domenica 27 novembre 2011
Battlestar Galactica (serie tv) Stagione 1
Quando mi sono deciso a guardare Battlestar Galactica avevo un po' il timore di rimanere deluso, poichè le aspettative non erano piccole. Una serie tv fantascientifica non è sempre facile da apprezzare, almeno per me. E' ovviamente meno immediata rispetto ad un buon film, e la trama deve essere accattivante. Speravo di non vedere qualcosa in stile Star Trek o Stargate che non mi hanno mai esaltato troppo. I vari episodi secondo me devono essere molto legati l'uno all'altro, e da questo punto di vista sono stato pienamente accontentato. Inoltre anche l'occhio vuole la sua parte e gli effetti speciali non devono mancare, pur consapevole del fatto che in una serie tv potranno essere di minore impatti rispetto a quelli godibili in un blockbuster o in un kolossal cinematografico. Di sicuro questi, pur non essendo niente di particolare si fanno apprezzare. La trama, che è il pezzo forte ti prende, anche se non ti incolla allo schermo. Nella prima stagione abbiamo tredici puntate più due riguardanti la mini serie, senza i quali è difficile capire le premesse. Nel complesso si tratta di un bel telefilm, lontano dal miracolo di spettacolarità, ma pur sempre interessante. Una guerra tra la razza umana e quella cibernetica dei Cyloni. Ci basiamo quindi sul rapporto uomo contro macchina alla Terminator tanto per intenderci, con i robot del caso che hanno praticamente annientato quasi tutti gli umani. I sopravvissuti fuggono nello spazio alla ricerca di Kobol, il pianeta natale. Non mancano richiami per quanto riguarda il misterioso pianeta Terra, ma la cosa pù interessante secondo me è data da determinati fattori come i dodici pianeti delle colonie (con nomi simili ai nostri segni zodiacali), la religione politeista, l'esodo, le profezie, il capitano della nave che si chiama Adamo... Insomma gli ingredienti per stuzzicare la fantasia e la curiosità ci sono tutti, ed al di là di questo anche i personaggi sono di grande impatto. Prima tra tutti Scorpion, la mia preferita. L'unico neo è dato dalla troppa carne al fuoco che secondo me è stata messa soprattutto nella gestione di questi Cyloni. Il fatto che esistano dei cloni degli umani è intrigante, ma non fa bene al plot narrativo: troppa confusione e si perdono i punti fissi. Il tredicesimo episodio lascia apertissimo il proseguo per la seconda stagione.
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Jack O. Lyroid
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Cinque giorni di Sofia
Dovevo andare per forza. I doveri di uno zio sono importanti e scritti nero su bianco nella Costituzione ed impressi a fuoco sulle tavole di Mosè. Per questo a cinque giorni dalla nascita della piccola Sofia , TimeWalk, La Camuna ed io ci siam diretti sulla monostrada a bisenso che porta in quel di Buti. Inoltre dovevo controllare che Squama avesse realmente realizzato e fosse in grado di adempiere agli obblighi che Madre Natura impone. Sulla mamma Catia non c'erano dubbi di sorta. Ebbene anche il nostro amico Zio Bestialotto, da qualche giorno babbo, si trova perfettamente a suo agio con la bellissima Sofia in braccio. Felice e sorridente, assai premuroso. Bravo Simone quindi, e soprattutto brava la mamma che ha partorito una bimba bellissima (che ha preso tutto da lei ovviamente). Capelli folti, un faccino sereno che la fa sembrare calma e tranquilla, ecco l'impressione che ci ha dato la nuova arrivata che dimostra già qualche giorno in più. Veramente carina e davvero ben sistemata con babbo e mamma. Ha pianto solo un pochino quando si era fatta l'ora della pappa, ma sembrerebbe anche buona, per niente lagnosa. E se i genitori avessero delle difficoltà per farla addormentare possono sempre raccontarle la favola Bornese secondo cui la luna non ruota su stessa ed è bloccata in cielo: per questo mostra sempre la solita faccia.
sabato 26 novembre 2011
Michael Connelly - L'ombra del coyote
Autore: Michael Connelly
Editore: Piemme
Pagine: 416
Voto: 3/5
Pagina di Anobii
Trama del libro:
La vita di Harry Bosch è un disastro. La sua casa sulle colline di Los
Angeles è condannata alla demolizione. La sua donna l'ha lasciato. Ed è
stato sospeso dalla polizia. A Bosch non resta che dedicarsi a
un'indagine personale che da tempo lo ossessiona. Non si tratta di un
delitto qualsiasi: la giovane vittima era sua madre. Mentre la sua vita
sembra andare a pezzi, Bosch capisce di dover fare i conti con il
passato. Ma c'è qualcuno disposto a tutto, anche a uccidere, pur di
impedirgli di scoprire la verità.
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Jack O. Lyroid
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venerdì 25 novembre 2011
Ritorno al futuro - Parte II (1989)
Regia: Robert Zemeckis
Anno: 1989
Titolo originale: Back to the future - Part II
Voto: 8/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
Volete un paradosso? Il sequel di Ritorno al Futuro non è il mio preferito della saga, ma lo considero il migliore ed il più importante. La parte più debole non è tanto la trama, un po' frastagliata, quanto il suo status di "film di mezzo". E' decisamente la storia che fa da collante per tutta la trilogia ed è normale che possa avere dei punti deboli. Dobbiamo considerare però la sua grandiosità nel fatto di essere un sequel veramente atipico. Infatti esistono i seguiti studiati a tavolino per fare incassi o quelli creati sull'onda del successo del primo blockbuster, ci sono quelli che fanno già parte di una saga predefinita e quelli che sono completamente slegati dagli altri capitoli. Qui il caso è un po' differente: terminato il primo, non era previsto il secondo. Ma una volta ideato questo e realizzato, si è riusciti ad integrarlo alla perfezione sia con al prima parte che con la terza. Guardando il film del 1989 può sembrare che il corso e l'evoluzione della storia sia del tutto naturale, mentre inizialmente non era affatto così. Ecco dove sta il colpo di genio. Proseguiamo poi con le varie ambientazioni: futuro, presente (ucronico) e passato. Ognuna di queste è speciale. Impossibile non essere curiosi e voler sapere ed ammirare cosa accadrà tra... ormai solo tre anni, ma all'epoca quasi trenta. Ovvio, le macchine volanti erano un azzardo, una scelta piuttosto legata alla trama, ma non siamo poi troppo lontani dal resto. La tv multimediale ad esempio è già realtà, e se non sediamo a tavola sempre collegati con appositi occhiali, lo facciamo grazie agli smartphone... Magari i nostri vestiti non si adeguano alla nostra corporatura, ma il 3D, anche come mezzo pubblicitario è presente... Il presente cupo e tetro della parte centrale è poi raccontato in maniera realistica e meno romantica rispetto al resto: ci sono morti, corruzione, violenze, cattiveria. Si scavalcano gli standard da cinema per famiglie per dare maggiore realismo e soprattutto pathos alla pellicola. Il guaio è stato fatto, con i viaggi nel tempo non si scherza, e si deve rimediare a tutti i costi. Il 1955 ricostruito e rivisto da un'altra angolazione rispetto alle precedente è sublime: scene ricreate da capo per ricalcare ciò che era già stato girato. Averlo saputo prima eh? Ma la sfida era proprio quella. E l'hanno vinta alla grande, anche senza l'Almanacco Sportivo, per Giove!!
