Regia: Roger Avary
Anno; 2002
Titolo originale: The Rules Of Attraction
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (6.8)
Pagina di I Check Movies
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Grandioso, pesotto il giusto, ganzo. Una sorpresa da vedere e gustare.
Scopro inoltre, grazie a Roikin, che è in qualche modo legato ad
American Psycho. Beh questo è superiore, sotto molti punti di vista. Che
va forte lo si capisce fin
dall’inizio, dalla tecnica utilizzata per fare un rewind (non solo
video, ma anche audio), con le voci fuori campo, con i le immagini
proposte in maniera originale e non qualunquista. Anche la trama, nel
complesso è raccontata in maniera simpatica e non noiosa.
Esistono alcuni punti deboli, un po’ in discesa, ma sono accettabili.
Molte scene sono pese, non tanto visivamente, quanto psicologicamente.
La mia preferita è quella del suicidio e dell’invisibilità della ragazza
nei confronti dei protagonisti. Non è la classica
storia demenziale ed adolescenziale, dedicata ad un pubblico giovane
che sghignazza al cinema. Abbiamo qualcosa di più profondo, raccontato
attraverso le voci, i pensieri e gli atteggiamenti di tre personaggi
assolutamente stereotipati. C’è il buon vecchio
chiappone, tenebroso e spacciatore, il finocchietto bello si innamora
del ragazzo sbagliato, la verginella che però fa i pompini ai
professori... E non solo loro: tutti quanti sono dei giganteschi e
forzati clichè della vita moderna americana: dalle mamme
che usano pasticche (“ne vuoi una?” – “cosa è?” – “perchè, ha
importanza?”) alle innamorate che scrivono lettere d’amore, al troio di
turno che fa il viaggio delle vita scopando a destra e manca. Attenzione
però, non è American Pie. Non lo è assolutamente.
E’ drammatico e triste in determinati aspetti, quelli che danno
l’ossatura alla trama. Ognuno ha la sua opportunità di avere un
atteggiamento sbagliato e risultare addirittura antipatico e
idiosincratico: il film non cerca l’approvazione o la risata sono
elementi
che non gli appartengono. Gran film, circolare, in cui dal nulla si
arriva al nulla.
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