Regia: Tate Taylor
Anno: 2011
Titolo originale: The Help
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.0)
Pagina di I Check Movies
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Ecco un film storico e drammatico fatto veramente bene, con una trama per niente faziosa e che colpisce, lascia il messaggio. Tralascio la carrellata di premi e nomination ed aggiungo la mia personale esperienza di visione. Di solito non vado matto per questo genere di pellicole, anche se quelle ben fatte, mi son sempre piaciute. La storia si svolge nello stato del Mississippi (USA) negli anni sessanta e tratta della condizione delle domestiche di colore all'interno delle famiglie bianche benestanti. Sebbene non ci sia alcune forma di razzismo violento, ciò che resta impressa è la normalità con cui determinati atteggiamenti sono consolidati. Forse oggi è impensabile immaginare una situazione di questo tipo, ma si fa anche fatica a ricordare che non si parla di mille anni fa. Siamo negli Stati Uniti, non nel Laos!!! Possiamo storcere il naso e dire che a distanza di mezzo secolo le cose non sono cambiate poi molto, l'odio e le differenze ci sono ancora, ma per fortuna non in maniera così accentuata tanto che in alcune parti del film mi chiedevo "ma era davvero così?" . Nono sono un ingenuo e mi piace pensare di avere basi culturali che, almeno in teoria, scansano ogni idea di razzismo, so che non tutti ragionano allo stesso modo e non pretendo che il mondo vada da sè in una direzione che ritengo sia quella giusta. Eppure guardando il lavoro di Tate Taylor (basato sul romanzo di Kathryn Stockett) si può restare un po' smarriti se non increduli. Punto di forza della pellicola, oltre all'ottimo lavoro di tutto il cast, è a mio avviso il sottolineare il circolo perbenista della società. Abbiamo infatti giovani, arroganti, impreparate e viziate madri di famiglia che si autocelebrano. Da una parte raccolgono fondi ed organizzano feste di beneficenza (per i bambini africani, che di sicuro non sono bianchi) dall'altra hanno paura a toccare un'inserviente di colore perchè può portare malattie... Bieca ed inutile ignoranza. Ma non finisce qui: le contesse si beano nei loro castelli e ghettizzano chiunque è "differente" e non importa più il colore della pelle. L'importante è fare gruppo, la scalata sociale, ciò che gli altri vedono che tu sia. Ed il resto è pura prepotenza e vigliaccheria. Dal film questi aspetti trasudano in maniera molto forte, sebbene i toni pacati e modesti con cui ci viene raccontato questo scorci del secolo passato. Da vedere ed apprezzare.
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