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mercoledì 31 agosto 2011

The Big Kahuna (1999)


Regia; John Swanbeck
Anno: 1999
Titolo originale: The Big Kahuna
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Se prendiamo un cinico e burbero realista (Kevin Spacey), un pacato ed arrendevole entropico (Danny De Vito) ed un giovane ed insicuro invasato religioso (Peter Facinelli) abbiamo un trio di piazzisti che cercano di trovare The Big Kahuna ovvero il cliente da favola, quello che tutti vorrebbero. Guardare il film o ascoltarlo non fa nessuna differenza. E' totalmente incentrato sui dialoghi. Di Kevi Spacey prima e di De Vito dopo: inframezzati da sprazzi di ottusa ingenuità. Molto statico e riflessivo è una rincorsa tra cinismo ed ottimismo che si danno il cambio durante i dialoghi. Sembra essere un'esperienza teatrale piuttosto che un film, dato l'esiguo numero dei personaggi, l'ambientazione scarna e la concentrazione sul significato delle frasi. Problemi personali, sfoghi, mezze verità tra navigati colleghi che forse sono anche amici. Il passaggio del testimone alla nuova recluta a cui insegnano i trucchi del mestiere ed anche il modo di vedere la vita. Non è da buttare, ma neanche uno di quei film che ti cambiano e ti tengono incollato al divano.

martedì 30 agosto 2011

Umberto Eco - La misteriosa fiamma della regina Loana

 Autore: Umberto Eco
Editore: Bompiani
Pagine: 451
Voto: 1/5
Pagina di Anobii

Trama del libro: (occhio: spoiler]
Yambo e sua moglie Paola vivono a Milano dove il protagonista ha anche lo studio bibliografico. Colpito da un ictus si risveglia dopo alcuni giorni completamente senza memoria relativamente alla sua storia passata, mentre molte altre conoscenze gli sono restate. Per ritrovare la memoria perduta deciderà, spinto dalla moglie, di recarsi fra Langhe e Monferrato dove lo attende la casa dell'infanzia con i propri ricordi materiali. Riscoprendo vecchi quaderni, le antiche letture, i dischi della sua giovinezza, riesce pian-piano a recuperare parte del suo passato. Ma la scoperta, nella biblioteca del nonno, di un antico libro, che aveva inutilmente cercato durante la sua carriera professionale precedente, gli provoca un nuovo ictus che lo fa ripiombare in uno stato d'incoscienza, in cui però riesce a recuperare tutti i ricordi che ancora gli mancavano, ma come Martin Eden protagonista dell'omonimo romanzo di Jack London, che era stato uno dei suoi testi di formazione: "nello stesso istante in cui seppe, cessò di sapere."

lunedì 29 agosto 2011

Dire Straits - Love over gold


Artista: Dire Straits
Anno: 1982
Tipo album: studio
Tracce: 5
Pagina di MusicBrainz

I Dire Straits non sono tra i miei gruppi preferiti, lo ammetto, perchè alla fine uno deve fare le sue scelte, tirare le somme e stabilire anche le priorità musicali. Il panorama della buona musica, è troppo vasto per poter dare la giusta importanza ad ogni gruppo che ha contribuito alla Storia. Questo Love Over Gold è però entrato a far parte della mia collezione con delicatezza e modestia, riuscendo a farsi apprezzare in maniera incredibile. Non ricordo se lo presi per celebrare il genio artistico di Mark Knopfler o semplicemente per placare la mia sete di anni ottanta e settanta. La scelta fu davvero indovinata, l'album è decisamente riflessivo ed elaborato dal punto di vista strumentale, pur mancando di virtuosismi marcati. La sperimentazione è davvero notevole così come la durata dei brani, un po' atipica. Solo cinque tracce, che abbondantemente superano i cinque minuti e sottolineano la filosofia del meglio pochi, ma buoni. Un buon progressive rock che sfuma nel folk ed in cui possiamo apprezzare la perfezione delle piccole cose, che siano una chitarra, un piano o la voce. Tutto studiato nei minimi particolari. Può sembrare un disco semplice, e forse è proprio così, ma non scade nell'errore di osare troppo. Anche un calcio di rigore sulla carta è semplice, ma ci si decidono coppe e campionati. Accordi senza troppe elaborazioni e una musicalità che ti innalza l'anima senza bisogno di ritmi forsennati. La lentezza qui non è sinonimo di tristezza quanto piuttosto di uno stato spensierato delle cose.


Volterra AD 1398 (2011)

Visto che la prima (ed unica) volta ci eravamo divertiti, abbiamo deciso di tornare al Volterra AD 1398 . Non mi sono voluto far mancare il mare e la spiaggia, ghiotto come non mai, e dopo un'intera giornata al Nano Verde ci organizziamo per la partenza intelligente nel tardo pomeriggio. Qualche attimo di difficoltà nella ricerca di un parcheggio libero e siamo subito pronti per pagare il ticket di ingresso. Gli addetti alla biglietteria sono molto scaltri: non si sono fatti ingannare dal nostro giovane aspetto quindi abbiamo pagato il prezzo intero.  Sono quattordici anni che la cittadina si sveste della modernità ed indossa gli abiti medievali. Non solo dal punto di vista del vestiario; infatti nei vari banchetti presenti per le strade è possibile osservare ed acquistare manufatti tipici dell'epoca o prodotti culinari che ricordano gli anni bui, ma altrettanto giocosi di quei tempi. Oltre a questo non mancano spettacoli di varia natura come balli, canti (tipo Grave Digger), buffoni, giocolieri, mangia fuoco, giullari e così via. Una cosa simpatica è quella che permette l'utilizzo del "grosso volterrano" ( un grosso equivale ad un euro) come moneta di scambio e per acquistare i prodotti artigianali. Il nostro inizio è conciso e rapido: aperitivi e cena. Cena ed aperitivi. In un loop che rischiava di farci regredire più che al Medioevo, all'età della Pietra. Vino speziato, formaggi, focacce, tigelle, zuppe, crostini, verdure, affettati ed altri generi alimentari, preparati secondo le ricette di quell'antica e povera cucina che spesso anche oggi riprendiamo come esempio. Abbiamo deciso che dovevamo assaggiare tutto per poter dare una valutazione (positiva) ed infatti così è stato. Gordi!!. Ad un tratto ci siamo resi conto che non stavamo facendo assolutamente altro se non mangiare o bere. Il circolo era veramente vizioso, così finalmente è cominciato il viaggio itinerante tra banchetti di pelli, prostitute, agnellini belanti fino a  giungere alla piazza principale, dove alcuni temerari si sono inseriti nei balli di gruppo (Rase passami il video) con i musici erranti. La salita fino al castello ci ha fatto smaltire tutti i grassi e le cibarie ingollati, provandoci non poco. Lì ho cercato di farmi leggere la mano o farmi fare i tarocchi, visto che credo fortemente a queste pratiche esoteriche ed ero curioso di conoscere i (ne)fasti che il futuro mi avrebbe preparato. Non c'è stato verso: le medioevo tutti credevano in queste cose e staccavano le teste dei pipistrelli a morsi, quindi troppa fila. Nel complesso la città è veramente ben allestita ed sembra proprio che tutti gli abitanti indossino i costumi giusti e facciano la loro parte. Glie eventi e gli spettacoli non mancano ed è un piacere starli a guardare. La gente viene da ogni parte della Toscana ovviamente. La prossima estate sarebbe anche più carino rinunciare ad una domenica al mare e poter partecipare più attivamente, magari presenziando tutto il pomeriggio per assistere ad un maggior numero di sfilante, eventi e duelli. Infatti esausti siamo tornati in quel di Piombino, tra ciminiere cyberpunk e lingue di fuoco siderurgiche dopo una manciata di ore immersi nel passato.

