Artista: Pain Of Salvation
Anno: 2000
Tipo album: concept album
Tracce: 12
Pagina di MusicBrainz
Non so voi, ma io non riesco a buttarli giù, figuriamoci a digerirli. Sì ok, bravini, estrosi, impegnati e svedesi. Ma per quanto mi riguarda non sono nè carne nè pesce. Ora facciamo un passo indietro. Non dico che questo concept album diviso in tre parti sia brutto, dico solo che non mi ispira più di tanto. Eppure si sente un gran parlare bene sia del gruppo che dell'album, come di un fondamentale per il progressive metal. Beh, gli allievi (se di allievi possiamo parlare) non superano per niente i maestri (sia se parliamo di Fates Warning sia se citiamo i Dream Theater). Magari neanche è nei loro intente prendere spunto da questi. Li ho citati tanto per dire due nomi conosciuti di questo panorama musicale. Qui abbiamo in ogni traccia un uso esasperatamente artistico. Sembra quasi che ci vogliano far vedere quanto so bravi. E' un problema che ho notato in molti artisti del genere: spesso guardano più alla forma che al contenuto. E' anche per questo motivo che non amo spasmodicamente il prog, anche se certe volte mi viene da fischiare a sentire alcune acrobazie musicali. Comunque qui, ascoltata una canzone a caso, abbiamo già un'idea quel che sarà tutto l'album. non perchè siano uguali, ma perchè in tutte c'è la medesima verve deboluccia. Alcuni cori sono quasi da boy band (passatemi il paragone) e gli urlatori da mal di pancia non li ho mai sopportati.
Ok, questi gli aspetti negativi quindi. Quelli positivi arrivano dopo che non ci si arrende alle apparenze e si inizia ad capire cosa l'album in sè significa. Essendo un concept infatti è bene capire i segnali che vuole lasciarci. Sotto questo punto di vista la musica cambia. Possiamo vedere un'opera di un certo livello, ben studiata e che fa accapponare la pelle. Vivere l'album è come leggere uno dei tanti libri di Andrew Vachss . Abbiamo infatti al storia di due amici, un ragazzo ed una ragazza, che in comune hanno un'infanzia, difficile, macabra ricolma di abusi sessuali e violenza. La rabbia e la paura insieme, legate da un filo conduttore musicale. Tra ritorni al passato, riavvicinamenti, speranze soffocate, dolori strappati The perfect element è da valutare più per ciò che rappresenta e racconta, piuttosto che per la prestazione musicale.
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