lunedì 31 dicembre 2012

Rocky II (1979)


Regia: Sylvester Stallone
Anno: 1979
Titolo originale: Rocky II
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.9)
Pagina di I Check Movies
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Rocky II non può essere considerato alla stregua del primo Rocky  per molteplici motivi: tanto per cominciare è un sequel, e questi non sempre (anzi) riescono con il buco. Dare continuità alla storia è un conto, riuscire a renderla altrettanto originale un altro. Poi al posto di

The Bourne Identity (2002)



Regia: Doug Liman
Anno: 2002
Titolo originale: The Bourne Identity
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.9)
Pagina di I Check Movies
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Quando uscì era già un cult. Almeno per chiunque conoscesse, anche di sfuggita Robert Ludlum uno dei maestri del thriller e dello spionaggio. Non avendo letto i libri della seria, anche se mi sono ripromesso di farlo più e più volte, non posso neanche stare a sindacare su varie ed eventuali differenze tra romanzo e pellicola. Di sicuro un personaggio del genere, così misterioso da non sapere neanche lui stesso chi è, può suscitare molta curiosità nello spettatore, che starà incollato al video almeno nella parte iniziale del film. Poi tanta azione, ben fatta e non stucchevole, con la giusta dose di combattimenti, sparatorie ed una sola esplosione (siamo poco dopo l 11 settembre ed Hollywood ha smesso di amare alcuni abusi). In tutte e due le ore che servono a Doug Liman per raccontarci la storia si fa uso di ogni espediente per tenere alta la tensione e rendere piacevole il personaggio Jason Bourne che darà vita ad un franchise di tutto rispetto. Inoltre vediamo per la prima volta un Matt Damon interamente volto ad una parte in cui l'azione è l'elemento più prepotente, con un fisico ben messo e combattimenti corpo a corpo di non semplice fattura. Davvero difficile restare delusi da questo film che anche quando non è adrenalina resta ben studiato e progettato. La versione bluray ha a mio avviso una qualità video non ottimale, mentre quella audio è sufficiente. Purtroppo si tratta solo di un film di dieci anni fa, potevano osare qualcosa di più. Per gli extra abbiamo, oltre al commento attivabile durante la visione, circa due ore di contenuti speciali (che io avrei ordinato in maniera migliore) oltre al solito "fantastico" quanto inutile U-Control. Ecco al lista dei contenuti speciali (tra parentesi la durata in minuti):

- L'identità di Ludlum (13)
- La supremazia di Ludlum (13)
- L'ultimatum di Ludlum (25)
- Inizio alternativo e finale alternativo (10)
- Scene eliminate (7)
- Scena prolungata alla fattoria (1)
- La nascita di The Bourne Identity (6)
- Il cervello di Bourne: Robert Ludlum (4)
- Accesso garantito: interviste al co-sceneggiatore Tony Gilroy (3)
- Dall'identità alla supremazia: Jason e Marie (3)
- La diagnosi di Bourne (5)
- Coppa e spada: operazioni segrete (5)
- Dentro una sequenza di lotta (5)
- Video musicale di "Extreme Ways" di Moby (4)

venerdì 28 dicembre 2012

Se Mi Lasci Ti Cancello (2004)


Regia: Michel Gondry
Anno: 2004
Titolo originale: Eternal Sunshine Of The Spotless Mind
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.4)
Pagina di I Check Movies
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Titolo e copertina non aiutano. La prima volta che vidi il film passò molto tempo dalla sua uscita: c'era Jim Carrey e si sa tutti che è un buffone, c'era la Winslet e sappiamo che è da strappalacrime, ed il titolo faceva presumere una commedia da quattro soldi. Il titolo originale (forse intraducibile se non in maniera stucchevole con Infinita letizia della mente candida) è una citazione del poeta Alexander Pope ricordato anche nella pellicola. Fa differenza? Sì eccome, visto che lo spettatore può subconsciamente restare legato ad un'idea di commedia piuttosto che porsi di fronte ad un'opera nuova di cui non sa niente. Lasciarlo in originale inglese sarebbe stata una mossa certamente più astuta. O forse volevano fare leva su di un pubblico di un certo livello, magari molto numeroso, rispetto a quello che avrebbe realmente apprezzato il lavoro di Gondry. Lavoro che, a mio avviso è spettacolare. Credo si tratti della più bella e potente storia d'amore che si possa vivere, pur non scadendo nel sentimentale e nello sdolcinato. La caratteristica di stampo fantastico - fantascientifico serve solo come cornice per l'introduzione al mondo onirico, fatto di sogni sfumati, spropositati ed ingombranti. Si può odiare tanto una persona da voler cancellare ogni suo ricordo? Più semplicemente non si tratta di odio, ma di dolore. E se l'amore è talmente forte i due estranei si rincontreranno, inconsapevoli, per creare una nuova storia. Il destino esiste realmente se deve legare due persone. La storia visionaria della sceneggiatura di Charlie Kaufman è raccontata con meticolosità, alcune volte irriverente, ma riuscendo a tenere un tono serioso, il più delle volte drammatico. Anche la parte degli attori non è semplice, o non è quella che il grande schermo ci ha insegnato a ricordare: Jim Carrey e Kate Winslet sembra si siano invertiti i ruoli: uno introverso, schivo e timido, l'altra esuberante, gioiosa ed impulsiva. Una prova che riesce e piace, dando due nuovi volti ad attori forse troppo legati ad un certo tipo di fama. Il loro viaggio legato alla memoria è sì fantastico, ma si evidenziano le caratteristiche psicologiche legate ai ricordi ed all'amore, vivendo una storia che a ritroso nel tempo mette a posto tutti i pezzi del puzzle. Luci ed ombre messe sempre al posto giusto, fotografia fantastica, effetti speciali mai sfarzosi o invadenti, eppure geniali: ti danno quel senso di vivere realmente all'interno di sogni e ricordi. Memorabile la scena in cui Carrey dice che la sta cancellando e che "il mondo cade a pezzi", ai limiti del thriller e dell'horror. Nel complesso un'opera esistenziale completa che lascia aperte numerose porte ad un finale non totalmente completato. Si lascia spazio alle possibilità senza disegnarle prepotentemente. 
La versione bluray ha alti e bassi: la qualità video è deludente si poteva fare qualcosa di più per un film recente. Quella audio (DTS HD) è invece ottima ed è uno dei pochi film non di azione in cui il 5.1 viene esaltato in ogni punto. Grazie sia alla colonna sonora con l'orchestra che segue ogni momento essenziale, sia agli effetti e le voci che fanno parte della pellicola. Gli extra sono tutti contenuti nel secondo disco (un DVD) e sono (tra parentesi i minuti circa):

- Speciale "A Look inside Eternal Sunshine Of The Spotless Mind" (11)
- Backstage con interviste (15)
- Video musicale (3)
- 11 scene tagliate / estese
- Anatomia di una scena "Saratoga Avenue" (17)
- A conversation with Kate & Michel (14)
- Cartone animato: The misadventures of superdog (0:19)
- Nella mente del regista (20)
- Lacuna Inc. spot TV (0:35)
- 2 Trailer

giovedì 27 dicembre 2012

FreeRadius su DD--WRT ed accessi multipli

Alla fine mi sono arreso alla massima preferita del mio amico gettons: sicurezza paramount. Non che adesso abbia una rete wireless a prova di attacco hacker, ma ho voluto fare un po' di ordine e pulizia per garantire accessi corretti e ben fatti, soprattutto per quanto riguarda il wifi. Il mio scopo principale è quello di poter avere una rete domestica privata con utente e password personali a cui posso accedere soltanto io con i miei device, ma permettere al tempo di stesso ad amici e conoscenti di poter usufruire di una connessione internet ogni volta che vengono invitati a casa. Meglio se questi accessi possono essere personali e personalizzati. Per questo motivo ho apportato alcune sostanziali modifiche all'assetto wireless di Home 2.0 così da rendere l'accesso altrettanto immediato quanto sicuro. Avendo sia un router (Buffalo AirStation Nfniti WZR-HP-300NH) che un modem Pirelli ho potuto spaziare in lungo ed in largo affinchè le mie necessità fossero (quasi) completamente coperte. In totale ho quindi creato quattro tipi differenti di accessi wifi:

1) Sul router modem di Alice ho deciso di tenere attiva la connessione wifi, per il semplice fatto del "non si sa mai". Spippolando con il Buffalo infati può capitare (e giusto questa notte è capitato) che sbagliando qualche operazione risulti poi inaccessibile. Avere un'altra via di accesso è cosa buona e giusta. Ad ogni modo ho introdotto un controllo degli accessi, permettendo solo a determinati dispositivi (portatile, smartphone, tablet e Kindle) di entrare.

2) Sul Buffalo ne ho creata una principale per me stesso con il Broadcast del SSID disabilitato in modo che non possa essere vista la rete con una semplice scansione. O almeno è più difficile trovarla con i sistemi tradizionali

3) Per alcuni device con cui sarebbe poco user friendly collegarsi ad una rete nascosta (ad esempio stampante wifi o Kindle) ho creato un'apposite rete visibile, ma che dispone di un filtro MAC Address e non permette di poter collegare più di X dispositivi alla volta.