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Jack O. Lyroid
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giovedì 24 novembre 2011
iMediaShare per Android
Quale è il sistema migliore per poter visualizzare sul proprio televisore di casa i contenuti multimediali (video, foto e musica) che abbiamo sul nostro smartphone? E viceversa, quale è il modo migliore per usufruire sul nostro amato Android dei files che abbiamo condiviso all'interno della nostra rete domestica? Tra le varie applicazioni che ho provato di sicuro iMediaShare è la più completa e funzionale. Attraverso il protocollo DLNA è possibile utilizzare il telefonino sia come client che come server. La prima parte è fondamentale per poter accedere ad esempio alle nostre canzoni archiviate su hard disk di rete o NAS, e poterle riprodurre con lo smartphone. La seconda è utile invece per trasmettere in streaming sul nostro televisore (collegato alla rete casalinga) un filmato che abbiamo appena fatto. Ma non è tutto. Oltre ad utilizzare il nostro device come un telecomando multimediale, sono presenti anche degli utili servizi aggiuntivi sotto forma di canali: c'è facebook, come youtube, c'è NASA Tv come Cnet, Picasa ed altro ancora. L'Android sarà quindi in grado di collegarsi alla Play Station, alla xbox360, alla tv, al lettore bluray e così via, purchè siano dispositivi compatibili con DLNA / UPnP. Il tutto funziona semplicemente tramite la rete wifi di casa. Ovviamente gli altri dispositivi possono esser collegati anche tramite cavo ethernet al router, in ogni caso con iMediaShare sarà possibile condividere o sfruttare i contenuti in qualsiasi modo i device siano collegati.
mercoledì 23 novembre 2011
Le applicazioni di Skype
Non tutti gli utilizzatori di Skype sanno che questo software va oltre il semplice servizio di telefonia VOIP. Da qualche tempo è possibile utilizzarlo in accoppiata con i nostri contatti di Facebook per avviare sessioni di chat o anche telefonate. Oltre ai comuni servizi dedicati al VOIP ed alla telefonia, sono disponibili anche alcune applicazioni che possono integrare nuove ed utili funzionalità. Esistono quelle totalmente free, quelle a pagamento e quelle in prova. Io ne utilizzo alcune, che vengono incontro alle mie necessità. Per adesso ho provato solo le versioni gratuite che forniscono i servizi base, ma per l'utente comune sono più che sufficienti. Ecco qui le applicazioni che ho installato:
martedì 22 novembre 2011
Sofia è arrivata
Finalmente siamo ancora una volta tutti zii. Sofia, va ad aggiungersi a
Federico e l'altra Sofia per ripopolare la cucciolata del Fondo. Si è
fatta attendere e non poco, ma adesso è tra noi. In un primo momento
pensavamo ad un ritardo voluto da Squama (che non aveva ancora
realizzato) per far coincidere la sua nascita con quella di Alessandro
Del Piero. Poi è stata la volta dell'ispirazione dettata dalla
numerologia con l' 11/11/11. Nel frattempo c'era chi metteva in dubbio
l'effettiva gravidanza di Catia (auguri mamma!) come scusante per i
chili di troppo messi addosso. Ed invece la soluzione era semplice: il
mondo equino ha una gestazione di circa 340 giorni e Murdock ci si è
voluto avvicinare. Auguri in ogni caso alla nuova piccola Sofia, ai
genitori Catia e Simone ed a tutti gli zii, soprattutto a quelli che
hanno sopportato il vecchio leone (ormai in pensione). Il 22 Novembre
2011 siamo già arrivati a tre!!
Robert Heinlein - Guerra nell'infinito
Autore: Robert Heinlein
Editore: Libra (Slan)
Pagine: 282
Voto: 3/5
Pagina di Anobii
Trama del libro:
Don Harvey è nato nello spazio, a bordo di un'astronave in caduta libera
oltre l'orbita degli asteroidi, da padre terrestre e da madre di
cittadinanza venusiana, si ritrova senza patria quando le colonie di
Venere decidono di ribellarsi allo sfruttamento della Federazione
Terrestre. È la storia della prima guerra cosmica, sullo sfondo di una
grande trasformazione del sistema solare, in orbita intorno alla luna si
sta costruendo il Cercatore di Orizzonti. La nave interstellare che
porterà uomini e donne in un viaggio di centinaia d'anni, generazioni e
generazioni su un mondo artificiale, verso altri sistemi stellari; su
Marte e su Venere, gli indigeni intelligenti che i terrestri hanno
trovato al loro arrivo sui pianeti gemelli ricordano epoche remotissime,
nelle quali la Terra, Marte, Venere e i satelliti di Giove facevano
parte di un grandioso Impero... Don Harvey, strappato al suoi studi,
alla vita che conosceva, dallo scoppio della guerra, sfugge
miracolosamente alla distruzione di Circum-Terra, la stazione spaziale
che collega la Terra a Luna City e ai pianeti, e finisce su Venere, tra
le paludi e le giungle del pianeta nebbioso, braccato da tutti i
belligeranti perché, suo malgrado, egli è latore di un messaggio così
importante che, da solo, potrebbe cambiare la storia del Sistema Solare.
Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni (2010)
Regia: Woody Allen
Anno: 2010
Titolo originale: You will meet a tall dark stranger
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
Tedioso ed inconcludente, una vera perdita di tempo. Ambientato nella Londra contemporanea non riesce a farsi apprezzare non solo perchè brutto ed insignificante, ma anche per la stucchevole fascia sociale a cui si riferisce. Praticamente è incentrato su nullafacenti benestanti, che non sono felici e passano senza successo da una storia all'altra. C'è lo scrittore truffaldino che non riesce a sfondare, la vecchia che spende una fortuna da una chiromante, il vecchio che si sente giovane ed a colpi di Viagra sposa una squillo con neanche la metà dei suoi anni, la mogliettina pseudo fedele che lavora in una galleria d'arte e vorrebbe una storia con il suo principale. Noia, noia, noia. La commedia non è per niente divertente, e l'unico dialogo degno di nota è quello tra Banderas e la Watts quando lui, con maestria aggira le domande che lei gli pone. Un po' poco per Woody Allen. Un po' poco anche per qualcosa di leggero e piacevole. Forse la favoletta dei sogni di qualche speranzosa ragazzotta di provincia, che vede sfumare anche queste belle vite in problemi comuni e mondani. Neanche si ha una fotografia ed uno spaccato di Londra che siano decenti: si svolge quasi tutto negli interni. Il bluray non dà nessun valore aggiunto: nessun extra ed un audio DTS HD (3.0) di cui si può fare certamente a meno in questo genere di pellicola.
lunedì 21 novembre 2011
Damon Knight - Il mondo e Thorinn
Autore: Damon Knight
Editore: Urania
Pagine: 160
Voto: 1/5
Pagina di Anobii
Trama del libro:
Una delle più gradite sorprese riservateci negli ultimi anni è il
ritorno alla fantascienza di Damon Knight, il cui talento di narratore
non si è per nulla appannato col tempo: Il mondo e Thorinn è forse il
romanzo più brillante che abbia scritto dopo Il lastrico dell'inferno.
Giovanotto alle prime armi, Thorinn si getta a capofitto (é proprio il
caso di dirlo) in un viaggio di ricerca che lo porta a scoprire
l'autentica realtà del mondo in cui vive. Ed ecco, in un ideale
sommario, le principali avventure di Thorinn alle prese con i misteri
della sua terra: 1.Scopre di non essere il figlio di suo padre e
precipita nel Mondo di Sotto; 2."Cade" in Paradiso e si accorge quanto
sia più facile entarvi che uscirne; 3.E' ospite di un branco di demoni e
li ripaga di egual moneta; 4.Viene fatto prigioniero su una macchina
volante che lo porta sempre più giù nel Mondo di Sotto; 5.Infine, si
vede offrire il mondo a un certo prezzo e scopre... il suo vero nome.
Non perdete questo romanzo!
domenica 20 novembre 2011
Noi pranzavamo mentre Luca Cava...
Luca Cava impegnato |
sabato 19 novembre 2011
King Arthur (2004)
Regia: Antoine Fuqua
Anno: 2004
Titolo originale: King Arthur
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
Se credete di vedere la classica, canonica e disneyana storia di Re Artù, siete fortunati: non è niente di tutto questo, quindi potete tirare un sospiro di sollievo. Non so quanto il film possa essere fedele alle leggende arturiane, di sicuro è accattivante e un po' diverso dal solito. E almeno dal punto di vista storico si avvicina più alla realtà di quanto possano aver fatto altre produzioni passate. Sassoni cattivi, romani spocchiosi, britanni sottomessi e così via, con tanto di tavola rotonda, combattimenti, romanticismo e gesta cavalleresche. Escludendo quindi le pretese di storicità su cui non posso esprimermi, abbiamo un'ottima fotografia con paesaggi e ricostruzioni realistiche. Gli attori poi, pur non essendo mega stelle del cinema (possiamo escludere Clive Owen e Keira Knightley che stava divenendo famosa a quei tempo), sanno fare la loro parte in maniera più che discreta. La psicologia e la caratterizzazione non riguardano soltanto i King Arthur e Ginevra, ma anche il Vescovo, Lancillotto, gli altri cavalieri, ed i comandanti sassoni. L'ingrediente dell'action movie hollywoodiano è presente, ma piacevole, non esagerato e con alcune scene gagliarde come la battaglia sul ghiaccio. Cosa piace soprattutto in questo film? La volontà di narrare una storia, forse conosciuta ed immaginata da molti, ma con parole differenti, più accattivanti, più crude, più verosimili. Ambientazioni cupe, ma sempre con ben definite. Si respira l'epicità degli avvenimenti, anche attraverso le musiche ed i canti tipicamente medievali. Il bluray permette un'ottima qualità del video e dell'audio (disponibili in italiano sia in Dolby Digital che in DTS) ed i contenuti non sono miseri: abbiamo anche un finale alternativo.
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giovedì 17 novembre 2011
Smart Tv : NetCast di LG
Con il termine Smart TV, si intendono quegli apparecchi televisivi (ma non solo) che possono collegarsi al web ed essere in un certo modo più "intelligenti". Molte tv quindi offrono dei servizi aggiuntivi che vanno oltre il comune "sederci sul divano" e guardarsi una trasmissione. Grazie ad il collegamento internet possono essere svolte numerose operazioni, altrimenti impensabili. Nonostante questo, tengo a precisare che non dobbiamo vederli come sostituti dell'utilizzo di un pc o di uno strumento dedicato per la navigazione. Non c'è nessun tipo di paragone da fare in questo senso: l'esperienza è decisamente troppo limitata. Tuttavia alcune funzioni o servizi danno quel tocco in più che può essere rilevante per la scelta finale prima dell'acquisto. Dal canto mio, la prova prende in esame i servizi offerti da LG 55LE8800 (NetCast).Pur avendo anche un Samsung BD C-5500 (Internet@TV) queste applicazioni non riguardano l'offerta completa del concorrente sud coreano in quanto quella presente sui televisori è più ampia. Ricordo che è possibile usufruire di questi servizi solo ed esclusivamente collegando i prodotti alla rete internet tramite ethernet o tramite wifi (con apposito adattatore)
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Jack O. Lyroid
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mercoledì 16 novembre 2011
Best Art Vinyl 2011
Sono già passati diversi mesi da quando acquistai una cornice Art Vinyl per appendere il disco Piece of mind, il mio preferito. Via email vengo a conoscenza di un'interessante iniziativa promossa appunto da Art Vinyl che permette di votare la più bella copertina dell'anno. Ci saranno cinquanta cover selezionate che saranno parte integrante di una mostra itinerante in tutta Europa, toccando anche l'Italia, a Bologna. lo scorso anno più di 4 mila utenti hanno dato il loro voto online, facendo aggiudicare il riconoscimento a Surfing the void , album dei Klaxons. E' possibile recarsi sul sito inglese o italiano di Art Vinyl, partecipare al voto ed osservare i dischi all'interno delle cornici Play & Display al BIDIBO di Bologna in Piazza Maggiore 2d . Apprendo inoltre che nell'edizione locale della mostra ci sarà una piccola, ma nutrita schiera di titoli italiani, pubblicati in vinile nel corso del 2011, tra cui anche Il sorprendente album di esordio de I Cani recensito alcune settimane fa su questo stesso blog.
