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domenica 28 febbraio 2016
Juventus 2 - Inter 0
Eccoci di nuovo alla vittoria. Non che fosse passato chissà quanto tempo, ma il gusto dei tre punti è sempre il più buono. Due a zero netto, senza fronzoli. Non una delle migliori partite della Juventus, ma controllo totale dall'inizio alla fine. Gli unici tiri degli avversari sono arrivati tristemente a partita finita, con quattro punte in campo e risultato già acquisito. Buffon continua a non subire e ci mette pure una bella pezza, perchè alla fine il pane deve guadagnarselo pure lui. All'Inter è mancato soprattutto il reparto offensivo, o comunque il collegamento che serve tra questo ed il centrocampo, perchè onestamente non ho visto nessuno osare, saltare l'uomo, metterne uno davanti al portiere. E già dalla traversa colta nei primi minuti della gara, era evidente il diverso tipo di atteggiamento tra noi e loro. Nonostante alcuni errori di impostazione e palle perse, le motivazioni erano più forti da parte dei bianconeri, umili studiosi del gioco avversario e castigatori quando serve. Due cose: amatela e salutate la copolista. Ma soprattutto amatela!!!!
Jessica Jones [Stagione 1]
Anno: 2015
Titolo originale: Marvel's Jessica Jones
Numero episodi: 13
Stagione: 1
13 episodi generalmente non sono tanti per una serie tv, anche se oggi la "moda" dice il contrario. Di sicuro però sono molti per questa stagione in cui succedo molte cose, tante vengono iniziate e non tutte giungono a termine. Il personaggio è buono, non lo conoscevo, ed anche l'ambientazione in quella Hell's Kitchen che fa tanto Bronx, è piacevole. Non sono un amante dei fumetti e non mi entusiasmo facilmente ai prodotti della Marvel, però avevo molta curiosità su questa seria, anche perchè quando è uscito Netflix qui da noi, questo era presentato come un loro cavallo di battaglia. Così sono partito a fuoco, con una, due tre, quattro puntate tutte insieme. E devo dire che mi era presa abbastanza bene, ma poi ho fatto fatica e mi sono fermato a più riprese. Quale è stato il problema principale? Che vanno bene le scene cupe, e l'introduzione del personaggio principale, ma i tredici episodi sono tendenzialmente molto noiosi. Non che la serie lo sia, ma lo è lo sviluppo di ogni singolo episodio, che non approda a molto. Con un taglio del 50% sarebbe riuscito meglio secondo me. E, cosa fondamentale per queste serie, è che al termine di ogni puntata manca la spinta, la curiosità, l'effetto sorpresa che ti spinge a proseguire e guardare la successiva. I personaggi poi sono tanti, ma prendiamo ad esempio Luke Cage: mi pare un doppione di Jessica Jones. Lei è forzutissima, lui pure. Ed il poliziotto Simpson uguale: sotto effetto droga diventa forte. Insomma, manca un po' di originalità che possiamo trovare in Kilgrave, un villain che non ha un vero e proprio posto preciso nella storia. E' cattivo e basta o una vittima innamorata? A tratti, a metà stagione, sembra pure possa essere buono. E viene meno anche l'uso dei super poteri da parte dell'eroina Jessica Jones: sì ok, ce li ha, ma insomma? Che fa di straordinario? Quasi nulla come del resto quasi nulla fa Kilgrave che nonostante un potere eccelso ed anni di pratica si fa fregare diverse volte. Quindi, con alcuni episodi ridotti, l'ambientazione noir un po' più veemente e un utilizzo meno sconsiderato dei poteri, aveva ottime basi. Ma così, mi puzza di delusione.
Project Almanac - Benvenuti A Ieri (2015)
Regia: Dean Israelite
Anno: 2015
Titolo originale: Project Almanac
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.4)
Pagina di I Check Movies
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Ho un debole per queste storie. Viaggi nel tempo, seconde chance, paradossi temporali, loop. Mi gasano, non lo nascondo. Anche guardando un film come questo, che a conti fatti è deboluccio e non proprio originale, mi sale l'adrenalina e la tensione. Bello, mi piace quando ci sono queste emozioni. Mi riporta al mitico The Butterfly Effect, in chiave più positiva però, meno drammatica.Ok fine dell'entusiasmo. Il tema è già stato trattato mille molte, anche in maniera più scientifica, o più fantasiosa, o più terrificante o più qualcosaltro. Come dicevo quindi nessuna originalità sulla questione principale: è possibile tornare indietro nel tempo (punto uno) e cambiare le cose (punto due)? Sì, bene, benissimo. I protagonisti, giovani studenti, sono accattivanti e fanno inizialmente quello che tutti noi faremmo se potessimo viaggiare nel tempo, ovvero rimediano ai propri errori scolastici, scommettono facendo soldi, si prendono delle rivincite contro i bulli. E va bene, ma perlopiù lo fanno in maniera stupida senza raccogliere poi chissà quali risultati. Ripetere un'interrogazione tre volte è da idioti quanto sbagliare l'ultimo numero della lotteria perchè scritto male. Ma vabbeh, la sceneggiatura vuole sottolineare che non tutto è semplice e che per rimediare a qualcosa serve un buon impegno. . Fuori da ogni dubbio però che mi ha divertito. Proprio inteso nel senso che mi ha intrattenuto e lo ho guardato tutto d'un fiato con l'acquolina in bocca. Poi se assomiglia troppo ad altre cose già viste (che mi sono piaciute) tanto meglio. La cosa forse peggiore è il girato: come un mockumentary. Sinceramente
non apprezzo la camera finta che deve essere realistica. Preferisco le
narrazioni tipiche, queste possono andar bene una volta ogni tanto, ma su un film che potenzialmente mi piace, mi fanno un po' incazzare. E poi per colpa di sta cosa, non riusciamo a goderci quasi mai la biondina (una sconosciuta Virginia Gardner) perchè quasi sempre è lei ad usare la telecamera. Insomma, sprecata. Ma il film, ripeto ci può stare alla grande.
