Regia: John G. Avildsen
Anno: 1984
Titolo originale: The Karate Kid
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
Anno: 1984
Titolo originale: The Karate Kid
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
Se per i più grandicelli c'era Rocky, per i più giovani tirarono fuori
dal cilindro Karate kid ( conosciuto anche come caratè chidde). Questo
film fu qualcosa di davvero riuscito considerando che il combattimento
sportivo è presente soltanto nei venti minuti finali su circa due ore:
tutto il resto è una sorta di insegnamento verso la cultura umile e non
violenta dello sport. Diciamo pure che per molti di noi Karate kid è
stato simile al sussidiario a scuola, mostrandoci il lato buono della
competizione e l'importanza delle piccole cose, dei gesti comuni e
semplici. Molte battute ("togli la cera, metti la cera2 o "c'è paura in
questo dojo? No, sensei") e i personaggi (il maestro Miyagi soprattutto)
hanno creato tormentoni per più di una generazione cresciuta negli anni
ottanta, e tutto questo pur avendo un attore (Ralph Macchio) che
palesemente non sa neanche tenere l'equilibrio, figuriamoci fingere di
combattere. Il nostro bagaglio culturale è pieno zeppo di Karate Kid ed è
difficile oggi cercare di recensirlo in modo obiettivo. Eppure è sotto
gli occhi di tutti la sua lontananza dall'essere un bel prodotto
cinematografico. E' però decisamente funzionale, ti prende, ti fa
apprezzare lo sport, riesce ad immedesimarti in Daniel Larusso. Del
resto io stesso sono divenuto un campione nell'effettuare la mossa della
gru, e come me altri miliardi di trentenni. Poco importa se la mossa fa
cacare, è anti estetica ed inutile dal punto di vista pratico. Avildsen
ce l'ha mostrata e noi l'abbiamo imparata, memorizzata, immagazzinata. E
così per ogni altro centimetro di pellicola. Se siete cresciuti ed
avete un figlio o un nipotino potrebbe toccare adesso a lui: non so
quanto riesca ad apprezzare il vecchio jappo (che poi tanto vecchio non
era) e il suo furbo sfruttamento minorile, oggi i film vanno in un'altra
direzione. Sarebbe davvero curioso conoscere il parere di un
giovanissimo. Mettiamo adesso un attimo da parte i sentimentalismi e
valutiamo gli ingredienti vincenti del film: i già citati buoni
propositi del vivere bene senza offendere il prossimo sono un dato di
fatto ed a questi si aggiunge la possibilità del riscatto personale da
parte del più debole in tutti i sensi (italoamericano, povero e
trasferito dalla costa est a quella ovest). E' Macchio (avere 23 anni ed
impersonare un gracile 16enne...) che impersona il Davide contro il
Golia riuscendo a portare tutti i fan dalla sua parte, aiutato anche
dall'arroganza e dalla meschinità del sensei bullo. Non tralasciamo poi
la genuina ironia ("da dove vengono tutte queste auto? Da Detroit") del
maestro di origini giapponesi a cui non manca una tragedia familiare che
lo rende ancor più interessante. E per finire la storia d'amore tra i
due adolescente con quella spruzzatina di Romeo e Giulietta, tanto per
dar maggior sale alla trama. Imperdibile.
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