William Gibson - Guerreros
Autore: William Gibson
Editore: Mondadori (Strade blu)
Pagine: 384
Voto: 1/5
Pagina di Anobii
Trama del libro:
Hollis Henry è una ex musicista rock, ora giornalista, che sta svolgendo
un lavoro di indagine su incarico di una rivista misteriosa chiamata
"Node". "Node" non esiste ancora, il che non sarebbe un problema ma i
suoi capi sembrano molto preoccupati di prevenire quella diffusione di
voci che di solito le riviste incoraggiano attivamente nel periodo che
precede il lancio. Molto molto preoccupati. Tutto questo sarebbe
singolare, ed anche un po' sinistro, se solo Hollis si permettesse di
pensarci sopra un po', cosa che però non può permettersi di fare. Tito è
sui vent'anni. Cubano, parla il russo vive in un deposito a Manhattan e
svolge delicati lavori di scambio di informazioni. Le sue azioni sono
guidate da spiriti della Santeria Cubana. Milgrim è un tossico. Un
tossico di fascia alta, la sua è una dipendenza da medicinali
ansiolitici, ma lui si immagina di non essere in grado di sopravvivere
24 ore se Brown, l'uomo misterioso che lo ha salvato da un pericoloso
equivoco col suo spacciatore, dovesse smettere di fornirgli le sue
beneamate scatolette magiche. Bobby Chombo è un "produttore" e un
enigma. Esperto di tecnologie geospaziali, il suo lavoro consiste nel
testare e mettere a punto delicati sistemi di navigazione militare. Si
rifiuta categoricamente di dormire due volte nello stesso luogo. Non si
vede con nessuno. E qualcuno ha detto a Hollis Henry di rintracciarlo.
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Jack O. Lyroid
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Love actually - L'amore davvero (2003)
Regia: Richard Curtis
Anno: 2003
Titolo originale: Love actually
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
Commedia romantica molto british, quindi tendenzialmente noiosa. Pur tuttavia (da leggersi con accento inglese, please) non ce la sentiamo di bollare con estrema negatività la pellicola in oggetto, ragion per cui riteniamo opportuno (coff coff) evidenziare sin da principio l'aspetto positivo principale, ovvero la mancanza di un lieto fine globale. E' infatti opportuno... e bla bla bla. Vabbeh in realtà si tratta di ventordici storie d'amore o presunte tali che si intrecciano nell'arco di due ore confusionarie, dove possiamo vedere in piccole parti una vagonata di attori di un certo livello, anzi di una certa notorietà come Hugh Grant, Liam Neeson, Colin Firth, Emma Thompson e... Ed altri. Il romanticismo, in alcuni casi da commedia, in altri realistico è alla base di tutte le trame. Fortunatamente si respira il lieto fine ed il tutto va bene solo in alcune. Sommariamente ci sono troppe avventure, frammentate, inconcludenti, alcune fini a se stesse per non dire inutili. Scene anche volgarotte e sempliciotte, senza sfondare nè da una parte nè dall'altra. Forse sarebbe stato più opportuno dimezzare gli intrecci e lasciare a casa qualcuno, piuttosto di avere una decina di mini episodi dal gusto natalizio. Avere il bluray (era in regalo con il lettore) è decisamente qualcosa di inutile anche per gli extra, che rispecchiano la crisi. Così come i contenuti effettivi del film: forse in certi punti vuole essere drammatico, in altri spiritoso. Di sicuro riesce ad essere palloso. Neanche patetico visto che le situazioni descritte possono rispecchiare molte circostanze reali, ma niente di più. C'è di peggio, assolutamente. Non per questo va salvato.
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martedì 15 novembre 2011
Nessun articolo oggi, per un articolo domani
lunedì 14 novembre 2011
Aladino Micro New
Non sempre si rimane soddisfatti dalla Telecom, ma per adesso non ho mai avuto alcun problema, ed anzi questa volta devo anche ringraziare il servizio clienti, che oltre a rivelarsi competente e disponibile, mi ha fatto conoscere Aladino Micro New. Si tratta di un telefono cordless dalle dimensioni veramente ridotte e poco ingombranti. Grande quanto un telefono cellulare, è difficile notare le differenze con i vecchi Nokia o Siemens, ed anche alcune sue funzionalità non sono da meno dei prodotti base. La confezione contiene un libretto per le istruzioni, il certificato di garanzia, la base per la ricarica, il telefono cordless (con batteria), l'adattatore per la corrente, un cavo di tipo rj11 per il collegamento alla linea telefonica, una presa telefonica ed un cordino per poterlo magari legare al collo. Il telefono è dotato di uno schermo LCD a 65000 colori (128x128 pixel): niente di particolare, giusto il gusto di avere un menù colorato e retroilluminato, e di comandi per la navigazione che lo rendono del tutto simile ad un cellulare. Anche la tastiera ha la stessa forma, con tanto di lettere per poter inviare sms o per cercare nomi nella rubrica. Forse i tasti sono troppo piccoli per chi non è avvezzo ad un utilizzo intensivo o ha dita troppo grandi. Le basilari funzioni del menù riguardano gli sms, la lista delle chiamate, un'agenda, l'attivazione di vari servizi Telecom Italia, l'orologio (da impostare al primo accesso, le impostazioni e l'affiliazione grazie alla quale è possibile registrare più portatili.
