lunedì 31 agosto 2015
Notting Hill Carnival
Altra giornata totalmente italo spagnola che fa dimenticare le noie juventine (zero punti nelle prime due giornate, altro record storico) e le gioie motociclistiche (il 46 ha vinto qui a Silverstone). L'attrazione della giornata e' quello stranissimo evento che prende il nome di Notting Hill Carnival: una festa pazzesca, che coinvolge roba come tipo otto miliardi di persone, concentrate tutte in un quartiere a ballare e fare casino. Con i nostri Carnevale ha poco a che fare, almeno dal punto di vista coreografico. I "carri" sono camion che sparano musica a palla addosso alla folla gia' in delirio per questo rave organizzato nelle strade di uno dei quartieri piu' in di Londra, ma sono naked, senza alcun finta fisionomia in cartapesta. Ed anche la maggior parte della gente non usa maschere e non improvvisa gare di cosplay travestendosi dal proprio personaggio preferito. Nonostante questa mancanza di fantasia,il mega party ha un successo micidiale e si passa tutta la giornata a pestarei piedi ballando e zompettando. Esperienza nuova e ganza, soprattutto anche grazie alla variopinta compagnia dei nuovi amigos. Sul mio canale youtube potete trovare i video della manifestazione, qui intanto ne metto uno.
domenica 30 agosto 2015
Ogni tanto Piovi Londra
Londra, mi raccomando ogni tanto piovi un po'. Soprattutto quando vengo io, sta storia dovra' prima o poi finire. Ma tanto pioggia o non pioggia le nostre cose, noi londoners ci siamo abitati e ci fa un po' come all'omo ragno. E si va a giro e si vedono le cose. Non prima di aver preso una mega english breakfast (si chiama proprio Mega), che ci fa da colazione, pranzo, merenda ed eventuali spuntini, decidiamo di cambiare piano. E per farlo, dobbiamo crearne un altro (i piani non distruggono, creano o si modificano) atto alle nostre sigenze. Niente Wimbledon e corsa dei cani, ma una piu' saggia visita culturale e floreale ad Hampton Court Palace.Grazie al vecchio consiglio di nodo48 in un batter d'occhio siamo riusciti a percorrere il libirinto di sipei piu' antico del mondo. Ci hanno pure fatto i complimenti e chiesto un autografo di VER. Belli zuppi e dopo aver partecipato ad una versione ridotta dell-Expo di Milano (a proposito importero' in Italia l'acqua nera) e' la volta di un altro record: visita allo Shard il palazzo piu' alto d'Europa. Letterina a Renzo Piano: ti rendi conto quanto ti fanno pagare per anda' su? Ed inoltre il settantaduesimo piano e' all'aperto, come se Londra non piovesse mai. Poi per finire rimpatriata italo-spagnola in pub con plimms a nastro. Tutto il resto sono chilometri e cartina cartina. Soprattutto quest'ultima che rischiavo di farmi mangiare dall'ennesimo bancomat zelante. Forse era meglio.
Alcune foto.
Alcune foto.
sabato 29 agosto 2015
Londra, ancora Londra
Eccoci ancora a Londra. Boia deh, ma non c'erano altre citta'? Si rifinisce sempre qui, eppure senza mai annoiarsi o senza mai dover ripetere tappe e situazioni. Poi d'altra parte gli A+ ogni tanto devono vedersi, almeno per scambiarsi i regali di compleanno. Mi pare giusto. Ed ecco quindi che con il grembiule de Los Pollos Hermanos posso iniziare a "cucinare" qualcosa veramente sensazionale. L'arrivo ieri e' stato tutto nella norma: appena uscito da Stansted acquazzone di benvenuto, tanto per darmi una rinfrescata. Ed anche una buona decina di gradi in meno rispetto a due ore prima. Nonostante il clima metereologico quello che mi presenta gettons, che questa volta ha organizzato un po' di cosette (risentito del Ponzio che gli affibbiamo) e' decisamente piu' caloroso e si parte forte con concertino di gruppi emergenti, organizzato da Sofar Sounds. Non sto a spiegarvi come funziona, solo che e' abbastanza piacevole come cose. Leggete nel sito di cosa si tratta, capre. In seconda serata, adatta ai piu' forti, passata in generosa compagnia di Angelo e la_sua_truppa. Poi.. Nanna [cit.]. Il venerdi' (non sono scemo che non so mettere gli accenti, e' la tastiera) mattina sveglia presto, tipo militare con le trombette nella testa e via di corsa con il treno a Windsor. Durante le mie precedenti sette vite, o visite, a Londra non era mai capitato. Vi diro', ne vale indubbiamente la pena eh, ma non e' l'attrazione turistica londinese che piu' mi ha riempito gli occhi. Inoltre e' proibito fare le foto praticamente ovunque, e le due che riuscirete a vedere nel link in fondo all'articolo, sono riuscito a scattarle mettendo in pericolo la mia vita. Maledetti bobbies. Nel pomeriggio prima di un paio di Pimms sono diventato uomo. Vero. Barbuto. Pirata anzi, ed ora posso anche entrare fiero e gonzo nei peggiori bar di Caracas, Antigua, Aruba e Tortuga. Barbarella e Papa' Castoro ne sono rimasti affascinati. Noi uomini duri sniffiamo wasabi.
Raccolta di Foto
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mercoledì 26 agosto 2015
Charles Coleman Finlay - Prigioniero Politico
Autore: Charles Coleman Finlay
Anno: 2009
Titolo originale: Political Prisoner
Voto: 2/5
Pagina di Anobii
Pagine: 120
Trama del libro e quarta di copertina:
In questo intrigante romanzo di spionaggio e strategia bellica, ci
troviamo sul pianeta Jesusalem, un mondo in fase di terraforming da poco
colonizzato dalla setta dei Semplici Cristiani (fanatici religiosi di
origine statunitense). L'ufficiale Max Nikomedes che è stato membro del
servizio segreto che anni prima aveva fatto scatenare la guerra tra i
pianeti Jesusalem e Aderean è un individuo freddo, in grado di
comprendere perfettamente i comportamenti che possono dargli le maggiori
probabilità di sopravvivenza e non mostra alcuno scrupolo.Tuttavia,
segregato in un campo di concentramento che ospita sia umani sia alieni,
Max sarà costretto a imparare a conoscere la vera natura di entrambe le
razze.
Commento personale e recensione:
Romanzo finalista del premio Hugo 2009, Prigioniero Politico si sviluppa su poco più di cento pagine e si legge davvero in maniera veloce, non tanto per la semplicità della trama quanto per la scrittura elegante , schietta senza troppi fronzoli dell'autore. Nonostante le prime pagine possano risultare un po' confusionarie e ci si debba adattare al mondo (o universo) descritto, il proseguo è un'ottima trasposizione fantascientifica di quanto già visto o immaginato nei vari lager o gulag o campi di prigionia. Il punto di forza non è il lato sci-fi, che chiunque può mettere da parte, quanto quello sociologico, politico e religioso anche se purtroppo risulta una ripetizione assoluta di quanto già scritto da altri. Un po' frettoloso nel finale, ma nel complesso di lettura godibile senza troppe speranze. Forse una struttura meno compatta e più dettagliata avrebbe fatto del bene.
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Whatsapp 2.12.250
Con l'ultimo aggiornamento di Whatsapp alla versione 2.12.250 è finalmente possibile mandare là dove non batte il sole in culo i propri contatti. Tra le nuove emoticon infatti è presente il dito medio alzato in diverse colorazioni politically correct. C' anche il saluto di Spock che può essere comodo qualora si decidesse pure di giocare alla morra cinese modificata. Comunque la novità più grossa è quella di poter personalizzare le notifiche in base ad ogni gruppo o singolo contatto. Questo vale sia per i messaggi che per le chiamate vocali, nel caso qualcuno abbia iniziato a preferirle a quelle della concorrenza. Skype per quanto mi riguarda, come qualità è ancora di gran lunga superiore. Oggi è comunque possibile ridurre il traffico dati durante le chiamate (dalle apposite impostazioni), ma il problema non sta tanto nel consumo, quanto nella qualità imho. Per rendere differenti le notifiche però non dovremo andare nella più logica cartella "impostazioni", ma nella voce relativa al contatto o al gruppo da personalizzare. Possiamo inoltre silenziare non solo i gruppi, ma anche i contatti per un tempo definito. Un'altra novità è data dal fatto di poter segnare come "da leggere" o "letta" una conversazione semplicemente tenendoci premuto un dito sopra e facendo comparire il menù a tendina che prevede tale opzione. Una volta effettuato comparirà un pallino verde accanto alla chat. Non so quanto possa mai essere utile una cosa del genere. Capace già dalla prossima avremo la possibilità di fare backup su Google Drive, opzione già presente nella beta.