venerdì 26 agosto 2011

Basta che funzioni (2009)


Regia: Woody Allen
Anno: 2009
Titolo originale: Whatever works
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Da dove parto? Nè dall'inizio, nè dalla fine, mi sembra ovvio, ma dal punto di non ritorno; ovvero dall'entrata in scena della madre (che madre? Di chi? Eh, ma che dici?). Se infatti analizziamo il suo ingresso è difficile non vederlo come come un atto estremo, ma maldestro per far decollare il film. Inizialmente, tra l'altro, neanche era partito poi così male, con lo sproloquio al gusto di cinismo amaro di Boris (interpretato da un anonimo Larry David che cerca di essere simile a Woody Allen) e con l'introduzione agli avvenimenti che seguiranno. Manca però quel tocco magico che possa accendere l'interesse, consacrando invece una sagra delle banalità che non può essere migliore de "Il bisbetico domato", in cui la misoginia è sicuramente più apprezzabile. Dicevo, che pare ingranare abbastanza bene per poi perdersi in un qualcosa di non ben precisato. Sicuramente Allen accortosi di ciò ha voluto dare maggiore enfasi alla storia, ed appunto con l'inserimento della madre prima e del padre poi, ha fatto più danni della grandine. I personaggi, mancano di spessore, sembrano marionette che eseguono quanto il copione impone loro. Insomma, già di per sè il genere della commedia non mi riempie gli occhi, poi ci mettiamo anche situazioni improbabili ed ingiustificate, per me si può parlare di vero e proprio fiasco. La storia si svolge esattamente come la racconto, nè più nè meno: Boris è un vecchio genio cinico ed antipatico. Un giorno incontra una sbandata e nonostante il suo odio profondo per le donne, gli incolti ed i barboni la ospita in casa. In breve (toh, ma guarda) se ne innamora, nonostante sia una deficiente cronica e la sposa. La pipa un po' nonostante a lui non piaccia il sesso ed intanto cerca di spiegarle il suo bieco punto di vista del mondo, le sue manie e le sue paranoie ipocondriache. Arriva la mamma di lei ed è contraria al matrimonio, ma scopre se stessa e si fidanza con due uomini (contemporaneamente in un menage a trois). Arriva poi il babbo di lei, che scopre essere gay. Lei nel frattempo lascia il vecchio e va con il primo bellone di turno che la impala senza il Viagra. Alla fine vivono tutti felici e contenti. Wow, imperdibile.

giovedì 25 agosto 2011

We're Anonymous...

Vivo in un'anonima strada di un'anonima cittadina dove oggi ad un orario imprecisato, un furgone nero senza alcun segno distintivo ha lasciato sotto la mia cassetta della posta (inutile dire che anche questa è anonima) un pacco mancante di qualsiasi tipo di etichetta o riferimento. Quando mi avvicino con passo regolare e con la mia comune faccia che ama confondersi tra la folla, noto che è veramente una scatola qualunque. E' per questo che capisco che indirizzata a me. Ed inizio a sperare che il mittente sia proprio chi dico io. Ho passato anni a lavorarmeli ed a dimostrare loro la mia dedizione per ogni cosa che li riguarda. Apro quindi con spasmodica attesa e titubante concentrazione il cartone e trovo la maschera che vedete in foto con allegata la lettera di ammissione ad Anonymous .D'accordo, V per Vendetta non ce l'ho in BD, ma l ho scaricato quindi credo sia uguale ed a leggere quanto mi hanno scritto penso siano d'accordo anche loro. Ho ancora la tremarella alle dita per l'emozione, ma voglio riportare qui quanto ricordo di aver letto (la carta si è autodistrutta subito dopo):

martedì 23 agosto 2011

Le ragazze del Coyote Ugly (2000)


Regia: David McNally
Anno: 2000
Titolo originale: Coyote Ugly
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Sebbene sia nei fatti una classica commedia sdolcinata dove il finale perfetto è d'obbligo ed i problemi vengono risolti con estrema facilità, è un film che piace. Non solo per le belle ragazze che possono riempire gli occhi di noi maschietti, ma anche per l'impegno artistico con cui viene recitata una trama debole e decisamente scontata. Infatti è la classica ragazza di periferia che vuole sfondare nel mondo dello spettacolo e si lancia nell'impresa andando a New York. Ovviamente lei (Piper Perabo) è bellissima, casta, sexy e con quella punta di ingenuità che la rende irresistibile. Incontra per caso un altrettanto simpatico e bel ragazzo (Adam Garcia) con cui romanticamente inizia una storia d'amore. Nel frattempo trova lavoro nel migliore locale utopico di tutti i tempi: il Coyote Ugly. Dove strepitose ragazze barman fanno spettacolini provocanti, ma non troppo. Si divertono e fanno divertire, seguono regole ferree riguardo gli uomini e sono amiche tra loro, con un capo (Maria Bello) che si impone con la giusta dose di autorità e di consigliera.  Ogni problema o disguido viene messo da parte o sorvolato con estrema facilità tipico della rincorsa del sogno americano. Alcune cose sono un po' troppo da favola e marcate come lei che suona sul tetto del palazzo. Al di là di questo ciò che più mi è piaciuto sono le personalità dei soggetti. Ognuno, ha un suo carattere ben definito, ed anche le ballerine non sono piatte. Nella sua povertà dal punto di vista della storia è stato fatto un grande lavoro sui personaggi e sulla colonna sonora. Anche se spesso si nota un disgustoso playback tra LeAnn Rimes e la protagonista Violet.