4) Eccoci al dunque, ciò che veramente mi serviva. Una Virtual Interface con accessi personalizzati per vari utenti. Il Buffalo ha come firmware DD-WRT che permette di utilizzare FreeRadius . Attivare il tutto è un po' macchinoso se lo si deve fare per la prima volta, ma ecco come procedere e perchè. Dobbiamo sapere che il Buffalo ha una memoria interna che può essere utilizzata in lettura e scrittura ed è comoda per attivare alcuni servizi. Ecco alcuni passi da seguire:

- Amministrazione --> Gestione ---> Abilitare il supporto a JFFS2 altrimenti quando dovremo creare un certificato per FreeRadius il router non riuscirà a scrivere sulla memoria. Per rende operativo il passaggio è necessario applicare le modifiche e quindi riavviare il dispositivo.
- Services --> FreeRadius Abilitarlo, compilare i dati per il certificarlo e generarlo. Può richiedere alcuni minuti, visto il processore che non è quello di un pc. A questo punto aggiungere un client ed inserire Ip 127.0.0.1 in quanto si tratta di se stesso, essendo FreeRadius montato direttamente sulla flash del Buffalo. Creare la chiave condivisa e procedere quindi con l'aggiunta dei vari user e relative password di accesso.
- Wireless --> Wireless Security Scegliere l'interfaccia di riferimento (ne ho creata una apposita) con modalità WPA2 Enterprise Mixed inserendo il solito IP del Radius e la chiave di accesso.

E' possibile anche impostare un numero massimo di utenze collegate ed il solito filtro MAC address oltre che restrizioni sul tipo di navigazione.

martedì 25 dicembre 2012

Rocky (1976)


Regia: John G. Avildsen
Anno: 1976
Titolo originale: Rocky
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.1)
Pagina di I Check Movies
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Rocky è sicuramente il film sul pugilato più conosciuto, ed anche se non è il migliore (qualcuno ha regalato al mondo Million Dollar Baby) racchiude dentro di sè tanti di quegli aspetti positivi da non dover essere mai dimenticato. E più che la storia di un pugile, Rocky è la storia di un sempliciotto che riesce a sfondare ed accalappiare il sogno americano. E' la svolta che lo rende popolare e vincente, il colpo di fortuna che lo mette sotto ai riflettori e che lo consacra. Del resto n Rocky, si narra il prima, non il dopo e nemmeno il durante: la lente di ingrandimento è posta su Balboa che si arrangia per vivere, e vive ai margini di una società dura e difficile, dove Paulie è un fallito alcolizzato, Adriana una scialba e timida commessa e tutti gli altri fanno da contorno in un mondo di perdenti. Ma Rocky ce la fa, Rocky ci riesce. Forse è questo ciò che più ci piace, non le botte prese e date ad Apollo, non gli allenamenti singolari che ci propone. Il tutto ha quell'aria di poco sofisticato ed improvvisato che lo rende genuino al cento per cento. Da Stallone alle comparse abbiamo un insieme davvero gradevole. Il budget irrisorio con cui è stata girata la pellicola permette di avere una visione molto realistica in alcune scene, girate direttamente in strada con personaggi comuni, Ad ogni modo abbiamo un qualcosa che entrerà nelle nostre vite di tutti i giorni, una regia strepitosa ed una colonna sonora sensazionale. In tutta onestà pur non facendo parte dei capolavori cinematografici considero il film come una pietra miliare, primo di una grande serie di successi che hanno portato il personaggio ad incassare non solo pungi sul set, ma anche entrate sbalorditive ai botteghini. Per quanto riguarda il bluray nella versione cofanetto, questo è quasi ridicolo poichè ad esclusione di un buon audio 5.1 DTS (perfetto tranne che nella parte finale dove le voci sono silenziate dalla musica) non abbiamo nessun contenuto speciale. La qualità video è da dvd, pulito, ma soffre la vecchiaia.

lunedì 24 dicembre 2012

The Village (2004)


Regia: M. Night Shyamalan
Anno: 2004
Titolo originale: The Village
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Anche di questo avevo un ricordo assai migliore rispetto a come può presentarsi una volta già visto. Il finale, con il conseguente colpo di scena, restano impressi nella memoria e cancellano il tedio e lo sconforto provati durante i restanti novanta minuti. Il che mette un po' di rabbia, perchè se fosse stato gestito in maniera migliore il senso di vuoto provato sarebbe stato minore. Invece abbiamo una trama che tutto sommato potrebbe essere molto interessante, ai limiti del distopico, con un controllo prepotentemente messo in atto, ma che passa in secondo piano. E di fronte a noi cosa abbiamo quindi? Qualcosa di altamente improbabile dovuto alla situazione di cecità dell'eroina, che si vede impegnata in una prova che ha quasi del disumano. Come del resto è disumana la scelta scellerata ed ottusa dei vecchi di insistere con il proprio giuramento. Ma questa è quasi una religione, e se accettiamo veli o dogmi illogici, possiamo anche capire quanto hanno creato gli abitanti del villaggio. Per quanto concerne il film in sè invece a tratti ha le sembianze di un horror mal riuscito, salvo poi capire subito che invece è thriller forse psicologico con molte aspettative. Se fosse meno lento e noioso, più incalzante e più crudele sarebbe da seguire con tanta attenzione. Peccato che sia invece riuscito a metà.

I Ragazzi Della 56° Strada (1983)



Regia: Francis Ford Coppola
Anno: 1983
Titolo originale: The Outsiders
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
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Quanto cambiano gusti e pareri... Se prima lo consideravo un gran film, adesso noto quanto sia acerbo, fuori moda e puerile. Se Dillon ispirava subito simpatia e la figura del "dannato" ma con il cuore da buono, oggi riusciamo a sottolineare la pochezza di un personaggi che è il massimo delle stereotipo. Eppure Coppola non è un principiante, eppure ci ha già abituati con la serie de Il Padrino a ben altre cose. E' retorico e non spinge bene l'acceleratore sul tema delle due bande rivali, delle differenze sociali o razziali che possono esserci... Insomma è un po' tirato via, con dialoghi scritti tanto per essere letti e scazzottate finte come tutto il set. Coppola però riesce a dare morale ma soprattutto speranza, perchè in più di un'occasione confronta i due schieramenti e si vede chiaramente che non sempre c'è voglia di scontro. Gli standard non sono elevati neanche per quanto riguarda la scenografia ( se pensiamo poi ad Apocalypse Now vengono anche i brividi) o le musiche o la fotografia. Non è un prodotto totalmente scarso, ma non possiamo prenderlo n considerazione più di tanto. Gangaster movies superiori sono all'ordine del giorno, anche e soprattutto negli anni ottanta e da una regia del genere è facile aspettarsi molto di più. Qui invece siamo su di un piano basso e presumibilmente commerciale con socials e greasers che purtroppo sanno soltanto scimmiottare. Da guardare, solo per cultura personale e per studiare quelli di un grande regista.

domenica 23 dicembre 2012

Vernor Vinge - Tutti I Racconti Vol. 1


Autore: Vernor Vinge
Editore: Editrice Nord
Titolo originale: The Collected Stories Of Vernor Vinge
Pagine: 382
Voto: 3/5
Pagina di Anobii
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L'antologia rappresenta la produzione di Vernor Vinge: contiene le migliori e più innovative creazioni e illustra lo spirito con cui è stata composta: idee originali per la fantascienza, sviluppate con grande capacità narrativa. Contiene al suo interno i seguenti racconti:

- Corri, Norman, Corri!! [Bookworm, Run!], 1966
- Il Complice [The Accomplice], 1967
- Il Mercante E L'Apprendista [The Peddler's Apprentice], 1975
- Il Prezzo Della Libertà [The Ungoverned], 1985
- Campo Lungo [Long Shot], 1972
- Apartheid [Apartness], 1965
- Vittoria Per Abbandono [Conquest By Default], 1968
- La Giostra Del Tempo [The Whirligig Of Time], 1974
- Paura della Bomba [Bomb Scare], 1970
- La Fiera della Scienza [The Science Fair], 1971
- La Gemma [Gemstone], 1983

Vernor Vinge è una scoperta relativamente recente per quanto riguarda le mia letture fantascientifiche, infatti il primo libro letto "Quando Scoppiò La Pace" risale a novembre 2008. Solo quattro anni per rimanerne però abbastanza affascinato da provare a leggere anche le raccolte di racconti. Io non vado matto per romanzi brevi o collezioni, ma spesso servono per conoscere in maniera più approfondita un determinato autore. Anche nelle storie più vecchie, quelle che risalgono agli anni sessanta possiamo apprezzare il suo stile, ma soprattutto le sue idee. Vinge crea un certo tipo di futuro sottolineando molto la parola SCIENZA all'interno del genere letterario. Come tanti altri, riesce ad anticipare i tempi e proiettare la mente verso strutture tecnologiche che poi i nostri padri,  o i nostri figli, avranno visto o vedranno avverarsi. Purtroppo non sempre tutto scorre liscio, ma possiamo anche capire le difficoltà iniziali di un grande autore nel mettersi alla prova. Sconsiglio vivamente ai lettori, vergini di Vinge, di iniziare dai suoi racconti, che se confrontati con i romanzi veri e propri ne escono largamente sconfitti.

sabato 22 dicembre 2012

Breaking Bad - Reazioni Collaterali [Stagione 3]


Anno: 2010
Stagione: 3
Titolo originale: Breaking Bad
Numero episodi:13
 
Tra le tre visto fino ad adesso è quella che considero la peggiore. Soprattutto per la metamorfosi avvenuta nell'eroe di turno Walter White. Adesso è un arrogante, rompicazzo, figlio di puttana. Lo preferivo prima quando soffriva la malattia e la paura. Quando era un po' titubante insomma ed insicuro. Ma va bene così, un'evoluzione deve pur esserci del resto siamo alla terza stagione e continuare sulla falsa riga dei primi episodi sarebbe risultato monotono anche se forse più elegante e coerente. La produzione di droga, lo spaccio, gli accordi e gli omicidi sono sempre più rocamboleschi e la serie prende le sfumature del mondo criminale. Resta da dire che ogni puntata tira l'altra ed è difficile non proseguire nella visione, senza comunque affezionarsi ai vari personaggi. Anche quando questi scompaiono, anzi, sono eliminati. Tutto il resto prosegue invece con i soliti ingredienti vincenti che hanno caratterizzato Breaking Bad: realismo e nessuna superficialità. Attendo con piacere la quarta per conoscere l'evolversi della situazione.