Fast & Furious 7 (2015)
Regia: James Wan
Anno: 2015
Titolo originale: Furious 7
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
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Sette. Siamo arrivati a sette con la saga di Fast & Furious, e qui succede veramente di tutto. Dal primo, un po' acerbo ed incentrato su rapine e corse automobilistiche sono cambiate un po' di cose, ma non l'ossatura da cui deriva l'enorme successo del franchise. Qualcosa si era perso per strada, soprattutto con quella sorta di spin-off ambientato in Giappone, ma sempre sotto Justin Lin sono riusciti a crescere ed a riprendere in mano le redini. Questa volta, a chiudere il cerchio ci pensa James Wan, uno che si è sempre e solo dedicato all'horror, dando il via, tra l'altro ad un'altra imponente saga di successo: quella di Saw. Una crescita inaspettata perchè non si è andati sempre più in giù, come sarebbe stato lecito pensare, ma evidenziando i connotati di action movie e spy story si è arrivati a creare quel senso di famiglia ed amicizia, che vedremo concludersi qui con quell'elogio_dedica a Paul Walker, che sa un po' di ingenuo e semplice, ma che unisce indubbiamente. Non c'è azione, è solo una dedica, con le due auto e le parole di Toretto, ma è davvero commovente e ben riuscita. Rafforza il valore di amicizia e sembra davvero che vada oltre alla trama del film e che si rivolga alla realtà. Non so se questo cerchio si concluderà realmente qui o si andrà avanti senza uno dei protagonisti principali, ma per adesso mettiamoci un bel sasso sopra. Tutto quello che ci si poteva aspettare da un film del genere qui dentro accade: e se sei abituato alle esagerazioni, per poter gioire devi volerne ancora di più grandi. FF7 non ti deluderà, con azioni sempre più al limite, sempre più strong, sempre più impossibili da immaginare. Il cast è troppo lungo da listare, ma ai vecchi volti se ne aggiungono di nuovi, ognuno con le proprie peculiarità: dico solo che entra in scena un certo Kurt Russell. E che la funzione del suo personaggio non è scontata: nel 99% dei film, avrebbe fatto il doppio gioco o tenuto un tranello ai nostri eroi, invece è onesto e si da da fare. Un troio anche a cento anni di carriera. Poi vabbeh, la prematura morte di Paul Walker ha alzato l'indice di curiosità e di interesse, ma non penso affatto che l'abbia fatto in maniera macabra. Se non ci pensi, neanche riesci mai ad accorgerti di quali possano essere le scene girate realmente da lui e quelle che prevedono l'ausilio della grafica computerizzata. Peccato per i vari cambi di location in stile videogioco, che da una parte sì, rendono più variopinta la situazione (Caucaso, Abu Dhabi e Los Angeles) , ma dall'altra funzionano come capitoli a se stanti che spezzano un po' troppo la trama. Difficile trovare però una serie di azioni tanto esaltanti in altre pellicole: esagerato, ma è ciò che ci piace. Esaltante.
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martedì 25 agosto 2015
Automata (2014)
Regia: Gabe Ibanez
Anno: 2014
Titolo originale: Automata
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.1)
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In un universo parallelo in cui non fossero esistiti Philip Dick, Ridley Scott e George Miller, il primo tempo di Automata sarebbe stato Blade Runner ed il secondo avrebbe ispirato Mad Max. In quell'universo parallelo, mi sarei cullato nell'ambientazione tetra e piovosa, degna del migliore noir di fantascienza post apocalittica per poi essere abbracciato dai paesaggi desertici e silenziosi di un mondo totalmente cambiato e stravolto. Ed ancora se quell'universo non avesse conosciuto le Tre Leggi della Robotica di Isaac Asimov, mi sarei messo a leggere ogni possibile racconto sulle manipolazioni dei due Protocolli. Pur non vivendo in quell'universo parallelo, posso apprezzare Automata per il grande lavoro svolto, conscio che gli spunti sono tantissimi, molti presi in prestito dalla fantascienza che conta, ma riesce a proteggersi bene dalle accuse di plagio. Il film di Ibanez ha una sua struttura, non tende a scopiazzare, ma sfrutta il lato emotivo di ciò che è piaciuto in passato, oltre trenta anni prima e che continua a farci sognare. Purtroppo ho preferito di gran lunga la prima parte, quella dark in pieno stile Blade Runner: il seguito, con la sottostoria d'amore tra Deckard Vaucan (Banderas) e la moglie, aggiunge poco, poi la faccenda si complica in maniera non necessaria e gli ottimi robot perdono un po' del loro fascino. Così come appunto la trama che si perde un po'. Il fatto di inserire l'elemento noir all'interno della metropoli fatiscente è grandioso, ma si scontra successivamente con il lato filosofico - azione che sciupa quanto fatto prima. I tre cattivi che si fanno giustizia per salvare il mondo da... Una Legge infranta? per la sopravvivenza dei robot? Avrei sperato in un finale di maggiore spessore, ma nel complesso è un film di fantascienza con diversi richiami positivi.
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Jack O. Lyroid
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lunedì 24 agosto 2015
Kingsman - Secret Service (2014)
Regia: Matthew Vaughn
Anno: 2014
Titolo originale: Kingsman: The Secret Service
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
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Inconsciamente da questo tipo di film non mi aspettavo molto, se non un po' di sano relax. Ma questo non è quel tipo di film [cit.] ed è fatto decisamente bene sotto ogni aspetto: dalla trama basata su di un fumetto della Millarworld (quelli di Kick-Ass e Wanted) al cast ben assortito (Colin Firth, Samuel L. Jackson, Taron Egerton e Michael Caine) dalla fotografia sensazionale a tutti quegli effetti speciali che lo rendono moderno, ma non mordace. La storia è già di per sè molto particolare: un servizio segreto privato formato da agenti con stile e tutti d'un pezzo, i classici gentlemen dall'aspetto british, ha necessità di rinnovarsi ed assumere nuovi agenti. Nel frattempo il cattivissimo di turno ha un piano malvagio per eliminare il virus che dilaga sulla Terra: gli uomini. Nei vari intrecci riusciamo ad avere un geniale film di spionaggio con azione, combattimenti, gadget, dialoghi memorabili ed un ritmo serrato che non può in nessun caso annoiavi. Ha quella patina di film cazzata, un po' buffoneggiante, ma non è proprio così. Se avete un attimino a memoria i lavori di Vaughn capirete che è tutta questione di stile. Ai momenti da commedia politicamente Scorretta si alternano vivacemente quelli più crudi e sanguinari. Ottimo il contrasto visivo e di atteggiamento tra gli agenti della vecchia guardia, impeccabili, ed il giovane scapestrato ragazzo di strada, vestito da bulletto di quartiere che però si abituerà bene al suo nuovo abito. Senza dubbio uno dei più genuini film di spionaggio, interessante, bello graficamente, esagerato quando vogliamo e desideriamo che lo sia, con un Colin Firth come mai ce lo siamo immaginato. Vedetene, non vi deluderà.
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domenica 23 agosto 2015
Juventus 0 - Udinese 1
Rieccoci finalmente. Da quel 30 maggio siamo giunti alla fine di agosto. Se speravo si concludesse qui il campionato estivo delle chiacchiere e delle speranze, mi son dovuto ricredere. Il risultato finale ha del clamoroso: per la prima volta nella storia la Juventus perde la prima partita di Campionato giocando in casa. E lo fa contro un Udinese che fa il suo compitino di contenimento e poi all'improvviso segna. Evidenti le mancanze nel centrocampo e nella formazione bianconera, ma queste non possono prendere il nome di alibi. Pirlo, Vidal e Tevez, tre insostituibili è già un po' che sono stati ceduti, ed evidentemente non ancora rimpiazzati. Lo si nota fin dai primi minuti quando manca chi dovrà battere le punizioni ed addirittura Pogba, il nuovo numero 10, si reca ogni volta alla bandierina per battere i calci d'angolo. Manca inoltre la cattiveria agonistica con Coman che si ritrova una palla facile facile per poter iniziare le danze, ma telefona un passaggio al portiere avversario. Nonostante tutto questo, la Juventus fa la partita, gioca più o meno come sa, ma non segna. Anzi, fa segnare ed ecco la prima grande sorpresa di questo campionato. Non posso chiudere l'articolo dicendovi di salutare la capolista, che disdetta!!!