Margaret Mazzantini - Nessuno si salva da solo


Autore: Margaret Mazzantini
Editore: Mondadori
Pagine: 192
Voto: 2/5
Pagina di Anobii

Trama del libro:

Delia e Gaetano erano una coppia. Ora non lo sono più, e stasera devono imparare a non esserlo. Si ritrovano a cena, in un ristorante all’aperto, poco tempo dopo aver rotto quella che fu una famiglia. Lui si è trasferito in un residence, lei è rimasta nella casa con i piccoli Cosmo e Nico. Delia e Gaetano sono ancora giovani – più di trenta, meno di quaranta, un’età in cui si può ricominciare. La loro carne è ancora calda e inquieta. Sognano la pace ma sono tentati dall’altro e dall’altrove. Ma dove hanno sbagliato? Il fatto è che non lo sanno. La passione dell’inizio e la rabbia della fine sono ancora pericolosamente vicine. Cresciuti in un’epoca in cui tutto sembra già essere stato detto, si scambiano parole che non riescono a dare voce alle loro solitudini, alle loro urgenze, perché nate nelle acque confuse di un analfabetismo affettivo. Eppure parole capaci di bagliori improvvisi, che sanno toccare il nucleo ustionante dei ricordi, mettere in scena sul palcoscenico quieto di una sera d’estate il dramma senza tempo dell’amore e del disamore. Margaret Mazzantini ci consegna un romanzo che è l’autobiografia sentimentale di una generazione. La storia di cenere e fiamme di una coppia contemporanea con le sue trasgressioni ordinarie, con la sua quotidianità avventurosa. Una coppia come tante, come noi. Contemporaneamente a noi.

lunedì 22 agosto 2011

Quando ero un parkour


Sì, ne ho fatte tante e ne faccio tante anche adesso. Sulla falsa riga di quando ero uno scrittore vorrei narrarvi di quando ero un parkour. A dire la verità lo ero solo in potenza, ed in minima parte in atto, ma solo perchè a quei tempi non ero a conoscenza di tale disciplina, una delle poche cose ganze inventate dai francesi. Fin da piccolo mi dilettavo a fare tuffi con tanto di capriola mentre babbo mi lanciava a decine di metri in altezza (o così mi sembrava). In seguito ho scoperto una certa predisposizione per gli anelli (esatto, tipo quella simpatica canaglia di Jury Chechi) , soprattutto quelli che si trovano nelle aree di sosta lungo le strade francesi: ecco quindi il mio legame con la terra dei cugini d'Oltralpe da dove ha inizio questa passione. Subito dopo alla pistina dei Diaccioni ero un mago nel fare il salto della ringhiera in stile "olio Cuore": in molti potranno confermare di aver visto la medesima operazione anche a Baratti in tempi più recenti. Passiamo quindi al tuffo a Calamoresca con capriola in avanti autoindotta e con il rialzarsi con il colpo di reni da sdraiato, in concomitanza con il fare la bandiera ai pali dei cartelli stradali. Queste credo fossero tutte le basi, l ABC del vero parkour che stava dentro di me e cercava di fare outing. Il primo numero in questo senso però è dato da "I bulgari", nota acrobazia con cui mi dilettavo in gioventù. Tutti i fondisti o gli ex compagni di classe ricorderanno le migliori performance durante la sessione davanti alla pizzeria Tonino, quella all'Amiata e quella in classe durante l'interrogazione di fisica (con la Compa) in cui davo dimostrazione pratica del pendolo. Tutto questo, nonostante lo scampato infortunio quando mi cadde la porta di calcetto sulla schiena, credo si sia concretizzato con la fuga dall'omino della security durante le riprese del film "N". Ignoro ancora i motivi dell'inseguimento, ma con orgoglio dichiaro che muri, muretti e mura sono stati per me simpatici imprevisti sul tracciato. Per lui qualcosa di insormontabile.
Detto questo vi giuro sulla ZTL di piazza Verdi (la colga un fulmine se mento) che il filmato in apertura di articolo riguarda le mie ultime imprese.

domenica 21 agosto 2011

Big Bang Theory (Serie TV) stagione 4

Senza dubbio la migliore geek commedy. Lo dimostra di volta in volta anche con le stagioni successive. Pure con questi ventiquattro episodi della quarta, riesce a mantenere genuina l'ambientazione ed ogni tipo di situazione. Non ha bisogno di variare, tante sono le scene che Chuck Lorre e Bill Prady riescono ad inserire. Questa volta le risate sono ancora più coinvolgenti ed anche l'attaccamento ai personaggi è maggiore. Il successo per una serie del genere è inevitabile, poichè ironia, luoghi comuni e vita di tutti i giorni paiono fondersi in una perfetta danza del divertimento. Ogni puntate rappresenta un piccolo gioiello, ben studiato con situazioni al limite del paradossale e dell'esagerazione, ma pur sempre gustabili. Sicuramente ci sarà un seguito anche s emi tocca aspettare ancora un po0...

sabato 20 agosto 2011

Giorgio Faletti - Io uccido


Autore: Giorgio Faletti
Editore:  Baldini Castoldi Dalai
Pagine: 682
Voto: 2/5
Pagina di Anobii

Trama del libro:

Un DJ di radio Monte Carlo riceve, durante la sua trasmissione notturna, una telefonata delirante. Uno sconosciuto rivela di essere un assassino. Il caso viene archiviato come uno scherzo di pessimo gusto. Il giorno dopo un pilota di Formula Uno e la sua compagna vengono trovati orrendamente mutilati. Da questo momento ha inizio una serie di delitti, preceduti ogni volta da una telefonata con un indizio sulla prossima vittima e sottolineati da una scritta tracciata con il sangue: "io uccido". Non c'è mai stato un serial killer nel Principato di Monaco. Adesso c'è. Il romanzo d'esordio nel thriller del comico italiano.

venerdì 19 agosto 2011

The It Crowd (Serie TV) stagione 3

Visto che la seconda iniziava ad ingranare maggiormente rispetto alla prima stagione credevo che con la terza questo trend positivo continuasse. Da un lato, quello meramente comico ed ironico è così. La serie si lascia vedere piacevolmente ed il bagaglio di battute è migliore rispetto al solito. Purtroppo i personaggi non crescono e soprattutto l'ambiente nerd o geek risulta soltanto una cornice. Ed è un peccato per una serie, che almeno per quanto mi riguarda, viene vista per ritrovare determinati clichè relative a queste sub culture. Insomma, sull'onda del successo di The Big Bang Theory volevo qualcosa di simile. Non di uguale, ma che ci si avvinasse. Invece l'ambientazione IT puzza sempre più di scusa, e le situazioni girate esternamente o in situazioni lontane da questo mondo, sono sempre maggiori. Non che sia tutto una delusione perchè come già detto dal punto di vista della risata ci siamo, però non mi ha convinto o preso totalmente.

giovedì 18 agosto 2011

Match point (2005)


