giovedì 31 maggio 2012

X-Men - Conflitto Finale (2006)


Regia: Brett Ratner
Anno: 2006
Titolo originale: X-Men: The Last Stand
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Continua inesorabile l'escalation verso futile per quanto riguarda la saga degli X-Men. Siamo dunque arrivati al terzo capitolo, quello conclusivo esclusi prequel e spin off, della trilogia. Come era facile immaginarsi è il peggiore, nonostante la trama racchiuda le potenzialità per correre sui binari del successo. Non mancano infatti numerose citazioni e situazioni riprese dai fumetti originari, così come la presenza di un discreto numero di personaggi basilari. Il fatto è che però non decolla. La mancanza di qualcuno che prevale (dal punto di vista della caratterizzazione ) sugli altri si fa sentire e nonostante sia un film votato all'azione, c'è da dire che anche le scene riguardanti gli effetti speciali non sono di quelle da leccarsi i baffi. Certo, il Golden Gate che viene sradicato, la casa di legno che si alza in aria, il conflitto finale... Carini, ma niente di più tutte cose già viste, e con ben tre anni di preparazione (il secondo capitolo è del 2003) mi sarei aspettato qualcosa di più. Gli attori sono sempre gli stessi e ormai si gestiscono bene nel loro ruolo, anche se a mio avviso le parti sono un po' troppo piccole per tutti. Wolverine escluso, che ormai è consolidato come personaggio principale. Attendevo un Magneto ed uno Xavier molto più intraprendenti, ma non si può volere tutto la vita: ci hanno regalato anche una mini parte di Ellen Page, che per chi ancora non lo sapesse è tra le mie attrici preferite. Brava, bravissima, nessuno sa attraversare i muri come li attraversi te. Ridicolo invece l'uccelluomo con le ali bianche. Non si può davvero vedere, peggio della palla di pelo blu. Per i contenuti dei bluray farò un articolo a parte dedicato a tutto il cofanetto.

mercoledì 30 maggio 2012

Daniel F. Galouye - Simulacron 3


Autore: Daniel F. Galouye
Editore: Sigma 
 Titolo originale: Simulacron 3
Voto: 3/5
Pagine: 206
Pagina di Anobii

Trama del libro:

Vero, Falso, Simulato. Sono queste le categorie che sfidano oggi la nostra capacità di osservare e capire la realtà. Ma la fantascienza l'aveva già capito, con gli autori, noti e meno noti, che negli anni '50 e '60 hanno insinuato i semi di una coscienza inquieta nella letteratura di genere. Tra essi, l'americano Daniel F. Galouye, con questo singolare romanzo finalmente ripresentato al pubblico italiano.
Fuller ha messo a punto un simulatore in grado di creare un mondo virtuale popolato di personalità fittizie, programmato per riprodurre specifici aspetti della società e sperimentare nuovi prodotti da lanciare sul mercato. Fuller muore in un misterioso incidente e Douglas Hall assume la direzione del progetto. Ma c'è un problema: uomini e oggetti cominciano a sparire in misteriose circostanze e, stranamente, Hall sembra il solo a rendersene conto. Si proietta quindi nel mondo del Simulacron per indagare, e qui incontra Morton, l'unico abitante del mondo virtuale che è consapevole di vivere in una creazione artificiale. Morton sta cercando di fuggire appropriandosi del corpo di un tecnico, ma viene scoperto e riprogrammato... non prima però di rivelare a Hall che anche il suo mondo, quello apparentemente "vero", non è altro che una simulazione. Se ogni certezza svanisce in una vertigine di mondi fittizi, dove cercare a questo punto la realtà?

Stone (2010)


Regia: John Curran
Anno: 2010
Titolo originale: Stone
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Ma mi domando e dico [cit.]: ma come si fa? Come si fa? Con un cast del genere, composto da Robert De Niro, Edward Norton e Milla Jovovich a partorire una robetta del genere?  Ed hanno pure il coraggio di presentarlo come un thriller. E' solo uno dei tanti film drammatici pseudo psicologici dove secondo il regista con un paio (anzi tre) di nomi da blockbuster si possono creare dei dialoghi degni di nota. Edward Norton in prigione si trova a suo agio, lo ha già dimostrato nei bei lavori precedenti, De Niro idem a fare il poliziotto con ideali, e la Jovoviche è persuadente e sexy. Ok questo lo sappiamo. ma poi? Che succede? La trama è lenta, scontata ed acerba. Appena ti aspetti qualcosa che faccia cambiare il ritmo ecco che puntualmente resti deluso. Il dramma religioso sta nella voce di radio Maria americana che imperversa e fa capolino quasi ad ogni istante. Non succede niente di niente per tutta al durata del film, con un inizio ed una fine sconclusionati. Due puppette (di quelle da crisi) mostrate tanto per far salire l'indice (giusto quello) di ascolto, un paio di pugnalate per farti credere a chissà quale dramma carcerario ed alcune preghiere episcopali a tavolino prima di pranzare. Ecco fatto. Attori del genere sprecati. Come andare con la Ferrari a fare il rally dell'Elba. Nessuno discute la prova drammatica e la caratterizzazione degli interpreti, ma non si capisce bene cosa ci stiano a fare. Viene da chiedersi se hanno sbagliato set. Pasate ad altro, cambiate canale, non noleggiatelo.


martedì 29 maggio 2012

Scary Movie 2 (2001)


Regia: Keenen Ivory Wayans
Anno: 2001
Titolo originale: Scary Movie 2
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Non è tanto peggiore del primo, ma non serve a molto lodarlo o affossarlo. Se lo guardiamo sappiamo già cosa aspettarci: una parodia dietro l'altra di celebri film del momento e non solo. Una carrellata demenziale, a tratti comica, che ci fa sorridere solo in parte, ma neanche ci fa gridare allo scandalo. Effettivamente il genere è quel che è, leggerissimo per passare una serata con amici che non abbiano troppe pretese. Se vogliamo essere onesti può essere usato come una sorta di quiz per gli amanti del cinema. Infatti è interessante scoprire quali siano le pellicole riprese e martoriate. Oltre ad "Haunting - Presenze" su cui si basa la trama, i riferimenti sono numerosi: si va da "L' esorcista" a "La piccola bottega degli orrori", da "Hannibal" a "Poltergeist" e così via. Il rammarico non sta tanto nella delusione di ciò che ci è stato presentato, quanto nel come. Passata l'originalità del primo capitolo, che senza dubbio ha portato anche molti quattrini nelle casse, mi aspettavo un utilizzo migliore dei costumi e dei così detti effetti speciali, che invece risultano da teatro di periferia. Qualche sorriso strozzato ed un'oretta passata per uccidere il tempo.

Immaturi (2011)


Regia: Paolo Genovese
Anno: 2011
Titolo originale: Immaturi
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Non è colpa, non posso farci niente. Le commedie sentimentali italiane non so neanche recensirle. Non che il resto mi riesca bene, sarebbe troppo presuntuoso, ma qui mi mancano decisamente le basi. Ecco quindi che con qualche trucchetto provo ad allungare il brodo e ritardare il giudizio, che ad ogni modo non è totalmente negativo. La prima cosa che mi viene da domandarmi è: perchè? Ebbene perchè ho cambiato da poco i pacchetti di Sky ed ho silurato Calcio, per fare spazio nei mesi estivi a Cinema. Di conseguenza ecco mi vedo sulla Guida TV questo attesissimo Immaturi. Decido di registrarlo e godermelo in santa pace. Tranquilla commedia romantica, a tratti ironica e spiritosa che riporta a galla il tanto sospirato tema dell'età matura. Un gruppo di amici, ex compagni di classe, si ritrova a dover riaffrontare l'esame di maturità dopo venti anni in maniera abbastanza improbabile, ma simpatica. Una rimpatriata in cui sbocciano vecchi amori, si rispolverano antichi dissapori, sia dà il via alla sagra della nostalgia e della malinconia. La trama è deboluccia e leggera, forse troppi personaggi che sembra facciano degli sketch comici piuttosto che girare un film. Grande delusione sulla prova di Raul Bova, a mio avviso il meno credibile. Gli altri tutti molto accettabili o quantomeno ben inseriti nella parte. Lui sembra impacciato soprattutto nelle scene dove la regia vorrebbe strapparci un sorriso. La colonna sonora è ai limiti del decente e non mi viene in mente altro da dire tranne che se dovessi ripetere io la maturità penserei seriamente di avvicinarmi ad una qualche setta giapponese che promuove il suicidio di massa. Argh.