Gli Spietati (1992)
Regia: Clint Eastwood
Anno: 1992
Titolo originale: Unforgiven
Voto: 7/10
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Sia per coloro che sono cultori del genere western, sia per quelli che lo guardano all'occorrenza, Gli spietati è davvero un gran film. Non che la storia abbia chissà quale adrenalina nascosta, ma tutto il resto è veramente ben fatto. Parlo delle ambientazioni come della fotografia, del cast in sè come delle prove recitative. Della spietatezza di un periodo neanche troppo lontano nel tempo, in una terra che che cerca la civiltà a suon di pallottole. Cinismo e realismo lo rendono un must: niente super eroi, niente pistoleri infallibili. Già solo la parte di Clint Eastwood è senza forzature: un vecchio spietato assassino riconvertito che e nanche sa più montare a cavallo. La debolezza dell'uomo, le falsità, l'arroganza. Il giusto e la giustizia che non stanno mai da un lato solo, anzi forse neanche stanno da qualche parte. Tutti sono cattivi, ma per forza di cose. Tutti credono di avere la ragione dalla loro. Anche le prostitute che bramano per una vendetta esagerata, una legge del taglione che non risolverà niente. Resta poco da aggiungere se non il consiglio di guardarlo, anche leggermente. L'occhio critico verrà piano piano, grazie alla pellicola, senza nessuno sforzo da parte nostra. Senza doverci concentrare sulle figure di Gene Hackman, di Morgan Freeman e di Richard Harris, che grazie ad una stupenda metamorfosi sembrano ciò che non sono, o semplicemente ciò che sono realmente.
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domenica 13 novembre 2011
Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004)
Regia: Wes Anderson
Anno: 2004
Titolo originale: The Life Aquatic with Steve Zissou
Voto: 3/10
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La roba da intellettualoidi non fa per me. Wes Anderson, se è tutto così, non fa per me. Ho rischiato il colpo di sonno, e non era tarda notte e neppure sera, quando ho cominciato le quasi due ore di strazio onirico. Una trama rocambolesca, illogica, surrealista, in parte parodia ed in parte documentaristica è sicuramente un po' troppe cose insieme. Non viene seguita nessuna linea strutturale ed è tutto talmente frammentato che mi domando anche cosa diamine sia passato nelle capocce della Disney (attraverso la Touchstone Pictures) per decidere di produrre "sto coso". I personaggi nono sterili, ad eccezione forse del protagonista Steve Zissou (Bil Murrey) che sarebbe una copia sbiadita di Jacques Cousteau, ed anche il loro ingresso nella storia od il loro protrarvisi è fine a stesso: aveva un tot di comparse? Le ha usate, dandogli delle parti a caso. Le situazioni ed i personaggi non hanno mai un carattere ironico o simpatico o bizzarro. Ed è difficile capire se fosse questo l'intento (mal riuscito) del regista, oppure un altro, rimasto ad oggi misterioso. Il voluto senso del ridicolo (tutine tutte uguali con cappellino) o le riprese irreali (lo spaccato dell'imbarcazione come fossimo a teatro) non aggiungono niente di particolarmente interessante. Una prova di regia per intenditori dell'ultima ora con pipa in bocca e brandy da gustare.
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sabato 12 novembre 2011
Scandalo alle Poste
Foto di Lucia Fabbricini |
venerdì 11 novembre 2011
3 Idiots (2009)
Regia: Rajkumar Hirani
Anno: 2009
Titolo originale: 3 Idiots (थ्री इडीयट्स)
Voto: 6/10
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Anno: 2009
Titolo originale: 3 Idiots (थ्री इडीयट्स)
Voto: 6/10
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E' in assoluto il primo film di Bollywood che vedo, o almeno che riesco a vedere per intero. Essendomi stato fortemente consigliato mi son accaparrato una versione sottotitolata, visto che non mi risulta esista un doppiaggio italiano. Peccato, perchè avrebbe dato del valore aggiunto ai dialoghi, tradotti con sottotitoli a mio avviso un po' troppo schematici e letterari. Di positivo in questa faccenda c'è la scoperta di un linguaggio nuovo, presumibilmente l'hindi, che ha il fascino esotico dell'oriente misto a termini puramente inglesi. Veniamo però al film in se stesso: è una commedia divertente, non demenziale come potrebbe far intendere il titolo, che a tratti è sia ironica e divertente sia seria e drammatica. Lasciando da parte il carattere da musical (che odio profondamente) di alcune scene, credo che magari il nostro cinema possa imparare abbastanza da questo prodotto indiano. Non si scade nel ridicolo e nella volgarità, elementi tipici del cinema panettone nostrano, di enorme successo ai botteghini. Forse un po' troppo lungo e neanche troppo originale (se gli studenti fossero montati sui banchi recitando "Oh capitano, mio capitano" non mi sarei stupito, ma avrei vomitato), anche se abbastanza genuino. E' la storia di un ingegnere indiano, e due suoi amici se vogliamo, che ha un carattere ribelle, geniale e fuori dagli schemi. Certe volte sembra di assistere ad un mantra dopo l'altro, il che la fa scendere un po'. I vari "sii ciò che vuoi essere" o "studia per imparare, non per primeggiare" alla lunga risultano stucchevoli, da carie. Sebbene però possa sembrare leggero e facilone, i temi estrapolati sono interessanti e quanto mai reali. Inoltre possiamo vedere anche un India un po' distante dall'idea terzomondista che potrebbe aver preso fissa dimora nel nostro immaginario. I college sembrano quelli occidentali, o perlomeno quelli americani ed anche l'arrivismo a tutti i costi che Rancho combatte. con successo tra l'altro. Il messaggio che ci viene suggerito è semplice e quasi da favola, non è certo la soluzione, ma lo strumento per raggiungerla. Il sistema, giusto o sbagliato, ha un'alternativa. E 3 idiots è un'alternativa ad altre commedie leggere un po' tutte uguali.
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Jack O. Lyroid
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giovedì 10 novembre 2011
Server http sul pc
Dopo aver creato un accesso FTP con Windows ed aver utilizzato Apache su Ubuntu è la volta della creazione di un server http. In questo modo l'accesso può avvenire in maniera un po' più semplice, e da vari dispositivi, senza troppi accorgimenti o smanettamenti. Il software scelto per permettere queste operazioni è HFS (Http File Server) grazie al quale garantiremo la condivisione di una o più cartelle via webserver a chiunque o ad un numero ristretto di utenti. Il file non necessita di installazione ed è sufficiente lanciarlo per rendere il server attivo. Una volta dati i permessi sarà possibile aggiungere al menù del tasto destro del mouse una voce che ci permette di condividere file o cartelle. Sempre attraverso il tasto destro del mouse possiamo scegliere quale sezione dell'hard disk condividere e se creare una cartella reale o virtuale (in queste ultime gli utenti non potranno depositare files). Inoltre ci sono da fare le solite semplici operazioni per garantire l'accesso alla rete: scegliere la porta (di default la 8080) ed impostare l'indirizzo IP esterno visto che quello fornito sarà quello del router. Se avete un servizio di DNS è possibile (lo consiglio vivamente) impostare i parametri per utilizzare quello. Ricordiamoci di selezionare l host name o l IP da utilizzare sempre alla voce relativa all'IP esterno Una volta che il grande pubblico verrà a conoscenza dell'indirizzo, potrà accedere a ciò che condividiamo. per questo è bene dare i permessi e creare gruppi di utenti. Non ci sono limiti per queste operazioni e per i tipi di permessi che possiamo dare. Ovviamente impostando la parte relativa all'upload sarà possibile che gli altri possano caricare ciò che vogliono nelle cartelle reali che abbiamo messo a disposizione. Veloce, utile, a prova di impediti.