Regia: Woody Allen
Anno: 2005
Titolo originale: Match point
Voto: 7/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Sì, per il genere commedia e per il filone Woody Allen lo preferisco di molto rispetto al già recensito Vicky Cristina Barcelona. Il punto di forza nei film di questo genere è dato indiscutibilmente dalla trama e da quel colpo di coda in più che riesce a dare. Quello che ti rimane, fin da principio. Sto parlando del valore intrinseco che vine dato alla fortuna, alla sorte, al caso, qui vista proprio come signora dominante della vita, soprattutto nel bene. Abbiamo ancora una volta la trasgressione legata all'infedeltà, in una pellicola più buia e meno vivace del solito, che vede come cornice Londra. Una City soffocante, dal punto di vista morale, dei legami, degli impegni. Una scappatella, che si trasforma in una montagna, di difficile gestione, fino a sfociare nel'impensabilmente assurdo. Nell'irrimediabile. Una fortuna imperatrix mundi che non aiuta proprio gli audaci, ma anche i maldestri. Bravo Allen, anche nel lanciare nuovamente Scarlet Johansson e darle fiducia. Le due ore davanti alla tv passano bene ed il film scorre senza troppe pretese, in certi punti volutamente ripetitivo, cercando di tardare il momento clou. La versione bluray non dà, come spesso accade recentemente, niente di più nè dal punto di vista degli extra, nè da quello dell'audio.

martedì 16 agosto 2011

Insanitarium (2008)


Regia: Jeff Buhler
Anno: 2008
Titolo originale: Insanitarium
Voto: 2/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Sebbene sia vero che per valutare un film dobbiamo farlo anche in base al genere a cui appartiene, qui mi son trovato di fronte ad una boiata incredibile. Non che non me lo aspettassi, ma magari non fino a questo punto. Oddio, ho visto splatter peggiori, questo in un certo senso può anche salvarsi. Inizia con una trama insensata, e già da lì possiamo fare due più due... Hanno internato in un istituto psichiatrico la sorella (matta) di un tipo. Questo siccome non si fida dei dottori (anche la madre era pazza) e dei manicomi, vuole farla fuggire quindi lui stesso si finge da ricovero. Tra l'altro penso non esista al mondo posto più pulito e tenuto bene di quello, ma accontentarti si sa, è una virtù andata ormai persa.  Ovviamente dentro al casa di cura fanno realmente degli esperimenti con nuovi farmaci nanotech , ma i matti dopo il trattamento danno ancora più di matto. Alla vista del sangue diventano una specie di cannibali spietati. Un po' come degli zombies, ma viventi. Il film consiste in un crescendo di schizzate di sangue ed in una fuga rocambolesca con nemici di cui è difficile liberarsi, forse perchè il cast era risicato all'osso. Finale ridicolo, come tutta la pellicola. Da dita in gola.

lunedì 15 agosto 2011

150 inviti per Google+

Ormai sono in molti ad utilizzarlo. In pochissimo tempo ha già superato i 30 milioni di utenti (forse mentre sto scrivendo è vicino ai cinquanta), e di recente è stata aggiunta anche la pagina relativa ai giochi (per coloro a cui interessano). Sto parlando del servizio di social network Google+ . A quanto pare la fase beta è ancora attiva, ma non dovrebbe mancare molto al lancio ufficiale. Tutti stanno regalando inviti su inviti per partecipare a questo nuovo sistema marcato BigG. Se sei interessato puoi semplicemente ricevere uno dei 150 inviti a disposizione condividendo questo stesso articolo su FaceBook o Twitter, e commentando inserendo un indirizzo email valido. Appena possibile, vi manderò l'invito. Se non utilizzate FB o Twitter pace, ve lo mando lo stesso. VER lavora per voi, ma aggiungetemi almeno su Google+ in una cerchia qualsiasi.. A presto.

Al Di Là Della Vita (1999)


Regia: Martin Scorsese
Anno: 1999
Titolo originale: Bringing Out the Dead
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Questo è l'esempio di quando un buon regista (Scorsese), dei buoni attori (Cage e la Arquette) ed una piacevole colonna sonora, non possono fare niente per un film che alla fin fine direi che è un bel flop.L'inizio può risultare interessante e travolgente, con la vita dura e spietata dei paramedici di New York, che in barba all'immaginario comune, raccattano ogni tipo di bisognoso, dal barbone al pazzo furioso. Il semplice infermiere o dottore del pronto soccorso, è un uomo che lotta contro le avversità della vita, in situazioni disperate e può anche paragonarsi a Dio. Nel bene e nel male, però. Non solo quando le vite vengono salvate, ma anche quando sono tolte. Peccato che la faccia mono espressione di Cage alla lunga stanchi, le tre parti in cui è diviso il film, sebbene raccontate anche da un punto di vista differente (in base al compagno con cui il protagonista è in servizio) risultino acerbe e sempre uguali. I colori molto scuri sono intramezzati da un luce bianca troppo calcata, certe volte si ha l impressione che sia tutto surreale. La noia dilaga viscerale e si arriva ad un niente di concluso, tra sensi di colpa e storie di vita vissuta.

domenica 14 agosto 2011

Megadeth - Countdown to extintion


Artista: Megadeth
Anno: 1992
Tipo album: studio
Tracce: 11
Pagina di MusicBrainz

Questo è l'album che mi ha fatto conoscere ed apprezzare i Megadeth. Il primo ascolto è sempre il più importante, perchè anche se i gusti cambiano, è quello che dà l'imprinting. E' forse anche quello che mi ha introdotto maggiormente al trash metal, ovvero che mi ha orientato su Slayer ed i già conosciuti ed abbondantemente apprezzati (prima del caso Napster ovviamente) Metallica. Qui del resto abbiamo dei capolavori musicali (Symphony of destruction ad esempio) che non devono essere limitati ad un tipo di genere chiuso, ma abbracciano qualcosa di più ampio respiro. Con questo album infatti si ritagliano un bel posticino nell'Olimpo metallaro, perchè riescono a convalidare il successo precedentemente ottenuto. E' un album sicuramente immediato, prorompente, esplosivo, in cui voci e strumenti giocano a rincorrersi. Non abbiamo virtuosismi, assoli o parti violentemente cantate, ma una sinfonia fusa e fluida di metallo. Sporco sì, ma senza imperfezioni. Per certi versi alcuni possono dire che ricorda The Black Album dei nemici e rivali Metallica, ma dal punto di vista musicale è quasi sorprendentemente superiore ed il taglio con il passato, pur essendo ben marcato è meno netto. Le atmosfere sono ombrose e manca quasi il respiro, non ci sono sfuriate improvvise.La mia preferita resta la title track che sembra decisamente ben studiata.