venerdì 21 dicembre 2012

Cagliari 1 - Juventus 3

Parlerò brevemente della partita, spostandomi poi su cose molto più succulente ed interessanti: le polemiche. Già, primo tempo giocato malino da parte della Juventus che crea davvero poche occasioni, contro le... zero del Cagliari, che però è in vantaggio grazie ad un rigore. Secondo tempo invece a senso unico sebbene siano venute fuori alcune mancanze da parte dei bianconeri. Mancava la cattiveria ed il gioco frizzante ed aggressivo per ribaltare il risultato. Risultato che però è quello che potete controllare nei tabellini: 1 - 3. Partiamo quindi dall'inizio: non abbiamo giocato a Cagliari (in due anni non sono riusciti ad ospitarci nel loro stadio, cialtroni), ma a Parma. Decide la Lega, anche se Cellino (santo, corretto e di sani principi a detta di tutti coloro che lo conoscono da vicino) tira in ballo la dirigenza juventina per farsi un po' di pubblicità. Così parla ai microfoni dei giornalai, tira qualche stoccata sul calcio malato (di cui lui fa parte da solo ventun anni) e cerca di pararsi il culo di fronte ai propri tifosi ed all'Anonima Sequestri. Magari secondo lui è Conte a decidere il campo di gioco. Cambierebbe poco, diciamolo chiaramente: c'è un abisso tra noi e loro, o tra noi e qualunque altra squadra italiana. Secondo spunto per le polemiche: arbitraggio VERgognoso e che favorisce le grandi. Eh sì, anche stasera abbiamo visto proprio questo. Rigore assegnato al Cagliari: tocco di Vidal su non ricordo chi. Nessun sano di mente avrebbe mai fischiato un contatto del genere in area, ed infatti stava andando proprio così. L'arbitro, il più vicino all'azione, non mette mano al fischietto, ma su segnalazione del giudice di porta assegna il penalty. Alla moviola il tocco lo si vede, e non dico che non ci sia stato. Ok si dà rigore, fiscale, ma niente di sconvolgente. Palle mosce ha deciso di arbitrare una partita di calcio con le regole della pallavolo. Bene, basta saperlo. Pochi minuti dopo abbraccio di Astori (già ammonito) su Quagliarella. In una situazione normale, nessuno avrebbe gridato allo scandalo se non fosse stato fischiato. Ma avendo dato quello prima di Vidal altra VERgogna: tutto nella norma. Vabbeh dai capita. E' la volta però di Asamoah che viene spinto (anzi, lanciato via) in area mentre sta colpendo di testa. Espulsione del giocatore del Cagliari e rigore netto. No, macchè, nulla neanche questa volta. Arbitro cornuto. Alla terza invece non può chiudere di nuovo gli occhi: fallo su Giovinco (trattenuta, ma anche tocco con il piede) ed è rigore. Inutile, perchè Vidal lo butta fuori. Espulsione di Astori su altro fallo (ginocchiata da dietro su Giovinco) che gli costa la seconda ammonizione. Non è giusto? Era al trecentesimo fallo, invece di vincere la bambolina ha vinto il cartellino. Poi non c'è stata storia. Juve con 39 reti fatte (7,69% su rigore) e 11 subite (36,36% su rigore) che fa il record di punti in un anno solare (94). Cellino puppa. Ma anche gli altri.

Il Giocatore (1998)


Regia: John Dahl
Anno: 1998
Titolo originale: Rounders
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies

Matt Damon ed Edward Norton: basterebbero loro (ed infatti è così) per far venire voglia di guardarlo. Soprattutto Norton però che pur vestendo i panni di una figura secondaria fa il bello e cattivo tempo. La storia di per sè non mi ha entusiasmato troppo visto che i film sui giochi di carte devono avere una marcia in più per catturare la mia attenzione. A poker avrò giocato forse tre volte in tutta la mia vita e credo di non andare più in là del "ruba mazzo", di "briscola" o di "sette e mezzo"... Di conseguenza seguire la storia, decisamente romanzata e forzatamente a lieto fine, di un giocatore che altro non ha in mente che fare i campionati mondiali a Las Vegas, non mi fa morire dalla voglia di scaldarmi troppo. Il tutto procede linearmente con presentazione, problema, problema che si evolve ed infine sua risoluzione. Niente di troppo avvincente. Forse chi si intende di poker potrà apprezzarlo di più, almeno nelle scene in cui ci sono i combattimenti le partite a carte. Vabbeh non è tutto incentrato su mazzi, assi, e gobbi. Anzi, per fortuna questi occupano uno spazio minimo (ma costante) della pellicola. Però ad esclusione dei due astri nascenti (anche se si erano già visti entrambi) il resto ha ben poco da raccontare. Film godibile per carità, il 5 non è un voto basso nella mia scala, ed infatti su IMDB danno una media oltre il 7, ma ha una struttura già nota, già rivista, che non lascia spazio ad alcun colpo di scena o a nessuna aspettativa particolare.

giovedì 20 dicembre 2012

A che ora è la fine del mondo?



Oggi potrebbe essere l'ultimo giorno. Di tutti e di tutto quanto.  Che ci crediate o no è una eventualità e se avessero ragione i Maya non ci sarà nessuno che potrà dire con orgoglio "te lo avevo detto". A meno che qualcuno non intenda la fine del mondo nella più vasta e facile definizione di "grande cambiamento". Non sarebbe ganzo affatto però Sarebbe più bello se fosse davvero l'ultimo giorno e domani zac, tutto finito. Vabbeh non è che sarebbe bello, ma se tanto fosse la fine di tutto neanche ce ne accorgeremmo, perchè se fine del mondo deve essere non può durare un'eternità. Se dovesse succedere spero che comunque organizzino un qualche spettacolo. Per ogni evenienza ho spedito (tutto calcolato) +Riccardo Giannelli  in viaggio di nozze proprio nella vecchia casa dei gufatori. Dovrebbe vederla in diretta dalla piramide. Che spettacolo! Nel caso gli chiedo di filmare e pubblicare su VER
Invito tutti (ok è la scusa per provare il nuovo servizio per taggare i contatti di Google+ all'interno degli articoli) gli amici ad home 2.0 per godersi lo spettacolo senza scordare

mercoledì 19 dicembre 2012

Non Lasciarmi (2010)


Regia: Mark Romanek
Anno: 2010
Titolo originale: Never Let Me Go
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Mi spiacerà fare dello spoiling, ma è impossibile fermarmi. Spero che chi leggerà questa recensione lo faccia solo dopo aver visto il film, che tanto non si evolve attraverso colpi scena particolari, ma mette a nudo la propria natura fin quasi dalle prime battute. Sono un sentimentale per questo genere di pellicole, in cui il tema forte è quello della clonazione. Ma c'è qualcosa di più, qualcosa che va oltre: non si presenta affatto come un prodotto di fantascienza, quanto piuttosto come un misto tra il drammatico e ed un'apatica storia d'amore e amicizia. Romanek, sul soggetto di Kazuo Ishiguro basato sul proprio romanzo del 2005 ci proietta in un inusuale Inghilterra che non ha assolutamente niente strano o differente dal solito. Siamo quasi all'interno di un'ucronia sui generis, dove tutto prosegue normalmente tranne il fatto che alcuni ragazzi sono nati (creati) appositamente per i trapianti di organi. E' la storia di tre amici, Kathy (Carey Mulligan), Tommy (Andrew Garfield) e Ruth (Keira Knightley) che vivono insieme in quello che può sembrare un orfanotrofio. Invece sono condannati ad essere pezzi di ricambi. Consapevoli ed impotenti, hanno accettato ciò fin dall'inizio. Educati ad essere tali. Il film non gode della spettacolarità vista in The Island , ma cavolo, è tagliente, sfrontato, triste. Di una cupezza che ti fa star male. Possiamo sorvolare tutto il contesto, che forse non è studiato bene o nei minimi particolari, per risultare credibile, ma il realismo al tempo stesso è allarmante. Non si può fare niente per loro, ma ci si sofferma anche a riflettere: niente più malattie incurabili, niente più tumori devastanti, niente più danni irreversibili. E non è lo sfizio del ricchissimo che si compra un "suo mini sè" per voler vivere in eterno. E' la norma, va bene a tutti. Inoltre non ci si proietta in un futuro lontano, ma siamo nel mondo contemporaneo, tra la fine degli anni settanta e la prima metà dei novanta. Davvero una bellissima idea ed una trasposizione molto interessante che ti fa toccare con mano quanto potrebbe avvenire. I tre protagonisti vivono (se così si può dire) una vita che non vedrà futuro, se non quello in base a cui sono stati creati, ma assaporano o cercano di farlo i sentimenti che li rendono umani come chiunque altro. Ciò che rende il lavoro di Romanek ancora più triste è la rassegnazione e l'accettazione da parte di tutti di tale situazione. L'unico modo per fuggire, anzi per rimandare la sentenza, sembrerebbe essere il dimostrare che una coppia è innamorata. Soltanto una leggenda, forse neanche troppo sperata o creduta. Ma credetemi,. è un film da non sottovalutare e da conservare nella propria memoria.

martedì 18 dicembre 2012

Il Cavaliere Oscuro - Trilogy Collection

Quando diversi mesi fa uscì Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno feci un grande sforzo di volontà per non andare a vederlo al cinema. Con tanta pazienza attesi l'uscita di un cofanetto con tutta la trilogia e già a fine estate lo prenotai su Amazon. La Trilogy Collection è finalmente giunta a casa e mi sono sparato film e contenuti speciali nel giro di pochi giorni, insaziabile come un bimbo che scarta i regali sotto l'albero di Natale. Il cofanetto contiene un totale di cinque dischi bluray (Batman Begins è l'unico ad avere film e contenuti speciali nel solito disco) più un artbook "The Dark Knigh" in inglese interamente dedicato alla saga. Esattamente da collezione, da avere, da conservare. Il package è molto curato ed i dischi sono inseriti tutti quanti nella solita custodia, mentre il libro è separato. Sarebbe stata maggiormente gradita una grafica sul titolo su ogni bluray in modo da non dover fare i salti mortali per capire di quale film si trattasse (o degli extra): infatti i dischi sono difficili da distinguere gli uni dagli altri.

