martedì 27 novembre 2012

Paul Auster - Il Libro Delle Illusioni


Autore: Paul Auster
Editore: Einaudi
Titolo originale: The Book Of Illusions
Pagine: 267
Voto: 4/5
Pagina di Anobii
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Trama del libro:

 Professore universitario e critico di prestigio, David Zimmer trascorre le sue giornate in uno stato di semi incoscienza alcolica davanti alla TV da quando ha perso moglie e figli in un incidente aereo. Ma una sera un vecchio film comico del cinema muto lo scuote dal torpore: il regista del film, Hector Mann, è scomparso nel 1929 all'apice della sua carriera. Affascinato, Zimmer decide di ricostruire la vicenda e, dopo accurate documentazioni, pubblica un libro sull'argomento. Ma, a un anno dalla pubblicazione, una lettera spedita da una cittadina del New Mexico arriva a confondere tutte le sue conclusioni: è firmata dalla moglie di Mann e dice che il regista sarebbe lieto di incontrare il suo biografo.

Commento personale e recensione:

Impossibile non restare coinvolti quando a  scrivere è Paul Auster. Un vero maestro della narrativa che riesce a trasformare il piombo in oro: da una trama semplice, monotona e se vogliamo fiacca, estrae un romanzo dalle straordinarie fattezze fuori dal comune. Lo strazio di un dramma personale, la rinascita e lo stimolo, un passato misterioso da scoprire piano piano. A pezzi. Ma oltre la scrittura fluida ed elegante dell'autore arriviamo a comprendere la psiche dei due protagonisti della storia: il cacciatore ed il fuggitivo, loro malgrado. Distanti e diversi, ma accomunati dal dolore e dell'amore. E' difficile poi continuare a parlare di un libro che all'apparenza sembra un brodo allungato con acqua e ben servito, ma che ti colpisce. Non è certo stata la più veloce delle mie letture, anzi a momenti si fatica a proseguire nonostante la curiosità seminata fin dalle prime pagine. Però giunti in fondo siamo felici di ciò che ha riempito i nostri occhi e lo sfogliare le pagine ci ha indotto a credere che potesse trattarsi di una misteriosa storia vera. Che Hector Mann non sia mai esistito ha poca importanza, perché vive (resuscitato) all'interno del romanzo e della vita di David Zimmer. Tutti noi lettori ci aggrappiamo a questa possibilità, l'unica che può salvare entrambi dall'oblio. Più tragedie in contemporanea che riusciamo a vivere assieme ai protagonisti ed all'autore, ma che a conti fatti non hanno niente di spettacolare. Nel complesso dare una verve maggiore lo avrebbe reso qualcosa di vicino al capolavoro, ma la povertà dei contenuti da raccontare smorza l'entusiasmo della lettura. Auster, resta un troio.

lunedì 26 novembre 2012

Un amico ritrovato

Risulta alquanto complicato scrivere questo articolo. Riguarda aspetti della mia vita che non pretendo che possano essere compresi e capiti, ma se siete lettori di VER è probabile che mi conosciate personalmente o che siate per certi versi simili a me. Sarà per questo più semplice riuscire a rivolgermi a voi, pensando che abbiate le mie stesse nerdiche passioni e caratteristiche. Il tema che voglio affrontare è l'amicizia su internet. Non tanto per parlarne a vanvera, ma perché questa mattina mi è successa una cosa che non mi ha lasciato certo indifferente. Ho sempre bazzicato molto su internet  (anche troppo) attraverso ogni tipo di strumento che nel corso degli anni mi è stato messo a disposizione: Usenet ed i newsgroup, le chat di IRC ed i canali dei software p2p, le mailing list tematiche, i forum, i blog e così via. L'era pre Facebook e social network era molto diversa dall'attuale e conoscere una persona significava interagire con un nickname ed un avatar. Questo non limitava però il livello di confidenza che poteva crearsi tra due persone, lontane anche chilometri e chilometri, differenti in età, sesso, posizione sociale, cultura etc. Ma molto spesso queste persone potevano condividere tra loro gusti e passioni che difficilmente sarebbero riusciti a portare avanti con persone ed amici reali. A chi interessano le Creative Commons? Chi conosce per filo e per segno la struttura dei server ed2k? Chi ha voglia di tradurre in dialetto WinMx? Sempre nel corso degli anni molti contatti li ho persi, io stesso ho cambiato o modificato nickname, pur senza cercare di nascondermi (che senso avrebbe avuto?) o addirittura ho smesso di frequentare determinati ambienti che fino al giorno primo erano i più interessanti ed i migliori in assoluto. La gente cambia, le mode pure, i gusti anche. Ebbene tra le centinaia (sì, numeri a tre cifre) di persone con cui ho avuto a che fare ce ne è stato uno che mi ha lasciato il segno più di altri. Entrammo in contatto su it.comp.software.p2p ed altri newsgroup simili, salvo poi ritrovarci regolarmente anche in più e più luoghi virtuali. Ho sempre trovato questa persona straordinaria e ritengono un piacere ed un onore averla conosciuta. Si creò un certo legame di amicizia, per quanto si possa parlare di amicizia sul web, e bene o male non ci siamo mai persi di vista. Fino a tre anni fa circa. Poi praticamente il buio completo. Fino a questa mattina. Come sapete acquisto molto su internet, e se non prendo da Amazon o Monclick, utilizzo tantissimi altri siti o servizi. La scorsa settimana mi serviva un particolare oggetto che non ero riuscito a trovare sui miei soliti canali di distribuzione. Ecco che questa mattina arriva il pacco a casa dei miei genitori, e mentre leggo il mittente per capire di quale oggetto si trattasse (ne sto aspettando diversi), il nome ed il luogo di spedizione mi fanno accendere una lampadina. Cavolo, questo lo conosco. Vabbeh chissà quanti Mario Rossi esistono... Ma deh, proprio da quella città? Salgo su, apro e oltre all'oggetto ordinato trovo un gadget riguardante il mo software p2p preferito... Un regalo molto gradito con il sapore di indizio. Gli scrivo, lo contatto, chiedo speranzoso se sia lui o meno... Anche se lo sapevo già: il numero di telefono sul biglietto da visita, corrisponde a quello che avevo memorizzato nei contatti di Gmail. Ebbene sì, è lui  e so che va tutto bene ora. Con una punta di preoccupazione, quando non senti più gli amici virtuali puoi sempre pensare che possa essere successa qualsiasi cosa. O semplicemente ti dimentichi di loro, o peggio ancora credi che gli abbiano staccato internet. E questo sarebbe il peggior incubo possibile. Ben ritrovato, amico.

domenica 25 novembre 2012

Milan 1 - Juventus 0

Girano più le palle quando si pareggia 0 a 0 con la Lazio pur dominando per novanta minuti, che quando si perde con un Milan che deve affidarsi all'ennesimo rigore regalato dall'arbitro. Del resto la Juve ha giocato male, soprattutto nel primo tempo non creando niente. Nè a centrocampo nè in attacco. E se la squadra non esprime il bel gioco a cui a ci ha da un bel po' di tempo abituati, è normale che non si raccolga niente di buono. Anche se ti trovi di fronte una squadra che, dati alla mano può lottare per la salvezza o per un misero posto in Uefa una volta che la sorte ed i favori arbitrali hanno la meglio. Il pallone è tondo ed a Milano è anche possibile andare sotto. Peccato che non ci siano state la volontà e la cattiveria giuste per ribaltare il risultato. Pirlo e Marchisio non mi sono piaciuti. Vidal ed Isla hanno fatto schifo, soprattutto quest'ultimo che creava situazioni imbarazzanti non riuscendo a saltare Costant. Un po' meglio nella ripresa, ma senza mai incidere troppo ed Amalia lo abbiamo visto raramente. Pochi tiri, poche azioni degne di nota e poca verve agonistica. Restiamo primi, grazie al tesoretto accumulato nelle partite precedenti e guardiamo avanti. Forza Juve, campione d'Italia e squadra ancora più forte del Campionato. Tanto per chiarire: una partita non fa il campionato, poi i frustrati milanisti possono esultare quanto vogliono, dimentichi della posizione in classifica.

