Autore: Dan Simmons
Pagine: 513
Editore: Mondadori
Titolo originale: Olympos
Voto: 3/5
Pagina di Anobii
Trama del libro:
In un cosmo costituito di varie dimensioni, comunicanti tra loro, diverse forme di vita si combattono per la sopravvivenza e il dominio. Sul monte Olimpo gli dèi della classicità hanno ricreato, nel mondo di Ilio, la guerra di Troia, richiamando in vita un professore del ventunesimo secolo, Thomas Hockenberry, perché sorvegli lo svolgimento delle battaglie in modo che tutto avvenga come nella realtà storica. Ma Hockenberry, innamoratosi di Elena, ha tramato perché greci e troiani stringessero un'alleanza contro gli dèi. Ottenuto il suo scopo, però, si rende conto che gli uomini di Ilio non hanno nessuna speranza contro le divinità, in particolare contro Zeus, il despota dell'Olimpo. Deve dunque intervenire di nuovo, per sfruttare il malcontento generato da Zeus tra gli altri dèi e aiutare così la causa di Ettore e Achille. Intanto, sulla Terra, i pochi post-umani rimasti, prodotti di una tecnologia ormai dimenticata, stanno cedendo sotto l'attacco dei voynix, macchine in parte organiche affrancatesi dal dominio degli umani e ora decisi a sterminarne la razza. Infine, sul pianeta Phobos, i moravec, esseri cibernetici creati dagli umani, ma rimasti loro alleati, sono gli unici a preoccuparsi dell'equilibrio del cosmo. Due di essi sono stati inviati sulla Terra con Odisseo per scoprire quale alterazione abbia generato gli dèi, in modo da ristabilire l'equilibrio universale. In un continuo gioco di salti dimensionali e intrecci tra personaggi che nulla sembrano avere in comune, nemmeno un'origine genetica, Dan Simmons chiude in modo spettacolare una delle saghe più innovative della fantascienza contemporanea. Cominciata con "Ilium. L'assedio", è un'opera nella quale la rivisitazione della letteratura classica e la sperimentazione fantascientifica raggiungono un livello d'immaginazione estremo, che ha saputo conquistare un numero sempre crescente di fan in tutto il mondo.
Commento personale e recensione:
Tirando le somme di tutta la saga (1, 2 e 3) direi che la sensazione che provo si avvicina molto alla delusione. Troppa carne messa a fuoco, interessantissima e curiosissima, ma senza che poi venga spiegata a dovere. Ogni singola caratteristica e sfaccettatura del libro è bene elaborata e sviluppata, ma questo non porta quasi a niente. Per il tomo conclusivo sinceramente mi aspetta un'apoteosi dei sensi, mentre mi ritrovo con un pugno di mosco. Certo, la linea descrittiva resta magnifica e sensazionale, trasuda cultura da ogni lettera stampata, però manca qualcosa. Non si tratta del colpo di scena finale, la struttura non lo permetterebbe, ma alcuni punti esclamativi mancano e lo si nota. Desideravo ardentemente sapere di più riguardo al Califfato, agli ebrei, al buco nero di Parigi, alle atomiche abbandonate nell'Atlantico... Perchè stuzzicarmi la mente alla maniera di J. J. Abrams e poi lasciare molti interrogativi in sospeso? Che Dan Simmons sia sadico? Ovviamente questi sono soltanto gli aspetti negativi, con cui ho voluto iniziare la recensione, proprio perché mi sento un fan che deve dire la sua, anche di fronte ad un'opera immaginifica e splendida. L'evoluzione che speravo di vedere a livello di trama, non è mancata per quanto concerne i personaggi: tutti, dal primo all'ultimo, crescono e maturano senza sosta. Sono uomini (e non solo) veri. Peccato però che mi tornano alla mente i vari tasselli non sistemati, il lieto fine insensato (ma cavolo, Setebo e Sicorace liquidati così? Ovvia...) con pagine e pagine di "e poi successe". Sembra il finale tedioso e sbriciola noci de Il Signore degli Anelli. Il fatto di amalgamare fantascienza classica a mitologia greca rende giustizia solo in parte a questo ultimo capitolo ahimè sconclusionato e frettoloso. Tre quarti della saga ha imposto ritmi di ricerca e di domande, mentre il finale ci lascia solo con un gruppo di personaggi ben delineati, ma non degno di tutta l'epopea vissuta. Il fanatismo letterario che si crea per chi si avvicina a Simmons con Ilium ed Olympos, viene davvero ridotto dal senso di smarrimento in un finale che non lascia spazio ad un proseguo (se non come spin-off), ma neanche ti culla fino alla fine consegnandoti un dono all'altezza dell'incartamento. Da Shakespeare a Proust, dagli omini verdi ad Achille, da Calibano al fanatismo arabo e così via, ci sono elementi su cui discutere e studiare per tempi immemori. Non a disposizione di tutti purtroppo.
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