Regia: Bernardo Bertolucci
Anno: 1976
Titolo originale: Novecento
Voto: 7/10
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Oltre cinque ore di film, diviso in due atti, senza mai attendere sbadigliando il termine. Oltre cinque ore di lotta di classe, tra ricco e povero, padrone e paesano e nel mezzo il fascismo, il comunismo, l'amicizia e l'odio, la violenza. Non amo i magnificat cantati in lode ai rossi e gli slogan proletari, questo devo dirlo come premessa insostituibile, ma ho adorato l'obiettività di Bertolucci e la sua intelligente presa di posizione. Onesto fino in fondo ha raccontato la sua storia, senza farsi prendere da una foga ideologica che avrebbe potuto rendere antipatico, almeno ai miei occhi il film. Al di là delle tragiche e vergognose vicende politiche che hanno segnato l'inizio del secolo scorso, la regia ha preso in esame quarantacinque anni di due uomini, divisi dal destino sociale, ma uniti sempre e comunque, nel bene o nel male. Amici e nemici allo stesso tempo, indissolubilmente. Possiamo guardare la pellicola con occhi e vanto da intellettuali e quindi santificarlo come capolavoro cinematografico e non ci sarebbe (quasi) niente di male, o possiamo anche apprezzarlo per il racconto intrinseco che ci narra. Tutto il resto, forse sminuendo il volere di Bertolucci, è un coro che dà forza alla melodia. Semplice la trama e semplice la vita, senza vie di scampi, senza sbocchi e senza l'idillio assoluto di un'ideologia oggi morte e defunta. Non nel 1976 però, quando falce e martello erano ancora simboli solidi in Italia. Certo è che scene crude, senza alcun filtro fanno tremare ancora oggi, così come danno un brivido positivo i sit in delle donne durante il raccolto di San Martino (atto I) o il coraggio sfrontato durante le esecuzioni delle camice nere (atto II). Poi come dicevo nel mezzo c'è di tutto, dal sadismo esasperato di Sutherland (Attila) al fascinoso Gerard DePardieu (Olmo) al debole e fuori contesto Robert De Niro (Alfredo). Il cast è da noccioline e pop corn considerando pure Burt Lancaster, Dominique Sanda, Stefania Sandrelli e così via senza dimenticarci le musiche di un certo Ennio Morricone. Se un minimo appunto lo vogliamo fare questo resta sulla resa finale troppo buonista che risalta proletario e socialismo facendoci avere più di un dubbio sulla veridicità di taluni avvenimenti. Secondo me comunque, romanzato o meno, inficiano poco in fondamenti del percorso narrativo che assaporiamo. Che sia di parte (quella di Bertolucci) era ovvio fin da principio, ma lo spessore che viene dato ai personaggi va davvero oltre ai clichè politici ed ideologici.
Il padrone è vivo.
Nella versione bluray del 35° anniversario abbiamo un restauro di immagine abbastanza ben curato in alcune scene dove spiccano i colori e tutto sembra più pulito. L'audio è un DTS HD 2.0 per la lingua italiana (ripreso dal mono) che non esalta, ma rende i dialoghi chiari e ben separati dal resto del suono. Nella confezione vi è anche un DVD contenente gli extra:
- Bertolucci secondo il cinema (1 ora circa)
- Bertolucci e Novecento (28 minuti circa)
- Bertolucci: il cinema e l'Italia (10 minuti circa)
- Il restauro (3 minuti circa)
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