Pagine
▼
mercoledì 30 settembre 2015
Juventus 2 - Siviglia 0
La Juventus vince, eliminando i sospetti di casualità relativi alla partita di Manchester. E' la prima volta in stagione inoltre che prendiamo tre punti allo Stadium. Convince? Un po' sì ed un po' no. E' vero che siamo in Europa, ma il Siviglia nel proprio campionato non è messo meglio di noi, e sulla carta è una squadra alla nostra portata. Siamo però stati abituati a non dare niente per scontato e sebbene a tratti i bianconeri sono risultati lenti ed un po' impacciati, hanno tenuto bene il campo e soprattutto hanno fatto ciò che veniva loro chiesto. Tirare, segnare e non subire gli attacchi degli avversari. Tutto perfetto quindi da questo punto di vista. Le note positive non si esauriscono qui: Khedira ok, Hernanes non fa le perle (intese come vaccate) e l'attacco funziona a dovere almeno in termini di risultato. Ed è proprio il risultato qui che conta più di ogni altra cosa. Avevamo sete di vittorie e questa capita a pennello, eravamo a rischio disidratazione. Morata segna per la quinta volta consecutiva in Champions, raggiungendo un certo Alex Del Piero. Buffon si annoia,mentre Barzagli, Bonucci e Chiellini interrompono le sporadiche presenze avversarie nella nostra area. Un buon punto per riniziare a guardare avanti e cercare di fare sempre meglio. Ah, quasi scordavo: salutate la capolista.
Sorvegliato Speciale (1989)
Regia: John Flynn
Anno: 1989
Titolo originale: Lock Up
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.3)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Sorvegliato Speciale fa parte di quella cerchia di film anni ottanta che
non saranno mai considerati capolavori, ma che è difficile scordare.
Vuoi per l’eroe Stallone bene inserito nella parte del detenuto di
origini italiane che subisce
le angherie dei poteri forti e dà sfogo alla sua collezione completa di
smorfie facciali. Vuoi per i dialoghi da duro, quelli scherzosi da
fratello maggiore, quelli profondi e filosofici da Circolino di Brisca.
Vuoi anche per scene memorabili come il balletto
ridicolo iniziato da Eclissi una volta segnati i punti nella partita
fangosa. Insomma sono tanti i motivi per cui non è possibile bollare
quest’opera come una classica americanata in cui il protagonista sfida
(semmai è il contrario) il sistema e tutti giù
ad applaudirlo. La trama è tanto semplice quanto avvincente: Frank
Leone, detenuto modello viene trasferito in un carcere di massima
sicurezza perchè il direttore vuole vendicarsi per fatti passati. E da
qui provocazioni, lotte, sputi e tutto quanto. Ma con
il classico stratagemma (che poteva essere davvero migliore) fa
confessare il proprio aguzzino in questo modo: “se non confessi ti
ammazzo”. Roba un po’ frettolosa per un finale poco ragionato, che però
in fin dei conti non ci interessa troppo e non ci sconvolge.
Siamo più sconvolti, a conti fatti, dalla Mustang presa a mazzate. Gran
parte del successo se lo dividono comunque il carismatico Sylvester
Stallone ed il buon (si fa per dire) Donald Sutherland. Una coppia ben
studiata di contrapposti. Film come dicevo avvincente,
con la giusta buona dose di machismo, infiocchettata ogni tanto dalla
filosofia spicciola dell’uomo comune che fa il cazzo suo senza romperlo
al prossimo. Fino a quando non viene messo alle strette. Molto buona
anche la parte relativa alla colonna sonora.
Indimenticabile. Buono il bluray, nonostante l'età, anche nelle numerose scene scure durante la fuga, così come all'aperto. Audio italiano in stereo. Extra:
- Making of (7 minuti)
- Profilo di Stallone (3 minuti)
- Trailer
- Interviste (7 minuti)
- Dietro le quinte (8 minuti)
domenica 27 settembre 2015
MotoGP 2015: Alcaniz (Aragona)
Molto meglio rispetto allo scorso anno, quando la pioggia fu il primo protagonista della gara. Lorenzo torna a vincere, mentre Rossi e Pedrosa danno via ad una bagarre spettacolare per il secondo posto, che vede lo spagnolo trionfare. Veramente molto bravo, un duello sensazionale che difficilmente ci saremmo aspetti da Camomillo. E Marquez? Beh lui finisce ancora una volta a terra, non è proprio il suo anno questo. Non sapremo mai tra l'altro se è un bene o un male per Rossi, in quanto è vero che con la caduta ha potuto guadagnare una posizione, ma ha anche permesso a Lorenzo di andarsene in solitaria senza alcuna pressione alle sue spalle. Il ritorno al podio, dopo le scellerate scelte della gara di Misano, resta sempre una cosa positiva sebbene adesso il vantaggio sia nuovamente minimo. E' anche vero che questa era tra le piste non gradite dal nostro Valentino.
Operazione export manuale da Anobii
Ho fatto un sogno. Che poi praticamente era un incubo. Anobii chiudeva i battenti e per me la cosa sarebbe stata tragica. Così ho avuto la sventurata idea di esportare tutti i libri che ho segnato su VER. Una buona e consistente parte è già stata inserita, visto che pubblico, più o meno da quando è nato il blog, anche qui. Non di tutti, soprattutto dei primi ho però una recensione (e non è mia intenzione scriverne una), ma spesso può accadere che sia utile fare dei collegamenti, sia con gli autori sia con i romanzi. Riportarli qui tutti sarà un lavoro immane, neanche so se riuscirò a portare a termine questo progetto: non di tutti c'è un'effettiva utilità. Ma intanto iniziamo. Ovviamente posso utilizzare le pubblicazioni in modo che compaiano come già scritte e quindi metterò date fittizie che non andranno ad incidere con l'operato di questi mesi. Presumibilmente partirò dal 2014 in giù, oppure affiancherò il libro all'eventuale film già recensito. Metterò anche un ulteriore dato relativo all'effettiva data di lettura (su Anobii infatti permette di scrivere quando un libro è stato terminato). La trama o la quarta di copertina sono semplici da inserire, mi appoggio quando possibile a Wikipedia o ad Amazon. Quindi se notate un numero troppo grande di articoli (sebbene sui social ci sta che venga ripubblicato ) è solo la causa di questa operazione: non mi sono messo a leggere come un forsennato. Però è troppo comodo seguire il tag Stephen King ed avere sotto mano tutti i suoi libri che ho letto, anche quelli prima dell'avvento di VER.