Cosa Voglio Di Più (2010)


Regia: Silvio Soldini
Anno: 2010
Titolo originale: Cosa voglio di più
Voto: 3/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Forse è colpa mia che di cinema italiano non ci capisco niente, ma questo film è una palla assurda. Giusto per non dire che è una boiata. Senza poi contare i contributi statali, per forza, li ha presi anche questo "coso". Di sicuro possiamo dire che riesce ad essere realista, così tanto che non mi spiego il perchè una storia qualunque debba essere raccontata. Per far vedere un paio di scene di nudo integrale? Un po' di passera fa sempre audience del resto...Uno spaccato di un'Italietta senza un domani, con famiglie medie che faticano ad arrivare a fine mese, ma trovano i cinquanta euro per la trombatina in motel o per la vacanza esotica per cornificare meglio il partner. Dialoghi e recitazione quasi inesistenti, addirittura parlano sottovoce, forse si vergognavano ad interpretare personaggi per questo film, che oltre a a narrare l'infedeltà di un uomo ed una donna dalla vita triste e senza scopi, non fa altro. Cavolo, non guardatelo, non compratelo, non noleggiatelo.

sabato 13 agosto 2011

Ecco i giochi su Google+

Non so ancora se sia un male o un bene, ma su Google+ sono da poco tempo arrivati i giochi. Tutta la piattaforma del social network è ancora in fase beta ed il sistema dedicato al gaming lo è ancora di più, visto che soltanto alcuni utenti possono accedervi. La politica di Google su queste cose è ancora un po' strana e non completamente aperta: se solo alcuni utenti possono giocare, il sistema delle statistiche sui punteggi ad esempio, lascia il tempo che trova. Comunque nei prossimi giorni (o addirittura ore) dovrebbe essere disponibile a tutti. Come potete vedere dallo screenshot, in alto a destra comparirà un nuovo pulsante che vi porterà su Google+ games. Così, dopo una prima occhiata veloce, sembrerebbe decisamente meno invasivo rispetto ai giochini presenti su FaceBook, poichè dovrebbe avvenire tutto in quella relativa pagina. Quindi che vuole vede e gioca, chi non vuole no. Io ho subito fatto una prova con il mio preferito: Angry Birds. Ho anche messo un record (sono in seconda posizione) sul secondo muro del primo livello. Oltre a quello ce ne sono un'altra quindicina:


Quelli che credono nello Zodiaco..

Ogni tanto leggo Lega Nerd, e con sommo stupore ho scoperto che molto probabilmente non appartengo al segno del Leone. Direi che è una cosa sconcertante, sconvolgente. Non faccio ironia. Il Leone è tra l'altro l'unico segno che mi piaceva... E poi se guardavi bene, tutti gli oroscopi letti in questi anni dicevano qualcosa di vero e che combaciava con la mi a giornata tipo. Certo, va interpretato un minimo. Se dice che in questa settimana avrò una gradita sorpresa economica, basta pensare al fatto che l'amministratore del condominio era in ferie, e non ho pagato al seconda rata del tetto. Se dice che il lavoro va a gonfie vele, intende che essendo in ferie probabilmente (il lavoro) farà una gita in barca. Non è difficile, basta avere fiducia in una cosa che vale identicamente per milioni di persone. Io poi son sempre stato un po' menefreghista su queste cose, e sono uno di quei discepoli che si accontenta. Non so niente sul mio ascendente, e neanche voglio sapere cosa sia: troppo complicato. Però un dubbio mi è sempre venuto. Essendo nato prematuramente di un mese e qualche giorno, il mio segno zodiacale come si calcola? Il concepimento c'entra qualcosa? E l'incubatrice? Poi questa storia del tredicesimo segno, l'Ofiuco , mi mana ancora più in confusione. Il serpente del resto è intrigante (il quattordicesimo, la balena fa schifo) e non vorrei che venisse fuori che è meglio del leone. Non mi andrebbe giù. Un po' come nei Cavalieri dello Zodiaco, che quelli più fichi sono Pegasus e Phoenix e non sono nessun segno zodiacale. Insomma, una fregatura colossale.

venerdì 12 agosto 2011

Frequency - Il Futuro E' In Ascolto (2000)


Regia: Gregory Hoblit
Anno: 2000
Titolo originale: Frequency
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Il film è abbastanza conosciuto, ma non lo avevo ancora visto. O meglio: il trailer una decina di anni fa mi ha martellato ed incuriosito, ma poi non c'è stata una vera e propria occasione per guardarlo. Una sera lo iniziai a guardare a dire la verità, ma era estate e quindi son uscito. E' un film che cattura l'interesse di molte, vuoi per quel suo essere un thriller abbastanza intrigante, che inizia come un'opera di fantascienza. Il viaggio nel tempo, anche se si tratta solo di voci e di frequenze che vengono proiettate a trenta anni di distanza, sono stuzzichini prelibati per le nostre menti. I paradossi temporali e la modifica del passato mi hanno da sempre intrigato. L'accento su questi temi però non sembra essere messo nel modo giusto, in quanto le spiegazioni scientifiche sono solo accennate, ed i paradossi quasi del tutto ignorati. L'idea di far viaggiare i suoni attraverso una radio e grazie ad un'anomalia solare è forse meno spinta rispetto all'autentico viaggio dentro la macchina del tempo. Ma le modifiche o le piccole e personali ucroinie che vengono a verificarsi, non sono studiate troppo bene, soprattutto nel finale. La trama comunque prende più la via del poliziesco, sebbene leggermente acerbo. Certo che il Johnny del futuro, poteva dare anche qualche dritta per le scommesse sul baseball al padre, invece di far acquistare le azioni di Yahoo all'amico...

giovedì 11 agosto 2011

Mexican Movida Party

Il Mexican Movida Party è una nota festa ideata da me e da roikin comprendente una cena completa a base di piatti e bevute tipicamente messicane. Maggiormente conosciuto come MMP (probabilmente una sigla per una frase senza alcun senso compiuto), si svolge con regolarità, ogni tanto ad home 2.0 tra fasti, divertimento ed ilarità. Ieri siamo orgogliosamente giunti ad un traguardo storico per questa manifestazione di stampo latino: il party si è svolto per la prima volta. Ottima l'idea di scegliere una tranquilla e bollente serata di agosto per mettersi ai fornelli ed elaborare pietanze piccanti, calde e non espressamente leggere tipiche della cucina messicana. Il tutto ha inizio con con aperitivo e stuzzichini (nachos chips , sfogliatine al formaggio, grissini origano e pomodoro  e le immancabili salse quasi piccanti di Uncle Ben's). Decisamente utile utile, immancabile e cool lo shaker preso alla Conad per una variante nostrana del cocktail Tequila Matador . Era il più semplice da fare e quello dal nome più intrigante.

mercoledì 10 agosto 2011

City Island - Tutto quello che New York nasconde (2009)


Regia: Andy Garcia
Anno: 2009
Titolo originale: City Island
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Delle ultime tre commedie, è quella che mi è piaciuta maggiormente, sebbene i voti ristagnino tutti sulla medesima cifra. E' di sicuro il più attuale, quello maggiormente introspettivo e con cui possiamo fare paragoni con la nostra vita mondana, colma di segreti. Non tutti inconfessabili, ma altrettanto importanti per chi li custodisce con gelosia. Un segreto può sembrare futile per chi lo ascolta e magari dispensa saggi consigli, essendo un puntino estraneo al cerchio dove tutto il marasma ha vita. E' invece un macigno pesante per chi con bugie e sotterfugi tesse storie alternative o giustificazioni. Andy Garcia è proprio qui che fa battere la lingua: su questo dente che duole un po'. Quindi sincerità e menzogne, bugie bianche e segreti portati avanti da anni, tutta la famiglia Rizzo (che vive a City Island, nel Bronx) è un miscuglio di cose non dette. L'arrivo di Tony, un carcerato ai domiciliari, sarà la calamita estranea che raccoglie e capta nella più completa ingenuità ogni intrigo. L'adolescente che un alto grado di feticismo per le persone grasse, la figlia che fa la spogliarellista perchè allontanata dal college per l'uso di erba, la madre insicura del proprio rapporto con il marito che prende lezioni di recitazione invece di andare a giocare a poker e segretamente ha un figlio da una relazione precedente. Ce n'è per tutti i gusti insomma.Peccato per il finale alla "volemose bene", inutilmente sdolcinato anche se conforme all'ironia che preme in tutta la pellicola.

