lunedì 10 agosto 2015
10 Agosto #1
Non serve scriverlo, nella normalità delle cose neanche lo avrei mai fatto. E nella normalità delle cose saresti stato d'accordo con me. Come praticamente sempre. Però so che lo vuoi, così vado avanti, perchè la normalità delle cose non è stata per noi. E' un po' una necessità, una cosa automatica, come quando sovrappensiero prendo quattro forchette per apparecchiare. Oppure come quando la Juve vince, e ci ha abituati alla grande, ed ho già il telefono in mano. Sei uno dei più grandi lettori di VER e ok, il nome ti fa schifo, ma non si può cambiare, così ecco una mini letterina, di quelle tirate via, con divagazioni e senza nè inizio nè fine. Che tanto le parole se le porta via il vento, bastano i gesti. O anche i silenzi per gente come noi. Noi due ci siamo sistemati, nessun problema, nessuna preoccupazione. Tutto a gonfie vele, roba da essere orgogliosi. Lei è forte e siamo sempre uniti e ci vogliamo bene. E' questo quello che conta più di tutto perchè poi il vuoto è grande è vero, ma lo riempiamo immediatamente: esistono soltanto bei ricordi ed anche provandoci non mi viene a mente a nulla che possa essere stato brutto o sbagliato o che sia un rimorso. Ti ricordi Auster? Ecco qualche tempo fa ho letto un suo libro autobiografico. Non sai che pena che m'ha fatto. Cioè hai capito che intendo: se quello che resta è buono, mentalmente è accettabile, da esserne fieri insomma. E non è mancato proprio niente, questo te l'ho già detto e lo sai già. E per inciso, le montagne russe a New York le facciamo lo stesso. Io e te. Basta che non hai paura di niente, che non c'è da averne. Di niente.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento