Regia: Clint Eastwood
Anno: 2008
Titolo originale: Changeling
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
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Mentre guardi questo film ad un certo punto, neanche troppo lontano dall'inizio, imprechi contro chi lo ha girato, perchè sembra troppo incredibile ed esagerato. Qualcosa di inaudibile, presentato al pubblico nel migliore dei modi. Una madre (Angelina Jolie) che lotta per ritrovare il proprio figlio scomparso, si ritrova derisa e fatta passare come pazza dal capo della polizia (Jeffrey Donovan) quando le forze dell'ordine le consegnano un bambino, che però non è il suo. E' veramente qualcosa di bestiale, soprattutto l'uso sfrontato dell'autorità e del potere da parte di chi dovrebbe difenderti. Mano a mano che la pellicola prosegue il senso di disarmo totale è evidente, ma nonostante ciò la madre va avanti. E, romanzato quanto volete, si tratta di una storia vera avvenuta a Los Angeles nel 1928 in cui i personaggi hanno quella sorta di sadismo e cattiveria concentrata, che fanno sembrare impotente ogni tipo di azione ragionevole. Mettendo da parte la trama, che è veramente forte, il cast secondo me è decisamente realistico e ben inserito nel ruolo che deve interpretare: oltre ai già citati abbiamo il reverendo (John Malkovich) ed il detective Ybarra ( Michael Kelly) che impreziosiscono numerose scene. Un realismo che comunque fa a pugni con la nostra mente: non possiamo crederci. La parte in cui la signora Collins viene internata nell'ospedale psichiatrico riesce a farti sbiancare le nocche della mano da quanto la stringi. Però c'è speranza, non solo per il fatto singolo, ma nella globalità: là dove le istituzioni sono corrotte, stampa e Chiesa riescono a capovolgere o quantomeno a dare una spinta al mondo marcio e malato governa i cittadini. Poi se svolgiamo un'analisi su fotografia, scenografia e costumi ecco che non abbiamo un semplice racconto, ma una trasposizione ben congegnata dei fatti. Alcune scene purtroppo lente, ma indispensabili come gli atti processuali, rallentano sostanzialmente la pellicola, che resta tuttavia un'altra grande prova di Clint Eastwood.
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