Regia: Luc Besson
Anno: 1994
Titolo originale: Léon
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.6)
Pagina di I Check Movies
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Léon, che nome cazzuto! [cit]. A pensarci bene la giovane Mathild (Natalie Portman) non aveva tutti i torti, visto che il sicario è italiano e lavora perlopiù per un padrino italiano. Ma chi se ne frega, ci sta che Luc Besson, il più americano tra i registi francesi, abbia voluto legarsi un minimo alle sue origini. Ad ogni modo Léon è un cazzuto, nel senso positivo del termine, ed è appositamente studiato per poter entrare fin da subito nelle nostre grazie: ogni minimo particolare che lo contraddistingue ha il sapore del ben fatto. Beve latte, è scontroso, ha gli occhialini scuri, indossa una papalina perchè non può permettersi di ammalarsi, ha delle regole da seguire. E' cazzuto nell'anima, così come tutta la pellicola che introduce nel mondo del cinema anche la strepitosa, magnifica, suprema e devastante Natalie Portman che ad un'età difficile (tredici anni circa) tiene in piedi (non da sola certo) tutta la baracca. Non da sola perchè Jean Reno ci mette del suo senza sbavature così come il pazzo schizofrenico Gary Oldman. Tutti e tre i personaggi hanno i bordi ripassati con l'Uniposca indelebile; sono marcati così tanto da essere stereotipi fantastici, ma credibili. Lei la Lolita in cerca di vendetta. Gli altri invece due facce della solita medaglia violenta: il killer professionista ed il poliziotto corrotto e deviato. Uno buono, nonostante sia un cattivo, l'altro cattivo nonostante sia un buono. Una contrapposizione vincente scandita da ritmi elevati, mai sottotono che vede sovrapporsi scene veloci e dedite all'azione con quelle più statiche, ma colme di dialoghi indimenticabili. Secondo me è il lavoro più riuscito di Besson, memorabile in quasi ogni suo passo, drammatico, triste, romantico. Ma soprattutto cazzuto.
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