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Jack O. Lyroid
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Mortdecai (2015)
Regia: David Koepp
Anno: 2015
Titolo originale: Mortdecai
Voto: 3/10
Pagina di IMDB (5.5)
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Brutto. Navigando a spanne avrei pure detto che si trattasse di un mal riuscito film di Wes Anderson, ma per sua fortuna si tratta solo di David Koepp. Peccato però che a questo flop abbiano contribuito anche Johnny Depp, Gwyneth Paltrow e Ewan McGregor, Facciamo però un salto indietro: il soggetto si rifà ai romanzi di tale Bonfiglioli, e la scelta di portarlo sul grande cinema con i nomi che contano è un grande buco nell'acqua. Azione, commedia e spionaggio in un sadico intreccio che ha il solo risultato di annoiarti e farti scuotere la testa. Dialoghi mal riusciti, gag penose, una trama serrata, confusionaria, complicata nonostante avrebbe potuto essere semplicissima. Tralasciando che già i soggetti mi sono antipatici, non ho dubbi sul fatto che avrebbero potuto presentarli in maniera migliore, magari anche meno accattivante, ma più naturale. Non so se questi limiti sono dettati dai romanzi a cui si ispira oppure vi sono vere e proprie lacune, anche interpretative. Il lato comico è solo un'apparenza che mostra gag poco divertenti, ripetitive: il baffetto simpatico che provoca i conati alla Paltrow e quelli di riflesso a Depp avrebbe funzionato in altre occasioni ed in altri film, forse più demenziali, ma di migliore appiglio. Troppo spezzettato per non annoiarti, troppa azione messa a caso, troppa audacia nel mostrare al pubblico virtuosismi di cui non c'era assolutamente bisogno. Shift+Canc se lo avete scaricato erroneamente.
sabato 22 agosto 2015
Humandroid (2015)
Regia: Neill Blomkamp
Anno: 2015
Titolo originale: Chappie
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (7.0)
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Neill Blomkamp. Quindi il regista sudafricano famoso per il particolare District 9 e per Elysium (che non mi è piaciuto). Ci porta nuovamente in terra africana in una situazione simile a quella apprezzata nel primo Robocop, ma invertita: ovvero con le Intelligenze Artificiali che sono i "buoni" ed i robot comandati da umani che sono i "cattivi". E lo fa con questo Chappie che purtroppo ci ricorda Numero 5 di Corto Circuito 2 quando incontra i teppisti. Avevo posto parecchie speranze in Humandroid, essendo stato una vittima del trailer, e nonostante gli avvertimenti del Guru mi ci sono fiondato a capofitto. Che trambata!!! Il robot della polizia Chappie, non si sa bene come finisce nelle mani di un trio di delinquenti che gli insegnano a comportarsi come loro per fare un grande colpo: Chappie infatti, appena attivato, ha il cervello come quello di un bambino e deve imparare. Ok, tutto molto interessante, ci può stare: peccato le situazioni raggiungano il ridicolo e non si tratta di un film commedia. Troppe macchiette, troppi clichè sulla malavita, troppo infantile l'atteggiamento dell'androide. Un'intelligenza artificiale che sì impara a scimmiottare i suoi nuovi amici (i movimenti sono comunque belli a vedersi, se non fosse un continuo), ma poi fa poco altro. Sembra quasi che la regia voglia puntare sull'aspetto demenziale dei gangster piuttosto che su di una vera e propria evoluzione del personaggio. Tale evoluzione viene a mancare totalmente e viene sostituita con pensieri terra terra che riguardano "gli uomini cattivi", "gli uomini che dicono bugie", "il creatore che mi ha fatto nascere per farmi morire". Dai, ovvia, qualcosina di più era chiedere troppo? In fondo una macchina che cresce e si presume sia di una certa intelligenza avrei sperato che osasse di più a livello intellettivo. Eppure lo fa quando riesce a fare un backup (ma come? cosa? perchè?) della propria mente ed anche di quella umana attraverso un casco che altro non è che una periferica di input. Roba da matti: tutto si basa su questo casco che è in grado di esportare i pensieri o la "coscienza" delle persone e poi immagazzinarli in una qualsiasi memoria di massa. Una calati di stile per la parte scientifica, davvero senza ritegno. Odiosa poi la voce (almeno quella doppiata) di Chappie: avrei avuto voglia anche io di smembrarlo.
venerdì 21 agosto 2015
Ex Machina (2015)
Regia: Alex Garland
Anno: 2015
Titolo originale: Ex Machina
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.7)
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Se aprite il manuale di VER a pagina 7 ci sta scritto chiaramente che se dopo aver visto un film, hai voglia di parlarne e discuterne è sicuramente una cosa positiva. E ieri notte sono stato a pensare, fatto non molto raro, al film ed ai suoi risvolti. Ma partiamo con ordine dalla regia: è la prima volta di Alex Garland, finora molto unito a Danny Boyle e sceneggiatore (anche) di The Beach, 28 Giorni Dopo, Sunshine. Il tema anche questa volta fantascientifico è l'esistenza di una Intelligenza Artificiale. Roba che solo a nominarla mi fa accelerare i battiti cardiaci. Storia semplice, ben delineata, pochissimi personaggi, location futuristica ed ai limiti dell'asettico. Le curiosità che sprigionano le intelligenze artificiali, dalla forma umana sono molteplici. Ed il fatto che i protagonisti siano un genio magnate dell'informatica (creatore di un impero grazie al suo innovativo e quasi onnipotente motore di ricerca) ed un programmatore che dovrà eseguire il test di Touring rappresentano un ennesimo valore aggiunto. Vuoi per contrasto caratteriale che mostrano i due, l'uno abbastanza stravagante e con un problema di alcolismo, l'altro chiuso e riflessivo, vuoi perchè è facile immedesimarsi e prendere le parti del secondo ed avere stima, rispetto e paura del primo. Un duo, Oscar Isaac e Domhnall Gleeson, leggermente statico, poco intraprendente a livello visivo, a sicuramente di un certo impatto. Il terzo personaggio, ma non meno importante è AVA, l'intelligenza artificiale con il volto (ed il corpo) di Alicia Vikander. Questi tre fanno in modo da rendere il film interessante e colmo di molti interrogativi sull'esistenza, la percezione di se stessi, la consapevolezza di essere umani o macchine. Insomma tante ricche cosine che ci piacciono. In certe situazioni la trama è scandita in maniera forse troppo lenta e tra un dialogo e l'altro si ha come l'impressione che il tempo debba in qualche modo essere riempito. Di sicuro c'è però che il flirt tra Ava ed il tester è una bellissima trovata scenica che suggerisce e rafforza gli interrogativi di cui sopra. Mettendo da parte eventuali altre considerazioni sulla trama e sul rapporto tra i personaggi (molto ben costruiti per l'economia della storia) c'è una scena su tutte che ha preso il sopravvento nella classifica delle mie preferite: quando il programmatore Caleb ha dubbi sulla propria esistenza umana e cerca la prova, ferendosi, di non essere lui stesso una macchina sottoposta al test. Ecco, scusate lo spoiler, ma questo è il punto più alto del film. Un incredibile omaggio (forse neanche voluto, ma necessario) o comunque un richiamo a Deckard e quell'unicorno che tanto ho amato. Ovviamente a questa va aggiunta tutta quella serie di atteggiamenti che l'androide Ava si trova a dover recitare per raggiungere la giusta empatia con chi dovrà esaminarla. Fingersi un robot che a sua volta dovrà fingere di essere umano, deve essere stato un compito per nulla facile per Alicia Vikander che riesce a vincere questa sfida a pieni voti. Il tassello vincente della pellicola sta comunque nel fatto che chiunque guardi il film si pone delle domande, degli interrogativi e pone delle speranze su ciò che avverrà e che potrà o potrebbe essere. Un film davvero riuscito senza dover scalare la vetta dei capolavori.
giovedì 20 agosto 2015
Cinquanta Sfumature Di Grigio (2015)
Regia: Sam Taylor-Johnson
Anno: 2015
Titolo originale: Fifty Shades Of Grey
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (4.2)
Pagina di I Check Movies
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DISCLAIMER: Hey voi! Donnina di mezza età che cerchi calore perduto nelle pagine dei libri di questo E.L. James, e tu ragazzina di sedici anni che diventi rossa scorrendo i capitoli, statemi alla larga e non venite ad infamarmi per il giudizio su questo film.