Venom (2005)


Regia: Jim Gillespie
Anno: 2005
Titolo originale: Venom
Voto: 3/10
Pagina di IMDB (4.6)
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Sì ok comodo Sky On Demand ma per colpa sua quante vaccate ho visto... Può darsi che sia anche colpa mia, che li scelgo un po' a caso questo lo ammetto, ma neanche sono fortunato. Questo addirittura non ha neanche la pagina su Wikipedia e su IMDB, generalmente largo di voti ha un'invidiabile media del 4.6 il che è tutto dire. Il film, pseudo horror fa schifo. Non è peggio di altri (tipo quelli della Asylum girati con due dracme) perchè può sembrare girato bene in maniera quasi accettabile e gli attori, pur ridicoli, non sono imbarazzanti. Però cavolo un minimo di trama mettetecela e fate in modo che se c'è un po' di tensione non mi metta a sbadigliare. In pratica abbiamo un tipo che viene morso da alcuni serpenti maledetti che appartenevano ad una suora sacerdotessa Voodoo ed invece di morire diventa una specie di zombie che ammazza le persone perchè immensamente cattivo. Dà la caccia ad un simpatico gruppo di liceali che ad uno ad uno cadono come in un videogame (di quelli abbandonati nelle sale giochi) ed ovviamente ogni volta che cercano di ucciderlo lui si rialza. Che brividi... E che colpo di scena finale... Non lo voglio neanche accennare, così sicuramente mossi dalla curiosità scaricherete subito il film da emule (anzi da con i torrent che si fa prima) e vi godrete il tutto dall'inizio alla fine.

lunedì 17 dicembre 2012

Juventus Campione d'inverno

Sempre più forti, sempre più soli, sempre e solo Juve. Dopo esser passati ai quarti in Coppa Italia ed essere arrivati primi nel proprio girone di Champion's League la vecchia signora sembra inarrestabile, ma soprattutto inarrivabile. Le mezze calzette che di tutta Italia che hanno gioito per i soli due passi falsi avvenuti contro l'Inter e contro il Milan (grazie ad un rigore fasullo) dovranno attendere ancora un pochino prima di esultare. Già perchè i numeri parlano chiaro. Inter a meno sette, Lazio e Napoli a meno otto, Fiorentina a meno nove, Roma a meno dodici e Milan a meno quattordici. Fa freddino nel resto d'Italia, temperature norvegesi. D'altra parte con 36 reti fatte (8,3% su rigore) siamo il migliore attacco e con 10 gol subiti (30% su rigore) siamo la migliore difesa. Per il resto non c'è storia, i giornalai cercano ancora l'anti Juve che ogni domenica cambia colore. Prima di chiudere ricordatevi di salutare la capolista, chinate il capo e... puppate.

Real Steel (2011)


Regia: Shawn Levy
Anno: 2011
Titolo originale: Real Steel
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.1)
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Partiamo dal presupposto che se i produttori sono Steven Spielberg e Robert Zemeckis è difficile che il film sia un fiasco. Aggiungiamoci poi che la trama è ispirata ad un racconto (Acciaio) di Richard Matheson, la percentuale di successo aumenta. E per finire infiliamo in un cast già formato da Hugh Jackman (non sto a presentarvelo) e Evangeline Lilly ("quella" di Lost), anche il giovane Dakota Goyo che fortunatamente risulta simpatico e non stucchevole. Insomma è quasi il protagonista della pellicola, rendendola appetibile anche ad un pubblico più giovane. Tutta la storia mi è piaciuta abbastanza, anche se avrei preferito una durata maggiore della pellicola e soprattutto una crescita evolutiva da parte di Atom. Sì, per certi aspetti abbiamo un richiamo al primo Rocky (anche se trovo impossibile fare un paragone), ma il famoso combattimento finale è avviene in maniera troppo repentina, non viviamo a pieno la metamorfosi che può avvenire nel robot della discarica, acclamato dal popolo. Un'arma vincente è quella di raccontare un futuro prossimo (siamo nel 2020) non troppo fantascientifico e non troppo differente dall'oggi che viviamo. Ok ci sono i robot che combattono, ma è non è qualcosa di sconvolgente o impensabile. Ci può stare, è abbastanza realistico e non è comunque una novità ad esclusione del tablet al posto del semplice telecomando. Un bel budget a disposizione inoltre permette di gestire senza strafare tutte le spese, comprese quelle degli effetti speciali. Non si rimane a bocca aperta, ma i robot sono perfetti: movimenti fluidi e determinati. Capiamo che si tratta di mezzi meccanici ed elettronici, ma li viviamo come se esistessero davvero. Semplicità e realismo, non ci fanno mai pensare che qualcosa sia impossibile. Il punto di forza è che non si cerca niente di sensazionale, per esaltare maggiormente la storia di padre e figlio (ricorda anche un po' Over The Top) e del piccolo Atom che era un robot da allenamento, un incassatore, che sfida il campione dei campioni. Da questo punto di vista però secondo me abbiamo alcune lacune e la storia di Davide contro Golia (o della piccola Cenerentola) è fin troppo abusata. Ciò che esalta maggiormente il mio interesse è comunque la vicenda che ricorda anche i vecchi cartoon giapponesi anni ottanta o perché no il Shinji Ikari di Neon Genesis Evangelion... Ma è tutta un'altra storia. Da vedere ed apprezzare.

Scuola D'Onore (1992)


Regia: Robert Mandel
Anno: 1992
Titolo originale: School Ties
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.7)
Pagina di I Check Movies

Non tutti ricorderanno questo film per la trama quanto per il cast di giovani promesse cinematografiche: Brendan Fraser, Matt Damon, Ben Affleck, Chris O'Donnell. Fa in effetti un po' senso vedere quei ragazzini che si destreggiano sul set. Lo sanno fare comunque in modo abbastanza egregio e si capisce che prima o poi diventeranno qualcuno. La storia è ambientata negli anni cinquanta e sembra davvero un'epoca molto lontana se ci concentriamo sulla sconcertante normalità con cui gli ebrei vengono giudicati. Eppure anche oggi non è finita qui, anche se magari mi piace pensarlo. Il film fa leva sui sentimenti e le emozioni che un gruppo di liceali condividono tra loro, ma lo fa in maniera un po' troppo superficiale e spensierata tanto più che il finale risulta acerbo e quasi inconsistente. Se non fosse per il cast a disposizione, la pellicola di Mandel non riceverebbe tutte queste attenzioni. Abbiamo una storia comune raccontata in maniera ordinaria che non ha niente di sconvolgente. Tutto nella norma senza andare oltre e senza alla fine lasciare un messaggio di nessun tipo. Il protagonista David Greene come ne esce? Né vincente né sconfitto così come praticamente tutti i rampolli della scuola d'onore. Noi ne usciamo ad ogni modo sazi per la visione di una chicca del passato.

venerdì 14 dicembre 2012

Ultima cena con Funflus (celibe)

Non nel senso letterale, almeno si spera, ma stasera ho fatto la mia ultima cena con il vecchio Funflus. Domani si sposa, quindi questa tranquilla pizzata in famiglia è stata lo spartiacque definitivo tra il prima ed il dopo. Una cena normale come tante, senza niente di particolare, comune alle altre ventordicimila già consumate. Ma voglio ricordarla, che resti bene impressa. Con un po' di nostalgico e malinconico che fa sempre presa.  Le prossime cene insieme, da soli o in compagnia, che saranno lo vedranno etichettato come sposato.  Mi piace immortalare questo momento, di per sè mostruosamente importante, ma altrettanto naturale e normale. Ciao Funflus celibe. Vestirò con orgoglio i panni del testimone per il tuo mutamento religioso e civile di fronte a Dio ed alla società (ed al tuo status di Facebook) e complimenti per l'inconsueta data scelta, in barba ai Maya(la) e la fine del mondo imminente. Non posso non concludere inserendo la "nostra" canzone:


mercoledì 12 dicembre 2012

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno (2012)