lunedì 28 maggio 2012

Io dico NO SAT

Tra pochi giorni il primo lotto della A12 (Rosignano - San Pietro in Palazzi) lungo ben quattro chilometri, sarà a pagamento. Tanto per iniziare dovrebbero essere 50 centesimi all'andata e 50 al ritorno, per divenire poi 80. Ne sono esclusi (per un anno) i residenti nei comuni della Val di Cecina. Tutti gli altri dovranno pagare (ovvio) e chi viene da sud si ritroverà il casello di fronte, senza alcuna via di scampo: del resto la nuova autostrada altro non è che la odierna superstrada rivisitata con cartelli color verde. Niente di nuovo, solo un balzello in più. Come dicevo, questo è il primo lotto, di un progetto più grande, volto a creare una Tirrenica che unisca finalmente il litorale toscano con le grandi strutture presenti in tutta Italia. Sviluppo ed alta velocità. Niente di più vero, se le carte venissero giocate nel modo giusto. Invece la combriccola di sindaci, i partiti di maggioranza, la Regione, le coop rosse, la Monte dei Paschi di Siena e Caltagirone hanno ben visto di creare l'ennesima truffa ai danni dei cittadini. Non sono tra quelli che dicono il loro NO a prescindere, non sono tra quelli che guardano al proprio orticello e solo a quello, non sono tra quelli che danno più importanza ad un fiore rispetto allo sviluppo economico. Ma non sono neanche tra quelli (soprattutto i servi del partito) che abboccano ad ogni proclama dei nostri assessori tramite il Tirreno. Non sono tra quelli che si accontentato di sentire parole come "sviluppo economico, turismo, futuro". Vorrei che qualcuno mi spiegasse in termini pratici ed attraverso degli esempi concreti quali saranno i vantaggi per i cittadini del territorio (Piombino, ma anche Venturina, Follonica, Campiglia, San Vincenzo) nell'accettare il progetto della SAT. Non metto un dubbio l'utilità ed i vantaggi a livello teorico  che la Tirrenica possa portare, sebbene non mi si chiaro il perchè dover utilizzare i tracciati già esistenti dell'Aurelia e della variante.

domenica 27 maggio 2012

Cory Doctorow - X


Autore: Cory Doctorow
Editore: Newton Compton Editori
Titolo originale: Little Brother
Voto: 3/5
Pagine: 329
Pagina di Anobii

Trama del libro:

Nella severissima Chavez High School, a San Francisco, il preside ha installato un sistema ultramoderno per monitorare le attività degli studenti minuto per minuto. Ma uscire dalla scuola senza permesso non è mai stato un problema per Marcus, noto sul web come “w1n5t0n”: lui conosce tutti i segreti della rete ed è in grado di neutralizzare qualsiasi dispositivo di sorveglianza. E mentre i compagni rimangono a scuola, Marcus e i suoi amici Darryl, Vanessa e Jolu si divertono per le strade della città. All’improvviso una terribile esplosione: il più efferato attacco terroristico della storia distrugge il centro di San Francisco, e i quattro, al posto sbagliato nel momento sbagliato, vengono arrestati perché ritenuti coinvolti nella strage. Chiusi in carcere senza alcun processo e torturati perché confessino, i ragazzi sperimentano sulla loro pelle la violenza e la crudeltà della polizia. Grazie a una console modificata per accedere ai sistemi informatici del governo, w1n5t0n darà vita a una comunità di ribelli non violenti, intenzionati a combattere e arginare lo strapotere del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Perché, per chi odia la guerra e la violenza, la tecnologia e l’informatica sono le uniche armi possibili. 

sabato 26 maggio 2012

Underground (1995)


Regia: Emir Kosturica
Anno: 1995
Titolo originale: Podzemlje (Подземље)
 Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

C'è modo e modo per raccontare una storia e c'è modo e modo di proporre un film. Quello scelto da Kosturica racchiude in sè una marea di elementi che proprio non riesco a digerire. La commedia propostaci dura cinquanta anni circa, dal 1941 al 1991, il tutto racchiuso in due comode ore e tre quarti di surreale follia con tanto di eventi drammatici, come due guerre ed una dittatura. L'ambientazione è la Jugoslavia ed i personaggi sono tanto impossibili quanto antipatici. Quasi sullo stesso livello dell'idiosincratica musica di Goran Bregovic che con i suoi ottoni, trombe, trombette e trombacazzi mi ha snervato più volte. A Cannes tutti ad applaudire... Mah, forse per svegliarsi e scuotersi dal torpore indotto dagli sbadigli. Io ho dovuto guardarlo in due parti. La prima ora è da tagliare definitivamente, confusionaria, zingara, gitana, caotica come tutto il resto, ma con in più la mancanza del punto di svolta, che appunto avviene a circa un'ora e 5 minuti con la grande truffa de Il Nero. Molto più divertente e da commedia il buon "Goodbye Lenin!" che fa sorridere più volte. Qui ci si strappa quasi i capelli. Se Arizona Dream era sembrato inconcludente, questo è da martellate. Sulle palle per svegliarsi e maledirsi e sulle casse per interrompere il trombettio che ci perseguita. Lo ripeto: odioso. Il cast è l'unica cosa degna di nota visto che i due sconosciuti attori sembrano essere buoni commediografi da teatro. Costumi e trucchi però non li aiutano di certo, rendendoli ridicoli ed improbabili durante le fasi di invecchiamento. Ciò che il regista voleva proporre lo ha fatto nel peggiore dei modi possibili: con la guerra si inizia e con al guerra si finisce, la realtà distorta, il mini Truman Show all'interno della cantina, e tutta una serie di metafore che purtroppo passano in secondo o terzo piano. Osannato dai critici, ma sicuramente sopravvalutato. Questo tipo di cinema surrealista è più che altro un narcisistico modo per autocompiacersi. Consigliata la visione (ai miei nemici).

venerdì 25 maggio 2012

I Segreti Della Mente (2010)


Regia: Hideo Nakata
Anno: 2010
Titolo originale: Chatroom
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Credo che per guardare questo film serva un libretto di istruzioni. Il tema è forte ed attuale: internet e la manipolazione delle menti più deboli, il  suicidio, i disagi e le sofferenze non raccontate. Il film, la scenografia e la struttura della della trama sono interessanti e ben sviluppati, ma a mio avviso una sorta di manuale serve per non cadere nell'errore di demonizzare internet ed i luoghi di ritrovo virtuali. Sono conscio del fatto che tali premesse non le avrei mai fatte per film come Tron, Il Tagliaerbe, Wargames e così via. Qui però si rischia di puntare il dito contro una tecnologia che oggi è un aspetto onnipresente della vita quotidiana. Lo dico da nerdaccio che passa (ed ha passato) veramente tanto³ (sì, tanto al cubo) online. Nell'era pre Facebook fino alla caduta di p2pforum  ho  navigato nei luoghi più disparati: usenet, chat di IRC, forum, liste di discussione... Ambienti chiusi o aperti, pubblici o privati, legali o illegali, italiani o stranieri. Di tutto insomma. Per questo dico: il film è soltanto un film. La storia è ovviamente romanzata così come la causale e facilona psicologia dei personaggi che si fanno manipolare. Ok allo stare attenti, ok ai pericoli sottovalutati, ma la rete è anche qualcosa di più. Ho tuttora amici di rete che frequento di tanto in tanto (alcuni anche assiduamente) senza dovermi mai preoccupare troppo. L'anonimato garantisce di essere chi vogliamo mentre battiamo i tasti ed il cursore si muove, ma ci permette pure di essere semplicemente noi stessi, forse anche in maniera più genuina di quanto possiamo esserlo nella RL. Nakata è proprio su questo che punta per far evolvere il suo film: alcuni personaggi tirano fuori le loro debolezze come mai avrebbero fatto nel mondo là fuori, mentre c'è chi si finge loro amico. Il fake è sempre in agguato dietro l'angolo, apparentemente semplice da vedere per noi, ma assolutamente complicato per i personaggi della pellicola, subito ammaliati da William. Altra cosa interessante sta nella metafora con cui il regista nipponico sceglie di rappresentare il mondo virtuale: lo sforzo devo dire che è ben riuscito, con stanze che sono le sessioni di chat private. Oltre lo schermo invece siamo a Londra e le poche scene sugli esterni sono allo Zoo ed a Camden Town (si vede pure il negozio Cyberdog all'interno, già citato lo scorso marzo). Al di là di questo non c'è niente che sia degno di nota: fotografia, costumi, musiche, dialoghi sono tutti tendenti al basso profilo. Dei cinque personaggi, William e Jim hanno caratteristiche sufficientemente sviluppate, mentre gli altri sono insignificanti e spesso prevedibili. Per essere un thriller, manca un po' di azione ed il finale è scontato, ma resta drammatico e realista. Forse l'unica cosa ad esserlo.