Allora, non ho letto i libri. Ovviamente. Ne ho però sentito parlare. Ovviamente. Ecco quindi il film di uno dei successi interplanetari degli ultimi mille anni. Sappiate che per giudicare un prodotto del genere non serve essere lettori e neanche scienziati. Il boom commerciale che ne è derivato è senza ombra di dubbio una mossa magistrale e ben eseguita. In cuor mio credo che esistano centinaia di prodotti del genere, alcuni migliori, altri indubbiamente peggiori. In sè il film si presenta come una semplice storia romantica, un po' piccante, ma niente di esagerato. Ai tempi di Nove Settimane E Mezzo che dovevano dire? Onestamente credevo ci fosse qualcosa di davvero più spinto e qualcosa che osasse molto di più. Magari i romanzi sono tutt'altra cosa, ci mancherebbe, allora punto di demerito per il film che non è fedele. Se invece rispecchia quanto scritto, mi duole dirvi che vi hanno preso bellamente per il culo. Ciò che mi aspettavo più solido e più evidenziato era non tanto la parte sessuale (si vedono due tette, un culo, cinque peli pubici e si sentono una decina di frustate) quanto quella psicologica. Il rapporto reale tra dominatore e la sua sottomessa. No, niente di tutto questo. Semplici giochini erotici che tutti possono provare a fare a casa, con un po' di ghiaccio ed una fragola. Ah no, questa è un'altra storia. Non me ne frega niente di fare la figura di chi cavalca l'onda per parlare male del film: se in tanti ne parlano male, e basta vedere i voti su IMDB (4.2) un motivo c'è. In effetti delude le aspettative. Ma come dicevo è una normale storia romantica tra la timida verginella (Dakota Johnson) universitaria ed il ricchissimo e sicuro di sé rampollo della finanza (Jamie Dornan). Questo tra i suoi vizi ha quello di fare il grosso ed avere gusti sadici sessualmente parlando. Ma è un bel fichetto, c'ha un monte di soldi ed altrettanto carisma, così l'indifesa ragazzina si innamora e si fa pigiare in più occasioni, senza troppo esagerare. Poi lui cambia un po' il suo atteggiamento, lei pure un po' ci ripensa, poi forse sono innamorati.. Ma deh lui non fa l'amore. Lui scopa duro. Boia deh è arrivato. Usa la frusta per scopare, sai che macho, mica la granata. Comunque tra un viaggio in elicottero ed uno sulle auto super lussuose i due neanche ci danno dentro. Sono troppo impegnati a scrivere e riscrivere contratti. Fatto sta però che i due si garbano e regole o non regole qualche bacetto i due piccioncini se lo danno con il VERo amore che vince su tutto. Ma subito dopo NO. Lui è fatto così. Ha un passato oscuro, tenebroso, c'ha da picchiare le donne per farselo venire duro. Purchè queste firmino il contratto già citato. E comunque un po' si fa ingabbiare anche lui, non è che si questo dominatore hitleriano. Lei, vabbeh che deve fare? Un paio di sculacciate ci possono anche stare in cambio di tutti i regali che riceve. In conclusione, NON guardatelo, è un ordine!!!
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Jack O. Lyroid
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Sam Taylor-Johnson
I Delitti Del BarLume [Stagione 1 e 2]
Stagioni: 1 e 2
Anno: 2013 - 2015
Numero episodi: 4 (2 ogni stagione)
I Delitti Del BarLume è una mini serie televisiva italiana davvero ganza. Eh sì, dico ganza perchè ambientata nel livornese, il nostro livornese, e la sua particolarità sta nel fatto che gli episodi sono stati girati a Marciana Marina, nella nostra Isola d'Elba. Per noi che conosciamo questi luoghi è quindi una cosa quasi automatica rimanerne affascinati. Il cast poi parla toscano, non proprio livornese, almeno non tutti, ma comunque un bel toscano. I romanzi da cui prende ispirazione sono scritti da Marco Malvaldi e ne sono usciti cinque: dei primi quattro hanno tirato fuori gli episodi per queste prime due stagioni che definirei di successo immediato data la simpatia dei personaggi e delle situazioni. Nel cast, oltre al buonissimo Filippo Tini figura pure Carlo Monni, presente prima di morire, nelle due puntate iniziali. Le storie si sviluppano molto bene, in maniera intrigante con queste persone comuni, da bar, che si prodigano per risolvere casi polizieschi. Un misto tra thriller e le goliardate tipiche di Amici Miei, poichè i protagonisti principali sono quei "giovini pensionati" che giocano a carte dalla mattina alla sera e si annoiano profondamente. Ed assieme al loro barrista di fiducia in qualche modo dovranno pur sbarcarla la giornata no?
Jupiter - Il Destino Dell'Universo (2015)
Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski
Anno: 2015
Titolo originale: Jupiter Ascending
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (5.5)
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Molto strano, è una via di mezzo tra la gran vaccata ed il film che potenzialmente potrebbe essere intrigante. I fratelli Wachowski (oggi fratello e sorella), ho pensato, amano complicarsi la vita. Come ad esempio di Cloud Atlas, che si ispira ad un soggetto molto più grande di loro, credevo che pure per Jupiter Ascending si basassero su di un romanzo o una serie di romanzi, di quelli in stile Hyperion... Invece vado a vedere e scopro che sceneggiatura e soggetto sono scritti da loro. Tanta, tantissima, troppa carne al fuoco per creare un universo fantascientifico ai limiti del fantastico e per spostare la trama tra improbabili mondi che esplodono se appena si toccano e la Terra, che è una fabbrica aliena di DNA. Idee buone nel complesso, ma non sufficientemente sfruttate (o magari già sfruttate in Matrix) per lasciare spazio ad un infinita serie di (alcuni magnifici altri meno) effetti speciali ed azione. Probabilmente una così audace e corposa storia avrebbe meritato un paio di ore in più, e non lo dico scherzando. Intendo che forse questo soggetto sarebbe stato adatto ad una saga, se ne vuoi sfruttare tutte le potenzialità e comunque lasciare inalterata la stucchevole ed inutile storia d'amore tra i due protagonisti (Mila Kunis e Channing Tatum) o altre amenità che fanno parte della versione finale. A me piace la fantascienza, piacciono certi concetti e soprattutto piacciono le storie epiche alla Star Wars, ma qui si esagera su punti non fondamentali e se ne tralasciano altri che avrei gradito. Ok la spettacolarità del combattimenti, ma se pare di essere all'interno dei moderni giochi per Playstation no. La buffonata quasi comica sulla burocrazia aliena era davvero necessaria? Ha spezzato in due il film, in maniera netta e poco sofisticata. L'introduzione russa e della famiglia posso capire che serva a dare importanza al legame che l'eroina ha con la sua vita, ma è fuori luogo e fuori tempo. Sembra che i fratelli abbiano voluto inserire tante di quelle proposte da non essere in grado di gestirne neanche una come si deve. Bello da vedere in alcune parti, difficilmente stanca se si superano i venti minuti iniziali e si apprezzano gli sforzi per portarlo ad essere un blockbuster di puro intrattenimento, eppure sono sicuro che gli intenti fossero differenti. Peccato.
