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sabato 21 settembre 2013

Elementary OS sul vecchio portatile

Ah il buon vecchio Thinkpad X31… Mi era anche venuta più di una mezza idea di venderlo. Eh già, i miei esperimenti con sistemi operativi diversi da Windows ed Android sono calati a vista d’occhio. E con uno smartphone sempre in mano non sono moltissime le occasioni in cui necessito di uno strumento più appropriato per poter scrivere o modificare file. Il suo problema è inoltre la batteria, che dura una manciata di attimi: non posso scordarmelo da qualche parte ad esempio. E portarmelo dietro con la sua dock station lo rende ingombrante. Ogni tanto però prende a scorrere in me la vena del conquistatore spaziale e così rieccoci qui a spippolare un po’ con il caro vecchio Ubuntu (rimasto ad alcune versioni fa) che considero ormai più pratico anche di JoliCloud. Non imparerò mai ad usare Linux a modo, sono troppo pigro, ma provare qualcosa di nuovo mi alletta. Ecco quindi Elementary OS: qualcosa di abbastanza minimalista e semplice di cui però non mi sono per niente innamorato. Non che abbia qualcosa che non piaccia sia chiaro, ma non noto chissà cosa di diverso da ogni altra distro provata. Ok, è leggera (richiede 512 di RAM ed io ne ho il doppio, nonostante la vetusta età) ed intuitiva, ma per un uso web based (che sarebbe il mio) tutto quanto è intuitivo. Forse è la somiglianza ad un desktop Mac che la rende simpatica ad alcuni. A me non cambia poi molto. Ormai espertissimo in questo, nessuna difficoltà durante l’installazione con UNebootin. Ed è già pronta. Poi le cose sono un po’ le solite senza impazzire. Carina graficamente e con colori sobri: ma credo faccia le stesse cose degli altri. Ok, se continuo così lo vendo il Thinkpad.

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