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venerdì 22 marzo 2013

La Guerra Lampo Dei Fratelli Marx (1933)


Regia: Leo McCarey
Anno: 1933
Titolo originale: Duck Soup
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (8.0)
Pagina di I Check Movies

Se guardarlo negli anni trenta, quando uscì era troppo prematuro, guardarlo oggi per la prima volta è troppo tardi. Se l'irriverenza tragicomica dei fratelli Marx era indubbiamente avanti con i tempi e con i canoni dell'epoca oggi possiamo dire di aver già visto tutto (o quasi) riprendere e ricalcare moltissime loro gag, che purtroppo risultano quindi meno genuine di quanto invece sono in realtà. E' il neo di tutti quei film che fanno da apripista, segnano la storia e sono presi come esempio, ma che le generazioni future (di cui faccio parte) trovano più interessanti che divertenti. Freedonia, l'immaginaria nazione in cui si ambienta la pellicola non fa nessuna fatica ad essere identificata con un qualsiasi Stato di quasi ogni epoca, spesso comandati dal buffone di turno che con un'anarchia dittatoriale guida tutti verso al catastrofe [sic.]. Guardarlo oggi, tra venti anni o venti anni fa, credo avrebbe suscitato nello spettatore le stesse idee e scatenato le solite similitudini o metafore. Solo che lì siamo nel 1933, le parodie sul militarismo hanno obiettivi ben concreti e forse forse la trama è soltanto una scusa per presentare alcuni sketch che sono slegati del tutto dalla storia. I più divertenti sono quelli relativi allo scherzo del cappello con i banchetti che vendono noccioline e limonata o quello bestiale dello specchio. A guardar bene sono inseriti nella breve pellicola (poco più di un'ora), ma hanno poco a che fare con il senso globale della trama. Consideriamo poi alcune parti cantate e ballate che lo trasformano quasi in un musical comico. Conoscendo di sfuggita alcune opere sacre del decennio prima (Chaplin e Keaton) in cui era il cinema muto a predominare, mi è tornato in mente il da me bistrattato The Artist vedendo nei fratelli Marx il nuovo che avanza, con l'ausilio di musica, voci, battute, scherzi rumorosi. Ma non solo: Pinky (Harpo Marx) è muto, non proferisce parola, sicuro ed ottimo omaggio al cinema che fu, con una mimica esilarante coadiuvata da trombette ed il partner Chicolini (Chico Marx). Sono questi due, più del maggiormente conosciuto Groucho Marx che veste i panni del protagonista, a dare sfogo ad una comicità non solo cinica, ma dalle mille sfaccettature. La maggior parte delle battute sono in stile "segnala a..." in quanto demenziali e all'apparenza senza alcun senso logico, ma non per questo non sono divertenti anche a distanza di quasi un secolo. Molti sketch sono teatrali, quanto tutta l'assurda situazione venutasi a creare, che dispone ogni tipo di personaggio alla mercè del dittatore seguendolo in una cieca azione guerrafondaia. Se vi manca è da vedere, anche solo come cultura personale.

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