Alien Anthology (Limited Fan Edition)

Alien Anthology (Limited Fan Edition) è un cofanetto composto da sei dischi bluray che come preannuncia il nome contiene la saga relativa ad Alien ed i relativi contenuti speciali. La struttura del cartoncino è semplice, con una facciata che presenta un rilievo dell'immagine ("facehugger" edition) che potete osservare a lato. All'interno abbiamo invece 4 dischi per i film (Alien, Aliens - Scontro Finale, Alien³ e Alien - La Clonazione) e 2 per gli extra. Come scritto nelle recensioni precedenti i film sono presenti sia nella versione cinematografica che in quella estesa o Director's Cut e sono fruibili con la modalità interattiva MU-TH-UR. Grazie a questa interfaccia è possibile salvare gli extra durante la visione del film per poi rivederli in seguito. La comodità, per chi volesse usarla (non certo io) è che tutti i contenuti speciali potranno essere visualizzati in ordine di comparsa in base alla storia ed essere anche selezionati e filtrati in base ai propri gusti o interessi. Purtroppo non sono ancora in sintonia con le varie modalità interattive durante la visione della pellicola e preferisco godermi tutta la trama senza dover pensare ad altro. Visto che poi i contenuti speciali sono veramente moltissimi, una valanga di extra anche appositamente ricercati ed inseriti in questo cofanetto, è facile pensare che gli interessati a questo materiale si mettano a spulciare tutte le varie featurette o documentari disponibili, con molta calma e dedizione. Un'altra nota positiva è data dal fatto che i contenuti in HD sono un discreto numero.

sabato 24 novembre 2012

Nexus 7: panoramica del primo giorno

Eccoci arrivati ad una sorta di prima recensione sul Nexus 7. Il primo giorno di utilizzo non mi ha fatto cambiare opinione sull'inutilità di questi device (i tablet): restano pur sempre un gadget non essenziale, da affiancare ai vari prodotti ormai presenti nella casa di ogni nerd o geek o semplicemente appassionato di tecnologia. Per quanto mi riguarda è la via di mezzo tra un notebook (ormai quasi sempre vetusto) e  lo smartphone, ma di sicuro non aumenta in maniera considerevole l'esperienza di utilizzo. In pratica: se non avessi avuto il "problema" del non arrivo del Nexus 4 non mi sarei lanciato su questo tipo di prodotto. Però la curiosità di provare un sistema operativo Android puro e la possibilità di avere un companion per i numerosi servizi Google che quotidianamente uso, non lo avrei acquistato. Mettiamoci inoltre che a 199 euro il rapporto qualità prezzo è il migliore che possiamo trovare sul mercato, e che l'ingordigia di avere sempre l'ultimo prodotto tecnologico spesso ha la meglio sulla ragione. Già ieri poi ho citato i due motivi principali che mi hanno portato a fare lo scellerato. Adesso, anche i maniera spocchiosa ed arrogante, facciamo un piccolo confronto con il prodotto Apple più rumoreggiato del momento ovvero l'iPad Mini, creato appositamente per contrastare il mercato dei 7 pollici dominato almeno sulla carta dal Nexus 7 e dal Kindle Fire HD di Amazon.

Perchè Nexus 7 è migliore di iPad Mini?

Iniziamo dalla cosa più importante per un oggetto non necessario: il prezzo. I 329 euro della versione base (quella appunto da 16GB e senza supporto 3G) saltano all'occhio in maniera decisiva se paragonati ai 199 del tablet prodotto da Asus. Si tratta di circa il 65% in più. Dal canto suo Apple ci "dona" uno schermo più ampio (7,9" contro 7"), ma con una risoluzione più bassa (1024x768 pixel contro 1280x800 pixel) e quindi anche una densità più bassa (162 ppi contro 216 ppi). La tecnologia utilizzata invece è la medesima per i due dispositivi: IPS LCD. Se le dimensioni contano, conta anche il peso ed in questo è Apple ad avere la meglio: pur avendo un tablet più grande è più leggero (312 gr contro 340 gr). Passiamo quindi velocemente alla batteria: Cupertino riesce a dotare l'iPad Mini di una batteria al litio molto più capiente (dati non dichiarati ufficialmente, ma circa 11000 mAh contro i 4350 mAh del Nexus 7). Le caratteristiche hardware fanno invece stravincere oggettivamente il prodotto di Google. Apple A5 con dual core a 1 Ghz contro NVIDIA Tegra 3, quadcore a 1.3 Ghz, 512 MB di RAM contro 1 GB , GPU PowerVr SGX543 contro ULP GeForce a 416 Mhz. Entrambi i modelli in questione hanno una memoria interna (non espandibile) di 16 GB. Mentre l'iPad Mini esce con versioni da 32 e da 64 (rispettivamente al costo di 429 e 529 euro) l'Asus ha quella da 32 GB (249 euro). La fotocamera frontale è per entrambi di 1.2 Megapixel, ma l'iPad Mini dispone anche di quella posteriore da 5. Il bluetooth di Apple è 4.0 contro 3.0, ma Nexus 7 dispone anche di NFC e di essere usato come USB host.
Quindi posso dire candidamente che se comprate iPad Mini, quasi sicuramente lo fate perchè non ci capite una sega.

Come è stato il mio primo approccio con il tablet?

Una volta acceso ed inseriti i dati relativi al mio account di Google ha iniziato subito gli aggiornamenti ed ecco arrivare l'ultimissima versione di Android Jelly Bean ovvero la 4.2. Poi c'è stato un breve attimo di panico in quanto di default è bloccata la rotazione dello schermo ed alcuni momenti per abituarmi ad Android puro, venendo dalla positiva esperienza con HTC Sense per smartphone. Questione di abitudine o meno sono state doverose alcune visite al Play Store per ottimizzare la mia esperienza base. Tanto per cominciare via Chrome, con cui mi ci trovo di merda anche sul pc e dentro Dolphin che trovo decisamente migliore e più personalizzabile per le mie esigenze. Poi è stata la volta degli smaremmamenti sulla tastiera: ma come si fa ad apprezzare quella presente? Prima ho impostato la italiana da pc (Impostazioni ---> Lingua e Immissione ---> Tastiera Android ---> Impostazioni Avanzate ---> Stili personalizzati ---> Aggiungi Stile ---> Italiano (PC) ---> Usa di default). Poi deluso ancora, mi sono rilanciato sul Play Store per prenderne una a modo: la SwiftKey 3, scoprendo che quella ottimizzata per i tablet è a pagamento. Niente paura, ne vale la pena (1,99 euro). Finito tutto ciò ho iniziato a sviscerarlo ed usarlo a nastro. Dopo un'attenta valutazione posso affermare che:

  • - Non si sente per niente la mancanza del modulo 3G visto che lo userei per la maggior parte dei casi in casa o collegandolo allo smartphone. Il fatto di poter condividere la connessione con hotspot wifi o via tethering bluetooth (che mi consuma meno batteria di entrambi i dispositivi) rende inutile la connessione 3G (altra scheda, altro piano, altre spese)
  • - Si sente la mancanza della fotocamera posteriore. Sarebbe stata un'esperienza in più per condividere luoghi, posizioni o altro. Quella frontale è utile solo per video chat e poco altro
  • - Un uso intenso del tablet per navigare fa apprezzare lo schermo da 7" rispetto a quello dello smartphone, ma se si prende il via a guardare filmati o giocare (escluso Angry Birds) uno schermo da 10" sarebbe stato l'ideale. Di certo però avrebbe perso in maneggevolezza e sarebbe stato più complicato portarlo a giro.

Ed Android 4.2 cosa mi offre in più?

Al di là dei continui aggiornamenti per le ultime versioni del SO e delle applicazioni e di tutto ciò che questo comporta in termini di longevità di un prodotto, Jelly Bean puro NON stupisce per il suo minimalismo. Infatti come già detto sopra, se uno è abituato ad avere determinate cose deve un po' metterci le mani. Ma questo vale sempre, per ogni passaggio da un sistema operativo all'altro. Stupisce invece la fluidità, non so in che percentuale dovuta al software, che garantisce 60 fps costanti. Lo scrolling è perfetto e davvero lo ho provato tanto, tanto, tanto. Zoom, rotazione, vai di qui e vai di là. Ok ora veniamo alle cose serie:

  • - Google Now. Avete presente SkyNet di Terminator? Ecco, se avete un'indole luddista e temete il futuro, se siete paranoici ed odiate la tecnologia che vi controlla, Google Now è vostro nemico. In pratica è quello che Siri non è riuscito ad essere. Registra tutte le vostre preferenze, la posizione, gli spostamenti, le ricerche, gli appuntamenti segnati, le traduzioni effettuate.... Insomma un casino di cose. E vi presenta sotto forma di schede, che si formano e si aggiornano solo e se si creano determinati presupposti. State tornando a casa? Ecco che il navigatore può segnalarci la stra più veloce (anche in base al traffico). Quanto ha fatto la Juve stasera? Come si dice sboccaponce in inglese? Sei fuori casa e si avvicina l'ora di cena? Hai una serie di suggerimenti di dover poter abbuffarti. Google Now cresce mano a mano che utilizzate i servizi Google, portate il tablet con voi, usate il vostro suggeritore personale.
  • - Sembrerà una cavolata, ma è assai utile il fatto che le icone o i widget nelle varie schermate si auto allineino. Non dobbiamo più stare a preoccuparci di cercare la casellina vuota per inserire il collegamento, fa tutto da solo e sceglie le zone libere spostando anche quelle già presenti con una buona ottimizzazione.
  • - Usiamolo come navigatore, visto che non necessita di una connessione ad internet: eh già, le Google Maps si salvano in locale. Semplice, basta scegliere la zona che ci interessa e scaricarla sul dispositivo. Ho notato che è possibile salvarne più di una, ma ci sono dei limiti dovuti all'ampiezza della zona scelta. Ad esempio in 75 MB mi ha messo tutta la provincia di Livorno (esclusa l'Elba, la parte nord di quella di Grosseto ed un po' di quella di Pisa. Fa tutto: è uno dei migliori navigatori gratuiti che ci siano.
  • - Le notifiche sono molto più complete, ad esempio per quanto riguarda Gmail o Facebook è possibile leggere una parte del commento o l'oggetto, il mittente.
  • - E' possibile avere la multi utenza.
E l'esperienza con la condivisione dei contenuti?

