Regia: Francis Ford Coppola
Anno: 1990
Titolo originale: The Godfather: Part III
Voto: 7/10
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Essendo il terzo ed ultimo capitolo della trilogia de Il Padrino sarebbe abbastanza semplice bollarlo come infruttuoso e non all'altezza dei precedenti. Lo sappiamo già che è così, e questa consapevolezza la avevamo anche prima di guardarlo. Un sequel ad oltre quindici anni dal duetto iniziale ha sicuramente delle divergenze di un certo spessore. Saltiamo per un attimo la trama in sè e concentriamoci sulla figura di Michael Corleone: adesso è divenuto lui stesso il potere (che logora anche chi lo ha) visto nel primo capitolo grazie a Marlon Brando. Adesso è un Al Pacino esperto, irraggiungibile e affermatissimo che chiude il cerchio, iniziato anni prima. Al suo fianco vi è Andy Garcia, che nonostante tutto, non raggiungerà mai nè Brando nè De Niro. Anche per colpa del personaggio che interpreta, sicuramente più leggero rispetto agli altri. L'opera è grandiosa, ma risente del fatto che la conclusione poteva essere quella del Padrino - Parte II , mentre qui abbiamo una sorta di forzatura nel proseguire il racconto. Inoltre, la fine degli anni settanta, rappresenta un periodo molto difficile da raccontare dal punto di vista mafioso. Coppola per di più inserisce temi abbastanza forti e delicati, impregnando tutta la pellicola di richiami alla religione ed al Vaticano. Non è certo semplice fare determinate supposizioni o creare avvenimenti che richiamino alla realtà. Lo stile mafioso è quindi anche più vicino a ciò che abbiamo visto e vissuto sulla nostra pelle, rendendocelo meno "simpatico". La mafia è male, e le vicende degli uomini di potere, anche se raccontate con maestria, perdono un po' di quel senso di onore e dovere visto nei capitoli precedenti. Ottime però ancora le musiche, onnipresenti per tutto il film, i dialoghi e gli intermezzi. Troppo fuori luogo invece è Sofia Coppola adulta, che non riesce secondo me a rappresentare la figlia di Michael. Anche il Antony, con una parte meno di spessore però, è un po' un buco nell'acqua. Nel complesso resta un ottimo film, sebbene non all'altezza degli altri due.
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