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Jack O. Lyroid
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mercoledì 19 agosto 2015
WALL-E (2008)
Regia: Andrew Stanton
Anno: 2008
Titolo origianale: WALL-E
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.4)
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WLL-E è un piccolo grande gioiello. Spesso si sbaglia ad utilizzare il termine cartone animato, ed in questo caso più che mai: è un vero e proprio film di animazione che racchiude fantascienza, distopia, commedia romantica e tantissima poesia. Quella poesia che non sempre riusciamo a trovare nella fantascienza se non ne capolavori. E non importa niente, anzi è un valore aggiunto, il fatto che non ci siano attori reali, ma il tutto sia eseguito con le più raffinate tecniche di animazione grafica della Pixar. Già dai primi venti secondi di sfreghi le mani per la bellezza fotografica che ti si presenta e neanche ti accorgi che passano oltre venti minuti prima di ascoltare qualcosa che assomigli ad un dialogo, ed altrettanti successivamente per sentire una frase di senso compiuto. Sorvoliamo la bellezza, neanche troppo infantile, della trama di stampo ecologista (posso scomodare Miyazaki?) che tutti possono apprezzare in ogni forma e colore e concentriamoci un attimo sui vari omaggi ed ispirazioni voluti o casuali: Wall-e è molto simile al robottino di Corto Circuito e chiunque abbia vissuto un'infanzia felice, almeno nel subconscio ha fatto questo collegamento. Il computer cattivo Auto, a forma di timone e con un unico occhio rosso si ispira a HAL9000 di 2001: Odissea Nello Spazio (ci sarebbe anche la traccia "Così parlò Zarathustra") e queste sono cose che fanno venire letteralmente i brividi. Tecnicamente poi è superlativo: la creazione dei personaggi, il loro modo di interagire, l'esistenza dell'universo in cui si muovono e come lo fanno, l'amore e l'accortezza verso le cose antiche come la VHS con Hello, Dolly! o gli oggetti che il collezionista Wall-e raccoglie mentre esegue il suo compito. Oltre alle bellissime e molto intelligenti animazioni un merito speciale per il successo va anche al comporto audio: dalla colonna sonora agli effetti che sono strabilianti. Direi che un film del genere è praticamente perfetto in ogni sua forma. Il bluray che ho fa parte del cofanetto Pixar Collection (di cui fanno parte anche Cars e Ratatouille): se siete interessati vi consiglio questo in quanto, a differenza di altre versioni, qui ci sta quella con doppio disco. Non so comunque se i soliti contenuti nelle altre versioni el hanno infilate in un unico bluray. Comunque visivamente perfetto, da dieci e finalmente anche l'audio è di altissimo livello con un DTS-ES 6.1 a 1.5 Mb/s che davvero spazia in profondità con un suono nitidissimo. I contenuti sono così divisi all'interno dei dischi:
Disco 1
- Film con visualizzazione normale, "cine-explore" e "computer con trivia"
- Presto (cortometraggio di 5 minuti)
- Burn-e (cortrometraggio di 8 minuti)
- Burn-e e il pavimento (making of del precedente)
- Tesori e gingilli (5 minuti)
- Mille robot (storyboard interattiva)
- Galleria Axiom (4 giochi interattivi)
- Le funzioni dei robot (galleria interattiva)
- Scene eliminate con commento (23 minuti)
- Dietro le quinte (1 ora e 20 minuti)
- Corti BnL (9 minuti)
- Viaggio in 3D attraverso i set (interattivo)
- Galleria
- 7 trailer
- Storia della Pixar (documentario di 1 ora e 28 minuti)
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Jack O. Lyroid
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Mimic (1997)
Regia: Guillermo Del Toro
Anno: 1997
Titolo originale: Mimic
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (5.9)
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Guardando questo Mimic mi ero sempre più convinto che potesse essere un sequel o qualcosa di simile a Relic, o forse ad un romanzo sulla stessa onda di quelli scritti da Douglas Preston e Lincln Child. Non parrebbe invece così, ma non ho voluto indagare perchè che somiglio o no a questi, di sicuro somiglia a qualcos'altro. Già visto, già rivisto e già rivisto ancora. Poco originale insomma. E' la prima esperienza americana di Guillermo Del Toro, che in sè, neanche mi dispiace, ma qui la sceneggiatura non convince quasi mai, le ambientazioni, giustamente buie, sono troppo scure e diciamocelo: nonostante i bozzi ed i nidi non è Alien. Ecco, magari avevo troppe aspettative, c'è pure il nostro Giancarlo Giannini... Il mix iniziale è accattivante nonostante il già citato deja vu in cui inevitabilmente si incappa: un horror misto a fantascienza con gli scarafaggi che prendono il sopravvento e rischiano di divenire una gigantesca piaga per l'umanità. Gli spazi angusti e tetri gli permettono di giocare con i mostri rendendoli visibili per pochi istanti, però la parte action non funziona. Troppi frazionamenti ed una durata eccessiva per arrivare ad un dunque scontato come non mai. Insomma non è assolutamente un capolavoro, e merita leggermente di essere visto.
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Jack O. Lyroid
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martedì 18 agosto 2015
Il Dittatore Dello Stato Libero Di Bananas (1971)
Regia: Woody Allen
Anno: 1971
Titolo originale: Bananas
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.1)
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Uno dei primissimi Allen, ma non fatevi ingannare: se solo lontanamente vi viene da pensare che possa essere acerbo e poco maturo vi sbagliate. Bananas racchiude l'essenza della comicità e della commedia in neanche ottanta minuti. Alla base della trama, composta da una serie di gag che presentano un filo conduttore unico, ci sta l'amore. Quello che il protagonista (Woody Allen per l'appunto) , un normalissimo collaudatore di prodotti newyorkese (eh già) prova per un'attivista politica socialmente impegnata (Louise Lasser). Per una serie di rocambolesche casualità si ritrova ad essere suo malgrado Presidente dell'immaginaria, almeno nel nome, Repubblica di Bananas. Al di là delle evidenti situazioni da commedia, spesso esilaranti, il film ha un chiaro approccio satirico nei confronti della stampa, delle dittature, degli interventi americani. Ricordiamo che pochi anni primi (qui siamo nel 1971) è successo qualcosina tra Stati Uniti e Cuba. Rispetto alle altre pellicole che fanno parte del menù storico di Woody Allen, in questa si dà maggiore spazio alla rappresentazione visiva della situazioni ed al coinvolgimento che esse comportano, piuttosto che al dialogo in sè. Questi non mancano di certo, ma l'ilarità ed il divertimento è dato essenzialmente dall'assurdo che si mostra in situazioni bizzarre. Di sicuro tra le più riuscite commedie degli anni settanta.
lunedì 17 agosto 2015
Ghostbusters - Acchiappafantasmi (1984)
Regia: Ivan Reitman
Anno: 1984
Titolo originale: Ghostbusters
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (7.8)
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Senza se e senza ma, un capolavoro. Ha fatto storia, non c'è che dire. Inutile anche star a parlare della semplicissima trama che vede impegnati Bill Murray, Dan Aykroyd, una tra le più belle Sigourney Weaver di sempre, Harold Ramis e Rick Moranis. Idea geniale, messa in pratica nel momento migliore. Non un horror, non una semplice commedia. Un film fantastico in tutti i sensi che è adatto a qualsiasi tipo di pubblico. Effetti speciali validi ancora oggi se escludiamo qualche piccolo dettaglio imperfetto ed una colonna sonora che chiunque al mondo riesce a riconoscere e canticchiare. Sono tantissime le scelte vincenti che hanno reso culto, storia, adorazione: dai costumi, al simbolo, dalla Ecto-1 all'omino marshmallow e gli zaini protonici. Sono riusciti a non terrorizzare nessuno, a farci sorridere a dare il là per chi poi ha portato al cinema Casper o Men In Black e per milioni di fan di tutto il mondo che in vari party di cosplay, a carnevale o halloween si travestono da questi personaggi tanto amati. D'altra parte chi non lo ha mai visto è un fantasma e chi lo ha già visto, vorrebbe rivederlo appena gli capita l'occasione. E' uno di quei film come Ritorno Al Futuro o I Goonies, di cui non ti stanchi mai. Forse perchè quelli erano gli anni d'oro di un certo cinema di intrattenimento. Quei film magici che sprigionano una forza (magari paranormale) che ti inchioda al divano e ti ipnotizza. Riesce ad assuefarti con uan storia non complicata, veloce, divertente e che ti lascia il tempo di sognare. Che tua sia adulto o bambino non fa differenza. Poi ricordo che Bill Murray è semplicemente perfetto, così esattamente come la Weaver. Il primo riesce a dare quel mix di cinismo e comicità che va a braccetto con la figura di Dan Aykroyd, l'altra sa essere sensuale e principessa da salvare anche con poche battute. Una nota di merito anche per Moranis che in una sorta di nevrastenia alla Woody Allen è un personaggio secondario di prim'ordine. Insomma tutto perfetto, New York e la caserma dei vigili del fuoco compresi, con il pubblico che incita gli eroi del momento. Impossibile non restarne catturati, anche senza le ghost-trap.