Contenuti del DVD Blade Runner Ultimate Collection Briefcase

Dopo circa un anno e mezzo dall'acquisto del DVD Blade Runner Ultimate Collection Briefcase sono riuscito a portare a termine la visione di tutti i contenuti. La recensione del film (the final cut) è della scorsa settimana, e come capita per i titoli che presentano una dote molto corposa di extra ecco un articolo a parte per sezionare ed elencare tutti i contenuti presenti nei 5 DVD. La visione è in un qualche modo dettata dalla numerazione presente sui dischi che la Warner Bros ha voluto suggerirci. Aprendo il cofanetto abbiamo infatti tre sezioni con due, due e poi un disco. Il primo è quello relativo al "the final cut" del 2007 con l'introduzione di Ridley Scott e alcuni commenti di una certa importanza e di un certo valore: Hampton Fancher (produttore esecutivo e cosceneggiatore) David Peoples (cosceneggiatore), Michael Deeley (produttore) e Katherine Haber (produttore esecutivo). In seconda istanza quelli di Syd Mead (visual futurist), Lawrence G. Paull (production designer), David L. Snyder (art director) e Douglas Trumbull, Richard Yuricich, David Dryer (supervisori degli effetti visivi). Qui la versione ridigitalizzata è composta da 36 capitoli: la scena che fa la differenza è la tredicesima "Il sogno di Deckard", ovvero l'immagine dell'unicorno. Questo dà spazio all'idea che Deckard sia un replicante e che Gaff è a conoscenza dei sui sogni.

giovedì 24 maggio 2012

Jackie Brown (1997)


Regia: Quentin Tarantino
Anno: 1997
Titolo originale: Jackie Brown
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Non è tanto un bel film quanto un film fatto bene. Non lo troveremo quindi tra i primi ricordi relativi a Tarantino quando qualcuno in una colta discussione da bar pronuncerà quel nome, ma potremo sempre ripescarlo tra quei titoli riusciti bene, piacevoli. Quello che forse è il più amato tra i registi ha deciso di scegliere un libro di Elmore Leonard (Rum Punch) che presenta caratteristiche del tutto assimilabili con le scenografie a cui Tarantino ci ha abituato: personaggi forti, schietti, adorabili  e dialoghi realistici, prolungati, lucidi. La trama è quella tipica del colpo grosso con tanto di doppio gioco ed intrigo. Il cast è di quelli da ricordare: Robert De Niro, l'immancabile Samuel L. Jackson (ma la L del secondo nome va inserita per forza quando lo citiamo?), Robert Forster, Bridget Fonda, Michael Keaton e  la perfetta Pam Grier. Lei è è l'arma segreta del film: sia come attrice che come personaggio. I dettagli sono curati nei minimi particolari e come sfondo ai dialoghi prorompenti abbiamo una colonna sonora che resta sempre nell'aria. La scelta della musica è un altro particolare che rende memorabili questo genere di film. Una pecca sta nel seguire una trama abbastanza lunga e per certi versi troppo elaborata. La storia d'amore, anche troppo platonica, che l'affarista di cauzioni porta avanti ha caratteristiche marcatamente romantiche che fanno un po' a testate con la psicologia presente nel resto della pellicola. Una storia pulp, ma non ai livelli delle precedenti... Questo è evidente e lo dobbiamo ammettere, così come si nota l'assoluta mancanza di scene splatter o di sangue, che sono sempre state tipiche. La violenza la percepiamo ok, ma in maniera decisamente soft. 

martedì 22 maggio 2012

Lee Child - Zona Pericolosa

 
 
Autore: Lee Child
Editore: RL Libri
Titolo originale: Killing Floor
Pagine: 480
Voto: 3/5
Pagina di Anobii


Trama del libro:


Nome: Jack Reacher, ex agente della polizia militare, un vero duro, distintosi per coraggio e onestà nelle molteplici azioni in cui è stato impegnato, fino a diventare una leggenda vivente. Luogo: Margrave, una tranquilla cittadina della Georgia rurale, dove nulla sembra accadere e tutto pare avvolto nel più assoluto anonimato.

Commento personale e recensione:

E' il mio primo libro di Lee Child ed anche il primo che lui ha scritto. Lo ho trovato molto interessante, intrigante e ben scritto. Con un personaggio fenomenale, ovvero Jack Reacher, un ex poliziotto militare che al momento fa il vagabondo. La struttura può essere simile a quella del thriller avventuroso con una sorta di Jessica Fletcher maschile e molto Rambo che risolve una serie di omicidi. La tensione è sempre tenuta alta e il modo di scrivere in prima persona ricorda per certi versi quello di Andrew Vachss: anche il personaggio principale ha qualcosa di Burke e caratteri hard boiled. Si tratta quindi di una buona prima, peccato che le premesse risultino decisamente improbabili con l'andare avanti della storia. E' inimmaginabile che un soldato tuttofare, bravissimo in tutto e per tutto, una vera macchia per uccidere ed un vero investigatore razionale e logico, resti disoccupato per tagli al personale militare. E che poi decida di andarsene a zonzo facendo il senza tetto o comunque il vagabondo. Lasciamo passare la coincidenza madornale che durante il suo girovagare a caso lo fa essere sul luogo del delitto di suo fratello... Tutte le forzature romanzate possono anche starci, chiamiamoli pure colpi di scena, ma qui abbiamo Sherlock Holmes addestrato meglio del Professionista, che stermina un'intera organizzazione criminale tutto da solo (o quasi) e resta disoccupato. Le scene e le descrizioni sono bene fatte (la slow motion dello scontro finale sembra di viverla in un film) anche se alcune volte  l'autore si dilunga troppo in avvenimenti secondari (vedi la morte del musicista Blake oppure la rottura del rapporto tra Jack e Roscoe), ma pur sempre con un bel modo di scrivere. Semplice e diretto, senza troppi fronzoli, adatto ad una storia veloce e ben ritmata. Adatto alla spiaggia ed a chi vuole provare un thriller avvincente senza stare troppo a pensare alla soluzione.

13 - Se Perdi... Muori (2010)


Regia: Géla Babluani
Anno: 2010
Titolo originale: 13
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Che lo guardiate o meno, di certo non vi cambia la vita. Penso non l'abbia cambiata neanche a Mickey Rourke, Sam Riley e Jason Statham. Ora non voglio star qui ad esagerare, di solito se mi accanisco su di un film non faccio altro che parlarne male e trovare anche il pelo nell'uovo. Non è il caso di 13, un remake di un qualcosa di francese che forse era meglio, visto che almeno inizialmente si salva. C'è la giusta dose di curiosità che scaturisce in chiunque si trovi casualmente seduto sul divano mentre la pellicola va avanti. Poi ci sono almeno venti minuti ripetitivi al limite tra la noia e la staticità, ed infine una conclusione netta, neanche troppo simpatica. Un po' insulso via. La trama è veloce e scontata: un elettricista, il cui padre è gravemente malato e necessita di un intervento medico (ma non hanno i soldi per pagarlo) si ritrova a prendere il posto di un partecipante ad una sorta di riffa clandestina che vede come gioco principale una specie di roulette russa. Ed ovviamente arriva in fondo e vince tanti quattrini. Sempre ovviamente muore lo stesso. Poteva essere molto più violento di quel che è: alla fine due colpi in testa, un paio di lacrime ed un attacco nevrotico bastano per riempire la parte la centrale. La tensione non nascondo che ci sia, ma una volta venuti a sapere del perverso gioco dei ricconi scommettitori, tutto l'interesse sciama, scadendo nell'ovvio e nel banale. O comunque nel noioso. C'è di peggio è vero, ma non è il film che lancerà Riley.

domenica 20 maggio 2012

Il Corvo (1994)


