Regia: Steven Spielberg
Anno: 1977
Titolo originale: Close Encounters Of The Third Kind
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies
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Pur essendo un film manifesto del primo Spielberg (ma quale pellicola non lo è?) non ha mai avuto molto fortuna con me. Da piccolo perchè era lontano, e non di poco, da quel tipo di fantascienza remota in stile Star Wars o Star Trek o anche dal suo stesso E.T., sicuramente più adatto ad un giovincello quale ero, mentre da grande perchè con occhio critico sei talmente abituato a tutto (il medesimo tutto che capace ha preso ispirazione proprio da qui) che poni l'accento sulla trama non proprio avvincente, ma abbastanza prolissa in alcune parti. Resta però senza alcuna discussione un pilastro del cinema fantascientifico, con un approccio realista che ambienta la storia nel mondo contemporaneo. Se vogliamo, l'impatto socio filosofico supera di gran lunga la sceneggiatura che continuo a trovare scialba e piatta. Il racconto puro e semplice ai limiti della favola a lieto fine risulta sì odioso, ma è un ottimo espediente per poter puntare ad un pubblico molto vario e creare un senso di curiosità facile da assorbire, grazie soprattutto ai primi piani sui volti esterrefatti, basiti ed increduli dei personaggi. La straordinarietà degli eventi raccontati sta non solo nel fatto di un incontro con la vita aliena, ma che questa non sia ostile, ma giunga in pace. Anche se facendo i pignoli ci sarebbe da dire che hanno rapito delle persone per decine di anni, e magari li hanno anche ispezionati con le loro belle sondine luminose. Insomma, ok non c'è stata nessuna guerra nucleare tra noi e loro, ma un po' di casini li hanno combinati, almeno una pistolettata a mo' di garanzia potevano prendersela. I colori psichedelici che alimentano al fotografia del film, sono accompagnati da una colonna sonora altrettanto vivace e sono numerose le immagini che entrano di forza e di diritto nelle più ricordate di sempre. Anche se non lo avete mai visto, di sicuro qualche immagine è innata nei vostri ricordi. Non so come sia possibile, ma è così, forse tecnologia aliena. Oltre a questo c'è anche altro: soprattutto nei rapporti umani della famiglia del protagonista Roy, che poveraccio, è un babbo di quelli ganzi che gioca con i trenini e scherza, ma ci manca poco che diventi pazzo. E diciamolo, anche se ha ragione a conti fatti, viene considerato così dalla famiglia. Tanto che diventa nostro ambasciatore presso gli esserini pacifici ideati da una grandissimo Spielberg.