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Jack O. Lyroid
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Riccardz: un nuovo blog
E' nato un nuovo blog: Riccardz. Semplicimente Riccardz. lo trovate sulla piattaforma WordPress perchè così ha deciso. Non sarà un blog di concorrenza, anzi VER lo vuole supportare e sopportare proprio come negli anni ha fatto con gettons_in_uk e quindi tutti i miei amici hackers devono sapere che si tratta di un sito #amico. Capito? Amico. Bene. Non che meriti ancora tanta pubblicità, è stato inserito un solo articolo di pseudo presentazioni e come sappiamo ingranare sarà l'atto più difficile e spasmodico che esista. Ricordo ancora con nostalgia il mio primo articolo (Ancora un blog: che bisogno c'era?) datato 18 marzo 2009. Poi il nulla fino al 12 aprile con Pioggia nel deserto. Vuoto di nuovo fino ai 18 articoli consecutivi di agosto in cui la mission stava prendendo forma. Ebbene prima di prendere un vero e proprio via siamo arrivati addirittura al 6 febbraio dell'anno successivo con Una mattinata a lavoro per la WII : da lì in poi è stata un'apoteosi di successi che ha riscritto il modo di fare giornalismo e diarismo a trecentosessantun gradi. Ma torniamo a Riccardz: adesso che è nato non può che crescere. Film, musica, libri, vacanze e tutto il resto. Era l'ora!!!
domenica 16 agosto 2015
Halloween - 20 Anni Dopo (1998)
Regia: Steve Miner
Anno: 1998
Titolo originale: Halloween H20: 20 Years Later
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.6)
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Nonostante sia il settimo capitolo della saga di Halloween è un film fondamentale che vuole risvegliare il franchise immenso che si è creato attorno a Michael Meyers ed al tempo stesso, inevitabilmente concluderlo. So che dopo ci saranno altri film, ma probabilemnte saranno dei remake, dei reboot o dei prequel, voglio sperare. Perchè si vede chiaramente che Jamie Lee Curtis, dopo averlo colpito in testa con un estintore, accettato con un ascia alla spalla, colpito più volte con un coltello da cucina, fatto cadere dal primo piano, investito e quindi schiacciato con un pulmino, lo ha addirittura decapitato. Non c'è scampo, la testa è rotolata in terra e si è staccata dal corpo. E' morto. Anche fosse stato uno zombie, non c'è proprio storia. Fine. Basta. Era l'ora. Comunque la sceneggiatura riparte da Il Signore Della Notte (ignorando gli altrettanto pessimi Il Ritorno Di, La Vendetta Di e La Maledizione Di) e come suggerisce il titolo, è ambientata 20 anni dopo La Notte Delle Streghe. Una sorta di omaggio, di cui francamente potevano fare a meno e che ho pure fatto fatico ad inserire in un contesto: prima di, dopo di, perchè? Il perchè è presto detto: vaini. Già perchè comunque una saga di questo genere, riesce a smuoverne, anche solo a livello di merchandising o home video, per gli appassionati e non solo. Di positivo c'è un ritorno della Lee Curtis che catalizza tutta l'attenzione, nonostante inizialmente si possa pensare che suo figlio (Josh Hartnett) sia il protagonista. No, per fortuna la regina resta lei. Su questo non nascondo un certo piacere sebbene per godermi un film horror ci debbano essere ben altri ingredienti. Le chiavi cadute per terra, oppure l'auto che non si accende al primo colpo... Troppo scontato. Troppo vecchio. Troppo poco per farti salire la tensione. Inoltre i protagonisti giovani, sono talmente insulsi che nella tua testa li hai già catalogati come cadaveri, carne da macello. Invece soltanto due di loro passano dal mattatoio. Peccato perchè mi sarebbe piaciuto vedere il terrore ed il sangue nei loro volti. Tirando le somme, in potenza non è il peggior sequel, anzi è di gran lunga migliore di altri, ma non si merita il mio rispetto. Bocciato.
MotoGP 2015: Brno (Repubblica Ceca)
Nel campionato più bello e divertente degli ultimi anni, prima o poi doveva arrivare una gara noiosa e con poche emozioni, in cui il trittico delle qualifiche si piazza pari pari sul podio: Lorenzo, Marquez e Rossi. Ed a proposito di pari lo spagnolo raggiunge il nostro (il mio, loro, il di tutti) Vale. Anzi, avendo vinto un maggior numero di gare, è una parità che vede avvantaggiato proprio Lorenzo. Vabbeh, ora come ora è veramente il più forte ed ha una marcia in più tanto che pure Marquez lo ha capito e non ha potuto raggiungerlo. Se solo avesse visto uno spiraglio ci avrebbe provato più a lungo, questo è sicuro. Purtroppo nonostante le qualifiche abbastanza buone Rossi non è riuscito a sfruttare la griglia e sebbene di gare ne manchino ancora tante, deve pensare ad una svolta per poter mettere altri punti tra sè e gli inseguitori. Ricordiamo però ancora una volta sul podio.
Grosso Guaio A Chinatown (1986)
Regia: John Carpenter
Anno: 1986
Titolo originale: Big Trouble In Little China
Voto: 7/10
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Altra chicca ed altro capolavoro degli anni ottanta, ancora firmato John Carpenter. O almeno resta un grandissimo cult movie che mescola ingredienti western riportati ai giorni d'oggi con quella bella trovata di inserire elementi orientali, magia, mostri e lo spaccone di turno interpretato dal mitico Kurt Russell. E' sempre difficile concentrarsi quando si hanno tra le mani film che hanno segnato la tua epoca, rischi di parlare con il cuore invece che con la testa, ma in fondo non mi interessa. Di sicuro Grosso Guaio A Chinatown non ha colpito solo me, ma anche quell'altro genio mondiale che ha creato Mortal Kombat: per questo i clut sono cult. La trama si sviluppa in maniera molto veloce, casuale e colma di battute simil commedia, dialoghi da duri (essenzialmente quelli di Jack Burton, l'americano eroe che si ritrova invischiato in avvenimenti più grandi di lui, ma ne esce bene), combattimenti spettacolari di kung fu, qualche (oggi velleitario) effetto speciale ed una buona dose di fantastico. Tutti ingredienti per raccogliere consensi da un pubblico vasto, che va dall'adolescente, alle famiglie ed a chi sa apprezzare i lavori di Carpenter. L'omaggio a diversi generi riesce ad intrattenerci, divertirci e farci appassionare alla storia. Ottima poi l'ambientazione, non certo scontata, nella Chinatown di San Francisco. Se Kurt Russell è nato pronto, lo siamo anche noi, nel vederlo scimmiottarsi (non è di certo Jena Plissken, anche se vorrebbe) ed atteggiarsi da duro, con una certa vena ironica. Non è l'eroe senza macchia che affronta i nemici e li stermina uno ad uno, si muove assieme ai suoi compagni, commette errori, è cinico e miscredente. Pronto sì però, a buttarsi nel vivo dell'azione, con i suoi stivali, la sua canottiera ed il suo coltello. Attira simpatie non tanto per il suo essere macho, ma per il suo essere reale, davvero ben studiato. Anche guardandolo oggi, non si perde il senso magico ed irriverente del film. Da collezione.
