Regia: Alex Garland
Anno: 2015
Titolo originale: Ex Machina
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies
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Se aprite il manuale di VER a pagina 7 ci sta scritto chiaramente che se dopo aver visto un film, hai voglia di parlarne e discuterne è sicuramente una cosa positiva. E ieri notte sono stato a pensare, fatto non molto raro, al film ed ai suoi risvolti. Ma partiamo con ordine dalla regia: è la prima volta di Alex Garland, finora molto unito a Danny Boyle e sceneggiatore (anche) di The Beach, 28 Giorni Dopo, Sunshine. Il tema anche questa volta fantascientifico è l'esistenza di una Intelligenza Artificiale. Roba che solo a nominarla mi fa accelerare i battiti cardiaci. Storia semplice, ben delineata, pochissimi personaggi, location futuristica ed ai limiti dell'asettico. Le curiosità che sprigionano le intelligenze artificiali, dalla forma umana sono molteplici. Ed il fatto che i protagonisti siano un genio magnate dell'informatica (creatore di un impero grazie al suo innovativo e quasi onnipotente motore di ricerca) ed un programmatore che dovrà eseguire il test di Touring rappresentano un ennesimo valore aggiunto. Vuoi per contrasto caratteriale che mostrano i due, l'uno abbastanza stravagante e con un problema di alcolismo, l'altro chiuso e riflessivo, vuoi perchè è facile immedesimarsi e prendere le parti del secondo ed avere stima, rispetto e paura del primo. Un duo, Oscar Isaac e Domhnall Gleeson, leggermente statico, poco intraprendente a livello visivo, a sicuramente di un certo impatto. Il terzo personaggio, ma non meno importante è AVA, l'intelligenza artificiale con il volto (ed il corpo) di Alicia Vikander. Questi tre fanno in modo da rendere il film interessante e colmo di molti interrogativi sull'esistenza, la percezione di se stessi, la consapevolezza di essere umani o macchine. Insomma tante ricche cosine che ci piacciono. In certe situazioni la trama è scandita in maniera forse troppo lenta e tra un dialogo e l'altro si ha come l'impressione che il tempo debba in qualche modo essere riempito. Di sicuro c'è però che il flirt tra Ava ed il tester è una bellissima trovata scenica che suggerisce e rafforza gli interrogativi di cui sopra. Mettendo da parte eventuali altre considerazioni sulla trama e sul rapporto tra i personaggi (molto ben costruiti per l'economia della storia) c'è una scena su tutte che ha preso il sopravvento nella classifica delle mie preferite: quando il programmatore Caleb ha dubbi sulla propria esistenza umana e cerca la prova, ferendosi, di non essere lui stesso una macchina sottoposta al test. Ecco, scusate lo spoiler, ma questo è il punto più alto del film. Un incredibile omaggio (forse neanche voluto, ma necessario) o comunque un richiamo a Deckard e quell'unicorno che tanto ho amato. Ovviamente a questa va aggiunta tutta quella serie di atteggiamenti che l'androide Ava si trova a dover recitare per raggiungere la giusta empatia con chi dovrà esaminarla. Fingersi un robot che a sua volta dovrà fingere di essere umano, deve essere stato un compito per nulla facile per Alicia Vikander che riesce a vincere questa sfida a pieni voti. Il tassello vincente della pellicola sta comunque nel fatto che chiunque guardi il film si pone delle domande, degli interrogativi e pone delle speranze su ciò che avverrà e che potrà o potrebbe essere. Un film davvero riuscito senza dover scalare la vetta dei capolavori.
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