 Deh non lo faccio di proposito, ma questo è un altro di quei punti fondamentali su cui voglio scrivere. Non digerisco chi esalta i prodotti Apple per il discorso del cloud, della sincronizzazione e compagnia bella. Se uno ha la necessità (ed io ce l ho) ad esempio di tenere le foto sincronizzate lo fa senza troppi problemi. Che si utilizzi Flickr, Picasa o come preferisco io DropBox ecco che abbiamo tutto sincronizzato, caricato, disponibile ed utilizzabile senza problemi. Abbiamo Linux? No problem. Smartphone e tablet Android? No problem. Pc? Meglio che mai. Insomma il clouding e la sincronizzazione non li ha certo inventati Jobs. Poi vabbeh l'accesso a Gmail e Calendar ed ai feed reader sono cosa di tutti i giorni. Se mi piacesse usare Chrome (lo farei anche a spregio guardate) potrei condividere i segnalibri, i preferiti e addirittura aprire sul tablet le stesse schede che tengo aperte sul pc. Cosa vecchia e già fatta anche con FireFox e più computer (uno Linux ed uno Windows). Comodo? No pochino... I file li tengo tutti su Drive, da sempre e quindi da sempre disponibili ovunque che si tratti di accesso web o tramite applicazione. E ricordate il buon Play Music? Dal 13 novembre è attivo in Italia e puoi caricarci sopra fino a  20 mila brani in tuo possesso. Se li hai rippati, scaricati o comprati a Google non interessa, Li carichi sullo storage virtuale e festa finita. Anzi, festa iniziata. Eccoli subito disponibili sul Nexus 7 in home page, suddivisi già per album con le copertine. Sì, ecco un altro utilizzo da poter fare con il nostro companion di fiducia: ascoltare ovunque siamo la nostra bella musica, archiviata e disponibile. Per chi vuole farsi male è possibile usarlo anche come ebook reader (non sarà mai piacevole come il Kindle sappiatelo) ed ovviamente anche qui abbiamo la nostra bella ed amata sincronizzazione dei libri.

Considerazioni finali: a che mi serve davvero?

A niente per davvero, a tante cose se alternato al telefono. E' indubbia la comodità di uno schermo più grande su di un prodotto maneggevole. Di conseguenza al di là dei vari utilizzi arrangiati (ma non troppo) come lettore per le riviste a colori, navigatore satellitare, o dispositivo musicale l'esperienza di navigazione e fruizione di alcuni contenuti sta nel mezzo tra quella dello smartphone e quella del portatile. Dotandolo di una tastierina bluetooth tra l'altro sarà comodo anche trasformarlo in un'evoluzione dei netbook e poter scrivere nella più piena allegria. Per gli amanti dei giochi inoltre (molti sono ottimizzati per la Tegra 3 non a caso) è una console portatile di tutto rispetto.
Lo userò spesso? Dal momento che è qui vicino a me e mi vuole un mondo di bene direi di sì.

giovedì 22 novembre 2012

Perché un tablet è cosa buona e giusta

Non posso inventarmi di aver sempre sognato e lodato questa assurda tipologia di device. C'è il pc, c'è il portatile, c'è lo smartphone, e poi arrivano sti cosi, che forse prima quando avevano una tastiera e si chiamavano netbook potevano anche avere un senso. Ma oggi, malidetti loro, sono solo uno strumento del diavolo. Il diavolo tenta, ed io  mi tuffo a capofitto nel girone dei viziosi. Potrebbe sembrare quindi che mi sono piegato alla volontà del marketing, che anche io sia vittima senza speranza del consumismo più sfrenato ed inutile. Ma voglio gridare al mondo intero che così non è. Non sarà. E non è mai stato. Dissi che avrei comprato un tablet solo il giorno in cui avessi trovato una sua utilità. Ebbene, tale giorno è giunto. Chiamiamolo pure Judment Day! Ma eccolo qui tra noi, pronto ad essere usato, sfruttato, accudito, difeso dalle male parole e #necessarilizzato!!! I motivi che mi hanno spinto ingannevolmente amorevolmente all'acquisto di un fantastico Nexus 7 sono molteplici, impossibile metterli tutti per iscritto, perdinci. Partiamo dal fatto che in attesa dell'arrivo (ormai quasi iNsperato) del Nexus 4 probabilmente resterò alcuni giorni, settimane, mesi o anni, senza uno smartphone con cui navigare a modo. Sarebbe d'uopo riuscire ad accaparrarsi (comprare su ebay, farsi prestare, rubare, fottere, inculare, affini e chi ne fa le veci) un Android usato a bassissimo costo, metterci sopra una rom cucinata (come se fosse metanfetamina) e usarlo per telefonare e come hotspot wifi per la navigazione con il tablet. Ma pensate sia finita qui? No: io penso molto in là. Se ad agosto vado alla gita ai parchi (non al parco, ai parchi) come faccio ad aggiornare VER? Dovrei portarmi dietro il ThinkPad? Boia, scomodissimo. Poi pesa, occupa spazio, rompe le palle, fa la pipì a letto ed importuna le vecchiette. Insomma, è un oggetto che non è presentabile negli States. Invece un carinissimo ed educatissimo Nexus 7 sarebbe ben visto e non rischierebbe di essere discriminato dalle comunità mormone dello Utah (ho sentito dire che odiano i portatili). Se poi ci aggiungiamo la comodità di una custodia con tastiera incorporata ecco che ogni articolo avrà la sua giusta attenzione. Due motivi non vi bastano? Ecco il terzo: ci siete cascati eh? Non ve lo dico perché non sarebbe giusto. Ad ogni modo ho puntato su di un Nexus 7 perché il rapporto qualità prezzo resta il migliore sul mercato ed in ogni confronto con i diretti avversari lotta splendidamente. Sarebbe uscita da poco anche la versione 3G (senza però modulo telefonico), ma oltre ad essere già tutto esaurito cento euro in più sono una bestemmia. Qualora poi dovessi rivenderlo, si piazza molto meglio la versione wifi. Benvenuto in Home 2.0 mio caro ed amato Nexus.

martedì 20 novembre 2012

Juventus 3 - Chelsea 0

Tutti in piedi. Ed applausi. Tanti, ininterrotti. Eccoci a punire con una sentenza inappellabile i campioni d'Europa. Tre a zero, ma non solo. Un #palo, un #salvataggio_sulla_linea, un #rigore_negato, #miracoli_del_portiere, #dominio_territoriale per gran parte della gara. Ma soprattutto voglia di vincere, di giocarsela, di far vedere al mondo intero che ci siamo e non abbiamo paura. Di nessuno. Neanche di un avversario, che nonostante il risultato e gli schiaffi presi, si è reso più volte pericoloso. Grazie al Chelsea abbiamo goduto di una bellissima partita, al cardiopalma con il risultato sempre incerto fino alla gol di Giovinco che pone il punto esclamativo sulla gara. Prima di lui Quagliarella che apre le danze e Vidal che raddoppia. Cazzo sì, ecco come si vince, guardate bene tutti, questa è la Juve. Come disse un noto poeta nostrano, siamo una squadra fortissimi ed il vecchio detto contadino recita: al Chelsea non far sapere quanto è buono il calcio con tre pere. Non che sia tutto finito, anzi siamo solo a metà dell'opera. la non sconfitta con gli onestissimi ucraini resta pur sempre una necessità, ma intanto godiamoci questa meritata e lottata vittoria. Di quelle da incorniciare. Chiudo ringraziando Buffon per avermi sbugiardato: sei ancora il numero uno.

lunedì 19 novembre 2012

Nokia C2-01

Nonostante l'arrivo degli smartphone e la corsa all'ultimo modello non sono ancora riuscito a slegarmi dal vecchio cellulare. Quello per telefonare insomma, quello che non devi stare attento alla batteria, quello che se ti casca amen, quello che puoi usare per mandare sms anche senza guardare. Così una volta che il vecchio l'ha avuta, possiamo prenderne uno nuovo stando anche tra i sessanta ed i settanta euro. Il Nokia C2-01 è il classico modello base che oggi non offre niente rispetto a quelli di ultima generazione, ma resta equipaggiato con caratteristiche di tutto rispetto. Al di là delle proporzioni ridotte (c'è stato un tempo in cui cercavamo il più piccolo in assoluto invece del più grande) Nokia offre secondo me il software più semplice ed immediato per le operazioni di tutti giorni: agenda, registro chiamate, sms, sveglia e così via. Già con questa versione più innovativa hanno messo anche troppe cose per i miei gusti personali che necessitano di un approccio il quanto più minimalista possibile, ma capisco anche che lo sviluppo deve andare avanti. Così il Nokia OS è equipaggiato con applicazioni web, java, flash, client email e browser. Non userò il traffico dati con la sim da dedicargli, ma è un qualcosa in più per coloro che hanno esigenze differenti dalle mie. La dotazione delle porte prevede anche la micro USB per ricarica oltre che per trasferimenti dati ed audio, il bluetooth 2.1, l'alloggiamento per microSD (fino a 16 GB). La fotocamera posteriore è da 3,2 Megapixel e lo schermo LCD da 2" permettono una piacevole visualizzazione di ciò che ormai facciamo con ben altri dispositivi. Alla fine è un oggetto pratico ed intuitivo senza alcuna pretesa che svolge egregiamente le funzioni per cui è stato progettato. Già attivato da qualche ora, la batteria senza essere stata mai caricata, non dà segni (solo 1040 mAh) di stanchezza ed è questo il bello dei vecchi telefoni. Peccato però che siamo veramente abituati ad altro ed un'esperienza totalmente voltata al web, alla multimedialità o ai giochi non possa considerarsi soddisfacente.

domenica 18 novembre 2012

Juventus 0 - Lazio 0

Quali sono i limiti della Juventus lo sappiamo tutti, più volte il tifoso medio che non sa accontentarsi (me compreso) lo ha ribadito: manca una punta che sappia scuotere la rete, che sblocchi le partite. Certo però se i passerottini della Lazio vengono a Torino per arrembarsi in difesa e giocano tutti i novanta minuti per difendere un pareggio tutto si fa ancora più difficile. Della Juve continuo a dire che è bene non lamentarsi troppo. Anche stasera abbiamo giocato solo noi, gli altri incassavano, si chiudevano in undici dietro la linea del pallone, perdevano tempo, santificavano un miracolato Marchetti e votavano la traversa come salvatrice della patria. Sì, parlo della Lazio che è salita allo Juventus Stadium per non giocare. Chiaro sintomo di di paura e pochezza. Buffon ha dovuto prendere il guaranà per tenersi sveglio, mentre tutti gli altri, da Bonucci a Giovinco, da Barzagli a Quaglarella stavano su a cercare la rete mai arrivata. Peccato per il risultato, il gioco continuiamo a crearlo. Noi. Gli altri sono soltanto comparse.

sabato 17 novembre 2012

Ho venduto la pelle dell'orso...

