Regia: Paul Michael Glaser
Anno: 1987
Titolo originale: The Running Man
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
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L'Implacabile è uno dei tanti titoli che hanno segnato la mia infanzia. Ai tempi non potevo resistere all'accoppiata fantascienza più Arnold Schwarzenegger ed il film basato, molto liberamente su L'Uomo In Fuga di Stephen King (con lo pseudonimo di Richard Bachman). Le differenze con il libro sono abbastanza elevate, tuttavia Glaser si presta a descrivere un futuro distopico in cui il controllo dei media (il network). Lo fa anche grazie all'introduzione che presenta una sorta di riassunto per dipingere il buio futuro colmo di violenza e menzogne. Non si tratta in alcun modo di nessun tipo di capolavoro: le battute sono ridicole e ridotte all'osso, gli effetti speciali da mercatino dell'usato e la trama è semplicistica così da lasciare molto spazio all'azione ed agli scontri che avvengono nell'arena di gioco. Già in passato ho recensito pellicole simili (nuove e vecchie) come Rollerball, Hunger Games e Battle Royale.; questa per un verso o per l'altro è sicuramente inferiore a tutti e tre gli esempi, perchè manca di intensità che sia di intrattenimento ludico o psicologica. A suo modo però riesce a difendersi, risultando anche oggi, a distanza di anni abbastanza piacevole. Se escludiamo Ben Richard, il protagonista, l'unico personaggio che riesce a regalarci qualcosa è Killian, il presentatore senza scrupoli che incarna il male del controllo totale. Gli altri sono deboli comparsi che contribuiscono all'economia spicciola del picchiaduro cinematografico. Ganza comunque la sfilza di nemici che Schwarzenegger dovrà affrontare:
Sub Zero in un'arena ghiacciata, Buzzsaw con la motosega, Dynamo che
lancia scosse elettriche e Fireball con il lanciafiamme. Il tutto si basa su uno show must go on un po' particolare, alla 1984 se vogliamo esagerare un po' i toni e scomodare Orwell, visto che per raccogliere punti di audience televisivo si punta a tutto, ma si cerca anche di terminare l'effetto fenomeno, una volta che sembra sfuggire di mano. La tirannia della tv è in un certo senso profetica, ma anche un po' scontata: era il 1987 e la storia di base ha cinque anni in più, quindi nessuna palla di cristallo, ma solo una buona idea da sfruttare. Tutto lo scenario è un classico degli anni ottanta, inteso come un qualcosa di tipico, una visione del futuro cupa e stanca in cui il pubblico riesce a farsi infinocchiare e cambia opinione nel giro di pochi minuti. Nostalgia.
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