martedì 9 agosto 2011

Queen - A night at the Opera


Artista: Queen
Anno: 1975
Tipo album: studio
Numero tracce: 12
Pagina di MusicBrainz

Ok, ci provo. Anche se non è semplice ed ho un po' di reverenza. Provare a recensire ( o meglio: parlare di) un album dei Queen non è certo un lavoro facile. Tutti lo hanno già fatto. Tutti li hanno già ascoltati. Tutti sanno già ogni cosa. Tutti li hanno amati. Milioni di volte. Ed io? Eh sì pure io. Per ovvie ragioni anagrafiche ho iniziato il loro ascolto, dopo la morte di Freddy Mercury. Quindi durante l'apoteosi del loro successo, mai calato credo, dagli anni settanta in poi. A night at the Opera non è stato il mio primo loro album, ma è stato anticipato da Innuendo e da Sheer heart attack. Ho però deciso di parlare di questo perchè forse è uno dei più rappresentativi del loro modo di fare musica e di farla ascoltare. Già dal titolo, dedicato all'omonimo film del 1935, abbiamo un qualcosa che mi ha sempre stuzzicato: la relazione tra cinema e musica. Se un artista rimane colpito da un'opera di altro genere, tanto da portarlo a prendere un po' di quella ed inserirlo nella sua, secondo me è un qualcosa di interessante. Se vogliamo guardare poi le tracce, queste dal punto di vista artistico possono risultare come una sorta di concept album, visto l'insieme di elementi di musica classica che si mischiano ad un hard rock un po' sperimentale. Non lo è ovviamente dal punto di vista dei testi. Con tutta sincerità, pur apprezzando la totalità del disco, penso che quasi tutte le tracce sia piccoli antipasti per arrivare alla più famosa e blasonata Bohemian Rhapsody. Non che il resto delle canzoni non siano di buona fattura, ma almeno per quanto mi riguarda vivono all'ombra del capolavoro. Fin dalla prima traccia infatti mi aspetto un continuo crescendo, che arriva con l'ultima (se non vogliamo considerare l'inno God save the Queen). In molte tracce è presente un richiamo al passato, non solo per l'alternarsi di stralci che richiamano la classica, ma anche per sistemi che ricordano anni lontani nel tempo, pur avendo una ritmicità moderna. Ballate e swing si danno il cambio con riff di chitarra e scossoni hard rock, in quasi tutta la produzione. La sua forza è infatti nel saper far confluire diversi tipi di sonorità in un'unica grande opera. L'ambizione di un prodotto del genere li ha portati lontano. Non sto a dilungarmi su quanto siano stati bravi sia nelle voci, nei cori, o nelle parti strumentali, solo che ascoltare certe note ti fa respirare a pieni polmoni. La mia preferita resta Bohemian Rhaposdy, con parti a cappella, assoli, una voce stupenda ed una struttura difficilmente apprezzabile in altre canzoni.Decisamente tanti generi e tanta innovazione all'interno di sei minuti di batticuore. Impossibile parlarne ancora, ecco il video, si fa troppo prima:

lunedì 8 agosto 2011

I ragazzi stanno bene (2010)


Regia: Lisa Choledenko
Anno: 2010
Titolo originale: The kids are all right
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Moderno. E' la prima parola che mi viene in mente per descrivere questo film. Una commedia sicuramente e decisamente moderna che propone temi caldi come i nuovi matrimoni tra gay, la fecondazione assistita e le famiglie allargate. Questo non viene fatto in maniera frivola, pur risultato piacevole ed assolutamente non pesante. Abbiamo una normale, sotto ogni punto di vista, famiglia composta da due madri e due figli. Le madri sono dichiaratamente lesbiche e vivono legate dal matrimonio (la commedia è ambientata in USA) e con i propri figli. Questi non sono adottati, ma concepiti dalle madri stesse che hanno fatto uso dell'inseminazione artificiale grazie ad un donatore di sperma. Quando Joni e Laser decidono quindi di incontrare il padre biologico, molte cose iniziano a cambiare. La compattezza della famiglia, inizia a sgretolarsi, mentre la vita spensierata di Paul (il babbo biologico) pone le basi per illuminare altri punti di vista. La trama pur non essendo complicata è colma di situazioni, spesso comune, ma raccontate anche con occhi differenti. Le interpretazioni, pur non essendo da Oscar, sono decisamente convincenti. La famiglia atipica, spesso può trovare sfogo in alcune situazioni imbarazzanti, ma l'ironia di base è soltanto velata, mai spregiudicata o ignorante. Bel film davvero.

The It Crowd (serie TV) stagione 2

Se la prima stagione poteva risultare un po' acerba ed un insieme di puntate pilota, in questa seconda , composta sempre da soltanto sei episodi, le cose vanno decisamente meglio. Non credo che si sia delineato ancora tutto quanto, visto che alcuni personaggi secondari, vanno e vengono, altri sono completamente sostituiti, e la serie tv sta prendendo la forma di una normale sitcom, non propriamente fondata sul mondo dell IT o dei geek. Battute e situazioni sono decisamente migliori rispetto al passato e le ambientazioni molto più varie: non siamo bloccati nello scantinato infernale ad ogni puntata. Le simpatiche gag che si rincorrono sono più genuini sebbene portati in situazioni ancora più irreali ed impossibili. Abbracciano comunque un sistema più vasto, e coinvolgono molto di più anche quelle che possono sembrare comparse oppure la ragazza, Jen Barber molto più intraprendente. Peccato che ogni stagione sia composta da solo sei episodi.

domenica 7 agosto 2011

Sui libri, sulla musica, sui film (de gustibus)

Foto di HatM
VER è l'incarnazione del tipico blog agli albori di questo sistema di comunicazione. E', infatti, quasi ed esclusivamente un diario online che pubblica alcuni miei pensieri e miei pareri anche su tre aspetti dell'arte di cui non posso fare a meno: film, musica e libri. Ognuno di questi tre, ha le sue particolarità ed i suoi legami con la mia persona. Con ognuno di loro ho un rapporto diverso, a seconda del momento o delle situazioni. Non sono un critico o un esperto in nessuna di queste branchie, ma solo un appassionato e come tale, mi piace esprimere le mie opinioni, che difficilmente potranno essere coerenti se le guardiamo nell'insieme. Parlando con i fondisti o altri amici certe volte capita, ed è normale, che i giudizi tra me e loro siano in completo contrasto. In alcune situazione però sono i miei stessi giudizi ad essere in contrasto. Magari se tra l'uno e l'altro passa diverso tempo. Quindi come dare un'indicazione valida e precisa al lettore, che arriva repentino su questo bellissimo blog per leggere le mie recensioni? Come può immedesimarsi in me o comprendere i pareri ed i confronti che faccio? Serve quindi una sorta di mini spiegazione sul cosa cerco di valutare, come mi pongo di fronte ad un'opera che sia musicale, cinematografica o letteraria. Non sempre è semplice neanche per me seguire le mie stesse direttive; sono un po' anarchico visto che le regole le faccio io, o che non sempre ho voglia di seguirle. Insomma è un bel casino, ma proviamoci comunque.

sabato 6 agosto 2011

Collateral (2004)


Regia: Michael Mann
Anno: 2004
Titolo originale: Collateral
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
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Un action movie come tanti. Non di quelli senza arte nè parte, perchè comunque gli attori (Tome Cruise e soprattutto Jamie Foxx) fanno bene il loro lavoro.Se non fosse che già dai primi minuti si sa come va a finire, la trama è interessante con un serial killer di quelli tutti di un pezzo ed un tassista che incarna il classico uomo comune, con il sogno americano nel cassetto. Il legame, quasi da sindrome di Stoccolma, che viene a crearsi tra i due resta, seppur con rispetto reciproco, non è troppo saldo. Soprattutto nella parte finale, quando il ruolo di eroe viene preso totalmente da Foxx. Le immagini e le riprese sono molto belle e l'ambientazione a Los Angeles dà il giusto colore cupo alla pellicola. Purtroppo manca il classico inaspettato colpo di scena, perchè se uno non capisce che l'ultimo bersaglio è l'avvocatessa dell'accusa, allora non ha mai letto ho visto niente.

venerdì 5 agosto 2011

Oldboy (2003)


Regia: Park Chan-wook
Anno: 2003
Titolo originale: 올드보이 (Oldboy)
Voto: 6/10
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Riesco ad apprezzarlo, ma non ad ammirarlo. Parto quindi dagli aspetti negativi che secondo me ingabbiano l'intera pellicola. Pur essendo un film apertamente visionario, la confusione la fa da padrona. Troppo. Essendo una produzione sud coreana, sarebbe stato meglio avere, da parte mia, una maggiore conoscenza di questa cultura cinematografica, anche se è apprezzabilissimo ugualmente. Non capisco però la bravura o meno degli attori. Diciamo che se lo avesse diretto un occidentale, ci avrei visto bene Quentin Tarantino. Non so se i due si conoscano, se Chan-wook abbia preso spunto dall'altro (e viceversa) o se sia soltanto un caso, ma riesco a vederci qualcosa di simile. Forse solo di accennato, come le scene violente (fino ad un certo punto), i combattimenti ripetitivi, l'ossessione per il dettaglio i dialoghi ben costruiti. Quello che non mi convince è però la semplicità delle azioni. Troppo facile e troppo veloce il susseguirsi della ricerca e degli indizi. Per tutti il resto, dalla fotografia alle musiche è veramente una bell'opera. Di quelle che restano impresse. Il concetto della vendetta che si gusta con calma, è gestito molto bene. Tutto grava intorno a questo sentimento, che risulta essere molto effimero una volta che si riesce ad ottenerlo. Enigmi, ipnosi, arti marziali ed un macabro odio, quasi senza senso sono gli altri ingredienti che si mischiano per supportare una trama fantastica ed inverosimile. La prigionia, da prima la piccola in seguito la grande, soffocano il protagonista, ma non tanto lo spettatore che rocambolescamente viene proiettato da una scena all'altra. Lo avrei visto più volentieri in una produzione più lunga, a puntate magari. Il protagonista infatti ha tutti i risvolti dell'eroe noir, che cerca risposte e vendette. Non sempre trova quello che vorrebbe a colpi di violenza e con un po' di amore.
Un film che potrebbe essere raffinato, per chi ama le pellicole asiatiche o molto particolari.


 

giovedì 4 agosto 2011

Telefonate con Gmail - Gvoice

Finalmente è attivo anche per l'Italia il servizio Gvoice lanciato da google. Possiamo accederci tranquillamente dal nostro account Gmail attraverso i contatti di Gtalk. Proprio come utilizzando Skype, non siamo costretti a chiamare solo i contatti della nostra rubrica, ma è possibile comporre ogni tipo di numero, fisso o cellulare. Ovviamente le chiamate che non avvengono tra pc e pc, hanno un costo (ad esempio 0.02 euro al minuto per i fissi e tra 0.11 e 0.14 per i cellulari). Per funzionare tutti devono aver integrato il servizio Gtalk in Gmail, altrimenti niente da fare. Per caricare il proprio credito basta essere loggati a Google Checkout ed inserire il metodo di pagamento preferito (io ho usato la carta perchè se non sbaglio è l'unico accettato). Dalla pagina di Gvoice abbiamo lo storico con tutte le chiamate effettuate e le varie statistiche riguardante i tempi e gli orari. Secondo me i costi non sono ancora troppo contenuti, spero quindi si possa avere una lotta degli sconti soprattutto tra Google e Skype.

127 ore (2010)


Regia: Danny Boyle
Anno: 2010
Titolo orginale: 127 hours
Voto: 7/10
Pagina di I Check Movies
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Quando ho scritto la recensione di Into the wild non nascondo che rimasi un po' deluso. Forse per il fatto che mi aspettavo un film tipo 127 ore, che fa decisamente più al caso mio, e supera quasi in tutto quello di Sean Penn. Non che siano la stessa cosa, ovvio, ma entrambi raccontando la storia vera di ragazzi che interagiscono alla loro maniera con la natura, hanno qualcosa in comune. Magari anche troppo.Non voglio dilungarmi su paragoni e confronti, quindi mi limito a tessere le lodi a Boyle soprattutto per il soggetto scelto: Aron Ralston interpretato dal sempre più intraprendente James Franco. La storia è avvincente, accattivante, mai lenta e statica nonostante la situazione possa portare a richiederlo. La fotografia è degna di nota, paesaggi tipici e selvaggi della frontiera, con canyon, budelli, burroni, deserti... Il delirio e la sofferenze, il patimento di fame, sete, gli stenti e le eterne ore per pensare. 127 ore sono troppo lunghe per una morte rapida e senza pensieri, ma troppo corte per riuscire a svignarsela da una situazione disperata. Scene dure e violente, ma sapute dosare con parsimonia. Grazie a Franco guidato dalla sapiente mano di Boyle, il film risulta un'avventura carica di emozioni e movimento, pur essendo girato quasi esclusivamente in uno spazio di cinquanta centimetri per due metri. Il conto alla rovesce delle 127 ore lascia il telespettatore interdetto: significa che morirà? Si salverà? Come fare? Non ci è dato di sapere niente, aumentando la suspense grazie ai deliri ed ai ricordi del protagonista, bloccato nella sua prigione di pietra. Davvero bello, sia nel modo come è raccontato, sia nella storia che è carica e dinamica.

