Regia: John G. Avildsen
Anno: 1989
Titolo originale: The Karate Kid, Part III
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (4.6)
Pagina di I Check Movies
Terzo capitolo della saga di Karate Kid creato solo per far passare il buon vecchio Daniel LaRusso (sempre Ralph Macchio truccato da giovane) per un bimbominkia che crede a tutto. Questo film è più legato al primo che al secondo se consideriamo la trama, ma per la sua scarsa importanza si rivela un annunciato insuccesso. Avildsen (ma chi glielo ha fatto fare?) cerca di stuzzicare l'attenzione riproponendo il tema della cattiveria contrapposta alla bontà rispolverando Kreese. Tutti i cattivi ridono sguaiati anche quando vengono conciati per le feste dal pacato maestro Myagi e il piccolo Daniel continua il suo percorso spirituale per capire ciò che è bene e ciò che è male. Spazzare con la granata per terra è cosa buona e giusta. Rompere il naso ad un farabutto che fa il furbo ed importuna la tua ragazza invece è sbagliato. Ma nel frattempo viene perdonato anche per le cose più idiote come devastare un bonsai all'atto rubato. Gli allenamenti non hanno nulla di interessante, neanche quelli con il maestro Silver (i due attori sono coetanei, ma non sembra) in cui si limitano a colpire delle tavole di legno. E quelli di Myagi si riducono a ginnastica respiratoria pre parto. Niente mosse segrete, niente metti la cera. Atterramento in stile judo e finta gomitata sulla spalla per vincere il titolo più ambito di una qualche contea sperduta nella periferia più remota di Los Angeles. Guardato solo per giungere senza vuoti al nuovo Karate Kid di Zwart, anche se scopro adesso che ce ne è addirittura un quarto prima. Oibò.
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