Il Primo Dei Bugiardi (2009)
Regia: Ricky Gervais, Matthew Robinson
Anno: 2009
Titolo originale: The invention of lying
Voto: 6/10
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Pagina di I Check Movies
Anno: 2009
Titolo originale: The invention of lying
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
Finalmente una commedia simpatica, rilassante, originale. Un film dalla finta veste frivola che prende vita in un mondo ucronico dove nessun essere umano hai mai detto una bugia. Tutti, in ogni occasione dicono solo e soltanto la verità. Anche quando questa è scomoda e non richiesta. Il limite infatti si propaga nel bisogno di esprimere a parole tutto ciò che si pensa e ad avere un'ingenuità sbalorditiva. La trama è leggera, ma non mancano spunti (non qualcosa di più visto il carattere della commedia) per approfondimenti più seri riguardo gli atteggiamenti umani. Quando il protagonista scopre di poter mentire e di conseguenza avere tutto ciò che desidera, rimane spiazzato, ma cerca anche di non abusare di questo suo "super potere". O almeno prova ad usarlo per fini umanitari e buoni, non soltanto per il mero scopo personale. In un mondo di onesti (ingenui e creduloni?) chi ha il dono della falsità ne uscirà re; ma non sempre, tutto questo non porta alla felicità. Il film cerca infatti di dare anche un insegnamento morale, puntando il riflettore sui sentimenti veri e non sulla superficialità dell'apparire. Ovviamente lo scopo che il film si prefigge è quello di far passare una piacevole serata agli spettatori, non quello di trattare temi filosofici di straordinaria importanza. Scherza sulla religione relegandola nell'angolo delle falsità storiche, ma consegnandole anche un premio assai importante: quello di allietare le persone e renderle migliori. I maldestri tentativi di Max Bellison (Ricky Gervais) di conquistare la bella Anna (Jennifer Garner) arrivano ad un lieto fine scontato, m abbastanza sudato. Siamo abituati ad assistere a commedie romantiche che ti strappano il sorriso a fatica, spesso con situazioni demenziali o addirittura a storie già viste fine allo sfinimento; non il caso de Il primo dei bugiardi, dove l'ironia scorre gradevole sotto pelle. Peccato non faccia parte dei film blasonati e non abbia tutta l'attenzione che si merita.
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mercoledì 9 novembre 2011
Sono arrivate la pagine su Google+
La guerra tra i social network non è ancora terminata. Se credevo che Google+ potesse insidiare Facebook, mi son dovuto ricredere: è difficile per il primo seguire con passi innovativi l'altro, mentre Facebook sembra non avere nessuna difficoltà ad integrare quanto più di buono G+ ha prodotto. Un esempio è il sistema di "cerchie" o "gruppi" che raccolgono in modo specifico i nostri contatti. Davanti allo strapotere della creatura di Mark Zuckerberg, però Google non sta a guardare. Ogni giorno introduce delle novità, piccole o grandi che siano, silenziose o rumorose, piacevoli o odiate, per integrare maggiormente tutti i suoi servizi. Qualche giorno fa è stata fatta una modifica alla veste grafica di Google Reader, poi è stata la volta di Gmail e alcune settimane fa il coinvolgimento ha riguardato Picasa ed il nuovo servizio Foto creato appositamente per G+. Nonostante tutto, dicevo, Google+ stenta a decollare, anche per quanto riguarda il mio utilizzo, da forte sostenitore quale sono. E' stata aggiunta però la possibilità di creare pagine personali, che differiscono dalla creazione di un account del profilo. Quindi qualsiasi tipo di attività, azienda, gruppo musicale, blog etc adesso può essere pubblicizzato all'interno del network. Basta andare nel form relativo alla creazione delle pagine ed inserire i dati ad essa riguardanti. Potremo poi scegliere dal menù in alto a sinistra quale profilo utilizzare per scrivere. Esistono alcune differenze sostanziali tra un account semplice e quello di una pagina:
- Saranno i nostri contatti a dover aggiungere per primi la pagina, prima di poter essere seguiti
- Pur essendo dotate del pulsante +1, non possono cliccare su tale pulsante per votare i contenuti di altri
- Non possono ricevere alcun tipo di notifica
- Di default utilizzano una condivisione di tipo pubblico in modo che i contenuti possano essere trovati da chiunque.
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martedì 8 novembre 2011
Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma (1999)
Regia: George Lucas
Anno: 1999
Titolo originale: Star Wars: Episode I - The phantom menace
Voto: 8/10
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Per ovvi motivi anagrafici (sono coetaneo della prima trilogia) mi sento molto legato ai prequel avendoli visti in età adulta ed avendomi fatto apprezzare e rivisitare gli originali in un secondo stadio della mia vita. Se non hai ancora compiuto dieci anni o se nei hai già passati venti, la visione avviene in maniera differente. Pur conscio del fatto che gli ultimi tre (in ordine di produzione) non sarebbero niente senza i primi, trovo La Minaccia Fantasma un grandissimo film. Non tanto per la trama, che non è niente di particolare, quanto per il focus su due personaggi fondamentali come Obi-Wan Kenobi e Anakin. La loro presenza, con vesti originali e non scontate, riaccende il sentimento per questi soggetti interessanti e dal passato misterioso. Ebbene sì anche Obi-Wan è stato un giovane scapestrato e Darth Fener è stato un bambino buono e generoso. La prospettiva quindi si capovolge. Purtroppo, dal punto di vista narrativo, il tutto termina qui. La storia segue un filo logico discutibile ed una linearità non troppo coinvolgente. Ma in fondo chi se ne frega, se Jar Jar Binks è un perfetto goffo idiota inutile in tutta la vicenda se non per far ridere qualche bambino. Chi se ne frega se alcune scene come la fuga dai pesci giganti nel mondo anfibio sono un elogio agli effetti grafici e a nulla servono per collegare una trama dispersiva. Chi se ne frega se la corsa degli sgusci dura decine di minuti... E' una delle migliori scene video ed audio che possiamo assaporarci d'altra parte. I combattimenti, anche quelli con il Darth sono di tutt'altra fattura, davvero un altro pianeta. Certo, venti anni di effetti speciali pesano sulle spalle, ed è un bene. La computer grafica è onnipresente e fa piacere alla vista, così come gli effetti sonori deliziano le nostre orecchie. Poi deh Natalie Portman sarà anche dispiaciuta a molti, ma io la adoro, anche se dovesse stare zitta. I vari Ewan McGregor e Liam Neeson non danno meno pathos di quelli nella trilogia originale a meno che non si voglia essere scorretti e fare i fan a tutti i costi. In più, nonostante le debolezze della trama abbiamo le vicissitudini politiche ed una sorta di spiegazione dei fatti che portano alla creazione dei dissidi e dell'Impero. Un inizio non epico, ma sicuramente sopra le righe, tralasciando gli indignati, che cerca di analizzare avvenimenti e storie personali condendo con molto hi-tech ed un occhio di riguardo al merchandising.