Steppenwolf - Steppenwolf


Artista: Steppewolf
Anno: 1968
Tipo album: studio
Tracce: 11
Pagina di MusicBrainz

Spesso quando mi piace una canzone, un gruppo musicale o un genere mi interesso anche alla sua storia e, perchè no, all'esegesi delle fonti... Se parliamo di heavy metal quindi non possiamo fare a meno di avere nella nostra audioteca anche album che non riguardano da vicino il genere, ma che lo hanno in un certo senso ispirato. Non parlo però in generale dei soli Led Zeppelin, Black Sabbath, Who, Pink Floyd e via discorrendo, Voglio prenderla un po' più alla larga ed arrivare fino agli Steppenwolf, gruppo musicali americano che riprende il proprio nome dal libro "Il lupo della steppa" di Herman Hesse. Questi, con il loro omonimo album d'esordio del 1968, iniziarono a dare il là, non tanto per certe sonorità che introducevano l hard rock ed il metal, ma proprio per l'utilizzo del termine "heavy metal". Dobbiamo infatti questa espressione proprio ad un verso della conosciutissima Born to be wild
I like smoke and lightning
Heavy metal thunder
Racin' with the wind
And the feelin' that I'm under

mercoledì 3 agosto 2011

The It Crowd (serie TV) Stagione 1

Dopo il grandissimo successo di The Big Bang Theory che ha saputo catturarmi e farmi sbellicare dalle risate, ho provato con questa nerd commedy tutta inglese. Sei episodi che voglio considerare introduttivi, in quanto i personaggi iniziano appena a definirsi nelle ultime puntate. I paragoni con la serie americana sopra citata nascono in maniera ovvia. Se da una parte è quasi impietoso il confronto a discapito degli inglesi, dall'altra possiamo apprezzare la semplicità ironica di alcune scene paradossali e fantastiche. L'ambientazione (tecnici IT di un'azienda) è se vogliamo più vicina al pubblico di quanto non lo siano quattro pseudo studenti universitario. Gli stereotipi del mondo di lavoro (portati in tv grazie anche a Camera Cafè) estremizzati sono l'arma in più della serie, che rivisita in modo particolare il classico tecnico del computer. Le strambezze purtroppo vengono eccentuate ancora di più del normale, cosa che poteva essere evitata. Le voci doppiate non sono male, dietro consiglio ho provato ad ascoltare l'audio originale con i sottotitoli e non noto la marcia in più che altri potrebbero apprezzare,

martedì 2 agosto 2011

Prima battuta di pesca

Sampei, Ippei e Yurin. Le lezioni di pesca ricevute oggi mi hanno insegnato due cardini indissolubili di questa antica arte: la pazienza ed il buon cuore. Tutto il resto è un corollario di azioni, tecniche e conoscenze che fanno grande il pescatore, ma non lo completano come uomo. Noi gente di mare, dall'animo rude, oggi abbiamo aperto una battuta di pesca nelle nostre acque. La scarsità di pesce ormai appurata, le correnti truffaldine e le navi della Toremar non hanno scalfito i nostri desideri di avventura. Raggiungere IL posto giusto per gettare l'ancora è stato relativamente semplice grazie alla combinazione del gps, una carta nautica massonica e la mappa di Willie l'Orbo. In pratica seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino... IL luogo essendo segreto non è mi è dato il potere di divulgarlo. Basti sapere però che lì ci sono pesci come rena: orate, tonni, triglie, spada, cernie, dentici, occhiate ed addirittura (non chiedetemi come sia possibile)trote, salmoni affumicati e vitelli tonnati. Un posto da favola, lo consiglio a tutti. In autunno è tenuto in considerazione anche per i porcini e tartufi. Una volta compresi ed assimilati i rudimenti tecnici come canna, piombo, amo ed esca, mi son senti a mio agio e padrone del mare. Sfortuna volle che un banco (anzi, un branco) di boghe mannare assetate di sangue abbiano attaccato più e più volte il mio strenuo lavoro rendendolo vano. Yurin è invece riuscita a tirare su ben tre esemplari giganti di non so cosa, che abbiamo dovuto rilasciare in mare perchè troppo pesanti. Infine tutto il resto del pescato, niente escluso, è stato devoluto in beneficenza al  ritorno ad una signora di origini sovietiche che con il proprio pargolo ci ha smosso sentimenti di generosità nei nostri cuori. E' così quindi che le colonne portanti del vero lupo di mare si sono innalzate quest'oggi: pazienza e bontà d'animo. Poi deh, c'hanno scritto uno dei libri più conosciuti del mondo su un vecchio di nome Santiago che non riesce a pescare una mazza...

lunedì 1 agosto 2011

Vicky Cristina Barcelona (2008)

Regia: Woody Allen
Anno: 2008
Titolo originale: Vicky Cristina Barcelona
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Per dare un voto sincero ai film dobbiamo valutare anche le aspettative ed il genere, oltre che le situazioni che ci portano a guardarli. Per questo motivo a conti fatti possono risultare delle differenze sostanziali nei giudizi dati nel corso degli anni. Questa commedia diretta da Woody Allen, si discosta  dai tipici canoni del regista, risultando meno ironica, ma sempre profonda. Un prodotto riuscito solo parte però, con un finale piatto che stona con l'andamento della storia e sottolinea una possibile ed eventuale tristezza di fondo. Il tema trattato è molto attuale, e "moderno" se vogliamo: il rapporto amoroso (o solo attrattivo) tra coppie. Con sale, pepe e paprika per renderlo più saporito. infatti non mancano triangoli sessuali, infedeltà, situazioni imbarazzanti e certe volte esagerazioni dal punto di vista libertino. Insomma, un sacco di ingredienti che sviluppano una trama non tanto divertente quanto paradossale. Forse la ricerca dell'amore vero e della vita felice è solo una chimera irraggiungibile creata dal mondo benpensante. O forse la libertà in una coppia, portata all'estremo e solo un modo per occupare un vuoto incolmabile di infelicità. Ciò che è giusto sta nel mezzo? Non sembra di certo stare nelle monotonia o nella trasgressione, ognuna delle quali ha i suoi lati positivi, ma è carica di aspetti negativi.
La mano di Allen si vede essenzialmente nella parte psicologica dei personaggi, messi a nudo, come fossero modelli di se stessi. Bella la Barcellona e al Spagna fotografate, brava ed intrigante  Penelope Cruz, attraente ma non eccessivamente (si punta anche su altro nel film) Scarlet Johansson.
Per il bluray contenuti extra risicati all'osso, ma un buon DTS HD Master 3.0 anche per la nostra lingua.