Regia: George Miller
Anno: 1981
Titolo originale: Mad Max 2
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (7.6)
Pagina di I Check Movies
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Prendete ciò che ho scritto nella recensione di Interceptor ed amplificatelo un po': con il senno di poi l'altro potrebbe sembrare un prequel e questo il film originale. E non è una cosa da poco che il secondo film di una saga superi il primo. Per i miei gusti personali era già capitato (anzi capiterà) anche con Terminator 2, ma lì la sotira è diversa, molto più legata al primo di quanto accade con questi due Interceptor o Mad Max che dir si voglia. Infatti ogni elemento, post apocalittico qui è accentuato in maniera tale da dare il via ad uno (forse quello sul gradino più alto) dei miei film preferiti sull'argomento. Non si tratta solo di nostalgia per i vecchi anni ottanta, e non è un discorso in stile "non ne fanno più come un tempo" perchè è indubbio che i primi di un certo genere lascino un segno indelebile nella storia del cinema, ma soprattutto nella nostra memoria. D'altra parte Mad Max 2 ha forgiato parte dei miei interessi, facendomi poi apprezzare alcune letture ed alcuni altri film. Un futuro barbarico in cui le strade tagliano il deserto (in questo caso quello australiano) e la popolazione si divide tra sopravvissuti che inseguono una speranza di vita migliore ed gli auto teppisti degenerati in uomini spietati e volgari. Nel mezzo, c'è Max, l'eroe schivo che guida la V8 Interceptor. Un western di altri tempi insomma se avessimo avuto la pacifica comunità, i farabutti pistoleri e Clint Eastwood a salvare se stesso e tutti. Questa volta anche la sceneggiatura è più definita ed ambientata in quel futuro senza speranze, in cui ancora una volta è il petrolio ad essere la ricchezza più ricercata, petrolio che come si evince dall'introduzione con voce narrante, è stata la causa della guerra che ha devastato la Terra. Abbiamo quindi un punto di partenza su cui si sviluppa la trama relativa ai sopravvissuti e non vengono utilizzati mezzi termini: siamo dentro ad un futuro colmo di sabbia, rabbia e motori. Come scritto poche righe sopra, qui molte cose vengono amplificate: dai personaggi (soprattutto i cattivi guerrieri della strada) alle scene d'azione. L'inseguimento della cisterna, che non dura solo pochi minuti, ma rappresenta una buona parte del finale della pellicola, è tra i migliori mai visti. Le atmosfere sono fantastiche, i costumi segneranno uno standard a cui nessun regista potrà più sottrarsi. Un altro elemento di successo è dato dal volto di Mel Gibson, divenuto più maturo, più autoritario, meno ragazzino scapestrato: un vero e proprio simbolo che dà vita al suo personaggio dalla psicologia varia e forte. Ad aiutarlo abbiamo praticamente solo Bruce Spence, immancabile spalla sui generis ed Emil Minty il bambino che forse e dico forse, verrà spudoratamente copiato anche nella serie di Ken Il Gueriero. Non che i cattivi non facciano la loro porca figura, anzi, senza di essi si perderebbe un buon cinquanta per cento della pellicola, però la regia punta molto sul buono scorbutico in pieno stile Ian Solo. Ha perso la famiglia ed ha già quasi tutto ciò che gli occorre. E' egoista, ma non fino in fondo e l'unico suo scopo è quello di tirare avanti e vivere giorno per giorno. Ad arricchire il tutto ci pensano gli ottimi effetti da stunt godibili nelle scorribande e nel famosissimo inseguimento finale, così come la fotografia che indugia più di una volta sullo sporco mondo che ci circonda. Assolutamente un cult che non ha davvero età e racchiude elementi che si propagheranno nel tempo e nello spazio, dando vita ad una sottocultura che ha avuto un discreto successo.
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