Ghostbusters Collection - 2 Bluray
Il cofanetto Ghostbusters Collection contiene i due film (1 e 2) della saga suddivisi ovviamente in due dischi. All'interno della custodia abbiamo anche un libretti di 26 pagine con numerose nozioni riguardanti curiosità e dietro le quinte di entrambi i film, alcune fotografie e le biografie originali del 1984 di Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis, Ernie Hudson, Rick Moranis, Sigourney Weaver e Ivan Reitman. Non è molto corposo, ma se interessati a saperne di più non può che fare piacere. Per quanto riguarda la qualità video dei film c'è da dire che l'edizione italiana è quella rimasterizzata da Sony a scansione 4K dai negativi originali, ma comprendente anche gli extra, e questo vale per entrambi i dischi. Ed onestamente se nel primo non tutti i risultati sono perfetti, forse per il fatto che le pellicola era un tantino vecchiotta, per il secondo si ha un contrasto più evidente e netto rispetto alle vecchie edizioni. Nel complesso non è piaciuto molto vedere i colori così luminosi ed accesi e quel senso di patinato, quasi finto come se stessi a guardare un documentario degli anni 2000. Certo, non ci sono sbavature ed i dettagli sono molto godibili, ma il contrasto con i ricordi è un po' troppo forte. Diciamo che oggettivamente la qualità del secondo è superiore, mentre soggettivamente preferisco il primo. E' invece sul comparto audio che casca l'asino: il primo disco prevede un 5.1 DTS HD Master Audio sia per la lingua originale sia per l'italiano, il secondo per la nostra lingua prevede solo un vergognoso e preistorico stereo. La differenza è assoluta e si sente: se per il primo ero lì che gioivo, per il secondo resti stupito in negativo, anche per il fatto che è in netto contrasto con la qualità del video (oggettivamente molto buona ed accattivante). C' da considerare che sebbene sia in stereo, non faccia proprio schifo, anzi, ma di sicuro mi aspettavo qualcosa di più come nel primo film. Gli extra sono così suddivisi, ancora a dimostrazione che per il primo c'è stata maggiore attenzione:
Disco 1:
Disco 1:
- Commento
- Slimer mode (picture in picture)
- Galleria di poster
- Chi chiamerai? - Retrospettiva sui Ghostbusters (24 minuti)
- Ecto-1 rimessa a nuovo (16 minuti)
- Il garage dei Ghostbusters (galleria di 5 minuti)
- Contenuto originale del 1984 (10 minuti)
- Documentario speciale su cast e troupe (11 minuti)
- Il team degli effetti speciali (15 minuti)
- Il cimitero delle scene (8 minuti)
- Riprese alternative alla versione tv (2 minuti)
- Filmati in modalità multinagolo
- Storyboard a confronto (6 minuti)
- Video musicale Ray Parker Jr. - Ghostbusters (4 minuti)
- Trailer
- Il tempo non è che una finestra (16 minuti)
- Il cimitero delle scene (7 minuti)
- Video musicale Bobby Borwn - On Our Own (5 minuti)
- 3 trailer
sabato 26 settembre 2015
Napoli 2 - Juventus 1
Discorsi da bar, discorsi da Whatsapp... C'è chi minimizza e vede i problemi come dati di fatto da non risolvere, magari solo da analizzare. Ad esempio su Juventibus piace snocciolare ogni serie di statistica positiva: tantissime occasioni, tantissimi giovani, tantissimi contrasti vinti e così via. Ma i numeri parlano anche abbastanza chiaramente: era dal 1970 che la Juventus non era ferma a cinque punti dopo cinque giornate. Oggi siamo a sei giornate, ma i punti restano quelli.Quindi minimizzare cosa? Studiare snocciolare quali dati? Oggi il primo ed unico tiro del primo tempo è arrivato al tredicesimo minuto. In una partita che andava vinta per forza, o dentro o fuori. Sempre che non si voglia lottare per la salvezza. Chi nega il diritto a criticare la propria squadra confonde l'essere tifoso con l'essere compiacente. Stasera la prestazione non c'è stata, la dignità neanche. Puoi anche perdere, ma non dopo cinque partite con risultati ridicoli e vergognosi. Ora neanche la prestazione è positiva. Modulo da mani nei capelli, attacco inesistente. Padoin fuori ruolo, neanche fosse cr7 che può giocare dove ti pare pur di tenerlo in campo. #noallegri non è in grado di giocare con il solito modulo non solo per due partite consecutive, ma neanche all'interno della stessa gara. Quante volte ha rimaneggiato una formazione fondamentalmente sbagliata solo nei novanta minuti di stasera? Poi i giovani: ok abbiamo un centrocampo tendenzialmente giovane e l'attacco pure, ma non mi pare che il Napoli avesse messo chissà quali uomini di esperienza: Hysaj (1994), Allan (1991), Jorginho (1991), Insigne (1991), Koulibaly (1991), Ghoulam (1991). Quindi non veniamo a dire che la "colpa" è della giovane età. Sono un'insieme di cose, che non possono essere riconducibili alle sole partenze di Pirlo, Tevez e Vidal andati via a giugno con largo anticipo per essere sostituiti pur essendo insostituibili. Mancano le capacità dirigenziali in panchina, con un uomo succube della società che non chiede l'uomo giusto, che si accontenta, che non alza la voce e che rimaneggia all'occorrenza i campioni senza dar loro le giuste motivazioni. Tre fondamentali se ne sono andati, ma gli altri no. Hai lasciato Coman (che ha segnato oggi il secondo gol in Germania) e Llorente volendo puntare su altri di pari impatto, ma in campo fai giocare a modo. Quest'anno non vivi più di rendita e va bene anche non vincere lo scudetto. Ma non va affatto bene lottare per la salvezza dopo quattro scudetti vinti. E no, non è il ciclo che si chiude, perchè una cosa del genere non è mai successa: 5 punti in 6 partite. Mai successa. Punto. Neanche con Maifredi. Neanche con Del Neri e Ferrara. Non riuscire ad entrare in zona Champions, proprio ora, è un suicidio che non può essere messo da parte con "pazienza, siamo ancora alla prima, alla seconda, alla terza, alla quarta, alla quinta, alla sesta". Fin quando continuerà questa storiellina dell'avere pazienza?
Beetlejuice - Spiritello Porcello (1988)
Regia: Tim Burton
Anno: 1988
Titolo originale: Beetlejuice
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Serve davvero a poco dilungarsi troppo su di un film che per ovvie ragioni è divenuto cult ed è sempre un piacere guardare. Una strepitosa commedia che mischia humor nero, cinismo e clichè sul paranormale, riuscendo ad essere sia divertente che originale. La creatività, non solo scenica e dei costumi, si esalta con una sceneggiatura che solo un pazzo può bollare come banale: gli elementi vincenti possiamo ricercarli tanto nel cast (Michael Keaton, Alec Baldwin, Winona Ryder, Geena Devis) quanto nei dialoghi grotteschi ed imprevedibili che compongono la commedia. Il mondo dei non morti, quello degli spiriti, dei fantasmi, raccontato in maniera divertente, surreale, con alcune scene completamente irreali e degne di una mente geniale. Mi viene da pensare al balletto improvvisato a tavola con i commensali posseduti, o alla figura stessa di Beetlejuice che nonostante sia raccapricciante, macabra, schifosa e deturpata, può far ridere ed essere etichettata come non seria. Il film proprio per questo è adatto a chiunque, bambini compresi, pur essendo una cinica presa di posizione contro una parte della borghesia che non riesce più a stupirsi o ad impressionarsi. L'unico personaggio "normale" della famiglia è quello di Winona Ryder giovanissima, che ai limiti del moderno emo riesce ad instaurare un rapporto (anche empatico) con i fantasmi. Il suo essere diversa la rende genuina ed è il fulcro di tutta la storia. Un piccolo gioiello di quasi trenta anni fa, ancora intramontabile ed apprezzabile. Titolo italiano penoso, ancora oggi non mi capacito di queste scelte scellerate e senza senso. Da Galera. Il bluray è nella norma per un prodotto così datato, sebbene si potesse sperare in un comparto audio migliore rispetto ad uno scialbo stereo a 192 kbps. Gli extra:
- Traccia audio musicale
- Trailer
- A-Ha! (12 minuti)
- Skeletons in the closet (12 minuti)
- Spooky boo-tique (12 minuti)
La Sconosciuta (2006)
Regia: Giuseppe Tornatore
Anno: 2006
Titolo originale: La Sconosciuta
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.5)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Crudo, ti lascia senza respiro, nonostante la tensione che aleggia per tutta la pellicola, arrivi alla fine ed hai ancora l'affanno. Il personaggio principale (Ksenia Rappoport) è un qualcosa di incredibile: realistico, drammatico, sconfitto, toccante, indifeso, commovente, risoluto. Un mix che difficilmente possiamo ritrovare, inserito in una storia che solo in parte può vantare quel barlume di speranza andato perduto in un mondo di strazi che va a rotoli. Una vita mai realmente vissuta, rovinata per sempre. Sai che esistono determinate situazioni, ma quando ti vengono schiaffate davanti in maniera così netta non puoi che provare rabbia e vergogna. Ed allora ti aggrappi a quel personaggio e desideri con tutto il cuore che possa farcela, che possa lottare contro il destino che gli si è accanito contro. Ma il realismo non sempre prevede un lieto fine. Anche gli eroi buoni (pronti a tutto) ne risultano sconfitti. Nonostante tutto. Nonostante tutti. E Tornatore, con una sorta di magia registica, non si mette a fare una noiosa e scontata denuncia sociale nei confronti degli abusi e della prostituzione, ma ci mostra in un thriller dai ritmi serrati (specie nella seconda parte) la visione cinica di una donna disperata e combattiva, con un piano nella mente. Una presa di posizione che accetta quanto accaduto in passato: ne prende atto e persegue il proprio obiettivo, contando su se stessa. Una donna talmente forte che diviene il simbolo di chi una volta caduto a terra e spogliato di tutto quanto si rialza, non sapendo quanto questo sia vano. Credibile e realista: dal racconto della periferia italiana che sia Sicilia o nord Italia, dai rapporti interpersonale, dai dialoghi, da tutto questo si evince che La Sconosciuta è un grande thriller rivolto ad un pubblico molto vasto. Un film raro, da conservare preziosamente nei propri ricordi.