Regia: Alex Proyas
Anno: 1994
Titolo originale: The Crow
Voto: 8/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Tra mito e leggenda, il Corvo riesce a raggiungere lo status di immortalità cinematografica. Cosa non semplice e paradossalmente avvenuta grazie anche alla morte di Brandon Lee durante le riprese. A mio avviso questo ha solo aumentato la fama e la notorietà del film, di per sè già in grande stile: tutto il resto sarebbe avvenuto anche senza la triste dipartita. Del resto i Nirvana ed i Queen li abbiamo ascoltati anche prima che morissero Kurt e Freddy. Ma non divaghiamo. Dalla penna (o meglio dalla matita) di James O'Barr è nato il fumetto e Proyas è riuscito a creare una trasposizione su pellicola che lo ha reso mito e leggenda. Più di quanto fosse già, magari per un numero ristretto di persone. Deprimente, gotico, a tratti grottesco questo nuovo personaggio riesce a catturare fin da subito le simpatie di tutti. E' un eroe vendicativo, che è stato ucciso assieme alla futura moglie, da delinquenti prezzolati e malvagi. La violenza che si sprigiona in tutto il film è però una benedizione, anti moralista e di quelle che ti fanno sperare. Alle ingiustizie c'è rimedio, e questo vola tra i toni scuri ed ombrosi di una fotografia inquietante e decisamente underground. Pioggia e devastazione sono il corollario di un ambiente disperato, quanto l'amore e l'animo di Eric Draven, il personaggio di questa favola romantica dai connotati horror. Un'opera cupa, dark, straziante: la tavolozza utilizzata ha pochi colori accesi, quelli delle fiamme che animano la notte del diavolo. Il resto è rabbia e vendetta, con una vena di misticismo e di fantastico. La venuta dal mondo dei morti per riaggiustare il passato. La narrazione è lineare inframezzata da sporadici flashback rivelatori. Avrei apprezzato anche l'idea di Brandon Lee di girare tutto in bianco e nero utilizzando i colori per le scene con i ricordi, anche se forse le lingue di fuoco non avrebbero avuto il loro spazio. Ad ogni modo anche i costumi, il corvo, i trucchi tendono tutti quanti al dark ed abbiamo una contrapposizione di personaggi nettamente buoni a quelli nettamente cattivi. Eric diciamo fa da collante: persegue il suo obiettivo, lasciando speranza ai buoni che incontra, riuscendo anche a farli redimere (la madre di Sara ad esempio). Inutile sottolineare che il fulcro di tutto sta nel dinamismo di Brandon Lee: tutti gli altri, malvagi o onesti ruotano intorno a lui che è la massa gravitazionale più importante. Il Corvo però non è la perfezione: forse un'eccessiva paura di censura ha fatto sì che il cattivo dei cattivi Top Dollar (Michael Wincott) non fosse poi così spregiudicato quanto avrebbe potuto. Ed anche il romanticismo da teenager che ha portato il Corvo sui diari delle adolescenti è un sintomo che forse tanto crudo non è. Oppure che nonostante tutto, il segnale morale lo ha lasciato. Ricordiamo inoltre la colonna sonora che è tra le più interessanti mai realizzati: The Cure, Stone Temple Pilots, Nine Inch Nails, Rage Against the Machine, The Jesus And MAry Chain e così via. Sfido poi a non ricordare le seguenti frasi, ormai di uso quotidiano che fanno tutte parte del celebre film:

- Non può pioVERe per sempre
- Vittime: non lo siamo tutti?
- Sono tutti morti, solo che ancora non lo sanno
- Tu chi sei, una specie di spirito? BUH!
- Fuoco e fiamme, fuoco e fiamme!!

Contagion (2011)


Regia: Steven Soderbergh
Anno: 2011
Titolo originale: Contagion
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
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Quanti film e quanti libri esisteranno riguardanti il tema delle pandemie o dei contagi mortali? i virus che colpiscono e sterminano la popolazione? La ricerca per la cura o per il vaccino? Forse uno ogni due anni. Quindi tantissimi. Troppi affinchè si possa sperare di avere una trama se non originale, almeno differente dal solito. Soderbergh però si impegna e riesce quasi nel miracolo. Dico quasi perchè a conti fatti abbiamo la solita minestra, non riscaldata al microonde certo, cucinata con qualche ingrediente atipico, ma sempre di minestra si tratta. Eccoci quindi con il virus letale, molto contagioso e dall'altissima mortalità che si espande a macchia di leopardo in tutto il globo. Diversamente da altre pellicole c'è da dire che è molto più realista, sia nei tempi che nelle soluzioni: al terzo giorno non abbiamo il 99,9% della popolazione dilaniata dalla malattia. Il tutto scorre su binari abbastanza accettabili, con personaggi decisamente umani e verosimili, lontani di certo dai super eroi che salveranno il mondo a forza di pistolettate. Infatti i virus è difficile combatterli con le armi convenzionali ed esplosive che Hollywood ci propone quotidianamente. Un film più studiato quindi, con un cast molto interessante: Matt Damon, Jude Law, Ghyneth Paltrow, Lawrence Fishburne, Kate Winslet e Marion Cotillard. Ognuno fa il suo dovere, con piccole parti che non prevalgono sulle altre. Come ho detto il realismo di Soderbergh è piacevole e fortunatamente lontano da quello visto nell'indipendente Bubble , con immagini e fotografie per niente confusionarie, una storyboard semplice e l'inserimento di drammaticità al momento giusto. Il punto di forza della pellicola è proprio questo, sebbene possa in qualche modo essere anche una zappa sui piedi: l'azione è contenuta al minimo e l'interazione dei vari attori tra loro è ridotta ad una manciata di minuti. Tra dottori, scienziati, militari e portavoce abbiamo anche padri di famiglia, blogger indipendenti ed amanti. La parte umana mostra anche il sistema delle amicizie e delle raccomandazioni, visibili in ogni parte del sistema a tutti i livelli, ma anche il Grillo di turno che urla contro il sistema, combattendolo, ma non senza sporcarsi le mani. In alcune parti il prodotto è però statico ed alle volte noioso, stenta a decollare. Da guardare con riserva.

Idro Colon Party

Foto di Hop-Frog
Vi annoiate perchè  Bayern Chelsea è pallosissima? Alla Tolla c'è il sold out per mettersi in cerchio? Avete scordato di farvi mettere in lista per l'apertura del Baluba? O semplicemente cercate un alibi per Funflus must(n't) die day? Niente paura. La nuova moda, acclamata anche dai vip di tutto il mondo è a vostra disposizione. Completa e sottomessa disposizione. O posizione a pi greco mezzi, se preferite. Per chi fosse interessato a combattere il tedio ed al tempo stesso conoscere simpatici e nuovi amici con cui rilassarsi, può presentarsi al fantastyko Idro Colon Party. Clisteri e perette verranno consegnati all'ingresso e saranno omaggio per tutta la serata. Depuratevi e sorridete: ciò che entra esce. Accompagnato da micro particelle impure che di certo non fanno bene alle vostre interiora. No no signore e signori. Sono aperte le iscrizioni, lasciate i moduli compilati alla domestica tedesca, severissima, in divisa [cit.] e provate a svoltarla come abbiamo fatto noi. Assicuro piacevole serata. Meglio di una rapina in banca, di un omicidio su commissione, della prostituzione coatta e dei gratta e vinci. No perditempo.

sabato 19 maggio 2012

X-Men 2 (2003)


Regia: Bryan Singer
Anno: 2003
Titolo originale: X2
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Come si intuisce dal titolo è il sequel di X-Men  e devo dire che in quanto tale è ben riuscito. La trama, i personaggi, l'azione e gli effetti speciali non sono peggiori rispetto al primo capitolo, anzi addirittura aggiungono qualcosa in più sebbene non si possa dire che sia superiore. In una classifica sarebbero pari. Infatti si è sempre più curiosi nei confronti di Wolverine, che sta divenendo sempre di più un personaggio chiave. C'è spessore però anche nel resto della truppa, anche se è un po' troppo allargata e non è previsto quindi un eroe che prevale sugli altri. I minuti dedicati ad ognuno di loro sono più o meno gli stessi, di sicuro non troppi. La trama ha qualche buco, ma sfido chiunque a non chiudere un occhio: chi guarda il film non sta attento alle piccolezze ed ai dettagli. In due ore di film Singer deve raccontare di un finto attentato al Presidente, della fuga di Magneto, del rapimento del professore Xavier, dell'attacco alla scuola per i "meglio dotati", dello scontro tra esercito e mutanti... Insomma tanta carne al fuoco e un sistema un po' deboluccio riguardante i rapporti tra i mutanti. Ci sono addirittura colpi di scena inseriti egregiamente in mezzo a tanta azione e si lascia spazio ai sentimenti, non solo quelli romantici. Purtroppo non accade niente di sensazionale. Ok possono morire in un colpo (un po' tirato per le lunghe) tutti i mutanti del mondo... Beh? Oppure nel giro di un minuto possono addirittura morire tutti gli uomini... Già. Peccato però che il telespettatore non senta addosso questa minaccia. Sarà colpa dei personaggi? Sembra che pensino più a se stessi o ai loro rapporti che alla tragicità della situazione. Per il resto è tutto accettabile, alla fine si tratta di un prodotto fantastico derivante dai fumetti.

