Regia: Alfonso Cuaròn
Anno: 2013
Titolo originale: Gravity
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.1)
Pagina di I Check Movies
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Lo spazio, l’assenza di gravità, l’isolamento. Tutto inizia con un
lunghissimo piano sequenza che inquadra proprio questi concetti. Siamo
di fronte al telescopio Hubble, con tre astronauti all’esterno impegnati
in un’operazione di riparazione.
La prima grande magia sta negli effetti audio che partono da lontano e
ti colpiscono a seconda del posizionamento di chi parla. Avvolgente,
realistico, perfetto. Sei lì con loro ancor prima di vedere e di
rimanere affascinato dagli effetti visivi che partono
subito al massimo. Quasi non riesci ad accorgertene tanto che ti sembra
di essere veramente lassù. Credi sia un’introduzione ed invece sei già
all’interno della storia che vede coinvolti solo due personaggi: Sandra
Bullock e George Clooney. Partiamo dalla
trama: in tutta sincerità non è niente di eccelso. E’ semplice, lineare,
lascia spazio ad alcuni temi introspettivi che per ovvie ragioni non
vengono mai troppo sviscerati, ma sono soltanto accennati. Siamo al
limite con la fantascienza, è quasi difficile etichettarlo
come tale (ed infatti non lo faccio): ok spazio, tecnologia, qualche anno nel futuro, ma non è una
componente fondamentale. Così come non lo sono i possibili errori (ogni
oggetto nello spazio ha la medesima orbita raggiungibile così
facilmente anche con uno zaino a jet?) scientifici
che si presentano. Gravity riesce ad andare oltre: non è sua intenzione
fare nessuna morale o farti riflettere. La tecnica è superlativa: non
un abuso incondizionato per creare effetti inimmaginabili, ma un’attenta
e curata sistemazione dei dettagli per ricostruire
un ambiente reale con realismo. E non è una cosa semplice, davvero.
Anche perché chi ha masticato fantascienza (questa ribadisco che è
troppo azzardato definirla tale) sa cosa è lo spazio e come viene
solitamente dipinto. Con Gravity possiamo sbilanciarci
nello stabilire che è il migliore film in assoluto che lo rappresenta.
Cuaròn ha reinventato un modo di porre le immagini e la fotografia: la
telecamera è ovunque, destra, sinistra, alto e basso sono tutti elementi
spaziali che risultano pericolosi e tangibili.
Ed il tempo: solo novanta minuti, come non accadeva da chissà quanto nel cinema.
Per questo la storia in sé può essere messa da parte, se le sequenze
hanno tale grandiosità e sono così pulite e cristalline sia che si
inquadri il cosmo sempre più nero o la Terra luminosa
ed accogliente. Ed i corpi che rotolano su se stessi, i volti affannati
all’interno dei caschi, gli ambienti ristretti delle stazioni. E non
solo graficamente e visivamente, ma anche la cura dell’ambiente sonoro è
devastante. L’universo è decisamente tridimensionale
e bastano due soli personaggi per raccontarcelo. Una pecca della
pellicola sta però nell’impedire allo spettatore di affezionarsi ai
personaggi, l’unico vero amore possibile è il cosmo. Quando Clooney
scompare, nessuno piange. Quando la Bullock atterra, nessuno
è commosso. Non vieni in alcun modo coinvolto emotivamente ed gli
stimoli che potrebbero venir fuori per qualche discussione al bar, sono
soltanto accennati. Manca quindi qualcosa di epico che lo renderebbe un
capolavoro, mentre è “solo” una perfetta prova
di regia con straordinari effetti speciali. Con esclusivamente due
volti, racchiusi negli scafandri di sicuro si poteva osare di più a
livello psicologico. Forse l’intento di Cuaròn è proprio quello di non
lasciare alcun punto di riferimento e far svolgere
la storia puntando proprio sulla spazialità degli eventi. Ed avendo
vinto sette Oscar (con dieci nomination) e numerosi altri premi, è anche
normale cercare di voler qualcosa di più che un prodotto sì di stile e
raffinato, ma fin troppo semplice e banale.
L’edizione bluray ci permette di godere appieno di tutti gli effetti
che lo compongono: BD-50 e codifica video AVC/MPEG-4 senza alcun tipo di
sbavatura o peccato, nonostante l’utilizzo di scuro, stelle, effetti
luminosi. Sull’audio la percezione è ottima,
di un avvolgente totale anche per la lingua italiana che usa Dolby
Digital 5.1 (mentre in originale abbiamo DTS-HD Master Audio). Gli extra
sono di tipo documentaristico, ma corposi e tutti in HD:
- Gravity: Mission Control (107 minuti di making of diviso in nove capitoli)
- Shot breakdowns (37 minuti)
- Documentario (22 minuti)
- Cortrometraggio riguardante Aningaaq (10 minuti)
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