sabato 14 novembre 2015
VER è Parigi
VER è Parigi. Purtroppo. Come VER è stato Charlie. O Bangkok. O Tunisi. O Madrid, Londra, New York. Basta però. Basta essere queste cose però. Basta davvero. Ma siamo troppo impotenti. Non esiste nessuna soluzione, almeno a breve termine. Che si vogliano parcheggi da Rabat a Islamabad o che si auspichi la scomparsa di tutte le religioni o che si creda al ritiro immediato da ogni luogo in cui ci sono interessi economici o militari. E' la fine, iniziata da sempre. Non c'è tregua, non c'è tranquillità. E' guerra: sul campo di battaglia, come in una pasticceria o su Twitter. Ovunque. Il mio pensiero va alle vittime, essenzialmente quelle della strage di Parigi di ieri sera. Ma anche a noi stessi, che già nostro malgrado siamo e saremo vittime al tempo stesso. Magari non di attentati terroristici, ma del terrore che ci avvolge. La nottata di ieri, passata con gli amici ad ascoltare gli aggiornamenti live dell'incubo che è toccato alla Francia, all'Europa, al Mondo, è una di quelle che dovrebbe segnarti. Sono sicuro invece che rivelerà il suo aspetto peggiore, ovvero quello per cui si passa avanti, la si mette da parte, come una delle tante, con numeri e dati in crescita, aspettando inermi la prossima. VERamente pessimista oggi, ma succede sempre quando ti svegliano dal torpore ed ammetti che non puoi essere sicuro o libero, da nessuna parte. VER non deve più essere nessun'altra città. Non Roma, non Berlino, non Amsterdam, non Istanbul, non Beirut, non Tel Aviv. Basta dai.
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