venerdì 25 settembre 2015
Il Signore Degli Anelli - La Compagnia Dell'Anello (2001)
Regia: Peter Jackson
Anno: 2001
Titolo originale: The Lord Of The Rings: The Fellowship Of The Ring
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.8)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (Trilogia cinematografica)
Ho finalmente trovato il coraggio di iniziare questa trilogia. Eh lo so, sarebbe stata una grave mancanza continuare ad ignorarla, ma come ben si sa, sono un tantino allergico al fantasy. Non ne sono comunque digiuno, avevo già visto il film (ed anche il terzo capitolo, addirittura al cinema) e prima avevo pure letto i libri di Tolkien. Quindi i miei giudizi non sono da hater e neanche da quello che vuole fare il controtendenza. E' solo una questione di pelle: folletti, bacchette magiche e draghi non mi ispirano tutta questa fiducia. D'accordo, non è proprio questo il caso, ma stringi stringi avremmo potuto essere lì. Ero inoltre intimorito dalla durata: praticamente tre ore nella versione cinematografica (poi del cofanetto parlerò in separata sede) che avrebbero potuto stroncare sul nascere la mia pazienza. Devo dire però che me lo ricordavo "peggio". O comunque ricordavo più strenua la tenacia con cui guardarlo: mentre in effetti, nonostante tutto, scorre in maniera veloce. Dico nonostante tutto, perchè ero anche memore della lettura del libro, molto minuzioso nelle descrizioni, anche dei più piccoli particolari. Ne sono rimasto entusiasta e questo mi spingerà ad avere un cuore molto più leggero per i prossimi capitoli: d'altra parte la vicenda raccontata è sensazionale, ti prende, ti trascina e viene esaltata da una serie di aspetti tecnici impeccabili. Non servo certo io a ricordare la fotografia, la sceneggiatura, le musiche, i costumi, il montaggio, le riprese e tutto il resto. Capisco inoltre anche l'importanza di questo film per i fan della trilogia. Non ricordo alla perfezione le pagine del libro, ma potrei mettere la mano sul fuoco che, nonostante numerosi tagli e scremature d'obbligo, possa risultare molto fedele. Poi è ovvio che una sceneggiatura scritta per il grande schermo debba fare leva su determinati aspetti piuttosto che su altri e modificare in parte la trama senza doverla stravolgere. Pienamente soddisfatto quindi, bravo Peter Jackson, approvo il tuo lavoro. Sì, la recensione è questa, non posso scrivere qualcosa di più profondo, rischierei di essere involontariamente inadatto.
Dark City (1998)
Regia: Alex Proyas
Anno: 1998
Titolo originale: Dark City
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Dark City è un oscuro, labirintico e mutevole film noir di fantascienza. Proprio come quelli che mi piacciono. Quelli con il grande complotto supremo (anticipa addirittura Matrix di un anno) per cui i protagonisti non stanno vivendo una vita reale, ma sono frutto di un esperimento mnemonico da parte di un'altra razza. Scenografia di altissimo impatto visivo, con la città buia e claustrofobica che sovrasta le azioni dei nostri eroi, i quali dovranno seguire una trama forse anche troppo scontata e lineare a metà. Già perchè se è quasi un obbligo aspettarsi la parata finale, a metà film si hanno forse un paio di circonvallazioni di troppo, come a spezzettarne il racconto. Se da una parte abbiamo infatti la piacevole visione della città, vero e proprio protagonista mancato, dall'altra la narrazione non segue le premesse iniziali. Premesse che mostrano una sensuale (se non ti innamori in quell'attimo non hai speranza) Jennifer Connelly che canta, come ad essere la povera principessa da salvare e Rufus Sewell come il fuggitivo alla ricerca della memoria perduta e della verità in un'atmosfera che più cupa e retrò non si può. Gli intenti però sono buoni e Dark City smuove una serie di riflessioni che il pubblico inevitabilmente si pone. I nostri ricordi sono reali? Agiamo in base ad essi? Il ricordo è realtà? Nel complesso a me resta e resterà un buon ricordo di Dark City.
giovedì 24 settembre 2015
MTC #18
A meno di una settimana dall'ultimo MTC scendo in campo consapevole che potrebbe essere la mia fine: Funflus (in versione Ter Stegen) starà tutta la sera in porta, quindi non c'è speranza alcuna per riposare. Dovrò affidarmi alla volenterosa corsa di Gianni, Leo e di quell'altro (detto Cerri, ma essendomisi annebbiata la vista non sono sicuro). Le squadre sono squilibratissime, ma noi come il buon Frosinone teniamo duro e Leo Florenzi ci tiene sul pareggio per buona parte della gara. Poi gli avversari hanno la meglio, grazie soprattutto al loro difensore Franco Baresi. Porto comunque a casa un gol (voto con coefficiente di difficoltà 9) di sinistro e una manciata (con le mani di Gianni Morandi) di chilometri da fare invidia ad ogni maratoneta. Indeciso se vomitare prima o dopo la doccia, sono ancora qui che me la tengo.
mercoledì 23 settembre 2015
Juventus 1 - Frosinone 1
Giusto questa mattina mi hanno fatto leggere un articolo da un blog monotematico sulla Juventus. Non ricordo il nome, e non è neanche troppo importante. Comunque in una patetica forma filo aziendalista esaltava le doti di #noallegri come allenatore e la forza di una Juventus rinata dopo la doppia vittoria di Manchester e di Genova. Puntava anche, in maniera un po' interista, il dito sugli arbitri italiani che fischiano un po' troppo sui nostri contrasti. Ecco, leggete il titolo di questo articolo: Juventus 1 - Frosinone 1: in casa nostra, abbiamo regalato il primo punto in Serie A di una squadra decisamente da Serie B. Regalato un punto, segnando ancora una volta grazie ad una deviazione, non tirando praticamente mai (dobbiamo attendere l'entrata di Hernanes con un tiro centralissimo) nello specchio. Eravamo contro il Frosinone ed è la quinta partita, non la prima. Se un errore ci può stare, a due ti incazzi, al terzo metti la testa sotto la sabbia per la vergogna, al quarto devi fare qualcosa per non farlo. Ed invece eccoci qua con un unico punto raccattato contro la squadra più debole del torneo. Tredicesimi in classifica, nemmeno con Ferrara o Del Neri...
Barton Fink - E' Successo A Hollywood (1991)
Regia: Joel Coen
Anno: 1991
Titolo originale: Barton Fink
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
John Turturro e John Goodman sono davvero una bella coppia in questo datato film dei fratelli Coen, accreditato, come soleva, al solo Joel. Peccato che la parte iniziale sia un po' troppo lenta e stenti a decollare, difficilmente riesce ad impressionare dalle prime battute, però è anche semplice il modo con cui, con il passare dei minuti, lo spettatore crea una sorta di empatia con il personaggio principale, il suo essere un talento fuori dagli schemi commerciali, ma al tempo stesso essere un ingranaggio degli stessi. Barton Fink è un talento teatrale degli anni quaranta, sulla East Coast, e si sposta ad Hollywood al servizio del cinema, dovendo creare probabilmente un prodotto di serie B sul wrestling. Un'arte di un certo livello e spessore messa da parte per la più ricca e commerciale messa in opera di un prodotto asettico e poco coinvolgente. La discesa verso gli inferi (le fiamme nel corridoio dell'albergo da quattro soldi) del protagonista non è solo spirituale. Una commedia nera dai risvolti drammatici, con ottimi dialoghi e performance molto alte del cast, forse non decisamente lineare ed un po' confusionaria, ma che si guarda con piacere.
Migrazione a Mediaset Premium (Odissea #3)
L'odissea per vedere Mediaset Premium non è ancora terminata. Il digitale terrestre ad home 2.0 non arriva bene, o meglio arriva bene per tutti quei canali che non sono Mediaset. Quindi per me inutile. Ho girovagato in questi giorni come uno zinghero, con la smart cam in mano e ficcandola nei televisori degli altri. La scorsa settimana il teNNico è venuto, ma non essendoci tutti i condomini (c'è chi è partito per un anno sabbatico in Tibet e chissà quando tornerà) è impossibile proseguire con i lavori interni per la calata. La mia unica e sola possibilità sta in Premium Play, il servizio internet simile a Sky Go. Ok, sembra funzionare correttamente, ma non è la mia soluzione e voglio andare avanti. intanto c'è anche da dire che la Smart Cam, poi così smart non è. Anzi, per la mia rete wifi creata con il Buffalo e per gli accessi con FreeRadius direi che è praticamente inutile. E meno male che avrebbe dovuto trasformare una tv qualsiasi in una smart. Tanto più che per il mio NetCast non c'è l'applicazione per il lettore bluray neanche ed il htpc è al momento inutilizzabile causa upgrade (serve inoltre Windows con Silverlight). Ok c'è l'applicazione per Android (questa non è male) ma devo mandare il segnale alla tv. Menate su menate. Per adesso l'unica soluzione è guardare proprio tramite HTPC attraverso Premium Play. Già un passo avanti rispetto al nulla. Ma non si può continuare così. So già che probabilmente sarà il mio unico ed ultimo anno con loro.
martedì 22 settembre 2015
Rushmore (1998)
Regia: Wes Anderson
Anno: 1998
Titolo originale: Rushmore
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Wow, è quasi sempre un piacere sedersi e guardare un film di Wes Anderson. Atmosfere idiosincratiche e tecniche da feticista dello slow motion, assieme ad un'ottima colonna sonora fanno sì che si possa apprezzare ancora di più tutto il resto del lavoro. Se vogliamo, purtroppo la trama può risultare inconcludente, ma situazioni, dialoghi e recitato riescono a sistemare quella parte di sceneggiatura che rischia di essere fine a se stessa. Una caotica commedia, colorata, eclettica e prepotente che lascia spazio ad un romanticismo guastato dalle fisime interiori e dai risvolti psicologici di personaggi sempre più ai limiti della normalità. Il grande lavoro di Wes Anderson sta nel presentarci i suoi soggetti in maniera disinvolta, senza alcun trucco per farceli stare forzatamente simpatici. Infatti, nella sua commedia romantica, non esiste il buonoed il degno di attenzioni: ognuno ha un suo particolare modo per risultare reale (anche se eccentrico), non banale ed avere quello specifico lato caratteriale che sta un po' sul cazzo. Max (Jason Schwartzman) è un quindicenne atipico, geniale per certi versi relativi alla iperattività, ma con insufficienti capacità scolastiche nell'applicarsi alla lezioni "normali" che non può essere visto come una figura totalmente simpatica. Anzi, il suo rapporto con l'amico adulto (Bill Murray) e la sua infatuazione per la maestrina (Olivia Williams) lo rendono instabile ed imprevedibile, così come tutta la storia che passa fluidamente da un genere all'altro che sia esso commedia o farsa grottesca. Tra i primi lavori di uno dei più amati regista, denota una certa maturità e soprattutto i suoi marchi di fabbrica inconfondibili: sappiamo riconoscere un Anderson anche solo guardando la cover.
lunedì 21 settembre 2015
Oltre I Confini Del Male: Insidious 2 (2013)
Regia: James Wan
Anno: 2013
Titolo originale: Insidious: Chapter 2
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Come già successo per il primo capitolo di Insidious, il moderno maestro
dell’horror James Wan, riesce nell’intento di rendere interessante ed
appetibile una storia che in altre mani sarebbe stata acerba e
probabilmente noiosa. Essendo
un sequel, soffre un po’ di quel solito ed onesto dato di fatto per cui
un numero due perde di originalità e di freschezza. Però tanto già le
case infestate, i fantasmi ed il regno dei morti non è che abbiano tutta
questa brillantezza di intenti, quindi visto
il genere si partiva un tantino svantaggiati. Quello che conta però è
l’atmosfera, il brivido, la tensione che si creano durante la visione.
Per certi versi è un po’ troppo confusionario e ripetitivo, ma non
mancano i momenti forti che potrebbero portare lo
spettatore a respirare affannosamente. Inoltre Wan risolve attraverso
questo sequel alcuni interrogativi (o mancanze) che erano presenti nel
primo capitolo, dando risposte sensate ed intelligenti. In questo modo
non svilisce la sua creazione, ma ne dà una
continuità ricercata dallo spettatore: se mi è piaciuto il primo,
perchè dover cambiare registro? Così facendo però resta un po’ troppo
ancorato ad una trama che non sa evolversi, quindi rischia di inciampare
più volte su cose già viste per dare spiegazioni
neanche troppo richieste. Nonostante l’ambientazione oscura e tenebrosa
sia una costante (sembra proprio che gli americani non amino lampadari o
luci forti in casa) tutto ciò che accade è visibilmente chiaro ai
nostri occhi e possiamo addirittura sussultare
nel vedere apparizioni improvvise. Ma il giochino finisce presto a
causa proprio della trama forse troppo elaborata che devi seguire e
distoglie l’attenzione dall’aspetto horror del film. Tecnicamente e
stilisticamente poi è tutto molto buono, con la camera
che segue luci ed ombre, quando opportuno e così via. Non sarà uno di
quei film che ti restano impressi e che ricorderai per sempre, ma resta
un bel lavoro.
domenica 20 settembre 2015
VER è andato in onda su Sky
Cari ed amati VERri con somma commozione sto qui a comunicarvi che VER, o comunque Jack O. Lyroid è appena andato in onda su Sky nella trasmissione Terzo Tempo di Sconcerti. Gli ascolti sono schizzati alle stelle proprio grazie alla mia domanda diretta a Sconcerti che lo ha reso finalmente famoso anche a livello internazionale. Erano diversi anni che ci chiedevano una partecipazione attiva, così ho avuto la geniale idea di utilizzare l'email al posto dell'abusato Twitter. Mi raccomando prima di aprire il video tenetevi forte ed accomodatevi sul divano, potreste essere testimoni del prossimo e quasi certo Premio Pulitzer, che donerò in beneficenza alla ong "piccoli & GRANDI Cipressi @ Piombino". Mi ricorderò di voi anche quando sarò meno famoso.
Genoa 0 - Juventus 2
No, non sono contento. Non del tutto almeno. Devo ancora scrollarmi di dosso le vecchie abitudini e fare i conti con l'attuale realtà. Al di là del risultato c'è ancora molto da fare. Ancora infortuni (Morata ed è andata bene con il ginocchio di Cuadrado) ed ancora troppi errori del reparto offensivo. Trovo irritante creare tante occasioni e non sfruttarne neanche una. Un'autorete (su errore di Pogba) ed un rigore (sebbene netto) fanno sì che chiudiamo, in undici contro dieci, la partita senza subire goal. Importantissimo certo, visto che poi a conti fatti Buffon poteva stare con le mani legate dietro la schiena non essendo mai stato impegnato. E' che da una partita che andava vinta per forza, mi aspettavo un atteggiamento più cattivo, più incisivo, meno leggero. Di sicuro non tutte le partite andranno in questa direzione ed altrettanto sicuramente gli errori sotto porta verranno ridotti, ma in Campionato dobbiamo ancora dire la nostra. Proprio inteso nel senso che per adesso non abbiamo detto nulla di concreto. Guardare la classifica è impensabile, troppo distanti dal calcio che conta, ma speriamo che sia la prima vittoria di una lunga serie.
Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II (1989)
Regia: Ivan Reitman
Anno: 1989
Titolo originale: Ghostbusters II
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (Ghostbusters Colection - 2 bluray)
"E chi chiamerai? Gli Acchiappafantasmi" non fa la solita riuscita del ritornello detto in lingua originale, ma nel secondo episodio di Ghostbusters si insiste talmente tanto sul tormentone di Ray Parker Jr. che è inevitabile per il doppiaggio sporcare i dialoghi. Già da questo si capisce che Acchiappafantasmi II per alcuni versi è la classica minestra riscaldata: il cast originale torna al completo, ma il personaggio di Sigourney Weaver ad esempio ha un'entrata forzata e che non rispecchia molto quanto visto cinque anni prima. Una donna di questo spessore però ci voleva, era fondamentale per la riuscita del film. Dal punto di vista della trama il plot è molto simile e ripetitivo, nel bene e nel male. Se da un lato mancano la freschezza e l'originalità già sottolineate nella prima pellicola, dall'altro non vanno perso i valori e gli spunti che ne hanno fatto un grande successo. Resta New York con i suoi abitanti, un po' di sano umorismo ed il contrasto tra fantasmi, mostri, demoni e la spensieratezza dei protagonisti che sanno sempre come affrontarli. Sicuramente il paragone tra l'originale ed il sequel viene perso in maniera ignobile da quest'ultimo, ma si sa, ormai Ghostbusters era divenuto un cult, anche a livello di merchandising. Resta un buon film senza troppi sfarzi ed innovazioni. Se si è amato il primo, questo non può essere odiato, anche se neppure esaltato.
sabato 19 settembre 2015
euRathlon 2015: giorno di prove
Una volta tanto Piombino ospita una manifestazione davvero interessante, che ha come sfondo l'ex centrale Enel ormai in disuso che per Eurathlon è una spettacolare location dai lineamenti post atomici e quasi cyber punk. Nello specifico Eurathlon è una competizione tra robot che gareggiano in simulazioni di risposta a vari tipi di emergenza. Si ispira al disastro di Fukushima e le varie squadre dovranno affrontare una situazione di crisi grazie a droni volanti, macchine terrestri e robot sottomarini. Questa mattina, mosso da una curiosità mostruosa, sono andato a vedere alcune prove che si sono svolte all'interno dell'area. Non c'era moltissimo da vedere, le gare vere e proprie iniziano domani, ma siamo riusciti ad ottenere un'esaustiva visita guidata tra gli stand ed a parlare con alcuni partecipanti (soprattutto i ragazzi dell'Università di Firenze). Ci hanno spiegato a grandi linee lo svolgimento delle gare e l'utilità di questi robot autonomi i cui utilizzi pratici possono variare dall'archeologia subacquea alla messa in sicurezza di aree colpite da disastri ambientali. Nonostante la suggestiva Torre del Sale sia il luogo dove si svolgeranno le gare, chi è interessato potrà seguire anche le conferenze al Castello di piombino o vedere una dimostrazione in Piazza Bovio martedì 22 settembre alle 21:30. Nel complesso abbiamo 18 squadre provenienti da tutta Europa (centri di ricerca, università ed aziende specializzate) che oltre a sfidarsi dovranno anche cooperare per poter terminare i vari percorsi di gara. Spero di tornare altre volte per vedere le competizioni ed altre prove.
Alcuni video della giornata:
Alcuni video della giornata:
Alcune foto della giornata. (LINK)
Il Demone Sotto La Pelle (1975)
Regia: David Cronenberg
Anno: 1975
Titolo originale: Shivers
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Shivers è uno dei primi film di Cronenberg in cui possiamo notare la sua fissa e predilezione per il nemico che viene dall'interno. Infatti crea una pellicola horror con presupposti fantascientifici in cui l'"alieno" non è altro che un parassita che vive dentro il corpo umano. Nel complesso non è certamente una perla di rara bellezza, ma lo sappiamo tutti che Cronenberg non punta molto su di uno stile elaborato quanto piuttosto sul messaggio. E quello che lancia al pubblico internazionale è: "eccomi qui, ci sono anche io, David Cronenberg. Iniziate pure ad avere paura, non dei miei film, ma di voi stessi e del mostro che potrebbe abitarvi dentro." In futuro forse farà più caso al pericolo che viene dalla mente, qui invece sottolinea ciò che viene dalla carne con il corpo umano che si trasforma in un veicolo di trasporto per il male. La sua ossessione, lui è chiaramente pazzo, sta male, è talmente forte che non si limita a creare un film in cui un qualche virus si diffonde attraverso gli starnuti. No, le vittime hanno un acceso appetito sessuale ed assistiamo a scene di violenza carnale con cui il parassita, una volta riprodotto passa da un ambiente all'altro. A questo punto però mi preme dire una cosa: nonostante il film possa vivere di una sua originalità, sono innegabili gli spunti derivati da Romero. Prima di tutto il contrasto tra media e realtà: la location ci viene presentata ad inizio film attraverso una serie di diapositive pubblicitarie che esaltano la tranquillità e la perfezione del complesso abitativo. Subito dopo abbiamo il contrasto il dottore che lotta con la paziente e ne strazia il corpo. La similitudine più grande con alcuni lavori di Romero è però data dalla massa di contagiati che si muovono come zombie per unirsi e cercare il prossimo stupro. Da questo punto di vista Shivers è un po' confusionario e sembra mancare di un'autonomia propria. L'appagamento erotico e sessuale è un sentimento ragionato che però mano a mano che il film va avanti diventa sempre più animale, facendo perdere quella parte di umanità che si era creata inizialmente. L'opera resta inquietante anche se vista solo come prova horror, sebbene gli aspetti psicologici e sociali siano ad un livello ben più alto.
venerdì 18 settembre 2015
MTC #17
Era passato troppo tempo ed avrei dovuto immaginarmelo. Il calcetto è fatica, sudore, impegno. Tutte cose che avevo dimenticato. E' bastato però un semplice gesto (ctrl+V) e brevemente sono tornate in mio possesso. Avevo lasciato gli altri per prendermi alcuni mesi di sabbatico riposo e pensare così alle mie strategie calcistiche: il sogno era quello di creare un vero 5 5 5 con me a fare il falso nueve. Trattandosi di un sogno è durato a lungo, avendo giocato la partita quasi totalmente da tramortito. Ad ogni modo pensavo peggio: il poco che ho fatto non è stato disastroso, Hernanes contro il City è stato più in ombra ed una rete sono riuscito a farla. Partita finita 11 - 9 grazie ai compagni di bevute, New Mirko tra tutti, in netto vantaggio con la preparazione atletica. Oppure si droga. Pole esse. Posso dire con orgoglio di averlo reso egoista, così tirava e faceva gol, nonostante i chilometri che ho macinato per tutto il campo. A riprova un importante screenshot:
giovedì 17 settembre 2015
Juasapp: l'applicazione degli scherzi telefonici
Se in questi giorni o nelle ultime ore, avete ricevuto delle strane telefonate (ad esempio da +34390428740000) in cui vi parlano di un abbonamento mensile ad una rivista, oppure di un acquisto su internet mai effettuato o di un bigliettino che avreste lasciato su di un'auto appena ammaccata, non vi preoccupate. Non iniziate a strapparvi i capelli ed a intimorire parenti ed amici. Non è una truffa. Siete stati solo delle vittime di uno scherzo, che probabilmente qualche vostro contatto nella rubrica ha voluto farvi. Il vostro simpatico amico non è un attore provetto, ma ha utilizzato Josuapp, un'applicazione multilingua che ha al suo interno voci preregistrate di scherzi telefonici da poter fare ad alcuni malcapitati. E' disponibile sia per Android che per IOS ed il primo scherzo è gratuito, mentre gli altri o si acquistano con acquisti in app o tramite la pubblicità e la diffusione attraverso altri amici. Alcuni sono molto divertenti ed il fatto che si venga chiamati da un numero telefonico piuttosto che con una chiamata anonima aiuta. La cosa più "cattiva" è che chi vi fa lo scherzo ha anche la registrazione di quanto avvenuto, e quasi sicuramente adesso al starà riascoltando ghignando. Un lato negativo è che lo scherzo viene scalato anche se entra in atto la segreteria telefonica, quindi in teoria viene "bruciato". C'è da dire che scrivendo un'email ai gestori, il tutto si può risolvere in tempi brevi. Sì, ti ho fregato, sei una mia vittima e ci sei cascato come un pollo. Ah, hai pure chiamato la SWAT? Ops.
Whiplash (2014)
Regia: Damien Chazelle
Anno: 2014
Titolo originale: Whiplash
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (8.5)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Non amo guardare le partite di Basket, neanche adesso che ci sono gli Europei, perchè non mi appassiona e neanche so le regole. Vedere Whiplash per me è stata un po' la stessa cosa. Non conosco il jazz, non ho orecchio per ascoltare bene una batteria. La maggior parte del film quindi è praticamente inutile. Ciò che mi rimane è la solita, barbosa storia già rivista in altre salse. Un tempo erano quelli che volevano diventare ballerini famosi, poi ci sono stati quelli che volevano diventare cantanti famosi, e pure quelli che volevano diventare musicisti famosi. Insomma, c'è sempre stato qualcuno con un sogno, una preparazione difficile e faticosa, magari un maestro stronzo ed arrogante. Poi questo qualcuno è riuscito nell'impresa. Magari, anzi di sicuro, il protagonista fa delle magie musicali su cui decine di persone hanno letteralmente sbavato ed altri milioni di persone hanno finto di capirci qualcosa. Per me che sia un mostro di bravura o meno cambia poco. Se faceva un errore non me ne accorgevo, idem quando eseguiva una prova magistrale. I due personaggi mi sono risultati odiosi, soprattutto il ragazzino ambizioso interpretato da Miles Teller. Anche se poi ha le carte per essere il miglior batteresti di jazz del mondo. Sticazzi. Buon per lui, ma se mi ritrovo ad un suo concerto continuo a non accorgermene. L'altro è ciò che dovrebbe essere l'insegnate cattivo e scorbutico, interpretato da Simmons: ok fa la sua parte, sprona gli allievi, ma è troppo personaggio. Poco credibile, fanno bene a licenziarlo. Se ci capite una cifra di musica vi piacerà abbestia. in altri casi lo troverete abbastanza noioso, o fingerete che non lo sia, sorseggiando un buon Whisky d'annata, comprato al Penny.
martedì 15 settembre 2015
Manchester City 1 - Juventus 2
Noi ci risiamo. Siamo di nuovo qui, a guardare e soffrire per la Nostra squadra. Che sia Londra o a a casa di Funflus con la tessera di Mediaset Premium cambia poco: in Coppa tifiamo per la Nostra amata Juve. Le altre non ci interessano. Dopo i tre vergognosi e consecutivi risultati del Campionato, ci toccava una sfida per niente semplice, con il City degli sceicchi che non badano a spese. Ed in casa loro. Non abbiamo certo brillato, soprattutto nel primo tempo ed abbiamo pagato la scarsissima esperienza europea del nostro centrocampo in cui militavano Hernanes e Sturaro. C'è da dire che abbiamo limitato i danni grazie anche a Buffon ed al fatto che pure gli avversari, messi di fronte a noi, non si sono rivelato poi così micidiali. Punteggio pieno e neanche una rete subita in Premier: eppure noi abbiamo giocato a testa alta, creando quando possibile delle buone situazioni. Passano in vantaggio con una (auto)rete da annullare (lo ammette candidamente anche Pellegrini nel post partita) alla quale rispondono caparbiamente Mandzukic e Morata. E' il bello del calcio, non ci speravo, avevo perso le speranze credendo che potessero addirittura dilagare. Ed invece abbiamo dimostrato di esserci ancora, di non essere finiti, fino quando non c'è il triplice fischio. E va bene così, avanti così.
lunedì 14 settembre 2015
Il Grande Capo (2006)
Regia: Lars von Trier
Anno: 2006
Titolo originale: Direktøren For Det Hele
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.8)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.8)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Il Grande Capo è una film riflessivo e profondo travestito da commedia comica. Per niente superficiale però, nonostante la semplicità della trama, forse sporcata da un'eccessiva lunghezza di determinate situazioni. Se si pensa al regista, almeno nell'immaginario collettivo, è difficile aspettarsi un film così divertente. Non mancano però, anzi ne è pieno, gli spunti geniali che riescono a coinvolgere lo spettatore. Dalla voce fuori campo all'utilizzo della macchina da presa, siamo di fronte ad una grande recita che mette in gioco i sentimenti umani, e d'un tratto, come se nulla fosse, li getta nella pattumiera. La trama si basa essenzialmente su una serie di incomprensioni e situazioni surreali che danno il via ad un'improvvisazione recitativa per il protagonista (Jens Albinus, attore che deve fingere di essere il Grande Capo di un'azienda informatica) che entra appieno nella parte e scava nella psicologia dei comprimari. Il regista vuole evidenziare, anche in maniera ironica, i rapporti interpersonali che si creano all'interno dell'ambito lavorativo tra dipendenti e datori di lavoro. Un film provocatorio per certi versi che mette in risalto l'amore per il proprio essere piuttosto che il senso morale e la giustizia. Repentino sono i colpi di scena finali in cui si passa velocemente dall'esalazione di una visione altruistica ad una in cui i valori personali vengono prima di tutto. Tecnicamente per la prima volta Lars von Trier utilizza l'automavision , una sorta di sistema computerizzato che random decide cosa riprendere e come farlo. Abbiamo scene e facce tagliate, non sempre ciò che conta è in primo piano, zoom eseguiti anche quando non è necessario. Improvvisazione appunto, ancora una volta, proprio come quella che il nostro protagonista mostra al palcoscenico ignaro. L'insieme di gag che lo compongono sono molto ben studiate, ed anche la componente sessuale è rappresentata in maniera ironica e divertente, ma non fatevi ingannare dal vestito: sotto ci sono moltissimi aspetti che meritano un approfondimento.
L'Uccello Dalle Piume Di Cristallo (1970)
Regia: Dario Argento
Anno: 1970
Titolo originale: L'Uccello Dalle Piume Di Cristallo
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Ad essere sincero questo primo film di Dario Argento, thriller con esplicite tendenze che lo avvicinano all'horror, non mi ha colpito molto. Sarà che non sopporto i primi piani alle facce terrorizzate degli attori oppure le coltellate inferte senza troppa convinzione, se queste hanno il solo scopo di spiegare cosa sta succedendo, senza volerti convincere. In un film che ha una trama abbastanza accattivante con un bel colpo di scena ed in cui si pone l'accento sulla debolezza dei sensi visivi in quanto ciò che sembra non sempre corrisponde alla realtà, mi aspettavo un maggiore realismo. Sarebbe stato forse in contrasto con il messaggio, ma il finto terrore ed i volti imbarazzati di chi ha paura non mi hanno lasciato un buon segno. Con uno stratagemma poco elegante Dario Argento ci mostra fin da subito il vero assassino, ma attraverso ciò che il protagonista (Tony Musante) crede di aver visto. Il fatto è che lui non è l'unico testimone come viene spacciato per tutta la pellicola: ci siamo anche noi, che vediamo ciò il regista vuol farci vedere. Nulla di più e nulla di meno. Quindi, inconsapevoli, veniamo poi affascinati (vabbeh, si fa per dire) dal finale.In determinate scene riconosco che non mancano pathos e tensione anche se queste come già detto vengono sporcate da atteggiamenti veramente irreali che i protagonisti si adoperano a compiere. Il lato giallo invece è abbastanza interessante con il classico privato cittadino che si sente in dovere di indagare come fosse un investigatore e venire a capo della matassa corposa creatasi anche grazie o per colpa sua. Essendo il primo lungometraggio di Argento, può forse vivere un po' nelle nostre videoteche di ignoranti cultori del cinema, ormai abituati ad altri quaranta e passa anni di storie.
domenica 13 settembre 2015
MotoGP 2015: Misano (San Marino)
Culo. Ma va bene così. Resta da decidere se guardare il bicchiere come mezzo vuoto o come mezzo pieno. io opto per la seconda ipotesi. Ha vinto Marquez, il più intelligente in questa gara che ha scelto i tempi giusti per rientrare ai box la seconda volta, quando la pista ormai era asciutta. Ha perso la Yamaha, e ne ha fatte le spese Lorenzo. Tra lui e Rossi la gara era solo a due, senza guardare gli altri avversari e si è visto dalle scelte tattiche, completamente sbagliate per entrambi. Per Rossi ancora più sbagliate: il rientro ai box è stato troppo tardivo, da pazzoide. Non tanto per il rischio di non finire la gara in piedi tanto per quello di buttare via il Campionato tutto in una gara. Se Lorenzo non fosse caduto, saremo qui a piangere invece che a gioire per 23 punti di distacco. Colpa di Valentino o del team? Sicuramente da dividere: lui non può sapere a quanto viaggiano quelli dietro di lui con le asciutte perchè ha un vantaggio enorme su di loro. Ma deve anche fidarsi di ciò che gli dicono ai box, sebbene non abbiano insistito troppo, piuttosto che di se stesso e basta. E' andata bene, un quinto posto che fa aumentare il distacco con il secondo in classifica, ma mancano ancora cinque gare. A mio avviso troppo poche perchè Marquez possa farsi pericolosamente sotto, ma troppe per non aver sfruttato a modino la caduta dell'altro rivale spagnolo. Intanto godiamocela pure.