Foto di marchorwitz
Me tapino. E anche derelitto. E aggiungerei porome, che fine faremo? Ricordate la mia estrema ed esternata voglia di acquistare un oggetto che più necessario non si può? Ebbene il Nexus 4, messo in vendita sul Play Store di tutto il mondo (Italia, Azerbaigian, Andorra e Laos esclusi) è andato in sold out in una manciata di minuti. Poco geniale quindi l'idea che avevo avuto? Non ne valeva la pena? No pochino... Peccato che il mio fidato gettons, non sia stato tra i fortunati diti (che dite?) lesti che si sono accaparrati lo stock messo a disposizione. Non è colpa sua, ci mancherebbe, ma si denotano le lacune a livello di marketing e distribuzione di Google, che da questo punto di vista fa davvero pena. Un sold out mondiale che va dai 22 minuti australiani ai 35 degli USA... E un'azienda del genere si presenta impreparata? Neanche ha annunciato il numero pezzi venduti, e mentre i vari blog (ma siete sul libro paga di qualcuno?) si strofinano le mani (sul glande) complimentandosi per il tutto esaurito, decine di miliardi di giovani nerd restano con un pugno di mosche. E non si sa quando sarà disponibile il nuovo lotto: si parla addirittura (voci ufficiali: ho chiamato in Vaticano) di tre settimana per smaltire le prime spedizioni. Roba da chiodi. Inoltre, bello ingordo con la bava alla bocca, ho già venduto il mio HTC One S!!! Non che ci sia voluto molto, c'era da aspettarselo, ma dal 3 dicembre sarò senza smartphone fino a quando questo cazzo di Nexus 4 non sarà di nuovo disponibile. Ed ora lo desidero più che mai, anche solo per spaccargli la testa lo schermo o torturarlo. Deve, essere un mio possedimento. Come la Jacuzia a Risiko. Quindi adesso che ho venduto la pelle dell'orso prima che questo venisse ucciso (da altri) devo correre ai ripari. Ci sono tre possibili soluzioni che la mia mente da genio del male ha partorito:

- Usare il Nokia C2-01 (mi arriva martedì) con la scheda della Tre per navigare in stile pangea e sfruttare le chiamate del piano Top 400
- Acquistare su eBay uno smartphone da poco (tipo uno ZTE Blade o simili), rootarlo, metterci sopra una rom cucinata, e poi provare a rivenderlo (magari al solito prezzo di acquisto) appena mi arriva il nexus 4
- Prendere il Nexus 7 3G (uscirà a fine mese) o un Samsung Galaxy Tab 2 sempre 3G ed sfruttarlo per la connessione internet (prova a telefonarci mi vergognerei, ma lo potrei fare di nascosto)

Ogni soluzione ha i suoi costi (in ordine crescente) ed i suoi rischi. Se la prima mi garantisce solo un minimo approccio alla rete ed al continuum delle mie abitudini, è quella a costo zero. La seconda rappresenta il rischio maggiore, qualora non riuscissi a piazzare lo smartphone nonostante il diploma di partecipazione al corso di rabbino. Però sarebbe anche divertente (da sbellicarsi) provare le rom su una cineseria. La terza soluzione sarebbe quella più costosa considerando il fatto che di un tablet non saprei davvero cosa farmene, soprattutto 3G, ma mi garantirebbe la copertura migliore per le mie abitudini per il lasso di tempo indefinito in cui resto senza dispositivo. Inoltre sarebbe davvero semplice rivenderlo, anche se come usato, e se non dovessi riuscirci (???) avrei un device nuovo che non è un doppione.
Questi sono i problemi che mi affliggono la notte. Aiutatemi.

mercoledì 14 novembre 2012

Jeffery Deaver - La Consulente


Autore: Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli
Titolo originale: Mistress of Justice
Pagine: 468
Voto: 1/5
Pagina di Anobii
Acquista su Amazon

Trama del libro:

La giovane Taylor Lockwood divide le sue giornate tra il lavoro di praticante in un prestigioso studio legale di New York e le serate come pianista jazz nei locali più pittoreschi della città. Ma la sua vita cambia all’improvviso quando uno degli avvocati dello studio, l’intrigante Mitchell Reece, le affida un compito a dir poco delicato: scoprire chi ha rubato il prezioso documento che potrebbe distruggergli la carriera e mandare a rotoli un affare milionario. Sedotta dal fascino dell’imperscrutabile Reece, Taylor accetta l’incarico. Ma più scava nei segreti della Hubbard, White & Willis, più la posta in gioco si fa alta: perché qualcuno è disposto a tutto pur di veder realizzati i propri sinistri piani, e la sete di verità che sprona Taylor a proseguire nelle indagini rischia ogni ora di più di esserle fatale. In una New York torbida e scintillante, tra i jazz club pieni di fumo e gli asettici palazzi in cui si gioca la spietata partita del potere, il grande Deaver dà vita a un thriller pieno di personaggi e situazioni inedite, di tensione e di atmosfera. 
 
Commento personale e recensione:

Non è la prima volta che inciampo in questi trabocchetti editoriali, e non è la prima volta che mi capita con Deaver. Una volta divenuto famoso e di successo ecco che appaiono anche libri che sembrano scritti quando faceva le scuole elementari, ed io pollo che li compro. Agli esordi, vuoi per poca esperienza, vuoi perché non aveva ancora trovato la vena letteraria che poi lo contraddistinguerà in seguito era qualcosa di veramente acerbo e penoso. Al di là del fatto che la trama segue la falsa riga di quanto a quei tempi scriveva il più fortunato Grisham, abbiamo una storia noiosa, con personaggi deboli e confusionari, troppi nomi difficili da ricordare, avvenimenti slegati gli uni dagli altri. Insomma, un pastrocchio totale. Inutile poi improvvisare colpi di scena che sono telefonati ed inseriti con il solo intento di stupire. Si legge bene, ma solo perché è semplice, non ti dà nessun senso piacevole o una cadenza che risulti in qualche modo più avvincente. Già da metà romanzo inizi a capire dove voglia andare a parare ed il proseguo è ai limiti dello strazio. Se il susseguirsi degli eventi fosse stato meno banale e più naturale avrei potuto anche chiudere un occhio, ma si arriva al dunque senza neanche capire il perché della necessità di tutte quelle pagine prima. Deludente, evitatelo.



Franklyn (2008)


Regia: Gerald McMorrow
Anno: 2008
Titolo originale: Franklyn
Voto: 6
Pagina di IMDB (6.1)
Pagina di I Check Movies

E' impossibile guardare le prime scene e non pensare a V per Vendetta  ed aspettarsi un thriller gotico fantascientifico. Poi un po' di confusione, con delle storie che corrono su binari paralleli, salvo sfociare in un finale che riempie tutti i vuoti sapientemente creati da Gerald McMorrow alla sua prima uscita come regista. Franklyn in realtà è un dramma psicologico che forse anche troppo arditamente si lancia nei disturbi della mente. La Città di Mezzo, distopica, fantastica, governata da forze religiose è al limite dello steampunk, ma è soltanto lo strumento immaginario per arrivare alla soluzione di un intreccio incredibile, ben congegnato e che appassiona. Non da subito però, prima siamo noi stessi a dover fare i conti con la realtà. Londra o la Città di Mezzo? Involontariamente, ma neanche tanto, ci immedesimiamo nella mente malata di David (Ryan Phillippe) credendolo un eroe, poi proviamo compassione, ma neanche tanto, per il padre e cerchiamo di capire Emilia (Eva Green) e Milio. Ma neanche tanto. Perchè i disturbi psichici che portano con sè macchiano l'armonia di una trama che già di suo non è lineare e mano a mano che proseguiamo le carte vengono scoperte. Personalmente ritengo una buona prova del novello regista, con una scenografica pulita e gotica al tempo stesso che trasuda dei mali che ci portiamo dietro. Un buon successo quindi, anche se troppo forzato ed irreale, sembra che la calamita finale attragga tutti troppo facilmente e con semplicità.