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Jack O. Lyroid
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venerdì 14 agosto 2015
Come fare soldi con le scommesse sportive
Il vostro Nick Mentefredda è tornato. Ho deciso, di punto in bianco che voglio fare i soldi, partire per Antigua e godermi l'estate per sempre. Ci vuole quindi un po' di impegno mentale ed alcuni calcoli matematici come in quei film in cui il protagonista o è autistico o è un super genio e riesce nell'intento. Se ci pensate è tutto facilissimo. In ventiquattro ore precise, dopo aver scaricato l'applicazione di Bwin ed aver scannerizzato il mio documento d'identità (quello vero) ho iniziato a giocare responsabilmente. Cinque scommesse, ognuna da 5 euro mi hanno portato ad un guadagno netto del 9%. Ok è poca roba, ma considerate che sono stato anche profondamente sfortunato, avendone azzeccate quattro su cinque. Quella che mi dava più soldi l'ho toppata. Un piccolo errore di percorso dovuto alla mia ingordigia. Dovevo ascoltare i suggerimenti di bastiancino , dal sangue basco, che mi aveva messo in guardia. A poco è servita quindi credere nel Santarcangelo che vince a Rimini, o nel basket (presumo australiano) in cui i famosi Geelong Supercats devastano i poveri Kilsyth Cobras, o ancora credere che il Bayern Monaco vincesse nel primo e nel secondo tempo e sperare che l'Amburgo non segnasse durante tutta la gara. Eh no, ho voluto puntare sul Barcellona vincente nel primo tempo contro l'Athletic Bilbao. Sognavo che partissero a fuoco e Messi o Suarez o un altro a caso segnasse per farmi godere come un mandrillo. Invece è andata storta. Ma un buon 9% di guadagno netto in ventiquattro ore è roba molto buona. Da brivido, da avere un allibratore personale. Le prossime saranno quasi tutte concentrate sul risultato finale di Juventus, Barcellona (ancora sigh) e Bayern Monaco. Intanto apro un conto alle Cayman. EDIT: la mia percentuale netta di vincita è salita a 21,56% in quanto è possibile scommettere anche ad incontri già iniziati. Se volete un buono gratuito per iniziare accedete attraverso questo LINK
Breaking Bad [Stagione 5]
Anno: 2012 - 2013
Stagione: 5
Titolo originale: Breaking Bad
Numero episodi: 16
Stagione: 5
Titolo originale: Breaking Bad
Numero episodi: 16
Bromo e bario. Me li ricorderò per sempre. Sono passati due anni e mezzo da quando ho visto la quarta stagione di Breaking Bad ed un po' mi pento. Serie spettacolare: temevo però fosse di quelle infinite, che non si concludono e che esagerano sempre. Invece con la quinta ecco al fine. Splendida, bellissima, in una stagione formata da 16 episodi, la più grande, la più ricca di colpi di scena e stravolgimenti. Walter White, Jesse Pinkman, Hank, Skyler, Marie, Saul Goodman (il mio preferito e spero che arrivi anche da noi il suo spin-off) tutti quanti davvero fantastici, da standing ovation. una serie crudele, moderna, esagerata ed al tempo stesso realistica, con un a fotografia ed un dettaglio per le piccole cose davvero sensazionale. Attendevo con ansia una conclusione di questo tipo, che non stanca, non annoia, ti mostra le carte piano piano e ti stupisce. Eppure la regia con una vena di sadismo ti porta direttamente, con un vantaggio di alcune puntate, a vedere l'apoteosi finale. Veramente tutto ben riuscito, in modo che ci si possa affezionare ai personaggi ed ad odiarli in quanto colmi di doti negative. Quando si va oltre al fato, quando si dà una mano al destino e ci si mette del proprio si arriva ad una reazione chimica esplosiva ed è proprio quella che viene fuori da Breaking Bad.
Ken Il Guerriero - La Leggenda Di Raoul (2007)
Regia: Toshiki Hirano
Anno: 2007
Titolo originale: Shin Kyuseishu Densetsu Hokuto no Ken - Raō Den II Gekitō no Shō (北斗の拳 ラオウ伝 II 激闘の章)
Voto: 6/10
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Finalmente Raoul, il mio preferito, il demone che si nutre di demoni. Si prosegue direttamente da La Leggenda Di Hokuto, scavalcando l'intenso capitolo dedicato a Julia. Anche qui la prospettiva cambia: siamo gli occhi, la mente e le emozioni di Raul, malvagio per destino, tassello fondamentale per raggiungere la pace terrena. Pure in questa occasione i toni sentimentali e filosofici prendono il sopravvento sui combattimenti e sulla trama generalista: si dà vero risalto alle figure che compongono questo universo. Non mancano ovviamente però scene epiche di scontri che non alzano solo polvere mista a sangue, ma energia, speranza, fierezza, orgoglio e paura. La trama si concentra quasi esclusivamente sulla parte finale della lotta tra i due fratelli Kenshiro e Raul. aprendo una finestra di intimità tra i due, nonostante i risvolti di tale scontro possano essere di carattere mondiale. La figura di Raul ne esce rinvigorita anche nell'aspetto umano, uomo crudele, ma al tempo stesso portatore di pace e ideali. Rispetto al primo capitolo abbiamo un utilizzo accorto della computer grafica che modella alcune scene, mentre i disegni in sè non sono in grado di giudicarli. Le musiche non trascinano quanto nei capitoli precedenti, ma il grosso della sceneggiatura è dato dai dialoghi e dall'incrocio di questi due personaggi destinati ad essere nemici e fratelli. Da vedere assolutamente, emotivamente il mio preferito. Il DVD ha la possibilità di scegliere tra audio italiano (dolby digital 5.1) e audio originale, rispettivamente con i sottotitoli. Gli extra sono:
- Titoli di coda originali
- Trailer cinema italiano
- Spot tv
- spot 10"
- Trailer La Leggenda Di Hokuto
- Trailer La Leggenda Di Julia
- Ken Il Guerriero - La Leggenda Di Toki
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Jack O. Lyroid
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martedì 11 agosto 2015
300 - L'Alba Di Un Impero (2014)
Regia: Noam Murro
Anno: 2014
Titolo originale: 300: Rise Of An Empire
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.3)
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Ridicolo. Punto. Ma c'era da aspettarselo. Una specie di sequel di 300 che narra vicende più o meno contemporanee con protagonista il greco Temistocle invece dello spartano Leonida. Il plot narrativo è sempre quello dell'avventura grafica di Frank Miller, non ancora conclusa peraltro. Più che su di una trama da seguire tutta la pellicola fa leva sugli effetti grafici e scenici, prepotentemente pompati al massimo. Manca di pathos, eppure la storia avrebbe dovuto portarlo con sè. Al posto dei combattimenti corpo a corpo, che comunque sono presenti, si concentra su battaglie navali, qualche scorribanda, una furiosa scopata con Eva Green (che non si mostra nuda come in The Dreamers, peccato) ed alcuni discorsi relativi all'importanza della democrazia nella Grecia e nel mondo. Tutta roba molto noiosa anche per il regista che si sofferma di più sugli schizzi di sangue e sulla luna gigante piuttosto che sui temi che avrebbe dovuto trattare. Inutile insistere sul fatto che non mi sia piaciuto praticamente per niente. Buonissima la resa video del bluray, peccaminosa quella audio che vede ancora una volta l'Italia messa da parte con un lossy Dolby Digital 5.1 quando invece sarebbe stato più prezioso avere qualcosa di migliore. Gli extra sono:
- The 300 effect (30 minuti)
- Real leaders and legends (23 minuti)
- Women warrios (12 minuti)
- Savage warship (11 minuti)
- Becoming a warrior (5 minuti)
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Jack O. Lyroid
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lunedì 10 agosto 2015
Revolutionary Road (2008)
Regia: Sam Mendes
Anno: 2008
Titolo originale: Revolutionary Road
Voto: 7/10
