Regia: Gary Fleder
Anno: 2002
Titolo originale: Impostor
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.1)
Pagina di I Check Movies
Anno: 2002
Titolo originale: Impostor
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.1)
Pagina di I Check Movies
Impostor è uno dei tanti film basati su racconti o romanzi di Philip K. Dick e come tradizione vuole è difficile trovare una trasposizione
cinematografica che non sia buona. Nonostante la poca notorietà, anche
questa pellicola fa il suo dovere e riesce a colmare alcuni limiti che
ha da sempre avuto la penna di uno dei più grandi visionari del secolo
scorso. Di Dick infatti apprezziamo le idee, l'immaginazione e quel senso
paranoico che riesce ad insinuare in quasi ogni suo lavoro. Nonostante i
numerosi libri letti di questo sensazionale autore, tale racconto (in
italiano semplicemente L'Impostore) mi mancava, ma non per questo non
riesco a cogliere in esso tutta la bibliografia che il buon Dick ci ha
abituato ad apprezzare. Niente è quel che sembra e tutto resta confuso:
la regia evidentemente conosce l'autore e riesce ad evidenziare i suoi
pensieri più forti. Pur non essendo un capolavoro le ambientazioni e gli
scenari restano piacevoli, sorprendentemente poveri di dettagli creati da
effetti speciali, ma ben costruiti. Il mondo distopico creato, mette in
soggezione e ti fa paura. Non per la guerra in atto contro una razza
aliena superiore a noi, ma per ciò che il regime militare impone. La
parte orwelliana di Dick si respira a pieni polmoni in questo film, dove
un innocente può essere colpevole anche solo con un minimo dubbio da
parte del giudicante. Non è certo una novità giocare su questi temi, ma
la proiezione futuristica rende bene l'idea. Ciò che manca è il fatto di
rendere il tutto veramente sensazionale, a partire dal dubbio amletico
del protagonista (Gary Sinise) su chi veramente lui stesso sia. Alcune
scene d'azione sono simpatiche, ma ci stanno come il cavolo a merenda,
io personalmente avrei preferito marcare di più le problematiche
psicologiche, visto che inoltre è stato scelto come anti eroe un
cittadino non votato all'avventura. L'opera si lascia guardare, con la
consapevolezza che esista altro di più raffinato.
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