Regia: Christopher Nolan
Anno: 2012
Titolo originale: The Dark Knight Rises
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.7)
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Essendo il terzo capitolo di una saga, avrei dovuto aspettarmi che mi potesse piacere meno rispetto ai lavori precedenti. Eppure la ragione ha lasciato posto ad altro, ed inconsapevolmente mi ero fatto un'idea un po' troppo ottimistica sulla pellicola. Ammetto di essermi creato queste aspettative da solo, senza basarmi su altre recensioni lette in giro, ma non ricordo che qualcuno ne abbia parlato male. Oddio, in effetti non è che se ne possa parlare male, il film è un blockbuster da paura. Però dobbiamo anche scendere con i piedi per terra e dire che rispetto agli altri due lavori è stato fatto un passo indietro. Se con Batman Begins avevamo l'originalità e la sfrontatezza in una storia atipica portata avanti alla maniera di Nolan, ne Il Cavaliere Oscuro abbiamo un proseguo geniale con un Joker straordinario. E ne il ritorno? Osare troppo Nolan non poteva e trovare un villain che superasse Ledger era impossibile. Così abbiamo un grandioso action movie, con strabilianti effetti speciali, una trama molto lunga ed articolata, ma niente che faccia gridare al miracolo. Sia chiaro, ripeto che è bello, ma in un inevitabile confronto con i prequel ne esce sconfitto. Anche per quanto riguarda i nuovi volti scelti: benissimo che ci sia Tom Hardy, ma ridotto in questo modo la capacità recitativa è veramente limitata. O comunque non lega le scarpe a Joker, non solo nello scozzo tra gli attori, ma anche come personaggio in sé. Cattivo, ma troppo fumettistico, non fa paura, non è genialmente diabolico e deviato. Giusta la scelta di inserire altri due personaggi chiave dell'universo DC Comics, come Anne Hathaway nei panni di Selina Kyle conosciuta dai più come CatWoman (anche se nel film si accenna alla gatta solo nei titoli di giornale) e Joseph Gordon-Levitt che sarebbe Robin. Questi due personaggi, non vengono svelati con i loro nomi da fumetto, ma li scopriamo ed apprezziamo lentamente, durante la pellicola. Tutto il resto è quasi superfluo starlo a riscrivere: montaggio, fotografia, musica, sceneggiatura... Nolan non sbaglia un colpo e dimostra di sapersi destreggiare anche in un prodotto dl genere, ovvero da record di incassi. Budget altro per entrate alte, pur senza scadere nel banale ed accettando la sfida del terzo episodio che risulta conclusivo, senza lasciare troppo al caso. Sebbene non sia il genere di pellicole che è abituato a girare (forse sarebbe stato maggiormente a suo agio Michael Bay) la forza di Nolan sta nel lasciare il giusto spazio anche all'aspetto psicologico dei suoi personaggi. Riesce così a renderli più genuini, con una storia alle spalle, ma anche con una mente da affrontare e con cui dover fare i conti. Quindi, non aspettatevi niente di miracolato, ma neanche qualcosa di noioso, scontato o già visto. Siamo ancora nell'ordine dei grandi film d'azione.

Juventus 1 - Cagliari 0

Purtroppo sono rimasto fregato: l'ho messa a registrare con il MySky dimenticando che sul 102 la danno criptata. Sono quindi arrivato che era già al sessantesimo e Giovinco aveva già segnato. In mezzora si vede poco, specie se il risultato è stato acquisito e se la squadra che hai di fronte non è il Barcellona. Ad ogni modo felice per la formica atomica che questa volta sblocca realmente (e senza la complicità di altri tocchi avversari) la partita, segnando la rete che ci ha portato alla vittoria. Nonostante Conte avesse deciso di dare un po' di spazio alle seconde linee o comunque a coloro che avevano avuto meno spazio in questo inizio stagione, ho visto un sacco di nomi noti. Ho anche appreso con enorme tristezza che ci sono stati tre infortuni: Vidal, Bendtner e Giaccherini. Speriamo niente di grave per nessuno, abbiamo bisogno di tutti per continuare la nostra corsa sui tre fronti. Interessante (ma anche no) un curioso dato numerologico: Giovinco con addosso la maglia numero 12, segna al dodicesimo minuto di oggi ovvero 12/12/12. Adesso ai quarti ci siamo. l'importante era risolvere al questione nei novanta minuti a disposizione e continuare a non subire gol. Peccato per il furto di Milano su rigore inesistente... Vabbeh noi guardiamo avanti.

martedì 11 dicembre 2012

Il Cavaliere Oscuro (2008)


Regia: Christopher Nolan
Anno: 2008
Titolo originale: The Dark Knight
Voto: 9/10
Pagina di IMDB (9.0)
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Generalmente non recensisco film della solita saga a così poca distanza l'uno dall'altro, ma avendo tutto il cofanetto a mia disposizione non sono riuscito a resistere a questo Batman che non riporta il nome nel titolo, ma si fa riconoscere semplicemente come "Il cavaliere oscuro". La trama riprendere quasi esattamente da dove il primo episodio ci aveva lasciati, ma la struttura e la regia cambiano un po'. Abbiamo infatti una storia lineare, ben studiata ed architettata (forse anche troppo macchinosa per risultare realistica) che si concentra molto sulla psiche dei personaggi, buoni o cattivi che siano. Come cast siamo sempre ad un livello sorprendente con l'aggiunta di Aaron Eckhart nel ruolo del procuratore Harvey Dent e di Due Facce, ed un magnifico Heather Ledger su cui mi soffermerò a lungo più avanti, nelle vesti del cattivo più atteso: Joker. Purtroppo, e quando si cambia non mi piace molto, abbiamo Maggie Gyllenhaal al posto di Kate Holmes. Preferivo quella originale, anche come bellezza. Attori a parte abbiamo un Barman un po' diverso dal solito, più combattuto interiormente, che è causa indiretta della follia che si sta scatenando a Gotham. A Nolan riesce inoltre il connubio che viene a crearsi tra due filoni narrativi principali: Joker e Due Facce, che rappresentano una coppia di nemici ben congegnata. Soprattutto per come si sviluppano all'interno della pellicola: si sta attenti anche alle piccolezze e si resta affascinati a come anche i due cattivi si inseriscano bene nell'economia mentale del cavaliere oscuro. Batman stesso è messo a dura prova non tanto fisicamente dai suoi nemici (per oltre metà film il procuratore Dent sarà un formidabile alleato) quanto a livello emotivo, facendo straripare la dualità del personaggio. Si gioca con i sentimenti, ma anche con la ragione e la pazzia. La storia spazia molto da un argomento all'altro e prende varie tinte: dall'action movie allo psico thriller passando per il noir. Poi c'è la meraviglia, la vera forza della natura: Heather Ledger ed il suo Joker senza alcuna empatia. Il capolavoro che ci ha fatto dubitare sulla prova di Jack Nicholson venti anni prima. Quali dei due è il miglior Joker? Non esiste una risposta netta, tanto più che i due personaggi sono ampiamente differenti l'uno dall'altro. Di sicuro Ledger ha avuto dalla sua maggior esperienza fumettistica e fonti su cui prepararsi (anche per essere originale e non una scopiazzatura) nonché strumenti differenti da quelli del film di Tim Burton. Di contro però ha avuto anche un pubblico ormai assuefatto da Nicholson e dalla sua figura di Joker che per diverso tempo è stata un punto di riferimento. Insomma è difficile, se non impossibile scegliere, e nel dubbio li prendo entrambi. Il cavaliere oscuro è quindi un'opera magna dalla molte sfaccettature, tutte apprezzabili. Oltre trama, regia e cast che abbiamo già descritto ecco anche la fotografia che vede l'impiego anche di ambienti molto luminosi, in contrasto con quelli buoi e tipicamente hard boiled che hanno sempre fatto da sfondo alle avventure del super eroe mascherato. I costumi e la scenografia lasciano con il fiato sospeso, quindi è un film ben creato sotto ogni aspetto. Ti prende, ti sconvolge, riesci ad applaudire interiormente anche dopo averlo già fatto più volte. Credi di sapere cosa aspettarti, ma la linearità della storia è talmente intrecciata con avvenimenti e personaggi che forse pochi minuti più in là si cela qualcosa di più. Ed è così infatti. Incalzante dall'inizio alla fine, come la musica che ne segue i movimenti e si insinua sotto pelle. Come riesce a fare Joker con Batman e con ogni spettatore. Grazie Nolan!!!

lunedì 10 dicembre 2012

Nexus 4: panoramica su Android

Dopo una prima panoramica sulle funzionalità ecco l'articolo relativo al sistema operativo con cui è equipaggiato il Nexus 4. Si tratta di un Android puro, giunto alla versione 4.2.1 (Jelly Bean). Alcune caratteristiche e novità introdotte potrete leggerle in questa recensione del Nexus 7, mentre altre sono godibili soprattutto su di uno smartphone. Cercherò anche di fare una sorta di confronto con la Sense 4 di HTC, per quanto sia possibile, visto che si basa su ICS e non su JB. Il paragone ha senso soprattutto per il fatto che molte funzioni, su base puramente soggettiva, possono essere considerate più o meno utili, superflue, necessarie, controproducenti... Insomma spesso si legge in giro che come Android puro non ce ne è e che è bene avere un SO minimalista e configurabile a proprio piacimento. Dopo circa dieci giorni di utilizzo posso sfatare in parte questo mito, asserendo che alcune funzionalità o effetti inseriti in una versione customizzata possono anche non piacere, ma altri sono invece utili e ben fatti. Partiamo però con ordine senza stare ad esaltare l'uno o l'altro aspetto, per affossare la controparte. Con il Nexus 4 avremo comunque una longevità non indifferente, grazie agli aggiornamenti continui ed alle ultime versioni del sistema operativo. Le funzioni di più grande portata sono quelle relative alla nuova versione Jelly Bean che consente di avere una maggiore fluidità dei contenuti e quindi una più alta sensibilità e reattività. Abbiamo poi i widget nella lock screen da poter attivare, il daydream per impostare la visualizzazione dello schermo una volta sotto carica, photo sphere per fare fotografie a 360°, i collegamenti che si posizionano in maniera automatica e così via.




