Regia: John G. Avildsen
Anno: 1986
Titolo originale: The Karate Kid, Part II
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.6)
Pagina di IMDB (5.6)
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Passano due anni nel mondo reale, quello in cui vive Ralph Macchio, ma soltanto sei mesi in quello in cui Daniel LaRusso è uno che mena forte. Eppure tutta questa differenza di età non si vede. Beh, meglio così, un punto a favore del realismo. Forse l'unico. Siamo in un Giappone anni ottanta proiettato ancora nel medioevo in cui le ragazze sono prenotate per essere maritate, la terra del villaggio è del maestro kattivo et mallevagio e l'onore è una questione di vita e di morte. Del resto se sono quel che sono lo devo soprattutto agli insegnamenti umili ed alla disciplina filosofica narrata dal grandissimo e venerabilissimo vecchio Miyagi. Un grande lui, un piccolo bambino io che seguiva il suo catechismo e non si accorgeva di quanto il film potesse essere brutto. Ad ogni modo il viaggio ad Okinawa era qualcosa di molto esotico e se Avildsen si è scordato di inserire qualche combattimento degno di nota, ci ha pensato nell'ultimissima parte, con calcetti a mezza altezza ed una serie di colpi in stile Rocky: niente colpo segreto ed acrobatico come quello visto nel primo episodio. In effetti la storia è ben più frammentata e difficilmente si capisce dove vogliano arrivare. Daniel San, si innamora della cinesina jappo di turno che gli prepara il tè con il rito dell'amore, salva un'altra bimba durante l'uragano e soprattutto spacca sei lastre di ghiaccio con un colpo. Forte il ragazzo, ma quanto a resistenza lascia molto a desiderare: appena lo sfiori si fa male. O magari simula per il calcio di rigore. Quando sembra finito però, sente i tamburi che suonano e inizia a schiaffeggiare come imbufalito. Termina l'incontro con una strizzata di naso all'avversario, che poverino avrebbe preferito morire. Altro che onore perduto. E' emigrato in Corea ed assembla telefoni per Samsung. Daniel invece è tornato in America ed ha un autolavaggio (a mano).
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