martedì 13 novembre 2012

Saranno ancora gli USA

Tutto ebbe inizio circa un mese fa, quando il sommo gettons , in largo anticipo con i tempi propose un tipo di vacanza volta all'avventura ed alla natura. Una volta trovato il gruppo (gettons appunto, Boo, Molly ed io) e stabilito il periodo (agosto 2013) la scelta più ardua si è rivelata la meta. Partiti inizialmente con il sapore del safari in bocca abbiamo studiato per qualche periodo Kenya e Tanzania, addirittura Namibia. Poi un'altra illuminazione, dovuta in principio ai costi ridotti: i Parchi degli Stati Uniti. Alla proposta dell'alternativa non ci ho visto più, il mio cuore ha iniziato a battere forte, l'adrenalina si è fatta strada lungo il mio corpo, led luminosi al posto degli occhi. Non avevo altri pensieri. Dovevamo per forza puntare lì, oltreoceano verso l'ovest. Go west, il selvaggio west. Quello dei parchi delle Montagne Rocciose, di Yellowstone, di Mesa Verde. Sarebbe un sogno che si avvera di nuovo, che si ripropone. La mia terza volta dopo l'estate 2009 (che diede il via agli articoli di VER) e il capodanno 2010. Toccando soltanto due mete già viste (Bryce Canyon e Las Vegas) e che rivisiterei più che volentieri. Una vacanza on the road, auto a noleggio, zaino in spalla e tanta tanta gioia nel cuore. In quattro invece che in due, immersi nella natura, ma non solo. Ci siamo già studiati una sorta di tragitto possibile e probabile toccando sette parchi e tre città. Poi una volta lì vediamo, intanto la bozza è pronta. Intanto ieri la prima prenotazione con le sistemazioni all'interno di Yellowstone, giusto per stare tranquilli: c'erano già diversi sold out per quel periodo. Un piccolo passo per l'umanità, un grande passo per me. Tra qualche mese sarà la volta de voli e del SUV a noleggio. Tanto per gradire. E si parte di nuovo. Manca ancora tanto, forse troppo, forse neanche partiremo, dieci mesi ne succedono di cose, ma siamo a buon punto, affiatati e diligenti.

domenica 11 novembre 2012

I Predatori Dell'Arca Perduta (1981)


Regia: Steven Spielberg
Anno: 1981
Titolo originale: Raiders Of The Lost Ark
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.7)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (cofanetto)

Guardarsi il primo film della saga di Indiana Jones ed apprezzarlo ancora oggi è cosa piuttosto semplice. D'altra parte ci hanno provato in tanti a creare qualcosa di simile (tipo la trilogia de La Mummia tanto per fare un esempio), ma senza George Lucas, Steven Spielberg e Harrison Ford direi che non è proprio la stessa cosa. Per questo prendere tutto il cofanetto con i bluray (i titoli sono stati rinominati in Indiana Jones e...) non si è rivelata solo un'operazione dettata dalla nostalgia e dalla voglia di ritornare bambino. Questi sono film che vanno bene anche oggi, alla grande anzi. Nessuno può rimanere indifferente di fronte al fascino dell'archeologo avventuriero e se oggi siamo più attenti ai dettagli possiamo fregarcene altamente delle innumerevoli inesattezze storiche che tempestano la pellicola. Ciò che conta è un'azione pulita ed elegante che dà il via all'avventura per antonomasia. Lucas è un grande nello scegliere i suoi collaboratori: sceneggiatura affidata a Kasdan, fotografia a Slocombe, scenografia a Reynolds e musiche a Williams. Sfido chiunque a non ricordarsi il motivetto creato, che ormai fa parte delle nostre vite. Come se non bastasse la Industrial Light & Magic (già vista all'opera in Guerre Stellari) dello stesso Lucas ha preso in affidamento la creazione degli effetti speciali, che non hanno davvero niente da invidiare a lavori più giovani. Scene memorabili come quella della pistolettata al fanfarone che amoreggiava con la sciabola o l'utilizzo, abbastanza atipico della frusta resteranno per sempre negli annali cinematografici. Ci vorrebbe un vero e proprio monumento in onore del vecchio Indiana Jones, che rimasterizzato è da applausi.

Breaking Bad - Reazioni Collaterali [Stagione 2]


Anno: 2009
Stagione:2
Titolo originale: Breaking Bad
Numero episodi: 13
 
Passato l'entusiasmo iniziale per la novità introdotta con la prima stagione  ecco che arrivano altri tredici episodi che sono più rivolti all'azione e ne definiscono una struttura più solida e stabile. Tutto questo nonostante fin dalla prima puntata vengano fuori alcune esagerazioni che possono trovare la giusta con conclusione con la tredicesima. Era infatti impensabile che il buon vecchio Walter potesse continuare indisturbato la sua seconda vita schivando prontamente le pericolose domande della moglie, che stupida ed ingenua quanto vogliamo, ma dotata ad ogni modo di una certa curiosità. Come dicevo la trama si evolve in un crescendo di pericolosità ed azione, spesso al limite del realismo introdotto nella prima serie di eventi narrati. I personaggi crescono e si muovono a loro volta in un mondo tappezzato di violenza e bugie riuscendo a catturare la nostra attenzione. Diventa ormai un appuntamento irrinunciabile quello di proseguire la visione della storia, per poter vedere cosa si inventerà il professore di chimica e cosa vorrà proporci Vince Gilligan, l'ideatore, per mantenere Albuquerque sui binari apprezzati dal pubblico. Da una parte ho paura che la terza risulti meno credibile del solito, anche se mi aspetto ottime giocate, anche in calcio d'angolo per sistemare i problemi che vengono a crearsi. Una serie differente dal solito, che consiglio a chi non ama il politicamente corretto.

Pescara 1 - Juventus 6

Questa purtroppo l'ho persa. Sarebbe la prima del campionato che ci vede primi dal suo inizio. L'ho pure messa a registrare su MySky e sono riuscito ad arrivare indenne, senza conoscerne il risultato, quasi fin da ultimo. Ma poi era impossibile. Sei a uno. Anzi, uno a sei. Risultato tennistico. Salve signora, mi dà mezza dozzina di reti per favore? Ecco fatto. Poi arrivato a casa mi son guardato solo il primo tempo e qualche spezzone del secondo, a risultato ormai acquisito. Dispiace solo che Buffon è come non averlo. Se consideriamo le ultime quattro partite ogni volta che gli avversari tirano o fanno gol, o prendono legni o ci sono salvataggi sulla linea. Lo so sciupare questa dilagante vittoria con questi discorsi non è educato, ma già che ci siamo mettiamo i puntini sulle i. Se alcuni puntano il dito sui problemi dell'attacco (anche questa sera ha aperto le danze Vidal) vorrei sottolineare che anche se stravinciamo è bene stare maggiormente attenti nell'ultima fase difensiva. Non tanto per Barzagli, Bonucci e Chiellini, ma proprio su Buffon, che non esce più, respinge in malo modo i palloni o è sempre quel passettino indietro per poter compiere la parata difficile. Parlo di parate difficile non che faccia le vaccate. Ma prima ci aveva abituati in un altro modo. Vabbeh intanto aspettiamo i risultati delle inseguitrici, noi il nostro lo abbiamo fatto.

sabato 10 novembre 2012

Crank: High Voltage (2009)


Regia: Mark Neveldine & Brian Taylor
Anno: 2009
Titolo originale: Crank: High Voltage
Voto: 3/10
Pagina di IMDB (6.2)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Dovevo capirlo fin da subito. Fin dalla fine di Crank anzi. Era logico che un seguito , qualunque tipo di seguito, sarebbe stata una boiata immane. Giù il fatto che esista è una cazzata, già il fatto che qualcuno abbiamo deciso di girarlo e di produrlo, di distribuirlo e di farmelo comprare. Se il primo capitolo era esagerato ed improbabile, questo ti urta il sistema nervoso da quanto è ridicolo. in ogni sua minima parte le piroette fatte per giungere alla conclusione non stanno nè in cielo nè in terra. La cosa ancora più vergognosa, di quelle da puntare il dito contro è che il duo Taylor - Neveldine ci crede. Fanno i ganzi, usano tecniche che poi tutto sommato non sono neanche malaccio, si sentono i padroni di chissà cosa. Vorrei ricordargli che di Tarantino e Rodriguez non ce ne sono tanti in giro... Ad atteggiarsi in quel modo è da presa per i fondelli. Ma andate a cacare voi e le vostre bugie [cit.]. Violenza a go go, sangue, scene splatterose, sesso esplicito, insomma ci hanno messo di tutto pur di farlo vedere. Tutto tende all'esagerazione ed all'impossibilità. Addirittura una testa alimentata sotto aceto... Ovvia. Io pensavo che all'inizio quando gli esportano il cuore vero e gli mettono quello artificiale lui sognasse... Invece era meglio se fossi stato io quello che sognava. Ricorda un po' Machete anche se lì il caso è totalmente differente: era nato per quel motivo e non era il sequel di niente. Ad ogni modo se siete coraggiosi e volete fare come me, e prenderete il bluray, sappiate che dal punto di vista qualitativo (purtroppo) non affatto male. Inoltre ci sono i seguenti extra:
- commenti audio
- dietro le quinte (26 minuti)
- seconda ripresa (4 minuti)
- festival di follie (3 minuti)
- trailer

venerdì 9 novembre 2012

Alien - La Clonazione (1997)

Regia: Jean-Pierre Jeunet
Anno: 1997
Titolo originale: Alien Resurrection
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.2)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (cofanetto Alien Anthology)

Arrivati al quarto episodio di una delle saghe più avvincenti del cinema fantascientifico, possiamo candidamente affermare che si tratta di un franchising duro a morire. Non stanca e non annoia, pur considerando il fatto che l'opera poteva già ritenersi conclusa precedentemente. A mio avviso siamo molto lontani dai primi due capitoli che vedono impegnati nella regia Ridley Scott e James Cameron, ma Jean-Pierre Jeunet riesce a migliorare quanto proposto da David Fincher. Forte anche delle nuove tecniche e tecnologie che rendono la visione più piacevole anche per gli amanti del solo effetto speciale, Alien - La Clonazione si fa strada con una trama ben delineata e per niente sterile. Possiamo anche chiudere un occhio su alcune esagerazioni inverosimili (interi minuti in apnea), errori (il buco nel vetro non elimina tutto l'ossigeno nella navicella spaziale), arrangiamenti e sui dialoghi scritti in maniera troppo frettolosa, per lasciare libero spazio ad una scenografia degna di nota ed apprezzare un cast sopra le righe: oltre alla solita Sigourney Weaver abbiamo Winona Ryder e Ron Perlman tra gli altri. Il film in sé è crudo, forte, spietato. Con scene che riempono prepotentemente quanto con gli altri capitoli la nostra immaginazione non era riuscita a modellare. Forse è anche il più violento e non risparmia scene di sangue e di mutilamenti, sebbene secondo me la parte più forte risulta essere quella in cui vengono eliminati i cloni deformi di Ripley. Finalmente e più che mai poi siamo in grado di gustarci le creature aliene senza troppi giochi con le ombre o con primi piani sfuocati. Le immagini risultano essere memorabili, anche se nel complesso la pellicola subisce il fatto di essere il terzo sequel... La versione bluray è quella del cofanetto Alien Anthology e presenta la versione originale del 1997 e quella estesa del 2003, oltre che i commenti e le scene tagliate visibili in maniera separata.

mercoledì 7 novembre 2012

Juventus 4 - Nordsjaeland 0

Gioa a metà. La festa è stata guastata dal gol in extremis del Chelsea. Da un certo punto di vista però direi che è meglio così. La vittoria di stasera, se non era certa era comunque obbligatoria e quasi scontata. Ai danesi avevamo regalato il loro unico gol in Champions nella gara di andata. Questa sera no. Rabbia ed orgoglio per riprendersi dalla sconfitta con l'Inter di sabato sera. Certo, come detto, avversario mediocre ed inesperto, ma la palla è tonda e non si sa mai. Juventus ben messa che attacca a tutto spiano dall'inizio alla fine. Un assalto continuo per novanta minuti per il riscatto che ci serviva. Torniamo a vincere in Coppa (quella con la C maiuscola ndr) e segniamo quattro reti (su ventidue tiri totali). A sbloccare il risultato ci pensano ancora una volta i centrocampisti, Marchisio prima e Vidal poi. Seguono Giovinco e Quagliarella a lui subentrato. A secco Matri. Ma ci siamo ed ora basterebbero quattro punti. Come ha detto Buffon però dobbiamo avere fame, quindi cerchiamo di vivere tranquilli e vincere i prossimi due match. Avanti così.

La finanza creativa di gettons e Kajimiro

Visto che in questi due giorni su tutta Facebook gettons e kajimiro non fanno altro che rovinarsi il fegato pur di avere ragione ecco come sono andate realmente le cose. A luglio ho deciso di anticipare i tempi e sostituire il mio HTC Desire con un nuovo smartphone. Come me Kajimiro (anche se sempre in ritardo). Gettons arriva e consiglia di prendere il Galaxy Nexus, che in effetti era tra le mie possibili scelte. Punto però, dopo attenta riflessione (lungimirante) ad un HTC One S, che come sappiamo non è un top gamma. Con un abbonamento al solito costo prendevi il Nexus della Samsung. Al di là del fatto che adoro HTC Sense e che secondo me a pari versione è un valore aggiunto rispetto ad Android puro (ma son gusti personali, non basati su oggettività) trovavo idiota (e lo trovo tuttora) spendere la stessa cifra per avere un prodotto uscito a Novembre 2011 quando potevo avere quello uscito a maggio 2012. Le cui caratteristiche hardware erano ovviamente superiori. Certo, la rincorsa all'ultimo modello non è mai stata tra le mie priorità, altrimenti avrei puntato su One X o Galaxy S III. Ad ogni modo leggendo notizie qua e là ecco che esce a novembre il nuovo Nexus 4. Con specifiche da top gamma ed un prezzo sullo store da seghe: 300 euro. Faccio due conti e trovi subito un acquirente: in cinque mesi l HTC tiene bene il mercato come avevo sospettato. Quindi il gioco si può fare. Sinceramente non credevo di cambiarlo così presto, ma è uno sfizio, non una necessità e se c'è anche da guadagnarci va bene. Quindi ricapitolando:
- da luglio a dicembre ho un HTC superiore rispetto al vecchio Nexus plasticoso
- lo rivendo usato a 375
- compro Nexus 4 a 300
- ci guadagno 75 euro
- ho un telefono nuovo con le ultime specifiche tecniche
- appena uscirà in Italia (prezzo tra 549 e 599) potrei rivenderlo diciamo a 450

Se invece avessi dato retta al premuroso gettons avrei fatto la fine di Kajimiro: fingere che per ora va bene così e che non ho voglia di avere l'ultimo modello disponibile ad un prezzo da urlo, senza perderci una lira. Gettons, dovrebbe innanzitutto chiedere scusa a chi lo ha seguito, e poi complimentarsi con me. E' dura lo so, soprattutto quando dice che a livello hardware tra il Samsung e l LG non c'è differenza, quando poi dallo screenshot si evince che piacerebbe prenderlo anche a lui.
Quindi il succo è: secondo lui qualsiasi Nexus è meglio di qualsiasi altro smartphone in circolazione. Roba da fanboy della Apple che non ha senso. E sempre secondo lui il Galaxy Nexus è meglio del Nexus 4 perchè... boh non lo sa dire il perchè. Ah sì, ecco perchè: perchè non sente la necessità di cambiarlo visto che il SO si aggiorna costantemente. Boia che ragionamento. Proprio detto da uno che che cambia telefono ogni sei mesi, risulta credibile...
Ora c'è solo da sperare che tenga fede all'impegno preso e lo compri il 13 novembre, così che quando salgo a Londra possa prenderlo e concludere il mio affare.

Verso il Nexus 4

Mi piace avere sempre ragione, anche quando ho torto, figuriamoci quando sono dalla parte del giusto. Il lavoretto iniziato a luglio per cambiare il vecchio HTC Desire con il nuovo HTC One S ha portato i suoi frutti. E' già ora di cambiare e poter prendere uno smartphone di fascia alta top di gamma: il nuovissimo Nexus 4. Grazie al piano con abbonamento della Tre il costo del device taiwanese è stato ridotto ai minimi termini, e riuscendo a piazzarlo ad un buon prezzo nonostante sia usato è possibile convertirlo con il nuovo figlio di Google, mettendo addirittura qualche soldo in tasca per la differenza. Già perché il 13 novembre sul Play Store sarà disponibile in due versioni: quella da 8GB a 300 euro circa e quella da 16GB a 350 euro circa. In rete sono numerosi i rumors (ormai accertati) che riguardano la politica intrapresa da LG: tenere il prezzo imposto da Google solo per gli acquisti online dallo store, mentre lasciare dei costi maggiorati (si parla in genere di 549 euro o addirittura 599 per Spagna e Italia) per coloro che acquistano in negozi fisici o altri vendor differenti. Peccato che nel nostro Paese lo store di Google non sia abilitato per i device hardware, quindi siamo costretti a prendere vie differenti. Grazie ad un aggancio (leggasi gettons) in UK, provvisto di domicilio londinese e carta di credito inglese, il gioco è fatto. La mia prossima visita alla Regina, stimata per il 29 novembre dovrebbe regalarmi l'affare del secolo. Ed il One S? Da buttare? Niente affatto, ma venduto (a partire da dicembre) con un lauto guadagno. Non smetterò mai di tessere le lodi di HTC e delal sua Sense, ma dal punto di vista pratico, avere un hardware di ultima generazione con l'ultimo SO sempre aggiornato, non è cosa da poco. Con specifiche e prestazioni del genere, al momento non c'è smartphone che tenga. Oltre all'equipaggiamento con Android 4.2 Jelly Bean abbiamo uno schermo di 1280x768 pixel (320 ppi) da 4,7" IPS+  (grandino, ma il passaggio da 4,3 a 4,7 sarà sicuramente meno traumatico che da 3,7 a 4,7). Il vetro è un Gorilla Glass 2 (quindi modello superiore all'HTC One S). Sul processore utilizzato non c'è invece storia: Qualcomm Snapdragon S4 quadcore a 1.5 Ghz e unità grafica Adreno 320 e ben 2 GB di RAM. Tutto il resto è fuffa, specie l'iPhone 5 che costerà più del doppio con caratterestiche da entry level a questo punto adatte solo a fanboy.

lunedì 5 novembre 2012

Uomini Che Odiano Le Donne (2009)