 Desktop e menù applicazioni:

La struttura è simile a quanto già visto in precedenza, con cinque schermate configurabili a piacimento e la possibilità di creare cartelle anche all'interno della dockbar che oltre al pulsante centrale del menù prevede quattro tasti rapidi. Il alto è presente la barra per effettuare le ricerche (anche vocali) ed il doppio menù a tendina con cui richiamare alcune funzioni da attivare o disattivare velocemente. Nella pagina delle applicazioni, scorrendo possiamo visualizzare direttamente i widgete, sicuramente una cosa molto comoda. In alto è sempre presente la funzione per richiamare il play store. Sulla Sense avevamo un launcher con il cambio di desktop molto più carino e soprattutto diversi stili pre impostati e personalizzabili. L'orologio, famoso marchio distintivo era comodo, ma sostituendolo con il widget de il Meteo.it mi trovo meglio visto che per le previsioni ho sempre utilizzato quel servizio e non quello base offerto da HTC. Ovviamente se si volessero usare altri launcher particolari, basta scaricarli e la flessibilità è molta.


E' buono Chrome?

Il browser integrato è Chrome. Una vergogaa della natura, il peggiore mai usato fino ad adesso. Non è male la sua gestione delle schede, ma sono cose che fanno tutti ormai e trovo impietoso che sia stato scelto. Per chi è al suo primo utilizzo può anche andar bene, visto che permette la navigazione in stile desktop. Quello integrato nella Sense era di gran lunga migliore, forse un po' più peso e meno fluido. Se prima non c'era la reale necessità di affidarsi ad un'app di terze parti, qui si sente molto la mancanza di qualcosa di serio. Per questo motivo ho optato per Dolphin: anche questione di abitudine e preferenze.

Telefonate ed SMS?

La gestione contatti e chiamate è invece gestibile in maniera ottimale in una versione pulita come quella di questo Android. Senza troppi fronzoli abbiamo nella solita schermata la possibilità di scelta tra il tastierino numerico (e la sua funzione di ricerca), la cronologia delle chiamate (effettuate, ricevute, perse) o la rubrica totale e modificabile dalle impostazioni. La gestione di ogni singolo contatto è nella norma con suonerie personalizzate, foto ed altri dati da inserire. Tutto compatibile, per forza di cose con il proprio account gmail. Anche la gestione degli sms è molto buona proprio perché user friendly e senza troppi infiocchettamenti. Io però sono uso che li utilizza poco preferendo email, gtalk o whatsapp. Il riconoscimento vocale è come al solito perfetto. Peccato che dimentico di utilizzarlo, sarebbe parecchio più veloce.

La nuova lockscreen:

La lockscreen è quella pulita normale, il riconoscimenti facciale è migliore rispetto a prima, ma grazie alla fotocamera frontale (1.3 megapixel) secondo me. Come già accennato grazie ad Android 4.2 adesso possiamo usare widget anche una volta bloccato il telefono o andare nella modalità fotocamera. Questa non mi sembra una mossa molto geniale visto che è possibile usarla anche se non si conosce il codice di attivazione.


Nuova keybord con swipe

La tastiera è diciamo nella norma, ma per abitudine mi trovavo meglio con quella della Sense che aveva i caratteri speciali disposti in maniera più velocemente raggiungibile. E' attivata però la possibilità di usarla in modalità SWIPE per chi fosse interessato. Io preferisco il classico sistema e sono andato a riscaricarmi la SwiftKey che resta la più completa e facile da usare. Peccato sia a pagamento.



Per la posta?

Il client di posta di default è Gmail che per chi come me usa un account Google va davvero bene, soprattutto ora con l'ultimo aggiornamento il quale permette di zoomare all'interno della posta. E' presente anche un altro client che non ho avuto modo di utilizzare.

Altre applicazioni:

Il corredo di applicazioni a disposizione è volutamente molto scarno così da lasciare ampia scelta e libertà all'utente finale. Troviamo però già ordinate in una cartella tante applicazioni made in Google, che utilizzando molto, avrei comunque scaricato: Gmail, Google+, Maps, Play Store, Play Music, Play Books, YouTube, Google Talk, Calendar e Persone. Il pacchetto è completo ed ideale per chi si appoggia quotidianamente a determinati servizi. Ci sono poi anche Drive e Earth.

Nel complesso Android Pure offre di più rispetto alla Sense di HTC?

Nel complesso quindi non possiamo dire che un Android puro è il top: ciò che ci viene fornito di corredo spesso va cambiato in base alle nostre esigenze, cosa fattibile anche con altri sistemi personalizzati dalla compagnie. Il punto di forza maggiore sta nei continui aggiornamenti disponibili, così da poter usufruire nell'immediato di chicche come Google Now o Photo Sphere. Altre, invece possono essere degli aggiustamenti (i quick settings che mancavano) o delle aggiunte non necessarie(i widget nella lockscreen) o qualcosa di utile per un ristretto numero di persone (la multi utenza). Inoltre si tratta di features che saranno disponibili su tutti i nuovi smartphone basati su questa versione di Android, non certo delle esclusive per i Nexus. Il vantaggio di oggi è quello di averle a disposizione prima di chiunque altro, non di averle migliori o più performanti. Per l'utente esperto i risultati ottenuti con l'una o l'altra versione sono i medesimi (anche perché ognuno può installare e disinstallare cosa più lo aggrada), ma l'esperienza di Sense nella sua globalità ha una marcia in più se si decide di non toccare nulla ed utilizzare le applicazioni proposte. Per esigenze particolari o estreme esistono sistemi godibili da tutti. A parità di versione Android c'è chi ha di più e chi ha di meno. Il resto sono chiacchiere da fanboy.

Young Adult (2011)


Regia:  Jason Reitman
Anno: 2011
Titolo originale: Young Adult
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.5)
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Palloso ed inconcludente. Se avevo acclamato Reitman per Juno che ho trovato fresco ed originale, qui mi son dovuto ricredere. Charlize Theron è brava però, entra con grazia in una parte sicuramente antipatica, ma non facile. E' la storia ad essere inconsistente: la protagonista è una ex cheerleader di una cittadina campagnola, che fa un po' di successo e va nella grande città Minneapolis (non chiamatela Mini Apple..) dove fa la ghost writer. Trentasette anni, bella come il sole (deh è Charlize Theron mica la Littizzetto) e tanto insoddisfatta della propria vita. Così torna a Mercury, Minnesota per.... Sì, praticamente a caso, per rimettersi con il suo ex fidanzato del liceo che adesso è felicemente sposato ed ha appena avuto una bambina. La trama potrebbe anche starci se fosse raccontata bene, se fossero messe in evidenze le vere motivazioni che la portano ad essere la troia che in effetti è, se ci fosse un barlume di morale, anche sbagliata.. Ed invece calma piatta. Dobbiamo stare a guardare questa ridicola vacca che fa le moine ed è senza dubbio psicopatica o comunque gravemente malata. Un hurrà verso la fine quando si fa pigiare dal nerd della situazione ed un altro hurrà quando se ne torna a casa povera di contenuti come quando è arrivata. Ci si aspettava sicuramente di meglio, uno spaccato di una qualche situazione contemporanea: divorzi, infedeltà, amicizia, nostalgia. No, tutto va tranquillo per una dark commedy a cui manca sia una piccola dose di umorismo sia un piano realistico su cui poggiarsi. Peccato perché con altri spunti poteva essere meno noioso.

domenica 9 dicembre 2012

Batman Begins (2005)


Regia: Christopher Nolan
Anno: 2005
Titolo originale: Batman Begins
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.3)
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Ok ok ok, non è fedele o meglio fedelissimo alla storia vera. Meglio. Nolan è un mito infatti. Ci sa fare da ogni punto di vista e riesce a rendere straordinario un franchise già vivisezionato in lungo ed in largo. Era il 2005 e non sentivamo certo il bisogno dell'ennesimo pipistrello mascherato da uomo (?). Io stesso ero nauseato dall'idea che uno dei miei personaggi preferiti venisse ributtato al centro del grande schermo. Ma attenzione, Nolan è Nolan. Non fa le cose semplici, non le fa a caso e soprattutto non le fa senza cognizione di causa. Ha creato una delle più belle trilogie fumettistiche, pur castrandosi. Già, perchè nonostante tutto deve pur seguire una certa linea narrativa ed abbandonare parte del suo stile. Restano per nostra fortuna i vari piani narrativi, i continui flashback e quella voglia di osare un po'. Solo i grandi ci riescono, sebbene abbia avuto a disposizione un budget non indifferente e degli attori di altissimo livello. Primo tra tutti Christian Bale (uno dei suoi preferiti a quanto pare) che ha la faccia giusta al momento giusto. Non quella dello scaccia fica Parker / Ragno / Maguire. Tanto più che solo pochi mesi prima era uscito secco sfinito nel film L'Uomo Senza Sonno. Grande prova, bravo e gli permette anche di sostenere dei dialoghi seriosi senza battutine acchiappa teenager qua e là. Il personaggio è quello e deve essere quello. Poi nel cast c'è anche prezzemolo Morgan Freeman: dategli anche una parte insignificante, ma dategliela. Giusto così, anche se non fa nulla. Vederlo è sempre un piacere, così come Katie Holmes che non stucca mai. Finito? No, manco per sogno: ecco Michael Caine a fare da maggiordomo (avanti, chi altri sarebbe stato meglio di lui?), Liam Neeson a fare il buono e cattivo, Gary Oldman il tranquillo poliziotto sconsolato, ed un Cillian Muprhy talmente viscido da far venire i brividi. Con roba del genere non è facile neanche tenerli tutti al loro posto. Ma poi i colori la scenografia, la Gotham dei derelitti e del successo. Insomma se voleva rilanciare al successo Batman, l'uomo pipistrello che i super poteri se li crea da solo non c'era miglior soluzione di questa. Come detto siamo sempre nell'universo DC con Gotham City sullo sfondo, ma il realismo è un ingrediente da non sottovalutare. Così come il concentrarsi su di un cattivo che non è il solito Joker: un azzardo, una scommessa (vinta) fare il primo film slegato dalle precedenti produzioni senza un must del genere. Non si può arrivare in fondo e non apprezzarlo, perchè già lo si fa dalle prime battute. Il bluray che ho è quello che fa parte del cofanetto Il Cavaliere Oscuro Trilogy per cui anche tutti gli extra verranno descritti nella recensione conclusiva.