giovedì 17 maggio 2012

Sky On Demand: nuovo servizio in anteprima

Giusto un paio di giorni fa ricevo una telefonata da Sky e l'operatore mi butta lì qualche domanda e qualche dato relativi al mio abbonamento. Avendo un decoder MySky HD avrei diritto a provare in anteprima le nuove funzionalità riguardanti il servizio Sky On Demand purchè abbia un collegamento ad internet. Un paio di mesi fa era avvenuto l'aggiornamento dell'interfaccia grafica e con esso era stata abilitata la porta ethernet. Quindi mi ero già preparato così sbruffoneggiando gli dico che sapevo già tutto, avevo già predisposto il collegamento del decoder e che sì, sarei stato lieto di provare in anteprima i nuovi servizi. Tanto se è gratis che male fa, anche se poi non so di preciso quanto li utilizzerò. Quindi attendo l'email di conferma (che arriva oggi). Nel leggerla scopro con orrore che se avessi fatto richiesta del cavo ethernet mi sarebbe stato inviato gratuitamente a casa. Me tapino...Per fare il troio ho liquidato l'operatore. Un cavo in più fa sempre molto comodo, ma ormai me la sono giocata. Comunque sempre attraverso l'email leggo (sicuramente mi è stato detto anche per via telefonica, ma ho prestato poca attenzione) che una volta terminato il test gratuito il servizio resterà tale senza costi aggiuntivi. Ad ogni modo c'è tempo fino al 25 maggio per effettuare la registrazione e questa avviene in maniera abbastanza veloce attraverso il portale, andando nel menù "fai da te" e scegliendo l'opzione Sky On Demand da "arricchisci il tuo abbonamento". Per fine maggio dovrei ricevere il messaggio a video relativo all'abilitazione del decoder ed accedere anche al forum dedicato (al momento non mi è consentito di entrarvi con le mie credenziali). Chissà se sono uno dei pochi fortunati oppure telefonano a tutti i clienti. Mi piace pensare di essere the chosen one e di poter scrivere a breve le mie sensazioni riguardo il nuovo servizio.

Blade Runner (1982)


Regia: Ridley Scott
Anno: 1982
Titolo originale: Blade Runner
Voto 10/10
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E' la prima volta che do un dieci come voto. Non che abbia molta importanza, non sono un critico cinematografico, ma solo un amante dei bei film, della fantascienza e di ciò che ti emoziona profondamente. Potrei stare ore a parlare di Dick , di Hopper , di cyberpunk  e di distopie. Così come di tutto ciò che ha preso ispirazione ed è divenuto grande grazie a questo capolavoro cinematografico che riesce ad ampliare il senso di un romanzo ed a scavalcare i limiti che la carta stampata ha. Superfluo affermare ancora che Blade Runner racchiude tutto ciò mi è più caro in termini di preferenze e gusti. Qui si va oltre al sentimentalismo malinconico ed ai ricordi di gioventù. Visto oggi o visto venti anni fa cambia pochissimo se non la percezione della maturità che può sprigionare lo scoprire nuove piccolezze di cui non ci si è accorti durante la prima visione. Partiamo da principio: le difficoltà iniziali di portare sul grande schermo un romanzo (Il Cacciatore di Androidi di Philip K. Dick) a mio avviso confusionario e poco elegante, è una scommessa vinta da Ridley Scott. Riesce infatti a migliorare tutto il migliorabile dando sfogo ad effetti visivi che ti entrano nella testa così come tutta la psicologia e la filosofia che racchiude. Ciò che salta subito all'occhio è l'ambientazione, ovvero una Los Angeles del futuro (vabbeh, siamo 2019) decisamente cupa, offuscata, piovosa, illuminata dalle onnipresenti luci al neon che sottolineano i vapori ed il fumo delle sigarette. Sembra davvero di essere all'interno di Nighthawks di Edward Hopper, non solo per i colori in contrasto, ma anche per quel senso di solitudine che l'antieroe (Harrison Ford) riesce a dare di sè. Un personaggio noir proiettato in quello che sarà la base per un futuro cyberpunk e distopico. L'intermittenza e l'alternarsi di luci ed ombre è soffocante, così come l'umido, il velo di nebbia e la sconfitta del genere umano di fronte alla devastazione che circonda gli abitanti della Terra. Troppi. E perdenti, in un modo o nell'altro, incapaci, ma soprattutto impossibilità ad emigrare negli extra mondi. Nonostante la predominanza degli scuri e del cupo, non esiste luogo che non venga raggiunto da esplosioni di luci: fari, insegne, cartelloni pubblicitari. La piramide della Tyrell è ormai un'icona che con la sua grandiosità esalta la città ultra moderna dove i reietti sopravvivono ed i padroni creano alternative di vita. Una sorta di grande omaggio a Metropolis sebbene qui il senso di oppressione sia dato più dall'ambientazione in sè, che dal rapporto tra lavoratore e padrone. Tutto questo per dare inizio ad un cult movie che cattura l'attenzione non solo degli appassionati di un genere ben specifico, ma anche chi si vuol godere un thriller psicologico ed adora l'azione ragionata. Deckard infatti, un ex poliziotto che  incarna il tipico personaggio straziato di Dick: turbato, scontroso, incapace di scegliere definitivamente, deve dare la caccia ad alcuni androidi fuggiti sulla Terra. Questi sono modelli Nexus 6 (non a caso Google chiama i suoi prodotti Android, Nexus) molto sofisticati dotati di emozioni ma di una vita brevissima. Dopo quattro anni muoiono, per questo cercano il padre costruttore per porre rimedio al "bug" della longevità. Gli androidi sono pensanti ed hanno ricordi a cui accedere, non si sentono differenti dagli umani e il "cogito ergo sum" cartesiano per loro ha valore quanto lo ha per ogni essere senziente. L'aspetto filosofico e psicologico quindi "corre sul filo del rasoio" (Blade Runner) per quanto riguarda al sottile distinzione tra umano e non. Gli scenari che si aprono sono innumerevoli e Deckard si trova in situazioni più grandi di lui, anche dal punto di vista morale e della giustizia. Gli occhi rispecchiano l'anima? Sono innumerevoli le sequenze e le scene in cui gli occhi o le iridi predominano (attraverso il test Voigt-Kampff, ma non solo) e questa voluta scelta di Scott è ai limiti del feticismo regalandoci inquadrature e primi piani da brivido. Gli occhi sono protagonisti nascosti e non accreditati della pellicola. E' sempre attraverso di esse che succede qualcosa di importante e sono gli occhi ad essere martellati dalle luci confusionarie della megalopoli. A dare man forte agli effetti visivi ci pensa la colonna sonora di Vangelis, avvolgente e tetra: si amalgama alla perfezione allo stile noir presente in più scene. Un modello che sposa il moderno post elettronico con richiami agli quaranta. Unica scena in cui i colori stonano con tutto il film, è quella dell'unicorno nel sogno del protagonista: l'elemento più importante per poter mettere in dubbio la sua vera natura. Con l'origami finale ecco che tutto il mondo si capovolge. Siamo androidi anche noi, se neanche possiamo fare affidamento su ricordi, emozioni e sensazioni passate?

mercoledì 16 maggio 2012

Michael Connelly - Il Ragno


Autore: Michael Connelly
Editore: Piemme
Pagine: 425
Titolo originale: Angels Flight
Voto: 3/5
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Trama del libro:

