Regia: Phillip Noyce
Anno: 2014
Titolo originale: The Giver
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Cinque anni fa mi sono letto il romanzo da cui è stato tratto questo film con alcuni alti e bassi. Stessa cosa per la pellicola, che però si difende bene fin da subito: ho un debole per le distopie e le utopie. Parte Prima, ovvero per chi non ha letto il libro: può sembrare un classico degli ultimi anni, con una popolazione costretta a vivere secondo regole ben definite e l'eroe di turno che riesce a vedere oltre, una sorte di ribelle, che dona agli altri riscatto, giustizia e sentimenti. La trama però è un po' diversa, un po' più profonda, non il solito Divergent e neanche gli Hunger Games. Una fattispecie più originale, meno cruda, meno disfattista, meno netta. Il mondo di Jonas è utopico allo stato puro: niente guerre, niente menzogne, niente gelosie, nessuna differenza sociale. Tutto bello, con una popolazione ignara ed assuefatta che accetta così anche la mancanza di sentimenti e di colori. Ottima la scelta registica di mostrare parte del film in bianco e nero proprio ad evidenziare questo aspetto. Una monotonia che colpisce sia lo spettatore che l'unico protagonista in grado di accorgersi di ciò che sta realmente succedendo: un mondo privo di aspettative per chi forse non vale neanche la pena di vivere. Nel complesso qualcosa di godibile, forse un po' troppo frettoloso nella stesura della sceneggiatura, privo di una vera e propria sequenza di azione,ma che lo rende drammatico al punto giusto. Molto più forte quindi l'impatto psicologico derivato dagli aspetti negativi che porta con sè un'utopia, mentre il cinema anche troppo spesso ci ha visto correre a sederci per essere testimoni di effetti speciali, scontri e tanta azione. Qui la "rivolta" è pacifica, ma non per questo noiosa. Parte seconda, ovvero per chi ha letto il libro: pur non ricordando perfettamente il libro, l'atmosfera descritta nel romanzo è molto più accentuata, tanto che il protagonista vive le prime pagine (non poche, parlo di almeno metà romanzo) tra le descrizioni di questa particolare e fantascientifica comunità in cui tutto sembra funzionare correttamente. Per quanto il romanzo possa sembrare breve e se vogliamo di veloce lettura, il film lo è ancora di più e si concentra quasi esclusivamente sugli incontri tra Jonas ed il donatore, lasciando un po' da parte i veri aspetti che comporta la vita comunitaria controllata dagli anziani. La fretta con cui si svolgono determinate azioni è fondamentale per la riuscita del film, ma snatura in parte ciò che viene raccontato. Nel film è netta la distinzione tra buoni e cattivi (gli anziani e Meryl Streep) che nel libro è solo un dato di fatto: sono anzi le persone comuni che agiscono con eutanasie incomprese ed atti eseguiti senza che possano esprimere emozioni. Poi un conto è avere il protagonista di 12 anni, un altro avere un ragazzo adolescente che si innamora ed in mezza seduta spiega l'amore ad un'altra ragazza. Poi il neonato che riceve l'imprinting per sopravvivere alle avversità....
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