Regia: John Carpenter
Anno: 1995
Titolo originale: John Carpenter’s Village Of The Damned
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.6)
Pagina di I Check Movies
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Uno dei più rappresentativi registi horror si cimenta in un remake de Il Villaggio Dei Dannati, pellicola del 1960 diretta da Wolf Rilla che è
divenuta una sorta di cult per un genere che in quegli anni ha trovato
molta fortuna. Purtroppo
il risultato non è affatto dei migliori: rendere attuale (gli anni
novanta li considero ancora contemporanei) una storia che narra di una
particolare e silenziosa invasione aliena poteva essere gestito in
maniera più consona. Già il film originale non è che
mi abbia fatto alzare dal divano per applaudirlo, ed in tutta onestà mi
aspettavo da Carpenter una rivisitazione oltre che più consistente,
anche più d’impatto. L’inizio del film sembra poter in un qualche
modo sopperire alle mancanze del suo predecessore
grazie ad una fotografia maggiormente vivida ed un montaggio che sì,
richiamava le pellicole a basso costo di alcuni anni prima, ma poteva
risultare un omaggio appunto, voluto. Però poi con il passare dei minuti
si nota che quel qualcosa in più che ci si aspettava
viene a mancare. Gli attori (ultimo film di Christopher Reeve prima
dell’incidente) non sono convincenti e non risultano psicologicamente
partecipi specie nella seconda parte, i bambini non fanno paura sebbene dovrebbero, alcune scene
secondo me fondamentali sono state sostituite da
altre, che in potenza avrebbero potuto essere un’ottima scelta, ma che
come risultato finale aggiungono davvero poca roba. Anche gli effetti
speciali si limitano ad illuminare gli occhi dei dannati e la parte
relativa ai costumi si ferma a tingere i capelli
di platino ai ragazzini. A chi dovrebbero far paura? Ad una manciata
di paesani inglesi di inizio anni sessanta potrebbe anche darsi. Ma pure
ai campagnoli californiani armati di fucile di metà anni novanta?
Questi teppistelli, che siano alieni o no, si meritano
qualche sculacciata. Poi c’è un salto temporale di circa sei anni che
lascia a bocca aperta. Dal lato horror_violenza abbiamo solo la scena
della mano nella pentola con l’acqua a bollore, su cui però non ci si
sofferma troppo. Il resto è una grossolana copia
dell’originale, ma che non può essere ambientato ai giorni d’oggi. I
bambini dannati sono inquietanti, ma non abbastanza. Insomma ci sono troppi condizionali, troppi se e troppi ma, per poterlo gradire.
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