Regia: Gus Van Sant
Anno: 2012
Titolo originale: Promised Land
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
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Periferia americana. Quella molto agricola, in cui è facile essere colpiti dalla crisi. Quella in cui però è difficile capire le occasioni che si presentano: siano imbrogli, manna o una via di mezzo. Gus Van Sant è bravo nel descrivere questi anfratti della società che stanno in una specie di limbo. Dove il male non è poi così male ed il bene non è chiaro e cristallino. Il volto che usa è quello del solito Matt Damon (anche nel suo famoso Will Hunting), pulito e per niente cattivo, che crede nel lavoro che fa: opera per una multinazione dell'energia che vuole estrarre gas naturale dal sottosuolo. La vita dei coltivatori può cambiare radicalmente: alti ed immediati profitti in cambio del rischio di vedere deturpate le proprie terre. Alzi la mano chi non accetterebbe la moneta sonante. La storia pecca quindi un po' di pseudo moralismo anti progressista. Quasi a forzare la mano, sebbene si parli di capitalismo senza scrupoli solo alla fine della pellicola. L'ostentata difesa del mondo rurale cozza un po' con la crisi che avanza e fa strano vedere cobattuta una risorsa pulita (esclusa la sua estrazione) combattuta per tenere su una baraccone morente che ora come ora può solo che peggiorare. Inganni e macchinazioni sono però il forte della Global, che non si accontenta di acquistare i terreni, ma vuole farlo stra vincendo. Facendolo anche maniera stupida ed un po' troppo romanzata. Se guardiamo al realismo della trama, con poche semplici mosse, il risultato sarebbe stato scontato a loro favore, senza bisogno di scomodare inesistenti ambientalisti che fanno il lavoro sporco. Finale deludente e frettoloso che sporca un po' tutto il resto.
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