Juventus 1 - Chievo 1
Un solo punto nelle prime tre gare non è un bene. Neanche se tifi Ascoli, figurarci se sei abituato a vedere la Juventus dominare gli ultimi quattro Campionati di Serie A. E' vero che i cicli prima o poi finiscono, ma c'è modo e modo. Credo però che si debba essere delusi piuttosto che preoccupati. E la delusione è un sentimento normale in questi casi no? Due sole reti segnate, il doppio quelle subite. L'unica che non ho visto è quella con la Roma, in cui si dice siamo stati vergognosi, mentre in quelle in casa qualcosa abbiamo fatto. Male, nella maniera sbagliata forse, e senza personalità, però non vedo tutto nero. Il bianco delle nostre strisce rischiara un po' il pessimismo che se avessi tifato un'altra squadra qualsiasi avrei avuto. Adesso serve più che altro un cambio di direzione netto ed efficace che ci sproni e ci faccia tornare a vincere. Non è facile, anche perchè una volta che il leone è ferito, mette meno paura, l'aura di imbattibilità cade e gli avversari si fanno acquistando molta più fiducia. Sono però così convinto che la Juventus sia ancora la squadra più forte del Campionato che non mi va di vendere la sua pelle prima che sia abbattuta definitivamente. ed è davvero troppo presto. Mi spiace molto di quanto sia successo però i giocatori ci sono ed è bene ripartire da capo, a testa alta per poter ancora dire la nostra. Psicologicamente è una brutta botta specie in prossimità di una gara di Champions League, eppure ho il sentore che a maggio sarà tutta un'altra storia.
sabato 12 settembre 2015
Birdman O (L'Imprevedibile Virtù Dell'Ignoranza) (2014)
Regia: Alejandro Gonzales Inarritu
Anno: 2014
Titolo originale: Birdman: Or (The Unexpected Virtue Of Ignorance)
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Non credevo affatto fosse così... Bello. Onesto, elegante, non di quella raffinatezza noiosa e scialba che potrebbe risultare irritante. Birdman è un film coraggioso che non a caso è stato acclamato da parte della critica vincendo pure l'Oscar. Ma non sempre ciò che vince piace, o ciò che vince è godibile. Forse la miglior prova in assoluto di Michael Keaton, nei panni del protagonista: una specie di suo alter ego. E' infatti quasi automatico pensare a Riggan Thomson come all'attore che ha interpretato i due (primo e secondo) Batman di Tim Burton. Più che una semplice casualità, a mio avviso estremamente esplicita nella critica ad un certo cinema che pone l'accento sulla notorietà piuttosto che sull'effettiva recitazione, tecnica o messaggio. E qui il messaggio arriva forte e chiaro, quasi in maniera arrogante visto l'originale espediente utilizzato. La forza della pellicola è (tutta) qui. Quasi a lasciare in secondo piano la maestria di un cast che è teatralmente perfetto. Edward Norton nella prima parte e lo stesso Keaton nella seconda sono da brividi. Penso che i meriti vadano però giustamente distribuiti anche con i doppiatori italiani (rispettivamente Massimo Rossi e Simone D'Andrea). Tecnicamente poi abbiamo una fotografia superba ed è girato come se fosse un unico piano sequenza (Nodo Alla Gola di Hitchcock) con la camera che segue sempre gli attori in maniera ravvicinata. Non siamo mai lontani dai fatti che si svolgono ed ottima anche la prova di meta cinema (compare addirittura il batterista Antonio Sanchez del Pat Metheny Group a cui è affidata la colonna sonora) è una sfida coraggiosa che ha il pregio di non esagerare, non essere mai sopra le righe in maniera negativa. Birdman è un film diverso dal solito, ma per davvero: divertente, drammatico, eccezionalmente profondo. Non mostra quella serie di ingarbugli stressanti per cogliere la curiosità del pubblico, ma lo fa con stile, con una trama che vede gli attori dare il meglio di sè, anche quando li rivediamo recitare più volte la stessa scena in maniera del tutto differente. Con dialoghi di questo tipo ed una struttura che abbraccia l'onestà intellettuale e l'irriverenza non è difficile etichettarlo come uno dei migliori film dell'anno scorso. E' addirittura da ascoltare (non solo guardare) più volte per cogliere ogni critica, ogni parodia velata, ogni sfumatura su di un mondo difficilmente raccontato con tanto garbo.
venerdì 11 settembre 2015
Baci Rubati (1968)
Regia: Francois Truffaut
Anno: 1968
Titolo originale: Baisers Volés
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
L'Antoine Doinel (Jean-Pierre Leaud) de I 400 Colpi è cresciuto, è stato appena riformato dal servizio militare e cerca una sua via, un suo modo di essere, passando da un lavoro all'altro. Un po' scapestrato e mai sorridente, passata l'adolescenza, si ritrova anche a cercare la propria collocazione non solo sociale, ma nella vita amorosa: la sua relazione con Christine (Claude Jade) è infatti a metà strada tra il rapporto aperto e l'amicizia. Non disdegna infatti la compagnia delle prostitute, con fugaci ed inconsistenti incontri oppure flirt con donne mature. Si innamora di entrambe le persone che gli stanno vicino (la stessa Christine e la signora Tabard) ed è emblematica la scena di fronte allo specchio in cui pronuncia i loro nomi. Truffaut ci spinge all'interno di una commedia romantica, dai tratti surreali in più occasioni divertenti ed anche sconcertanti. Basti pensare al dialogo che intercorre tra il signor Tabard ed il proprietario dell'agenzia investigativa. Un tocco di umanità, di profondità ricercata che va a contrastare la leggerezza e la spensieratezza del personaggio principale. Nella pellicola, più che alle situazioni che si creano, l'orecchio deve andare sicuramente ai dialoghi, che racchiudono la forza scatenante della soavità. E' leggera infatti, ma non nel senso di povera o di labili contenuti, ma nel senso che affronta i problemi senza troppi pensieri ed attraverso gli occhi e gli atteggiamenti di un protagonista che non si arrende di fronte alle difficoltà, possano essere l'abbandono di un posto di lavoro o la ricerca dell'amore. Una dolce malinconia surreale che ti fa apprezzare il regista francese ed i suoi temi.
giovedì 10 settembre 2015
Avventure Di Un Uomo Invisibile (1992)
Regia: John Carpenter
Anno: 1992
Titolo originale: Memoirs Of An Invisible Man
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.9)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Film di Carpenter veramente anonimo e se vogliamo scherzare sulla trama, invisibile. Non brutto, perchè comunque se pensiamo solo agli effetti speciali qualcosa di buono c'è. Ma la trama è terra terra con la storiellina dell'uomo invisibile che fugge da chi lo cerca. Una spruzzatina di sdolcinata ed amorevole storia d'amore, un'altra di thriller da complotto e soprattutto quel fastidioso senso di commedia dovuto alla presenza nel cast di Chevy Chase. E' davvero insopportabile, così come la somiglianza tra lui ed il villain Sam Neill. Roba che vorresti chiudere e rimandare la visione. Le gag, fin troppo presenti, nell'ossatura della pellicola la rendono meno importante di ciò che avrebbe potuto essere. Non ne capisco il senso sinceramente ed in questo modo riesce a distaccarsi dalla storia fantascientifica che avrebbe avuto miglior successo se fosse stata diretta in maniera più seria. Tutto il resto della recensione non riuscirete a leggerlo perchè usero caratteri invisibili. Non simpatici, ma invisibili.
mercoledì 9 settembre 2015
Migrazione a Mediaset Premium (Odissea #1 e #2)
Tutti quanti voi avrete visto, letto o sentito gli innumerevoli slogan
dedicati alla Champions League: per i prossimi mille anni sarà
un’esclusiva Mediaset Premium. Niente Sky quindi e scende in campo
Piccinini con le sue sciabolate morbide.
Ho sempre detestato il digitale terrestre, guardo pochissima tv e tutte
le puntate di Uomini e Donne le scarico da internet come fanno i veri
duri. Poi veramente mi sa di fuffa. Di robetta male organizzata messa lì
per fare una rapina all’italiano medio. Ma
il tifoso malato che è dentro di me ha preso il sopravvento, e
nonostante la Juventus non abbia brillato in Campionato voglio godermi
la Coppa. #1: Mi telefonano quelli delle promozioni imperdibili, e visto
che le offerte sul sito mi avevano convinto a desistere,
do loro una possibilità. Smart Cam (che onestamente neanche mi
interessa) in comodato ed il pacchetto Sport + Inutilia a 26 euro al
mese per un anno, invece che 36. Vabbeh, non è poco, ma posso
reinvestire i soldi risparmiati con lo sfoltimento dei pacchetti Sky. Faccio richiamare la donnina il giorno dopo perchè prima voglio
documentarmi un pochino. Nel frattempo mi accorgo che in sala di Home 2.0 gli unici canali del DDT visibili sono quelli della RAI. Oibò. Ma
che è successo? Dice sia il proliferare delle reti
LTE degli smartphone. Boh vabbeh, chiamo il tecnico dell’antenna, che
fa un paio di prove, e nota che il segnale è debole. Eh ok, lo sapevo.