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Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi (1983)
Regia: Richard Marquand
Anno: 1983
Titolo originale: Star Wars: Episode VI - Return of the Jedi
Voto: 7/10
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Per me è l'episodio più debole, se non di tutta, almeno della prima saga di Star Wars. Resta sempre un colossal di riferimento del cinema e della fantascienza, per alcuni versi anche più profondo e toccante dell'Impero colpisce ancora, grazie alla morte di Yoda e la salvezza, almeno morale in extremis di Darth Fener. E' anche veramente il capitolo conclusivo in quanto tante piccole cose, vanno al loro posto come i sentimenti tra Solo e la Principessa o la scoperta di parentela tra questa e Luke Skywalker: quel mezzo incesto ai tempi deve aver fatto pensare non poche menti. Del resto, dentro di noi c'era chi parteggiava per l'uno o per l'altro. Ma Il Ritorno dello Jedi, è ovviamente tanto di più di questo. E' soprattutto la lotta tra il Bene ed il Male, tra la Forza ed il suo Lato Oscuro, tra il Giusto globale ed il Giusto individuale. E' la parte finale infatti quella che dà sale a tutta la trama, un ricamo totale sulle avventure precedenti. E' il confronto tra (quel che sarà, nel passato dei primi episodi) Anakyn e suo figlio Luke ciò che dà la sferzata accelerativa per una storia guidata con il pilota automatico. Già, perchè dopo i primi due film, ormai ogni personaggio è ben caratterizzato, con una sua psiche, con il suo specifico modo di fare, quindi viene aggiunto poco. Sembra campare di rendita, una rendita assai meritata per giunta, ma che manca del gusto di novità presente altrove. C'è però un maggiore spazio, sia per il budget sia per l'anno in cui viene girato, agli effetti speciali, più impetuosi e meno acerbi. L'influsso del fantasy inoltre si fa sentire con maggiore forza e sfrontatezza ed anche una strizzatina d'occhio ad un pubblico più vasto, godibile nelle scene ironiche che non mancano. Il bluray nell'edizione cofanetto resta sempre qualcosa di fantastico, ed è il primo film con certificazione THX, che si sposa perfettamente agli altrettanto certificati tv ed impianto audio di casa. Contenuti extra davvero extra ed un sonoro apprezzabile soprattutto durante gli inseguimenti nella foresta.
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lunedì 7 novembre 2011
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sabato 5 novembre 2011
Matrix Revolutions (2003)
Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski
Anno: 2003
Titolo originale: The Matrix Revolutions
Voto: 7/10
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L'ultimo capitolo della saga di Matrix è (non) sorprendentemente il peggiore, il più scadente. Non per questo però posso scendere troppo con la votazione. Del resto, cerco di fare una valutazione d'insieme ed è impossibile non collegarlo a Matrix Reloaded di cui è praticamente il secondo tempo più che il sequel. Inoltre gli effetti speciali sono sorprendenti, magnifici, da apoteosi, per una qualità video eccelsa. Quindi sarebbe uno spreco scendere troppo nella valutazione. Anche se il naso la fa storcere eccome. Ad otto anni esatti (uscì proprio il 5 novembre) da quando lo vidi la
prima volta al cinema, il mio giudizio non è cambiato di molto soprattutto per quanto riguarda quel senso di delusione stagnante, mentre ti aspetti il colpo di scena chiarificatore che non arriva mai. La trama è debole, spesso arrangiata e viene a mancare quel senso di curiosità presente nel primo capitolo. Se ci togliamo le battaglie campali ed i combattimenti di Neo e Mr. Smith infatti resta poco all'interno della storia. Il mondo all'interno della matrice è poco utilizzato, di conseguenza l'ambientazione è quasi interamente una goduria per gli occhi che amano ricostruzioni fantascientifiche. E la delusione maggiore sta proprio qui: è evidente che il colossal sia indirizzato a sbancare i botteghini più per gli effetti che per i dialoghi o il senso. Insomma con tutti quei soldi spesi per ricreare ambienti di un certo livello, magari qualcosa di più celebre ci poteva stare. "Il cucchiaino non esiste" è lontano anni luce da "tutto ciò che ha un inizio, ha una fine". Se poi avevamo assistito alla metamorfosi di Neo eroe a Neo mistico, adesso abbiamo Neo deus ex machina, con poteri soprannaturali e la vista durante la cecità (già Muad'Dib l'ha avuta in passato e migliore). Niente di più però. Tutto il resto è sbrigativo, ai limiti del ridicolo con la pace tra uomini e macchine su tutti. Visto singolarmente è un cazzotto in occhio, valutato nel complesso se la cava per la computer grafica.
