Regia: David Schwimmer
Anno: 2010
Titolo originale: Trust
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.0)
Pagina di I Check Movies
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Non è semplice fare film che parlano di pedofilia. E non è neanche semplice guardarli, perchè vabbeh, o sei glaciale nell'animo o comunque ti incazzi. Ed io così freddo non lo sono. Trust comunque affronta il tema in maniera acuta ed originale: fa leva sui sentimenti, senza mai sprecare una sola immagine in cui si possano vedere costrizioni fisiche. E fa risaltare i personaggi dandogli una bella forma di realismo. Ad esempio il padre della vittima (Clive Owen) fa un po' quello che farebbero tutti i padri ovvero perde di vista il fatto che la figlia ha subito una violenza e deve essere lei il centro delle sue attenzioni, concentrandosi invece sulla pura vendetta. Normalissimo, la rabbia è il primo sentimento che si scatena in una persona normale, e tutti vorrebbero vedere il vecchio porco venire picchiato selvaggiamente. Poi se Hard Candy ci ha insegnato che è possibile dubitare del colpevole, qui si va addirittura oltre: la ragazzina (Liana Liberato) è addirittura consenziente ed innamorata. Prova di coraggio sublime da parte del regista, che ci mostra una possibile e probabile faccia di come possano andare realmente le cose: è stupro e violenza anche quando la vittima viene circuita con l'inganno. E spesso non si sente vittima, ma difende addirittura il proprio aggressore. Rilevante la scena dall'assistente sociale in cui apre gli occhi e capisce: una cosa del genere ci voleva, forse troppo improvvisa, ma il segnale da dare nella pellicola è chiaro. Così come è chiaro che non può esistere un lieto fine. Tirare un sospiro di sollievo nel vedere il pedofilo in galera seviziato da una banda di portoricani è ciò che il regista non si è neanche sognato di darci. Giustamente. Il mostro è in mezzo a noi, un normale padre di famiglia che un'onesta professione. Grossa la faccenda, raccontata in un film non semplice, con molti temi sottovalutati.
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