntu leggesse le cartelle condivise con Windows 7 e potesse usare la stampante di rete. Per questa nessun problema, per la lettura delle cartelle invece il finimondo. Unico sollievo è che a quanto si legge in rete non sono stato il solo ad avere avuto questo problema. Qui proverò a descrivere a grandi linee come ho risolto. Sicuramente però non capirete il perchè della soluzione. Infatti ho provato decine di sistemi trovati nei vari forum. Del 90% neanche capivo cosa stavo facendo. Ubuntu mi vedeva fin da subito la rete condivisa (aveva Samba client installato), ma non riusciva ad entrare all'interno delle cartelle. E neanche a collegarsi tramite "connetti server". E neanche tramite browser con smb://indirizzoipdelpiccì. Più leggevo soluzioni di Linux fan boy feticisti e più mi alteravo. Quando la colpa era di un bug di samba. Quando di Windows llive ID. Quando della sfortuna. Quando di Berlusconi.  Quando boh. Insomma, in molti hanno anche desistito. Non si sa che pesci pigliare. La cosa ridicola è che XP e Vista mi vedevano le cartelle senza problemi (ovvio, sono SO Microsoft), ma anche la tv LG ed il lettore Samsung. Che poi loro le vadano tramite DLNA non me ne frega: il risultato èc he le vedono. Linux no. Poverino. Lui era l'nico che faceva come gli pare.
A forza di seguire pseudo soluzioni uso il terminale scrivendo codici senza senso (per me, ma per qualcuno sì) come mai ho fatto prima. Niente. Ubuntu non si degna di montarmi (è una fissa pornografica?) mai nessuna cartella condivisa. Quindi niente files visualizzati. Metto Samba server. Lo setto e faccio la prova inversa: dentro di me spero che non vada bene. Invece Windows entra nelle cartelle del portatile. Cavolo, proprio ciò che a me NON serviva!!
Installo un pacchetto di non so cosa, monto manualmente da terminale, modifico alcune stringhe di alcuni file non meglio precisati. Riavvio. Ancora. Di nuovo. Niente. Impazzisco. Mi strappo le ciglia e le mangio. Poi decido di andare  modificare i permessi di una cartella da Windows. Chi può accedervi e modificarla? Everyone. Permessi totali. Lettura, scrittura. Boh. Ma... ma... Ma c'è la possibilità di aggiungere altri tipi di utenti. Altri gruppi. La luce del Signore mi illumina. Inserisco la voce "guests" (con la S finale, ma provo e va bene anche senza). Rivado dal pinguino, riprovo. E................... sì!!!! Ora va. In questo modo non chiede più password e username (mai inseriti) e non ha problemi a montare. Notte di fuoco per il pinguino quindi. Bastardo, io tifo per lo Yeti:

3 commenti:

  1. http://www.rxn.com/services/faq/smb/samba.history.txt


    I've been asked again where the name Samba came from. I might as well
    put it down here for everyone to read. The code in Samba was first
    called just "server", it then got renamed "smbserver" when I
    discovered that the protocol is called SMB. Then in April 1994 I got
    an email from Syntax, the makers of "TotalNet advanced Server", a
    commercial SMB server. They told me that they had a trademark on the
    name SMBserver and I would have to change the name. I ran an egrep for
    words containing S, M, and B on /usr/dict/words and the name Samba
    looked like the best choice. Strangely enough when I repeat that now I
    notice that Samba isn't in /usr/dict/words on my system anymore!

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  2. Grazie!!! Non per l'inutilità del commento, ma per il fatto di averlo postato!! Ormai sei un collaboratore indiscindibile da VER (la sigla ti piace? sarà un tormentone).

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