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domenica 6 aprile 2014

Dead Man Down - Il Sapore Della Vendetta (2013)

 
Regia: Niels Arden Oplev
Anno: 2013
Titolo originale: Dead Man Sown
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Classica storia d'azione, abbastanza piacevole e seguibile, messa su dal regista danese già visto in Uomini Che Odiano Le Donne. Visto che si era comportato bene in Europa, ha provato a muoversi tra i palcoscenici di Hollywood che un thriller non propriamente originale, ma di impatto. L'ho visto insieme a mamma, e senza troppe aspettative le è piaciuto. Il pubblico quindi apprezza, segue le vicende e si affeziona ai personaggi. Di nuovo non introduce nulla, la storia è classica, con Colin Farell nei panni dell'eroe che cerca vendetta a tutti i costi. Una banda di malviventi ha ucciso sua moglie e sua figlia, così l'unico modo per affrontare il dolore è cercare di alimentare l'odio e farsi giustizia da sè. Nel mezzo c'è anche Noomi Rapace (indovinate un po' chi è?), anche lei in cerca di vendetta per essere stata gravemente sfigurata (i maestri del make up potevano fare qualcosa di meglio) in un incidente automobilistico. Chissà come scatta qualcosa tra i due che si innamorano e prendono parte entrambi alla maxi sparatoria finale degna di di ogni action movie che si rispetti. Peccato che i ragazzini nel parco sotto casa non vengano trucidati. Solo antipatia personale purtroppo, il film avrebbe preso un'altra piega ed a noi (a mia mamma) piace invece che resti così. Il sapore della vendetta è una cosa privata, che va raggiunta dopo un processo interiore e ben studiata a tavolino. La regia lascia a casa, almeno per la vicenda di Farrell, la questione morale del tipo "e dopo?". Anche perchè dai, chi se ne frega, se uno per quattordici mesi vive da infiltrato in una banda di assassini perchè cova una vendetta è più che giusto che alla fine la porti a termine. Poi dopo può pure spupazzarsi la bella Liz Salander Beatrice, ma è giusto che pensi a bombe, pistole e fucili. Tecnicvamente è ben girato e ben montato, anche la fotografia contribuisce a rendere avvincente una sceneggiatura che vive quasi esclusivamente nel presente. Quel quasi non è dato da nessun falshback, ma solo da racconti che ci spiegano a grandi linee cosa è successo per scatenare tutto quanto.

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