Regia: Niels Arden Oplev
Anno: 2009
Titolo originale: Män Som Hatar Kvinnor
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
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Premessa: ho letto la trilogia di Millennium qualche tempo fa. Su VER è recensito solo l'ultimo capitolo. L'acquisto del cofanetto in BD è quindi stata un'operazione necessaria. Del resto se ti piace un libro (anche se non in maniera esagerata) sei almeno curioso di vedere la sua trasposizione cinematografica. Nel film Uomini che odiano le donne, la regia di Niels Arden Oplev riesce ad essere al tempo stesso fedele al romanzo, pur rinunciando ad innumerevoli aspetti che direi erano fondamentali per la caratterizzazione dei personaggi. Se infatti la trama e l'ambientazione ricevono ben pochi tagli o modifiche, la psiche del protagonista Mikael Blomqvist (Michael Nyqvist) non risulta in sintonia con quello che siamo abituati a leggere. Niente di stravolgente, ma diciamo è come se la Ferrari si presentasse colorata in amaranto. Capisco che per il quieto vivere non si possa pensare ad un film fedelissimo, nei fatti o nei personaggi, perchè la storia deve comunque adattarsi al grande schermo e non può durare all'infinito, ma un po' male ci sono rimasto. Lisbeth (Noomi Rapace) invece diciamo che è esattamente come la immaginavo, almeno dal punto vista fisico ed espressivo. certo con Larsson e le sue circa tremila pagine è difficile non farsi un'idea precisa di chi si ha davanti. Nel complesso è un film scorrevole e piacevole da vedere, curiosamente scandinavo e di buona fattura. La versione bluray presenta un'ottima fotografia ed un audio più che accettabile, per un film di azione che non vede troppe sparatorie, inseguimenti o americanate varie. Gli extra sono composta da (tra parentesi la durata in minuti):

- Promo (con i trailer della trilogia)
- 3 interviste (67)
- Galleria fotografica
- Luoghi con mappa interattiva.

domenica 4 novembre 2012

Juventus 1 - Inter 3

La Juve ha perso. E' una cosa che fa notizia, dopo quarantanove risultati utili consecutivi. E' vero che prima o poi doveva succedere, ma il cucchiaino è amaro da buttare giù. Amaro perchè hai perso in casa, amaro perchè hai perso proprio contro l'Inter, amaro perchè hai anche meritato di perdere. Iniziamo bene, o meglio iniziamo con una bella dose di fortuna: dopo meno di trenta secondi siamo già in vantaggio con Vidal, ma Asamoah (autore dell'assist) era palesemente in fuorigioco. Di quelli che se non visti sono errori madornali, ma se Baggio può sbagliare un rigore ai Mondiali anche ad un guardalinee è concesso di fare figuracce. Al di là di questo la Juve, come al solito non riesce ad affondare, eppure nel primo tempo le occasioni non sono mancate. Forse segnare così presto ha danneggiato più noi che loro. Forse è mancato il cinismo di chi ha fame di gol e di vittorie, forse in vantaggio per una sola rete a zero qualcuno vedeva già il campionato bello morto e sepolto. Poi l'Inter si è messa a giocare. Meglio di noi, con più idee e più fraseggi. Hanno fatto ciò che avremmo dovuto fare ed i risultati sono arrivati. Il rigore a loro favore è stato generoso? Senza dubbio, ma a parti invertite io lo avrei voluto di sicuro. Trattenuta inutile e velleitaria. Poi le partite si perdono. E pensare che avrei dovuto essere allo Juventus Stadium, tra i distinti a cantare inni e cori. La giornata era già iniziata male da mercoledì, quando avevo capito che non ci sarebbe stato un biglietto per me. Ed è finita male a casa del Rase, dove di solito la Juve non brilla. La prossima, va vista ad home 2.0 sperando di incignare la vittoria in Europa. Forza Juve, e ricordatevi di salutare la capolista!!!!!

sabato 3 novembre 2012

Laurell K. Hamilton - Nodo Di Sangue


Autore: Laurell K. Hamilton
Editore: Nord
Titolo originale: Guilty Pleasures
Pagine: 342
Voto: 1/5
Pagina di Anobii
Acquista su Amazon (libro / ebook)

Trama del libro: 

Anita Blake. Occhi e capelli neri, carnagione chiara, fisico atletico. Il suo lavoro è quello di Risvegliante presso la Animators Inc. di St. Louis: dietro compenso - e per un breve periodo - resuscita i morti (cosa molto utile, ad esempio nei processi per omicidio o nelle eredità contese). Ma Anita ha anche un secondo «impiego»: è una cacciatrice di vampiri autorizzata. Da qualche tempo, infatti, i vampiri sono stati legalmente riconosciuti: possono vivere, lavorare e avere contatti con gli umani, però, se qualcuno sgarra, ci pensa lei a sistemarlo con la sua Browning, caricata a proiettili placcati in argento. Non per nulla i vampiri l'hanno soprannominata la Sterminatrice...Eppure è proprio un vampiro quello che, in una soffocante mattina di luglio, si presenta nel suo ufficio e le fa una proposta quantomeno singolare: occuparsi del serial killer che sta terrorizzando la città e che si accanisce esclusivamente sui vampiri. Soltanto grazie a lei, alle sue doti e alla sua esperienza, sarà possibile individuarlo e mettere fine alla strage. Anita è decisa a rifiutare, però, quella sera stessa, incontra Jean-Claude, un potentissimo vampiro che, senza mezzi termini, la ricatta: o lei accetta l'incarico oppure la sua amica Catherine morirà. E così, per Anita, comincia una caccia inquietante in un universo oscuro, popolato da esseri sfuggenti e mutevoli, determinati a tutto pur di controllare lei e le sue facoltà: lo stesso Jean-Claude, al cui fascino è quasi impossibile resistere; Nikolaos, la potentissima Master della città, che ha più di mille anni, ma conserva l'aspetto di una deliziosa fanciulla; Phillip, l'intrigante umano che ha bisogno di essere succhiato quasi a morte dai vampiri... Imprigionata in una ragnatela di inganni e di trappole, senza potersi fidare di niente e di nessuno, Anita dovrà muoversi con cautela e sfoderare tutto il suo coraggio (oltre che il suo crocifisso) per sopravvivere. Perché è molto difficile sapere chi o che cosa è in agguato là fuori.

Trovata, finalmente! #3

Questa volta non era difficilissima, ma ogni volta che mi veniva in mente di cercarla ero fuori o non potevo. Finalmente ieri l'illuminazione giusta al momento giusto. Erano i primi anni novanta, facevo le scuole medie ed un tormentone televisivo ci colpì irrefrenabilmente. Ricordate la vecchia pubblicità in cui cantavano "l'arbitro è morto è morto..."? Oggi sarebbe stato troppo politicamente scorretto ed anche quello spot non andò in onda per più di un anno. Ma le cose restano impresse nella nostra memoria e difficilmente se ne vanno o ci abbandonano. I tempi pre internet però sono quelli più sottoposti alla ruggine, basta una sventagliata e cadono giù. Ad ogni modo le difficoltà nel trovare il giusto spot di riferimento erano molteplici. La mia convinzione stava nel fatto che l'azienda pubblicizzata fosse la Reebok ed orrore degli orrori che si parlasse di calcio (mi veniva in mente Erik Cantonà). Google is your friend, così la nebbia si è diradata: Nike che presenta le Air Max ed il campo da gioco è di basket, con Charles Barkley che uccide erroneamente l'arbitro. Il titolo completo è The Barkley of Sevilla" ed il fantastico video incriminato è il seguente:


Dune - Il Destino Dell'Universo (2000)


Regia: John Harrison
Anno: 2000
Titolo originale: Frank Herbert's Dune
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.9)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (DVD)
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Già nella recensione relativa al Dune di David Lynch  avevo spiegato che sono un fan sfegatato (fanboy ai giorni d'oggi) del romanzo di Herbert. Così mi son deciso a spararmi tutta in una volta la mini serie tv del 2000 diretta da John Harrison. La durata complessiva è di quattro ore e mezzo quindi per forza di cosa possiamo dire che è molto più fedele al libro rispetto alla versione del 1984. I 270 minuti a disposizione fanno sì che quasi tutti i personaggi ricevano il giusto spazio e che all'interno della storia vengano risaltati quei valori mistici e religiosi che hanno reso Dune un successo planetario. Nonostante questo e nonostante l'operazione sia stata effettuata nel nuovo millennio, manca ancora una certa affidabilità per poterla considerare un'opera completa. Vive all'ombra del romanzo e non riesce ad arrivare là dove le parole scritte colpiscono e restano impresse. Sarà colpa delle innumerevoli voci fuori campo che vengono a mancare? O del fatto che anche con le tecnologie cinematografiche più moderne a disposizione il budget non era elevato? Già perchè se possiamo apprezzare gli interni o alcuni miserrimi effetti speciali su astronavi e combattimenti, risulta pietoso, abominevole ed imbarazzante ogni aspetto della scenografia sugli esterni. Gli sfondi sono chiaramente e vergognosamente realizzati grazie a gigantografie e tutto sommato anche gli effetti di computer grafica mal si amalgamano con essi, se non appunto in ambienti chiusi. Da questo punto di vista quindi abbiamo un fiasco totale, che possiamo scusare visto che si tratta di una mini serie per la televisione e non di un prodotto cinematografico vero e proprio. La fotografia, invece pur non eccelsa, è interessante per quanto riguarda i colori ed i filtri utilizzati: rosso per i malvagi Harkonnen, azzurro per i buoni Atreides e verde per gli inarrestabili fremen. Tinte che sono quelle tipiche di ogni gruppo. Altre considerazioni da fare non ci sono, se non che il film risulta gradevole soprattutto grazie alla trama ed al fatto che sia abbastanza fedele al libro. La versione segnalata è quella composta da due DVD: in uno vi è la prima parte (160 minuti), nell'altro la seconda (110 minuti) e gli extra. Questi si compongono di "la visione dei cineasti (30 minuti)", "storia della produzione (31 minuti)", una galleria fotografica ed il trailer cinematografico.