Niente paura, dice, si risolve tutto. Tra appuntamenti non rispettati ed
altri controlli intanto io accetto l’offerta
telefonica ed arriviamo allo step #2. Viene l’esperto del DDT e
ricontrolla: segnale debole, calata incasinata perchè passa attraverso un labirinto, Plutone che ha ricevuto una fattura dalla zinghera e così via. Non va. Soluzione possibile: mettere antenna
privata sul terrazzo. Tipo Il Cairo insomma, ma se mi risolve
la situazione chi se ne frega. Nulla neanche con questa cosa. Mi tocca
passare al #3 e chiedere il permesso per un’ulteriore calata. Nel
frattempo il DDT si vede maluccio in cucina, ma sempre meglio di nulla
forse mi guardo la partita in un 19” oppure invado
casa di Funflus. Le altre cinque del girone spero di vederle a modo,
grazie alla fantastica invenzione del digitale terrestre, che
arricchisce le menti degli italiani.Fan koolo!!!
martedì 8 settembre 2015
Mr. Robot [Stagione 1]
Anno: 2015
Titolo originale: Mr. Robot
Stagione: 1
Numero episodi: 10
Ok, fermi un attimo. Siccome sono gasato a duemilapuntozero per questa serie,
rischio di rovinarvela con inutili spoiler. Quindi fatevi un favore
bello grande: guardatela. Subito. Aprite il vostro eMule o il vostro
uTorrent e buttate giù le dieci
puntate di cui è composta la serie. Per adesso è in inglese, ma si
trovano sottotitoli, non fatevi spaventare da così poco. Oppure aspettate metà dicembre: dovrebbe uscire su Premium. Vi assicuro che
merita. Di serie tv belle e che ti prendono ce ne sono tante,
soprattutto all’inizio. Magari questa non diventerà famosa
come Lost e neanche avrà il solito impatto di True Detective, ok di
questo sono sicuro, ma se avete un po’ a cuore determinate tematiche
sull’informatica, il mondo hacker, la programmazione e così via non
potete ignorarla. Io ci sono rimasto sotto, lo ammetto,
in due notti l’ho terminata e devo dire che soprassedendo su un paio di
punti deboli, è già tra le mie serie tv preferite. Mostra in maniera
realistica, senza iperbole alla Tron (o a tutto il resto del cinema di un certo tipo fino ad oggi) gli
attacchi hacker, ma non si limita a questo.
La struttura in stile complottista la rende curiosa, attuale, in un
qualche modo intrigante. Prendete Fight Club, prendete Trainspotting , prendete L'Esercito Delle 12 Scimmie e
prendete la migliore serie sul mondo dell’informatica mai realizzata
(che è questa per l’appunto) ed avrete come risultato
Mr. Robot. E’ un loop insomma, ridondante e ti incolla al televisore. Musica della
colonna sonora buonissima, attori principali (Rami Malek, Martin
Wallstrom e Christian Slater) decisamente inseriti nella parte, voce
fuori campo superlativa che ti entra nella testa e
ti hackera il cervello. Forse le protagoniste femminili sono un po’
troppo fiche per il ruolo che svolgono, ma ci va bene ugualmente. E così
anche la parte psicologica di quelli principali è studiata nei minimi
particolari con tanto di paranoie, schizofrenie,
disturbi sociali... Ma se si va avanti piace per tante altre cose. Il
titolo scritto con i caratteri del SEGA, i nome degli episodi in leet,
Rami Malek che è estremamente credibile mentre digita le sue righe di
comando su Linux o parla di TOR. Se vado avanti
rischio di spoilerare troppo, ma c’è il gruppo di hacker, gli ideali
confusionari, la potentissima multinazionale cattiva (Evil Corp) e
soprattutto quell’idea di incertezza su cosa sia giusto e sbagliato.
Compreso il decidere se realizzare un sogno oppure
scappare, se arrendersi o andare avanti. L’approccio con tutte le
tematiche presenti, che sia la voglia di rivoluzione o l’utilizzo di
droghe pesanti è ben piantato e solido, realistico, senza sfumature
inutili. Erano anni che non mi innamoravo così di una
serie tv. Ed aspetterò con trepidazione la seconda stagione... Gran
belle cose, vi lascio con i titoli degli episodi:
·
Eps.1.0_hellofriend.mov
·
Eps.1.1_ones-and-zer0es.mpeg
·
Eps.1.2_d3bug.mkv
·
Eps.1.3_da3m0ns.mp4
·
Eps.1.4_3xpl0its.wmv
·
Eps.1.5_br4ve-trave1er.asf
·
Eps.1.6_v1ew_s0urce.flv
·
Eps.1.7_wh1ter0se.m4v
·
Eps.1.8_m1rr0r1ng.qt
·
Eps.1.9_zer0-day.avi
domenica 6 settembre 2015
American Sniper (2014)
Regia: Clint Eastwood
Anno: 2014
Titolo originale: American Sniper
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
Ho aspettato un po' di tempo prima di vedere il chiacchierato American Sniper di Clint Eastwood. Ora, premesso che non adoro i film di e sulla guerra, premesso che quando guardi un film che vanta di basarsi su di una storia vera, un minimo ti documenti, anche involontariamente, sono sconcertato da chi ha smosso critiche su questa pellicola. Boia, per quanto mi riguarda è davvero sensazionale. Eastwood prende spunto dal libro autobiografico di Chris Kyle, che sarebbe il personaggio principale interpretato da Bradley Cooper. Un cecchino americano dei Seal, che viene soprannominato "la Leggende" vista la sua bravura. Qualcuno forse si aspettava qualcosa di meno patriottico? Come se mi andassi a vedere Harry Potter e mi aspettassi qualcosa di meno magico. Ed anzi, insistendo sulla trama, è proprio il patriottismo dell'American sniper, l'arma vincente, quella che mostra a nudo il personaggio, senza perdersi in eccessive critiche su cosa sia giusto o sbagliato. Il soggetto è proprio lui. Ed i vari flashback, forse non troppo lunghi e chirurgici, ci introducono la sua vita di texano fin dalla giovinezza. Il risultato, mischiato a scene di vera azione nei campi di battaglia iraqeni, è a mio avviso molto bello, forte, commovente. Non nascondo certo il mio essere filo americano, ma qui si va oltre: è ben studiato anche il suo aspetto psicologico nel post guerra, nel ritorno a casa, nel rapporto in famiglia. Mi sono pure venuti i brividi nella scena in cui vede in diretta l'attentato dell'11 settembre o quello all'ambasciata kenyana. Spesso abbiamo già visto al cinema il lato oscuro della guerra: ce ne sono abbastanza di titoli (Green Zone, The Hurt Locker o Nella Valle Di Elah) che insistono anche sugli aspetti critici di questi ultimi quindici anni. American Sniper è differente, e migliore. E anche più ragionato rispetto a Zero Dark Thirty che è un mero susseguirsi di fatti. In pratica il film non parla della guerra, ma parla di un uomo che l'ha fatta. Come volontario e come "cane pastore" per difendere i propri commilitoni, a costo anche di mettere da parte la famiglia. Una figura che può anche non piacere, che racchiude i clichè del texano rozzo e guerrafondaio, ma che viene raccontata per ciò che è. Un uomo forte e tutto d'un pezzo che rischia la vita in ogni missione, che quando sarà il momento davanti a Dio giustificherà ogni colpo sparato, ma che è debole nei rapporti interpersonali. Emblematica la tristezza con cui guarda il fratello abbandonare l'Iraq: non è ovviamente un eroe senza macchia, di quelli perfetti. E' un uomo che porta un fardello peso quanto i suoi ideali, che passa più tempo con i reduci, per aiutarli anche in Patria, a discapito dei momenti in famiglia. Un uomo che ripeto, si racconta in un'autobiografia. Assolutamente da vedere.