Nella cabina della funicolare di Los Angeles un uomo in un elegante abito grigio scuro giace faccia a terra, freddato da un colpo di pistola. E Howard Elias, importante avvocato di colore specializzato in diritti civili. I suoi clienti non si distinguono di certo per onestà e rettitudine, trattandosi perlopiù di farabutti o autentici criminali, ma Elias ha sposato una causa ben precisa: intentare azioni legali contro il Dipartimento di Polizia, facendo leva sul nervo scoperto del razzismo diffuso in città e sui metodi non sempre ortodossi usati dalle forze dell'ordine. Le sue invettive gli hanno procurato grande fama e, inevitabilmente, l'odio feroce di quasi tutti gli agenti. Sullo sfondo di una Los Angeles sconvolta dalla difficile convivenza tra bianchi e neri, le indagini di un caso dì cui nessuno vorrebbe occuparsi sono affidate al detective Harry Bosch, uomo duro e tormentato, solitario per dovere e per necessità. Alle prese con un'umanità cinica ed egoista, è lui che deve scandagliare la vita privata di Elias, addentrarsi nei recessi più sordidi di Internet, alla ricerca di una giustizia "che vede soltanto il colore del sangue".

martedì 15 maggio 2012

La Mummia (1999)


Regia: Stephen Sommers
Anno: 1999
Titolo originale: The Mummy
Voto: 7/10
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Se Brendan Fraser fosse stato Harrison Ford e se Stephen Sommers fosse stato Steven Spielberg, La Mummia avrebbe potuto essere un'altra avventura della fortunata serie di Indiana Jones. Con le dovute differenze dettate dai tempi, dagli effetti speciali e dall'originalità o meno del prodotto. Penso che nessuno abbia il coraggio di gridare allo scandalo se mi permetto di affiancare i due prodotti. Tralasciando il fatto che qui lo zampino di Lucas non c'è e che si tratta di un remake di qualcosa girato nel lontano 1932, gli spunti interessanti sono molti. Partiamo pure dall'ambientazione egiziana (nel prologo siamo a Tebe attorno al 1300 AC) del ventennio che è genuina ed al tempo stesso molto avventurosa, per poi proseguire con azione a trecentosessanta gradi condita da ironia in alcuni casi al limite della comicità. Tutti ingredienti saporiti che catturano l'attenzione del pubblico, specie se consideriamo anche il cast che fa bene il suo lavoro (Fraser è affiancato dalla bella Rachel Weisz ed ha come spalla John Hannah, mentre il cattivo di turno è Arnold Vosloo) senza alcuna infamia e con qualche lode. Gli effetti speciali sono gradevoli e molto apprezzabili ad esclusione della scena in cui Rick combatte le mummie dei sacerdoti: è evidente che queste sono state aggiunte successivamente con il computer ed i suoi movimenti risultano ridicoli e lenti. Tutto il resto è delizioso, dalle mutazioni, ai giochi con i granelli di sabbia molto definiti, alla ricostruzione dell'antica Tebe. Insomma un bel lavoro sotto molti punti di vista che rende onore ad un budget abbastanza corposo. Difficile rimanere delusi. L'arma vincente è comunque l'ironia con cui sono girate molte scene: il film e gli attori non si prendono troppo sul serio e questo è un bene. Non si tratta di niente di esilarante, ma divertente sì. I dialoghi non sono stupidi e sterili, anche se per niente profondi. Tutto collima alla perfezione con una sorta di commedia avventurosa, leggera per certi palati, ma di sicuro avvincente. Non fa rimpiangere le vecchie pellicole e neanche le nuove poichè ogni tipo di ambiente è curato al massimo ed anche i personaggi non risultano piatti ed insignificanti, ma ben curati ed intelligentemente interpretati. Una chicca: le mummie soldato si muovono precisamente come le scimmie soldato del Mago di Oz, recensito pochi giorni fa.

Dropquest 2012

Come già fecero lo scorso anno, quelli di DropBox hanno lanciato un contest a livello mondiale per poter incrementare lo spazio a disposizione. A dir la verità i premi erano anche più succosi come ad esempio le felpe, ma non accessibili a tutti i comuni mortali. Infatti esiste una classifica in base al tempo impiegato per risolvere tutti i quiz e solo i più veloci e meritevoli potevano accedere a determinati gadget. Per tutti gli altri però c'è sempre lo spazio gratuito: 1 GB a tutti coloro che portano a termine la gimkana con i vari rompicapo. Vi faccio i complimenti se riuscite a portarla a termine da soli senza alcun aiuto... Ma la vedo dura. Comunque gugolando si trovano le soluzioni, senza le quali io neanche sarei riuscito ad andare oltre il terzo livello. Con i trucchi ho impiegato quasi tre quarti d'ora arrivando in posizione numero 105085... Da VERgognarsi... Ciò che mi ha bloccato è stato il sudoku: i siti in cui avevo trovato la soluzione hanno postato l'immagine del quiz risolto, ma è meglio se cercate la soluzione tramite Youtube. E' di sicuro più veloce. Gli altri sono abbastanza intuitivi (una volta che si hanno le risposte intendo) anche se non sempre essendoci una sola soluzione possibile, potrete incappare in altre rallentamenti. Alla fine però tutto ok e ad oggi sono arrivato a 8.26 Giga di spazio su DropBox (quindi ne ho "vinti" 6.26). Non male dai.

lunedì 14 maggio 2012

Braveheart - Cuore Impavido (1995)


Regia: Mel Gibson
Anno: 1995
Titolo originale: Braveheart
Voto: 7/10
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Lo ricordavo molto meglio. Non che sia brutto, ma neanche il capolavoro che era rimasto impresso nella mia mente. Vista la durata (circa tre ore) devo ammettere che questa era solo la seconda volta che lo guardavo, quindi le aspettative, dopo diverso tempo evidentemente mi hanno lasciato un po' di amaro in bocca. Non sto qui a riportare la trama, tanto anche il gatto conosce le gesta eroiche di William Wallace, interpretato e diretto da Mel Gibson, però volevo sottolineare come alcuni suoi dialoghi mi siano sembrati superficiali e costruiti a tavolino. Se quindici anni fa mi avevano fatto un certo effetto (di euforia diciamo), oggi li ho trovati in parte sterili. Non tutti sia chiaro, ma quando parla ai soldati ed ai nobili per convincerli ad attaccare gli inglesi non ho provato nessun brivido.Belle le battaglie campali, grandissimo il realismo con cui gli uomini si affrontano sul campo aperto, anche se i due scontri più grandi finiscono per assomigliarsi troppo. Insomma, valutato con gli occhi di oggi resta un grandioso film, ma non di quelli che ti fanno gridare al miracolo. Non sono poi uno di quei detrattori di Gibson che puntano il dito sui troppo arrangiamenti storici. La storia di Wallace è romanzata ed adattata alla pellicola, ovvio: non stiamo guardando un documentario. Ho letto che ci sono numerose differenze con le fonti, ma non conoscendo così bene la storia non sono in grado di valutarne l'impatto negativo. L'azione della pellicola è stupenda ed incalzante ed è questo che conta. Inoltre la resa video del bluray è fantastica: dettaglio curato in ogni piccola parte. Non si tratta di un film vecchio, ma il 1995 neanche poi è così vicino, quindi per me la vera sorpresa è stata proprio la resa qualitativa del video. Sceneggiatura, panorami e costumi si godono ancora di più e nonostante l'audio (un normale DTS 5.1) non faccia scintille, il complesso è un ottimo prodotto. Si va dalle panoramiche sui grandi ed immensi spazi scozzesi fino ai primi piani sofferenti o fieri dei protagonisti e sembra quasi di sentirsi nel medioevo, se non fosse per la troppo forte vena romantica inserita nel contesto. Ma in tre ore ci può anche stare: teste mozzate e corpi infilzati non avrebbero potuto reggere per tutta la durata del film. La mia versione è quella standard con un disco soltanto e gli extra sono poveri: commento del regista e Il mondo di William Wallace godibile interattivamente con la tecnologia Picture in Picture.

domenica 13 maggio 2012

La stella più importante sei tu

Di Alessandro Del Piero ce n'è e ce ne sarà uno solo. Unico, non raro, un esempio da seguire, come calciatore e come uomo. Grazie Alex, per tutti gli anni che hai regalo al popolo bianconero, fiero di vederti con quella maglio, ma non solo: un mito per la Nazionale e per il calcio stesso, quello giocato, non quello delle chiacchiere. Sarà bello rivederti, magari in Premiere League o negli States e continuare ad ammirare le tue giocate. Continua a prendere a calci quel pallone, a dargli del tu ed a far sognare gli sportivi di tutto il mondo, poi spero che tu possa tornare alla Vecchia Signora in un modo o nell'altro, dirigente o consigliere non importa. Il tuo posto è a casa, e casa tua è la Juve.
 