Palermo 0 - Juventus 1

Torna Antonio Conte in panchina, dopo i quattro mesi della vergognosa squalifica che lo ha visto coinvolto, e la Juve continua a vincere. Fuori casa, contro un Palermo che tiene bene il campo per tutto il primo tempo. Poi è il campo a non tenere più, l'acqua e la grandine. Ma neanche la squadra bianconera che inizia la ripresa con un appiglio differente. Oltre al gol dello svizzero, con magnifico assist di Vucinic possiamo contare due pali ed altrettante occasioni da rete, purtroppo mal sfruttate. Maggiore cinismo e minore leziosità ci avrebbero regalato un risultato differente, ed anche alcuni brividi in meno. Non che i siciliani siano mai stati pericolosi, ma le partite è giusto chiuderle quando si può, senza regalare niente agli avversari. Contento però per la partita in sè, per il risultato soprattutto, ma anche per il ritorno davvero tanto atteso del nostro Al Pacino motivatore. Non è semplice vincere a Palermo, solo i partenopei ci sono riusciti in questo campionato. I ventuno punti di differenza sulla carta pesano e non poco, ma il verdetto del campo è l'unico che conta. Ancora primi e stiamo a guardare cosa succederà questa sera tra Napoli ed Inter, uno scontro diretto tra le altre due pretendenti. Ed ora avanti per la prossima con tutto il team al completo e con nuove motivazioni dopo la striscia consecutiva di successi in Europa ed in Italia. Con Conte, il calcio che conta.

La fine dello Skyliner?

Dramma. Devastazione apocalittica. I Maya forse avevano ragione, malidetti loro. Il mio amato Skyliner mi sta abbandonando. Un freddo ed avverso sabato sera d'inverno. Sai, capitasse di martedì sarebbe più umano. Ma le disgrazie non possono mai essere tali se non di portata catastrofica. Con il motorino ci vivo, più io di uno che consegna le pizze a domicilio. Eppure il fato avverso mi ha preso di mira. Ne ha passate di tutti i colori porolui, come la volta che gli feci il pieno di gasolio oppure quando la batteria decise di andare a farsi benedire nonostante la contrarietà del Papa o ancora quando fu la centralina a meritarsi i miei vaffanculo e pure la volta in cui ho rischiato di lasciarci le penne. Ma ci sono stati anche i bei momenti in cui grazie al fidato mezzo di locomozione ho tratto in salvo l'amico gettons da ore ed ore di attesa alla stazione. Mio caro Skyliner mi stai abbandonando nel modo più orribile: unica chiave spezzata e contorta. Adesso non resta che sperare in un buon fabbro e/o maniscalco e/o mago e/o scassinatore e/o armaiolo che sappia ricopiarla e/o ricostruirla e/o clonarla. Altrimenti kit da sostituire, trasporto, mano et poi opera e quindi spesa mastodontica. Incrociamo le dite tutti quanti insieme per l'amato Skyliner.

sabato 8 dicembre 2012

Ed ecco tra noi anche Lisa

Quello di "Generale, i soldati avanzano!. Metteteli in frigo"
Fabio, noto anche come il Turo, è il più antico e vetusto personaggio fondatore del fondo che conosco. Posso vantare di aver condiviso con lui una lunga amicizia, che me lo ha fatto apprezzare sotto i più innumerevoli punti di vista. E davvero, babbo più babbo di lui non ce ne è. Nonostante i "pippo pippo" davanti al comune, nonostante le migliaia di altre avventure che lo hanno contraddistinto, è sempre stato il più adatto di tutti. Dopo Federico, Sofia, Sofia e Gioia quindi è venuto il turno di Lisa. E' nata il 3 dicembre, ma fino ad oggi non ero riuscito a vederla. Con altri amici fondisti ci siamo catapultati quindi in casa di Fabio e Debora (complimenti soprattutto a lei: l'impegno pratico del Turo è stato di una manciata di secondi) per vedere la nuova arrivata. Turo commosso e commovente, complimenti ancora a tutta la famiglia ed auguri. Bravi, bravi, bravi. E bravo babbo Turo, che è sempre lo stesso, come una testimonianza cinematografica vista oggi, ci rammenta.

Nexus 7: leggere altre memorie

Nonostante abbia cercato di auto convincermi della buona utilità dei tablet non sono ancora riuscito a trovargli un compito definitivo. Ma diciamo che ci sono quasi riuscito. Come sappiamo il Nexus 7 è dotato di una memoria di 16GB non espandibile. Grazie al clouding possiamo fare anche a meno di maggiore spazio, e se vogliamo quello che abbiamo può bastarci per numerose operazioni. Però se si volesse utilizzare il tablet ad esempio per guardare film o ascoltare musica, senza dover ricorrere ad un collegamento internet, ecco che la scheda a disposizione può non essere sufficiente. Con una spesa minima però (sue eBay si trovano anche a due euro spese di spedizione incluse oppure su Amazon) possiamo prendere un cavo USB OTG (On The Go) e collegarci un qualsiasi sistema di archiviazione di massa, dalle pennine, agli hard disk, ai lettori di SD, alle macchine fotografiche. Poi con Nexus Media Importer (che costa 2,34 euro) abbiamo la possibilità di leggere i file a nostra disposizione. Senza dover avere i permessi di root. Una volta installata l'applicazione e collegato il dispositivo, questo riconoscerà subito la periferica (se formattata in FAT16, FAT32 o NTFS) e procederà alla scansione. Sono presenti anche delle tab per facilitare la navigazione tra i vari contenuti: photos, videos, music, docs e folders. Senza permessi di root purtroppo però abbiamo delle limitazioni riconducibili alla sola lettura dei file, non possiamo quindi modificarli o copiarli. Al contrario è possibile importare materiale sul dispositivo, anche selezionando più file per volta. Se usiamo infatti la visualizzazione avanzata compariranno tutte le cartelle del Nexus da poter scegliere per copiare foto, musica o video. Con la medesima operazione sarà possibile anche condividere il materiale sui vari social network, via email etc.  Il player integrato permette di visualizzare o ascoltare numerosi formati (per la musica supporta pure i FLAC e supporta le playlist m3u) e qualora non li leggesse basta avere sul dispositivo un lettore compatibile per poterlo fare. Se siete interessati solo alle fotografie Nexus Photo Viewer è invece gratuito.

Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo (1975)



Regia: Milos Forman
Anno: 1975
Titolo originale: One Flew Over The Cuckoo's Nest
Voto: 8
Pagina di IMDB (8.8)
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Difficile non restare senza parole, ogni volta che lo si guarda. E' una di quelle pellicole senza tempo, che possono essere viste a distanza di anni e continuano a lasciare il loro segno. Senza colpi di scena, senza una trama intrecciata e complicata, senza rocamboleschi cambi di marcia, il cast sensazionale che recita nel film di Forman, lo rende una chicca entusiasmante. Qualcuno volò sul nido del cuculo va ben oltre la prova di Jack Nicholson. Abbiamo una straordinaria Louise Fletcher ed un magnifico Brad Durif che non a caso ottiene una nomination all'Oscar, attorniati da Christopher Loyd, Will Sampson e Danny DeVito. Anche chi tra loro ottieni parti marginali, risulta incisivo e contribuisce all'economia della storia. Nel complesso si tratta di uno di quei grandi capolavori di cui non vorremo mai disfarci e che trasmette emozioni, anche contrastanti dall'inizio alla fine. I valori umani che vengono fuori sono quelli relativi ai pazienti dell'ospedale psichiatrico, ma molto lo dobbiamo anche alla Fletcher (infermiera Ratched) che è l'elemento di disturbo, il cattivo, la ragione, l'autorità. Se pensiamo al 1975 inoltre possiamo dire che i temi trattati sono molto caldi e forti per l'epoca: addirittura oggi non dovrebbero più esistere casa di cura che agiscono sui pazienti con elettrochock o lobotomia. Cosa abominevoli, raccontate con grande maestria ed inserite tra le varie sedute ed una digressione (la gita in barca). Non risulta mai monotono, ripetitivo o noioso, pur insistendo su determinati punti senza mai stravolgere la reale natura della storia. Forse nel finale si ha un crescendo di avvenimenti, salvo poi tornare alla comune tranquillità che lo contraddistingue. Meraviglioso.

venerdì 7 dicembre 2012

Cowboys & Aliens (2011)