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Leonardo DiCaprio e Kate Winslet undici anni dopo Titanic , in una drammatica storia d'amore, ma non è un improbabile e fantasioso sequel. La trama è quella che possiamo leggere nell'omonimo romanzo di Richard Yates ambientato nell'America degli anni cinquanta. Mi soffermo un attimo per applaudire entrambi gli attori, in special modo la Winslet davvero devastante negli atteggiamenti e nel volto. Restano comunque una garanzia assoluta anche quando non splendono di luce propria. La sceneggiatura è solida ed i temi affrontati quali la speranza di veder realizzato un sogno, la crisi di coppia, la monotonia della vita di tutti i giorni, l'amore mal espresso e così via sono molto ben analizzati lasciando poco margine ai protagonisti che si muoveranno in un vuoto disperato senza troppe vie di scampo. Il fallimento perpetuo e la voglia di un riscatto lontano da raggiungere che vede un viaggio esasperato come unica ancora di salvezza per un matrimonio che potrebbe frantumarsi restano punti cardine di una trama forte, ben costruita, colma di dialoghi memorabili, di silenzi strazianti e di volti che sprigionano drammi. La coppia sembra avere tutto, ma guardandosi dritti negli occhi, scoprono di non essere felici: non basta la villettina elegante in Revolutionary Road, i due bambini, il lavoro sicuro negli anni del boom economico americano. Manca la felicità. La consapevolezza di essere arrivati, di aver coltivato i propri sogni e raccolto i frutti sperati. L'unica soluzione pare essere quella della fuga, vigliacca ed insensata da un lato, coraggiosa e non banale dall'altro. Un modo per ricominciare tutto da capo e riuscire a vivere la propria vita. Un film drammatico dalle molte sfaccettature, che merita di essere apprezzato. Gli extra contenuti nel bluray:
- Commento del regista
- Esistenze di tranquilla disperazione (29 minuti)
- Il prezzo della verita (26 minuti)
- Scene inedite con commento (25 minuti)
- Trailer
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Jack O. Lyroid
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10 Agosto #1
Non serve scriverlo, nella normalità delle cose neanche lo avrei mai fatto. E nella normalità delle cose saresti stato d'accordo con me. Come praticamente sempre. Però so che lo vuoi, così vado avanti, perchè la normalità delle cose non è stata per noi. E' un po' una necessità, una cosa automatica, come quando sovrappensiero prendo quattro forchette per apparecchiare. Oppure come quando la Juve vince, e ci ha abituati alla grande, ed ho già il telefono in mano. Sei uno dei più grandi lettori di VER e ok, il nome ti fa schifo, ma non si può cambiare, così ecco una mini letterina, di quelle tirate via, con divagazioni e senza nè inizio nè fine. Che tanto le parole se le porta via il vento, bastano i gesti. O anche i silenzi per gente come noi. Noi due ci siamo sistemati, nessun problema, nessuna preoccupazione. Tutto a gonfie vele, roba da essere orgogliosi. Lei è forte e siamo sempre uniti e ci vogliamo bene. E' questo quello che conta più di tutto perchè poi il vuoto è grande è vero, ma lo riempiamo immediatamente: esistono soltanto bei ricordi ed anche provandoci non mi viene a mente a nulla che possa essere stato brutto o sbagliato o che sia un rimorso. Ti ricordi Auster? Ecco qualche tempo fa ho letto un suo libro autobiografico. Non sai che pena che m'ha fatto. Cioè hai capito che intendo: se quello che resta è buono, mentalmente è accettabile, da esserne fieri insomma. E non è mancato proprio niente, questo te l'ho già detto e lo sai già. E per inciso, le montagne russe a New York le facciamo lo stesso. Io e te. Basta che non hai paura di niente, che non c'è da averne. Di niente.
Into Darkness - Star Trek (2013)
Regia: J. J. Abrams
Anno: 2013
Titolo originale: Star Trek Into Darkness
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.8)
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Come il precedente anche questo è girato da J. J. Abrams e si vede. Migliore in tutto rispetto agli altri, vecchi e ora possiamo anche dire noiosi, capitoli della saga di Star Trek. Grazie all'ingegnosa trovata dell'universo parallelo utilizzata nel suo primo film, il reboot de L'Ira di Khan è un prodotto più compatto, con tanta azione, molti risvolti psicologici, dialoghi per costruiti, una sceneggiatura che tiene il passo con i tempi moderni ed una scenografia che non è solo frutto di computer grafica. Le ambientazioni esterne sono innumerevoli, ben curate così come il rapporto tra i protagonisti. Ancora una volta sia Kirk che Spock riusciamo a goderceli. E ok, proprio Spock non è il massimo della simpatia, ma è un piacere vederlo recitato da Zachary Quinto. La pellicola purtroppo non è perfetta perchè la figura di Kahn avrebbe potuto e dovuto essere più meschina, più micidiale: il suo essere malvagio lo si nota solo nelle ultime battute, quelle in cui l'attenzione è catalizzata dall'azione piuttosto che dal dialogo o dall'evoluzione della trama. Insomma un po' troppo veloce e rocambolesca la conclusione nonostante si vada oltre le due ore di girato. Nel complesso Abramas ha voluto fare ed a ragione, un qualcosa di epico ripartendo quasi da zero e inserendo tutto ciò che di vincente era rimasto da prendere dalle serie classiche. Numerosissimi a questo punto i possibili risvolti futuro e le pieghe che il franchise può prendere. Davvero ben riuscito. Poi guardarselo in bluray è una goduria: peccato che non si sia arrivati ancora ad inserire un audio italiano degno di nota. Gli extra sono un making of diviso in più parti della durata complessiva di 40 minuti.
Pubblicato da
Jack O. Lyroid
alle
10:21
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Etichette:
bluray,
fantascienza,
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J. J. Abrams,
Star Trek
domenica 9 agosto 2015
J. D. Salinger - Il Giovane Holden
Autore: J. D. Salinger
Anno: 1951
Titolo originale: The Catcher In The Rye
Voto: 4/5
Pagine: 248
Pagina di Anobii
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Trama del libro e quarta di copertina:
Sono passati cinquant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a
vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle
ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da
matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò
l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo
sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e
senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad
andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con
precisione, ognuno ha potuto leggervi la propria rabbia e assumere il
protagonista a "exemplum vitae".
Recensione e commento personale:
Se davvero avete voglia di sapere perchè solo nel 2015 ho letto Il Giovane Holden, magari vorrete sapere prima di tutto come sono arrivato ad averne una copia tra le mani e compagnia bella, ma a me non mi va proprio di parlarne. Ad ogni modo erano anni che ne sentivo di tutti i colori su questo Salinger e su come ci sia uno di quei libri che vanno letti per forza, che sono stati un punto di riferimento per intere generazioni (non la mia ovviamente) e tutto quanto. Il guaio, con questi libri è che li giudico già da prima di aprire le pagine, prima ancora di mettermi seduto a scorrere con il dito indice ciò che vi è stato stampato e così sono passati anni ed anni ed anni ed io ancora non lo avevo letto. Ad ogni modo, capita quasi all'improvviso che mi viene consigliato fortemente, tanto da riceverlo in regalo. Anche per ammazzare il tempo, mi sono detto "magari sarà uno schifo di libro, ma male non può farmi" ed eccomi qui. Mi ha lasciato secco. Non che non immaginassi già di cosa trattasse e tutto quanto, ma mentre lo leggevo, sfogliavo le pagine e via dicendo, sono stato conquistato dal modo di scrivere diretto e semplice con cui Salinger fa parlare il suo protagonista. La gente non si accorge mai di nulla, ma accorgersi di questa storia può portare solo a cose positive. Ragazzi, quando lo leggerete, sarete estasiati di tutto punto dalla semplicità di linguaggio espressa e dai pensieri di questo Holden, che sebbene non sia un mostro di simpatia è un gran chiacchierone. Non si ferma un attimo, frasi su frasi e via discorrendo. Si giunge alla fine in men che non si dica e se ne apprezzano tutte quelle caratteristiche nascoste nel profondo, oltre le parole scritte che raccontano una storia vera, genuina.
MotoGP 2015: Indianapolis (Stati Uniti)
Le qualifiche sono il grande male di quest'anno in cui in gara si va davvero forte.Partire ottavi è penalizzante, anche arrivando già quarto dopo pochissimo, perchè là davanti Marquez, Lorenzo e Pedrosa non perdonano, non ci stanno a perdere. Così puoi fare anche una gara quasi perfetta, saltare più volte Pedrosa, farti riprendere e poi saltarlo di nuovo. Ad un certo punto mi sarei anche accontentato di quel vantaggio minimo (+1) in campionato con Lorenzo sul gradino più alto del podio e Rossi quarto, dietro i tre spagnoli. Poi però ecco che arrivano le belle notizie. Vince Marquez con una gara stupenda, Lorenzo altrettanto magnifico arriva secondo e il Dottore raggiunge il podio facendosi rosicchiare solo quattro punti. In una giornata che poteva raccontare cose ben peggiori. Rossi c'è.
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