 
DI PIU’, NIENTE

Più di 8 scudetti.
Più di una promozione dalla serie B
Più di una Coppa Italia (e speriamo due)
Più di 4 supercoppe italiane
Più di una Champions League
Più di una Supercoppa europea
Più di una Coppa Intercontinentale
Più del gol alla Fiorentina
Più di un gol alla Del Piero
Più del gol a Tokyo
Più delle mie lacrime
Più del gol a Bari
Più di un gol al volo di tacco nel derby
Più di un gol per l’Avvocato
Più della linguaccia contro l’Inter
Più dell’assist a David
Più del gol numero 187
Più del gol alla Germania
Più di Berlino
Più del gol al Frosinone
Più del titolo di capocannoniere in B
Più del titolo di capocannoniere in A
Più della standing ovation al Bernabeu
Più di 704 partite con la stessa maglia
Più di 289 gol
Più di una punizione che vuol dire Scudetto
Più del gol all’Atalanta
Più di ogni record
Più della maglia numero 10 con il nome Del Piero
Più della fascia di capitano

Più di tutto…
C’è quello che mi avete regalato in questi 19 anni.

Sono felice che abbiate sorriso, esultato, pianto, cantato, urlato per me e con me.
Per me nessun colore avrà tinte più forti del bianco e nero.
Avete realizzato il mio sogno. Più di ogni altra cosa, oggi riesco soltanto a dirvi: GRAZIE.

Sempre al vostro fianco
Alessandro

Il Mago Di Oz (1939)


Regia: Victo Fleming
Anno: 1939
Titolo originale: The Wizard Of Oz
Voto: 8/10
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Io tifo per l'immortalità: adoro quelle opere senza tempo che non moriranno mai e che ci accompagneranno per sempre. "Il Mago di Oz" del 1939, basato sul primo dei tredici romanzi di Baum, è una di quelle pellicole, similmente a Metropolis, che sono talmente innovative da precorrere i tempi e risultare piacevoli e cult allo stesso tempo anche a distanza di quasi un secolo. Non noccioline. La trama, sebbene semplice ed orientata ai più giovani, è un collage di buoni propositi, messaggi morali e speranze, che si propagano per tutta la durata del film. Dorothy (la diciassettenne Judy Garland) è una ragazzina del Kansas che vive con gli zii ed il cagnolino Totò in una fattoria. Annoiata e senza le giuste attenzioni da parte degli adulti, decide di scappare di casa per salvare il cagnolino dalle grinfie di una cattiva vicina di casa. Purtroppo un tornado improvviso le fa sbattere la testa ed inizia così il sogno che la porta nel fantastico mondo di Oz, dove intraprende il viaggio per incontrare il Mago (Frank Morgan) assieme ai suoi nuovi tre amici: lo spaventapasseri senza cervello (Ray Bolger), l'uomo di latta senza cuore (Jack Haley) e il leone pauroso (Bert Lahar). Dovrà fare i conti però con la malvagia strega dell'Ovest (Margaret Hamilton) che vuole a tutti i costi le sue scarpette rosse. 
Quadro in casa mia
La storia quindi può sembrare banale, fantasiosa e puerile, ma la trasposizione cinematografica, l ha resa un documento storico di fondamentale importanza. La Garland fa da catalizzatore di tutta la trama riuscendo a far interagire personaggi fantastici ed improbabili facendoli crescere e crescendo di paro passo anche lei. Un'eroina inizialmente spaesata che prende in mano le redini ed avanza sul sentiero dorato. Dalla sua ha intelligenza, coraggio e buoni sentimenti e riuscirà ad elargire queste doti anche ai suoi compagni sebbene inizialmente ne sembrino privi. Tutto il lavoro svolto dalla MGM è un qualcosa di immenso soprattutto se pensiamo agli anni in cui è stato girato: dalle musiche, alle ambientazioni, agli effetti speciali passando per il casting, la regia, e la sceneggiatura. Una storia molto articolata e complessa con innumerevoli cambi di scena. Basti pensare alle parti ambientata in Kansas con un color seppie, quasi opprimente e tedioso ed il contrasto che viene creato una volta aperta la porta per entrare nel coloratissimo e lucentissimo mondo di OZ. Per i bambini (e gli adulti) dell'epoca l'utilizzo dei due diversi corpi di colori deve essere sembrato un miracolo. Ed un miracolo lo è anche oggi, almeno nella versione restaurata, in cui il dettaglio non ha niente da invidiare ad opere successive. Gli effetti speciali che si susseguono sul palcoscenico sono strabilianti, ma la standing ovation va ai costumisti. Non prendiamo ad esempio solo i personaggi principali come l'uomo di latta o lo spaventapasseri, ma anche tutti i mastichini, il coroner, la strega, i soldati, le scimmie... Truccatori e  costumisti hanno svolto un lavoro egregio. Le musiche e le parti cantate (l'ultimo doppiaggio italiano per fortuna prevede le originali in lingua inglese) appassionano tutti (Somewhere over the rainbow è ancora una hit), soprattutto grazie agli innumerevoli balletti delizia anche per chi come me non è ben predisposto ad apprezzare i musical. Ogni personaggi è di spessore e sebbene non abbia mai avuto un debole per l'uomo di latta, forse il più acerbo, tutti gli altri danno un perfetto senso di dinamismo. Il mio preferito resta e resterà il Mago, truffatore buono, che con una vena di cinismo è colui che aiuta maggiormente il gruppo svelando le doti nascoste di chi non crede in se stesso. Il Mago è la figura che più di ogni altra aiuta Dorothy a crescere, senza stravolgerle la vita di adolescente. Il più reale nel mondo fantastico. Se poi vogliamo dare un'impronta più storica alla pellicola girata, vediamo anche che la strega Malvagia, con il suo esercito, incarna alla perfezione lo squilibrio nazista che stava sconvolgendo l'Europa. 
Ma torniamo ancora sulle meraviglie della tecnica utilizzate in quegli anni per creare un kolossal  che sarà tra i più visti ed apprezzati di sempre. Le scenografie della città di Smeraldo, il castello della strega, il sentiero dorato... Tutto questo con il Technicolor nella parte centrale della storia, quella del sogno, per poi tornare sempre al seppia, ma questa volta con una massima come "Nessun posto è bello come casa mia" dove l'acclamare della semplicità non riguarda solo il trittico noia ---> viaggio avventuroso --- > ritorno a casa, ma un ben più grande "trova la forza dentro te stesso". Questo è l'insegnamento che la trama instaura nei nostri cuori. Cervello, coraggio e cuore sono già dentro di noi e basta saperli tirar fuori. Non c'è bisogno di andare lontano.

venerdì 11 maggio 2012

Robert Silverberg - Buone Notizie Dal Vaticano


Autore: Robert Silverberg
Editore: Mondadori (Oscar Fantascienza)
Titolo originale: Good News From The Vatican
Pagine: 175
Voto: 1/5
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Con questa serie di 10 racconti, Robert Silverberg, seguendo una linea di costante qualità e organicità, apre un ventaglio di temi originali e di prospettive stimolanti, proponendo ai lettori tutto ciò che realmente conta nel fertile e sempre più vasto campo della short-story fantascientifica.

Commento personale e recensione:

Non nascondo che mi aspettavo decisamente di più da una raccolta di racconti brevi di Silverberg, uno dei maestri della fantascienza. Purtroppo invece la delusione è costante in ogni parte dell'antologia e non c'è una storia che ci salvi. Il carattere fantascientifico risulta forzato ed inutile: in pratica ha scritto dei racconti normali che potrebbero essere ambientati in qualsiasi luogo e tempo e li ha teletrasportati in un futuro poco probabile, ma soprattutto per niente interessante, innovativo o curioso. Lo stile è semplice e scorrevole, su questo non ci piove, ma ogni trama è veramente infantile e riadattata al futuro. Potrebbero essere semplicemente capitoli di romanzi più grandi visto che alcuni sembrano incompleti o inconcludenti. Inutile. I dieci racconti inseriti sono questi:
- Buone notizie dal Vaticano
- Quando andammo a vedere la fine del mondo
- Il guardiano della muraglia
- La notte di fuoco
- Il vicino
- Il marchio dell'invisibile
- L'inferno com'è
- La sposa N° 91
- Cetaceo innamorato
- Giù nel paleozoico

mercoledì 9 maggio 2012

Il problema dei cassonetti a Piombino

Spesso si parla male di internet in generale o dei social network in particolare, ma questi possono essere strumenti democratici di discussione o semplici media per portare a galla problemi quotidiani. Grazie al gruppo di Facebook "Piccoli & GRANDI Problemi @ Piombino" spesso veniamo a conoscenza di questioni che sulla carta sono risolvibili con un pizzico di buon senso, sebbene il più delle volte il comune cittadino sembra essere catturato da una ragnatela burocratica più che fastidiosa. Sul gruppo non sono nuove le lamentele riguardanti vari problemi legati alla raccolta dell'immondizia: alcune volte la colpa è dei cittadini stessi che sono incuranti del quieto vivere e maleducatamente sporcano il suolo pubblico senza avere occhio per le semplici regole del viver comune. Altre, invece sono le amministrazioni o gli organi competenti che non fanno il proprio dovere. Oggi voglio portare la precisa ed attenta testimonianza di Giampaolo Reggio (che potete vedere nel video ad inizio articolo) che lamenta sprechi di risorse, una mancanza di attenzione per i cittadini da parte degli organi amministrativi e soprattutto i disagi che spesso l'incompetenza (o la malafede? ) comporta.

Michael Crichton - Sfera


Autore: Michael Crichton
Editore: Garzanti
Pagine: 382
Titolo originale: Sphere
Voto: 4/5
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Trama del libro:
Il dottor Norman Johnson è uno psicologo che è solitamente chiamato dalle autorità quando avviene un disastro aereo, per analizzare ed aiutare i sopravvissuti sotto shock. Anche quando viene trasportato in gran segreto in elicottero su una nave della Marina militare americana in mezzo all'Oceano Pacifico è convinto di essere stato chiamato per i soliti motivi. Giunto a destinazione, però, viene a sapere che è stato scelto per una sua vecchia relazione riguardo alla possibilità d'incontro di forme di vita extraterrestri. Sul fondo dell'oceano, infatti, non è stato trovato alcun relitto aereo, bensì un'astronave di dubbia provenienza, presumibilmente aliena. Sotto la superficie, a trecento metri di profondità, è stato allestito dalla Marina un habitat che permette ad un essere umano di vivere sott'acqua nonostante la fortissima pressione. Norman, insieme ad altri quattro scienziati (indicati da lui stesso nella sua relazione) e a cinque ufficiali della Marina, è incaricato di scendere presso la base subacquea per esplorare ed esaminare l'astronave. All'interno di quest'ultima il gruppo scopre - con grande stupore - che essa non proviene da una civiltà aliena, bensì dagli Stati Uniti del futuro, attraverso un buco nero. La squadra di ufficiali e scienziati trovano anche una strana costruzione sferica di grandi dimensioni e di chiare origini extraterrestri, apparentemente impossibile da aprire. Quando però il matematico Harry Adams riesce ad entrare dentro alla sfera, una misteriosa forma di vita intelligente, che si fa chiamare Jerry, inizia a comunicare attraverso i monitor dell'habitat e misteriosi animali marini come meduse, gamberi, serpenti e gorgonie si materializzano nell'ambiente intorno alla base sottomarina, fino a quel momento deserta. Quando poi ad apparire è un calamaro gigante, la situazione si fa veramente difficile.


martedì 8 maggio 2012

Captain America - Il Primo Vendicatore (2011)


Regia: Joe Johnston
Anno: 2011
Titolo originale: Caprain America: The First Avenger
Voto: 6/10
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L'inizio di questa recensione necessita di una giustificazione, dettata dal fatto che non leggendo e non avendo mai letto i fumetti della Marvel è evidente che mi manca qualcosa. Infatti due ragazzi che invece sono dei fan mi hanno parlato bene di Thor (che non mi ha per niente esaltato) e così e così di questo primo vendicatore, che invece per me è un gran bel prodotto. Forse la fedeltà rispetto alla storia originale è andata persa, ma prima di premere il play io ero convinto che fosse un riadattamento moderno all'icona di Capitan America. Invece, se escludiamo il breve incipit ed il prologo abbiamo circa due ore di pellicola ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale. E' proprio questa una delle cose che di più mi sono piaciute: l'inserimento di caratteri moderni in un contesto storico passato. Una specie di ucronia, di mondo parallelo, con Teschio Rosso, un vero cattivo nazista. La tecnologia ultra moderna utilizzata grazie al cubo è poi bellissima, sembra quasi uno steampunk più in là con i tempi, successivo pure a La Leggenda Degli Uomini Straordinari. Questo tipo di manipolazioni mi fanno impazzire, con auto truccate, armi potenziate, indumenti futuristici. Idee stupende. Così come il non incentrare tutti gli effetti speciali su esplosioni, combattimenti o catastrofi apocalittiche. Tutto il film è un'immensa trasformazione. Si va dai costumi di Capitan America che si evolvono da semplice calzamaglia a tuta da combattimento, lo scudo da triangolare a rotondo, il personaggio di propaganda e quello che scende in campo. Per non parlare della rivoluzione che vede proprio Steve Rogers essere un super eroe e Johan Schmidt imbestialirsi in Teschio Rosso. E gli effetti visivi innovativi vanno ricercati proprio qui: Chris Evans rachitico e poi muscoloso grazie ad un lavoro sorprendente e meticoloso che vede impegnati i maestri degli effetti speciali, la controfigura e l'attore stesso. Mentre Hugo Weaving, attore impressionante (Matrix, V per Vendetta, Il Signore degli Anelli), riesce a dare al teschio una mimica senza pari.  Interessanti poi anche gli elementi per evoluzioni passate e future (Stark, Nick Fury) e il concentrarsi su di una trama che non è fine a se stessa, ma molto più ampia. La coralità, specie dopo aver visto L'Incredibile Hulk, i due Iron Man e Thor , è palese ed anche simpatica. Dà quel senso di appartenenza alla grande famiglia della Marvel. Nonostante poi non riconosca la doti di attore di Chris Evans, c'è da dire che fin da subito il personaggio cagionevole e rachitico di Steve Rogers acquista punti preziosi essendo coraggioso e buono, ma non stucchevole. Lui ci prova, e sarà premiato. Carismatico e leader non da principio, ma con una crescita continua. 

domenica 6 maggio 2012

Movimento Tre Stelle

Hanno provato a rubarcelo fino all'ultimo, ma noi ci siamo. Campionato da Tre Stelle. Grazie Juventus, grazie ragazzi. Ma un doveroso ringraziamento anche alla Fiorentina e all'Inter che ci hanno aiutato a vincere. I rigori inesistenti dati al Milan ed i continui furti nulla hanno potuto, i campioni d'Italia siamo noi. Finalmente, erano anni che aspettavo nuovamente questo momento. Non ci avrei mai creduto ad inizio campionato, ma adesso lo scudetto è nostro. Eccoci, ecco le tre stelle. Bravi ragazzi, migliore difesa, imbattuti in tutta la stagione.
Dai bimbi ora anche la Coppa Italia mentre il Milan resta a zero tituli.

Ecco i nostri eroi:


1 Bandiera dell'Italia P Gianluigi Buffon (vice-capitano)
3 Bandiera dell'Italia D Giorgio Chiellini
4 Bandiera dell'Uruguay D Martín Cáceres
6 Bandiera dell'Italia D Fabio Grosso
7 Bandiera dell'Italia C Simone Pepe
8 Bandiera dell'Italia C Claudio Marchisio
10 Bandiera dell'Italia A Alessandro Del Piero (capitano)
11 Bandiera dell'Italia D Paolo De Ceglie
13 Bandiera dell'Austria P Alexander Manninger
14 Bandiera del Montenegro A Mirko Vučinić
15 Bandiera dell'Italia D Andrea Barzagli
17 Bandiera dell'Olanda C Eljero Elia
18 Bandiera dell'Italia A Fabio Quagliarella
19 Bandiera dell'Italia D Leonardo Bonucci
20 Bandiera dell'Italia C Simone Padoin
21 Bandiera dell'Italia C Andrea Pirlo
22 Bandiera del Cile C Arturo Vidal
23 Bandiera dell'Italia A Marco Borriello
24 Bandiera dell'Italia C Emanuele Giaccherini
26 Bandiera della Svizzera D Stephan Lichtsteiner
27 Bandiera della Serbia C Miloš Krasić
28 Bandiera del Paraguay C Marcelo Estigarribia
30 Bandiera dell'Italia P Marco Storari
32 Bandiera dell'Italia A Alessandro Matri
34 Bandiera dell'Italia C Luca Marrone