Regia: Jon Favreau
Anno: 2011
Titolo originale: Cowboys & Aliens
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.1)
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Già dal titolo non mi aspettavo molto. Far west e fantascienza? Mah, o l'uno o l'altro. Poi per caso ho letto i nomi dei due protagonisti (Harrison Ford e Daniel Craig) convincendomi che alla fine non poteva essere così male. Beh, ho sbagliato. La pellicola non dice niente di interessante, si evolve in maniera confusa e che segua o meno la trama del romanzo grafico di Scott Mitchell, non è importante. E' assurdo. Non la parte fantascientifica in sé, ma il connubio tra l'Arizona del 1800, alieni che cerca l'oro, cowboys che perdono la memoria... Il tutto con vari intrecci che vorrebbero dare un senso e maggiore spessore ai personaggi. A mio avviso invece si butta benzina sul fuoco, rendendo la boiata anche sentimentale. Almeno avessero avuto il coraggio di fare pura azione e sparatorie. No, ci infilano dentro un po' di tutto. Dai pellerossa agli alieni presi al lazo. E ripeto, già dal titolo che qualcosa che non vada, uno lo capisce al volo a meno che non si tratti di qualcosa di trash. Anche i film porno hanno titoli migliori. Ma non ci si ferma qui: niente di incalzante o di curioso o di avventuroso. Due generi mischiati tra loro in maniera tra l'altro pessima. L'unica cosa che salva un minimo il film, sono i protagonisti, a mio avviso comunque spaesati. Ian Solo è fatto per ben altre cose. Non state a guardarlo, sia che amiate la fantascienza o se vi piacciono i western. Non fa per nessuno.

giovedì 6 dicembre 2012

Nexus 4: recensione

Già da alcuni giorni sono finalmente riuscito ad avere il Nexus 4, che forse fino ad oggi è lo smartphone più desiderato della storia. Tanti rumors, tante indiscrezioni, i problemi riguardanti le differenze di prezzo tra Play Store e quello fissato da LG, la scarsissima disponibilità, lo hanno reso un vero e proprio miraggio. Il Sacro Graal dei gadget di culto. Di cosa si tratta nello specifico? Il Nexus 4 è l'ultimo device Nexus sul mercato degli smartphone, prodotto da LG per Google. Il fatto che sia un Nexus garantisce una longevità senza pari a livello software, montando una versione pura di Android, che beneficerà sempre degli ultimi aggiornamenti. Siamo infatti alla 4.2.1 (Jelly Bean). Oltre a questo abbiamo un top di gamma senza pari che surclassa altri prodotti ben più costosi (chi ha detto iPhone 5?) avendo al suo interno processore, scheda grafica e chip di altissimo livello. Capiremo presto quindi il perché della rincorsa a questo device con un prezzo che oscilla ancora oggi tra i 300 ed i 600 euro e resta in ogni caso il più competitivo. Anche se ora sono comparsi in rete miliardi di utenti che giurano che non compreranno mai un prodotto LG visto che la casa coreana ha deciso di non vendere tale dispositivo in Italia. Acerba l'uva eh? Ma partiamo con ordine andando a spulciare le caratteristiche principali che lo contraddistinguono.

Struttura ed ergonomia:

Strutturalmente è ben disegnato e finalmente abbiamo su di un Nexus materiali di un certo livello: addio giocattolini plasticosi che non trasmettevano l'idea di solidità e serietà. Con LG si cambia marcia e tutta la struttura è rivestita di vetro (Gorilla Glass 2), con la parte posteriore che emana effetti brillanti e luccicosi: #megusta. Ai lati abbiamo una gommatura per facilitarne la presa ed un rivestimento in acciaio che segue tutto il perimetro regalandoci un'estetica veramente molto apprezzabile. E' il primo Nexus a non essere brutto. Nella parte frontale abbiamo la fotocamera (da 1.3 megapixel) posta in alto a destra vicino allo speaker per le telefonate ed il led per le notifiche (blu) in basso al centro. Lo schermo ricurva leggermente ai lati e dà la sensazione di essere un unico blocco. In alto abbiamo l'ingresso per le cuffie da 3.5 mm ed un microfono di abbattimento suono, a destra il pulsante fisico power ed a sinistra quello per il volume e lo slot per la micro SIM. In basso l'ingresso micro USB (che supporta la tecnologia Miracast), mentre sul retro la fotocamera (da 8 megapixel) ed il flash LED oltre che la scritta NEXUS ed il logo di LG. Con 139 grammi risulta essere leggero per le sue dimensioni, anche se esistono prodotti che lo sono maggiormente. Certo, le dimensioni non aiutano in questo campo. Nel complesso però anche una mano piccola come la mia lo tiene in tutta comodità. Discorso differente invece per quanto riguarda la grandezza del display: a mio avviso i 4,7" sono eccessivi per poter raggiungere facilmente ogni angolo con una sola mano. Ci si abitua certo, ma la mia sensazione di qualche mese fa a riguardo di questo aspetto degli smartphone, resta inalterata. Sensazioni a parte, la mia più grande paura è quella che l'elegante vetro posteriore possa frantumarsi cadendo o picchiando accidentalmente sulle superfici. Al momento non temo il problema del surriscaldamento: non so che ci fanno gli altri, ma per adesso mi pare a temperatura ambiente anche dopo che ci gioco.

Display:

Restando in tema di schermo ecco che possiamo vantarci di avere uno dei migliori ad oggi disponibili: il pannello è un True HD IPS+ LCD, che detto così non ci si capisce nulla, ma rispetto ai "vecchi" super amoled garantisce una migliore schermatura per quanto riguarda la luce riflessa. Non so se possiamo parlare di effetto placebo, ma l'LCD montato su questo LG non fatichi a vederlo neanche in condizioni difficili. Certo, non sarà mai la tecnologia eInk, ma il miglior compromesso provato tra colori brillanti e contrasto da favola. Non a caso la risoluzione è HD (1280x768) e garantisce 320 ppi. Non sono pochi, soprattutto con uno schermo di queste dimensioni. Il tocco è piacevole ed immediato, si parla di strati più sottili che dovrebbero aver eliminato quella impercettibile distanza che ci separa dai contenuti. Se devo essere sincero fino in fondo l'esperienza è piacevole, ma non di quelle che ti cambiano la vita. Fa molto più "rumore" il discorso fluidità, che peraltro dovrebbe dipendere da ottimizzazioni software e non da pregi dello schermo in sé. Tornando ancora un attimo sulla definizione, anche tenendo la luminosità impostata su automatico, i bianchi risultano tali e non ombrosi o azzurrini. Stessa cosa per i neri. Perdiamo un po' invece in vivacità dei colori, fino a quando non impostiamo il livello massimo cui può arrivare lo schermo e ci godiamo il tutto come un tempo. Quindi possiamo dire tranquillamente che è stato effettuato un passo generazionale grazie agli IPS che permettono di godere colori accessi, ma al tempo stesso anche più naturali, con un minore riflesso della luce.

Caratteristiche hardware:

Sotto lo schermo c'è di più. Tanto di più, e sebbene la rincorsa al processore più performante in uno smartphone possa quasi sembrare ridicola, possiamo godere senza alcun limite ogni tipo di applicazione, gioco o operazione. Lo Snapdragon S4 Pro 1.5 Ghz è un quad-core della Qualcomm dalle enormi potenziali, affiancato ad una GPU Adreno 320 che è tra le ultime realizzate. Come se non bastasse passiamo a ben 2GB di RAM, altro passo in avanti per gli smartphone visto che questa è la dotazione classica di memoria montata sui tablet di fascia alta. Sono solo dati e numeri che però riversano molti aspetti positivi anche sull'aspetto pratico e sull'utilizzo quotidiano garantendo performance molto elevate soprattutto visibili con il multi tasking.  La memoria interna (nel mio caso da 16 GB) non è espandibile, ma grazie al clouding (che adoro) possiamo riuscire a farne a meno. Nel One S avevo occupato sì e no 4 GB. Certo è che avere un terminale del genere invoglia molto al suo utilizzo anche per la visione di filmati. Per questo motivo più memoria a disposizione uguale più libertà. L'apparato audio è molto buono, ma assolutamente non all'altezza di quello del già citato HTC One S. Lo speaker inoltre essendo posto sul retro, all'interno della scocca se poggiato su una superfice durante l'ascolto di musica non dà le stesse ottime sensazioni provate con l'altro device. Il comparto audio per le telefonare è invece buono, con un attimo abbattimento dei rumori. Per il resto c'è tutto: wifi, bluetooth 3.0, microUSB, NFC, GPS, giroscopio, carica wireless. Un capitolo a parte meriterebbe la batteria: 2100 mAh senza possibilità di essere tolta. Un punto a sfavore quindi rispetto ad altri terminali, ma se le prestazioni rimangono queste ben venga. Sinceramente in trenta mesi di di smartphone non ho mai sostituito una batteria, pur lamentandomi spesso della loro durata. Dopo cinque giorni, abbastanza intensi, invece quella del Nexus 4 mi ha sorpreso e non poco. Anche perché avevo letto diverse recensioni che ne parlavano non troppo bene. Ci arrivo finalmente a fine giornata senza stare troppo attento a doverlo ricaricare. E sono uno di quelli che lascia attivo il GPS, usa molti widget e ci naviga abbastanza. Forse è proprio il pannello IPS che consuma meno, visti i colori più reali e meno accesi, rispetto ai Super Amoled. C'è da dire che ormai sono anche abituato ad usare alcuni accorgimenti come Sentry per la gestione wifi o usare uno sfondo scuro e non animato. La batteria inoltre supporta gli 800 cicli a differenza delle più comuni da 500. Sempre se questo serve a qualcosa. I tempi di ricarica globale sono più lunghi rispetto alla (mia) media, ma dato il più alto amperaggio c'era da aspettarselo.

Come da consuetudine articoli separati verranno scritti per affrontare le caratteristiche software, e magari un confronto con HTC Sense 4, e quelle relative a fotocamera e videocamera.