venerdì 2 novembre 2012

Cory Doctorow - Infoguerra


Autore: Cory Doctorow
Editore: Delos Books
Titolo originale: After The Siege
Pagine: 112
Voto: 1/5
Pagina di Anobii
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Trama del libro:

Si dice che già oggi copiare illegalmente un’opera protetta da copyright possa costare una condanna più severa di una rapina a mano armata. Nel futuro, la tecnologia permetterà di usare “stampanti” per creare oggetti fisici e far “crescere” dal nulla interi edifici. Apparentemente progressi che dovrebbero essere patrimonio dell’umanità, ma nei fatti patrimonio intellettuale che non può essere usato senza autorizzazione. Quando la Città, fiera della sua indipendenza e trasformata dai suoi abitanti in paradiso tecnologico, oserà sfidare questo stato di cose, i “poteri forti” decideranno di mettere in atto la protezione dei propri copyright nel modo più duro. Sarà guerra. Sarà assedio, spietato, brutale.E la vita spensierata di Valentine, innocente ragazzina di tredici anni abituata a una vita di frivolezze, si trasformerà giorno dopo giorno, pezzo per pezzo, in un inferno sempre più disumano.

Commento personale e recensione:

 Avete letto la quarta di coperta? Ebbene, è tutta una mossa commerciale. Di solito evito di leggere le puttanate scritte in fondo perchè so che possono anche spoilerare. Questa volta però leggo anche in prima pagina: "La guerra del copyright alle estreme conseguenze. Una drammatica discesa dal paradiso della tecnologia all'inferno dell'assedio". Ok che molte cose devono essere sottintese, ma in questo brutto romanzo breve, scritto male e poco avvincente, di copyright si sente parlare solo per sbaglio. Poi che palle con questa esaltazione del comunismo, dei compagni, della rivoluzione. Ma non andavano bene cinquanta anni fa e si vuole proporre una lotta di classe nel futuro con stampanti che riproducono ogni bene materiale? Si fatica nella lettura di qualcosa che in mezza giornata dovrebbe essere concluso. Che noia, che strazio in alcune parti.

L'Uomo Senza Sonno (2004)


Regia: Brad Anderson
Anno: 2004
Titolo originale: El Maquinista
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies

Sì, è lui. Fin dalle prime immagini il volto che viene in quadrato sembra appartenere a qualcuno che ben conosciamo. Cerchiamo di mettere a fuoco per un po', guardiamo meglio ed è veramente lui. Parlo di Christian Bale, fisicamente irriconoscibile. Non so se grazie ad effetti speciali o per merito di una spettacolare dieta del fantino o grazie ad una controfigura presa in prestito da qualche lager, fatto sta che è lui. A parte questa cosa sensazionale, l'uomo senza sonno è colui che non riesce a dormire perchè qualcosa nel suo subconscio lo turba enormemente. Psicosi? Paranoia? Droghe? Brad Anderson sviluppa un thriller psicologico dai grigi risvolti mentali, in cui lentamente e con cadenze regolari lo spettatore riesce a muoversi ed a riempire il tavolo con il puzzle. Che qualcosa non torni e non quadri è fuori di dubbio, ma fino alla fine si fatica a capire cosa ci verrà svelato. Purtroppo per alcuni minuti le scene risultano acerbe e prive di dinamismo. Se questo rende alla perfezione l'idea (la fabbrica, la vita solitaria e senza obiettivi, la prostituta in cerca di amore) di sconforto che pregna la pellicola, fa però sì che si attenda qualcosa di nuovo che stenta a decollare. Resta ad ogni mod un buon film con una recitazione straordinaria di Bale non solo per quanto riguarda il sistema del metodo Stanislavskij. Da guardare con attenzione senza farsi intimorire dalle lunghe pause di assestamento.

Amici Miei Atto II (1982)


Regia: Mario Monicelli
Anno: 1982
Titolo originale: Amici Miei Atto II
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
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La commedia all'italiana di Mario Monicelli è qualcosa di inarrivabile concettualmente per tutto il resto del cinema mondiale. Purtroppo localizzata e circoscritta pur creando elementi cult, resta per forza di cose di nicchia. Il secondo atto di Amici Miei ricalca fedelmente il successo del primo con la storia che inizia sette anni dopo, in un cimitero per rendere omaggio allo scomparso Perozzi. Nulla però è cambiato, gli amici restano ad ogni modo indissolubilmente legati alla goliardia, talvolta anche troppo sfrontata e pesante. La struttura della pellicola è composta da lunghi flashback in cui si ricorda il compianto compagno di scherzi e lo stile malinconico e drammatico aleggia fin dal primo minuto. Se nel precedente film l'amarezza e la nostalgia per i tempi ormai danti, venivano in parte sostituite dall'allegria del momento, qui hanno un ruolo ancora più centrale e determinante. I personaggi sono sempre più consapevoli della loro età, dei loro acciacchi e del loro stato mentale, e forzatamente cercano di abbattere l'inevitabile. Al di là della trama, che vede anche alcuni errori per incongruenze temporali, è il film in sè che va messo su piedistallo. Anche il solo riguardarlo ti porta consapevolezza e nostalgia: gli amici miei, sono quelli di tutti, più giovani e più anziani. Chi spera di rivivere la prorpia terza età in quel modo e chi invece guarda indietro e sa che un tempo ci avrebbe sperato. Qui si va oltre però il genere comico e da commedia, creando un patchwork con la drammaticità e la battuta immediata, anche irriverente e volgare. Triste, ma definitivamente da conservare gelosamente nel proprio cuore.

giovedì 1 novembre 2012

Lee Child - Trappola Mortale


Autore: Lee Child
Editore: TEA
Titolo originale: Tripwire
Pagine: 456
Voto: 2/5
Pagina di Anobii
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Trama del libro: 

Scavare fosse per piscine a Key West, in Florida: un lavoro senza troppi problemi per un uomo che, di problemi, ne ha già avuti fin troppi. Così ha deciso di vivere Jack Reacher, anzi il maggiore Reacher, perché alle sue spalle ci sono West Point, tredici anni di servizio nella polizia militare, una serie interminabile di medaglie e riconoscimenti... Ma quando Costello, un detective privato di New York, arriva a Key West e si mette a cercare proprio Reacher, finendo poi brutalmente ucciso prima ancora di potergli parlare, Jack capisce all’istante che è arrivato, per lui, il momento di rimettersi in moto. E di farlo in fretta, se vuole salvare la pelle. Due domande lo perseguitano: chi è la misteriosa signora Jacob che aveva assoldato Costello? E perché stava cercando proprio lui?Reacher però ignora che il suo cammino verso la soluzione dell’enigma sarà segnato da una terza – più inquietante – domanda: chi è davvero Hook Hobie, il mostruoso individuo coperto di cicatrici e con un uncino al posto della mano destra? Di certo è uno strozzino che, dal suo lussuoso ufficio newyorchese, si arricchisce alle spalle delle aziende in difficoltà. Ma probabilmente è anche un assassino spietato, con molto, moltissimo da nascondere, a cominciare dal suo passato in Vietnam.La posta in gioco è altissima, questo è sicuro. E, per vincere la partita, anche Reacher dovrà scavare nel proprio passato, ripercorrendo vicende che sperava di aver chiuso per sempre e ritrovando, in modo del tutto inatteso, una donna bellissima che potrebbe avere un peso determinante sul suo futuro... 

Commento personale e recensione:

Siamo già arrivati al terzo romanzo in cui abbiamo come protagonista il mastodontico Jack Reacher e purtroppo perde un po' di colpi. Non tanto il personaggio in sè quanto la trama vera e propria. Se nei capitoli precedenti potevo anche chiudere un occhio su alcuni avvenimenti poco realistici, qui mi aspettavo una maturità che non è venuta fuori dalla penna di Child. Certo, Reacher (come sappiamo tutti lo chiamano per cognome e l'autore ha speso alcune pagine per spiegarlo accuratamente, così da "sorprenderci" per un suo lampo di genio) questa volta è più ragionato, più detective e meno sbandato del solito. Ma il non mostrare muscoli (che bloccano proiettili) non significa avere una trama più intelligente. Il cattivo di turno è un criminale da strapazzo che non si capisce come pretende di diventare milionario rubando azioni ad un ricco industriale. Il bello è che lo fa in maniera non solo illegale (li ruba), ma anche esageratamente violenta, picchiando, massacrando ed uccidendo così tanto per fare... Non è che sia una mente criminale di quelle tanto furbe. Piuttosto psicopatica. Al di là di questo si legge bene in maniera scorrevole, tanto da essere veramente leggero nonostante le quasi cinquecento pagine, che potevano essere duecento, tolte le parti inutili.