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Jack O. Lyroid
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Jolicloud si rinnova
Da circa una settimana Jolicloud ha annunciato attraverso il proprio blog che siamo in dirittura di arrivo per delle novità a cui stanno lavorando da diversi mesi. Per adesso è possibile chiedere un invito su beta.jolicloud.com per poter accedere al nuovo servizio. E' possibile usare l'account già esistente ed attendere l'email di conferma. Di fatto Jolicloud diverrà un raccoglitore di clouds, mettendo in contatto tra loro vari social network o le applicazioni web 2.0 che utilizziamo. Avremo quindi una grande piattaforma che sincronizzerà i nostri account. C'era già stata una scissione in passato tra il Sistema Operativo e l'applicazione per Chrome, ma adesso le cose dovrebbero essere più nette. Da utilizzatore di Joli OS spero che questo non venga abbandonato a se stesso in visione di varie integrazioni con sistemi per smartphone e tablet. Appena possibile spero di poter testare a dovere questa prima beta semi pubblica.
venerdì 4 novembre 2011
Inviare e ricevere fax da internet gratis
Foto di Disneyfair |
giovedì 3 novembre 2011
Invictus - L'invincibile (2009)
Regia: Clint Eastwood
Anno: 2009
Titolo originale: Invictus
Voto: 7/10
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Non è esattamente un super film come mi sarei aspettato, ma tratta sicuramente di un super uomo: Nelson Mandela. Conoscevo già il personaggio dai fatti di cronaca politica e da alcune storie romanzate di Wilbur Smith, ma credo che Morgan Freeman entri perfettamente nella parte per farci conoscere ancora meglio uno dei più grandi uomini politici dei nostri tempi. Tutta la pellicola si basa su avvenimenti realmente accaduti ovvero l'insediamento alla Presidenza del Sudafrica di Mendale, negli anni novanta, subito dopo l'apartheid ed i campionati del mondo di rugby vinti dalla sua nazionale. E' indubbio che tutto il film si concentra sulla figura pacifica e pacata del presidente, piuttosto che sulla squadra di rugby in sè, tanto più che Matt Damon non è che poi brilli più di tanto. Forse offuscato dalla prova di Freeman Mandela. Molto interessanti i puntini sulle i messi da Clint Eastwood riguardo la situazione di convivenza comune tra bianchi e neri. Con Mandela al potere alcuni afrikaners sentono il timore di fare la fine dei coloniali di nazioni vicine come Zimbabwe o Mazambico. I cittadini di colore invece, giustamente dal punto di vista sentimentale, sentono dentro di sè una sorta di rivalsa per le angherie subite in passato. Sicuramente il paese rischia un collasso, come succede quasi sempre quando il potere politico viene raggiunto da quella parte della popolazione sfruttata ed oppressa. Ed è qui che sta la bravura politica del Presidente: riuscire a perdonare, unificare, considerare tutti uguali, dare un colpo di spugna al passato. Grande strumento per arrivare al risultato sperato lo trova nello sport e nello specifico nella squadra di rugby degli springboks, vanto assoluto per i bianchi, simbolo di odio da parte dei neri. Ma come si sa, lo sport unisce, sebbene molti (autoproclamatisi) intellettuali vedano con sdegno e con schifo l'interesse nazione per gli avvenimenti sportivi. Mandela ha invece capito che per unire le persone non servono solo buone parole ed una politica intelligente, ma anche la volontà e dei simboli nazionali per cui tutti vadano d'accordo.
mercoledì 2 novembre 2011
A Perfect Circle - Mer de noms
Artista: A Perfect Cirlce
Anno: 2000
Tipo album: studio
Numero tracce: 12
Pagina di MusicBrainz
Questo primo album del gruppo rappresenta un ottimo debutto musicale per un genere che agli inizi del millennio, ed ancora oggi, trova una difficile catalogazione. Impossibile non sentire la presenza e l'influenza di Maynard Keenan alla voce, cantante anche dei Tool. I due gruppi però fanno musica differente sebbene con dei (veramente pochi) punti in comune e stabilire cosa sia Mer de noms è davvero difficile: un rock potente che si avvicina al metal ed un insieme di testi forti, artistici, originali. Un tipo di musica abbastanza nuova che si fa ascoltare piacevolmente. Netto il contrasto tra la prima parte, con tracce ritmicamente più cattive e veloci, e la seconda dove si lascia maggiore spazio alla melodia ed alla tranquillità. Questo album d'esordio parte già con tutte le carte in regola: del resto oltre al già citato Keenan ne fanno parte nomi noti del panorama musicale americano come Billy Howerdel, Troy Van Leeuen, Paz Lenchantin e Josh Freese. Invece di essere un normale progetto da super gruppo, la band è una vera e propria creatura musicale con una propria personale voglia di fare musica. Personalmente ricordo che questo album non mi sconvolse più di tanto durante i primi ascolti, ma con il passare degli anni apprezzo le atmosfere create soprattutto dalla splendida parte vocale che introduce un mondo nuovo. Non ci sono stravaganze sperimentali, ma un'accuratezza strepitosa negli arrangiamenti strumentali. Per chi non si sente troppo legato ad un genere più distinto che sia dei Tool o dei Nine Inch Nails può essere un ottimo ascolto.
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Jack O. Lyroid
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martedì 1 novembre 2011
Halloween 2011 in Borgo a Mozzano
Essendo stanco MORTO, ecco giusto poche righe per descrivere la lugubre serata di ieri sera in quel di Borgo a Mozzano dove si è svolta la (diciottesima?) Halloween Celebration. Partenza a razzo dal Fondo ed arrivo inaspettatamente (mancava il famoso TomTom del Cuccu) tempestivo in paese ad orario più che interessante. Questo ci ha permesso di sintonizzare i nostri stomaci con numerose cibarie, tanto che inizialmente poteva sembrare più una gita enogastronomica che dedicata all'horror. Una volta rifocillati a dovere il nostro errare tra maschere di ogni genere si è rivelato più che piacevole. E' opportuno sottolineare la dedizione di alcuni personaggi nei travestimenti a tema con la serata: clown assassini, Saw, bambole psicopatiche, Freddy Krueger, Musi e così via passando per zombie e vampiri, lupi mannari e cadaveri ambulanti. Tutto il borgo animato da spiriti ed imMORTAlato per la grande festa. Gruppi musicali (un po' meno rispetto a due anni fa) ad ogni angolo, spettacoli e bancarelle con cocktail mortali. Interessante anche approfondire la festa, le sue origini ed i suoi perchè grazie pure alla presenza di Daniele Bossari della trasmissione Mistero. Quest'anno siamo anche arrivati in tempo per gli spettacolari fuochi d'artificio sul Ponte del Diavolo, con veduta pericolosa e mozzafiato nei dintorni della ferrovia. Non potevano infatti mancare momenti di pura suspense, nell'attesa di un treno fantasma che ci avrebbe avvicinato realmente al mondo dei morti. Un freddo cadaverico ci è poi entrato nelle ossa, sebbene fosse accettabile. Grazie al mio mantello satanico non ho patito le pene dell'Inferno. Stamani mi sono svegliato di soprassalto sentendo un gatto nero che mi mordeva le dita dei piedi.
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