Il Silenzio Degli Innocenti (1991)
Regia: Jonathan Demme
Anno: 1991
Titolo originale: The Silence Of The Lambs
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.6)
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Alcuni film nascono capolavori e restano capolavori. La migliore pellicola con Hannibal Lecter è tra questi. Ora no ovvio, ma la prima volta che l'ho visto, posso dire di aver anche avuto paura: la tensione è talmente calcolata bene qui dentro che supera di diverse lunghezze quella che molti film horror cercano di raggiungere. Già, eppure questo non è un horror, ma un thriller, uno dei migliori appunto. Claustrofobico quanto basta, già dalle prime immagini e dalle riprese che sembrano travolgere i personaggi, la fotografia ci proietta in un mondo segreto, nascosto, in cui il male è un aspetto interiore da dover tirare fuori. Inutile stare a blaterale su quanto sia forte la parte psicologica dei protagonisti, il tema della mutazione, anche metaforico, quindi concentriamoci su cosa riesce subito perfettamente: il colpo d'occhio. Infatti la storia si muove grazie ad una serie di indizi visivi che colpiscono chi è dentro al film come chi lo sta guardando. L'indugio sulla penna posata accidentalmente, la larva trovata nell'esofago di una vittima, le foto scattate ed abbandonate nascoste in una stanza... Demme coglie quei particolari e ce li mostra, rendendoci partecipi di una caccia all'uomo che però si concentra quasi esclusivamente sul profilo della psiche del killer. Due aspetti che vanno di pari passo ed è bello capire che nonostante quelli visivi siano sotto i nostri occhi, ci facciamo colpire da quelli più interiori, audacemente modellati per far sì che il thriller sia originale ed atipico. Una sostanza composta da due elementi fondamentali. Un labirinto nella realtà e nella mente malata sia del killer che del Dottor Lecter, il quale riesce a sbrogliare la matassa a suo piacimento. Un mostro che non solo si ciba delle sue vittime, ma che fagocita i ricordi e li trasforma poi in strumenti quando per sopravvivere in una cella di isolamento, quando per aiutare l'agente dell'FBI nel suo lavoro. Poi oh, Anthony Hopkins e Jodie Foster, che ve lo dico a fare...
Piccola nota grammaticale che non c'entra nulla, ma che mi piace scrivere. "Quid pro quo" avrebbero fatto meglio a tradurlo in "do ut des" perchè da noi ha il significato di equivoco , non di scambio.
Piccola nota grammaticale che non c'entra nulla, ma che mi piace scrivere. "Quid pro quo" avrebbero fatto meglio a tradurlo in "do ut des" perchè da noi ha il significato di equivoco , non di scambio.
venerdì 26 febbraio 2016
Deadpool (2016)
Regia: Tim Miller
Anno: 2016
Titolo originale: Deadpool
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (8.5)
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Carino sì, ma le mie aspettative erano più alte. Di sicuro è un film atipico per la Marvel che risulta a tratti comico e decisamente meno serioso, con aggiunta di scene al limite dello splatter e con un buon uso di turpiloquio o frasi a sfondo sessuale. Un'intelligente strizzatina d'occhio per il "proibito" o per osare un qualcosa di più. Bene quindi. Ma non nuovo in ambito super eroi. Mi viene infatti da pensare ad Hancock o ancora meglio ai Kick-Ass. Poi per carità, non è fatto male e se togliamo alcune scene soporifere si segue bene e c'è molta azioni barra combattimenti barra buon uso degli effetti speciali. E sì, ti fa divertire, ma non come a quei tizi seduti alla mia sinistra che sghignazzavano e che avrei voluto impalare. Evidentemente il livello medio per ridere alle battute è molto basso, ed il cinismo galoppa forte. Non c'è poi bisogno di definirlo irriverente o politicamente scorretto. Ma che dite? Comunque inizia benone con una delle tante versioni di Angel of the morning, ed inquadrature ghiotte che si fanno ben volere. Ottimo inizio, ottima presentazione per una personaggio che già mi è tra i più simpatici di tutta la saga degli X-Men. Simpatico non tanto per le battute, ma perchè in fin dei conti è un bullo, un troio, un chiacchierone che se ne frega. E da questo punto di vista fila tutto liscio, così come i continui richiami ad altre pellicole (Sono Pool, Dead Pool) e lo sprezzo del pericolo. Però in fin dei conti la trama mi lascia con molto amaro in bocca. A parte che trovo inutili le comparsate dei co protagonisti X-Men, se non per allungare un po' il brodo (il film è anche relativamente breve), la storia non ti coinvolge al cento per cento. Il cattivo per cosa si incazza tanto? Solo per il fatto di essere cattivo e venire preso in giro? Boh, manca qualcosa. Se paragonato a tanti film Marvel con super eroi non è tra i peggiori, anzi, qualcosina in più la ha il nostro caro TotoMorte.
Heat - La Sfida (1995)
Regia: Michael Mann
Anno: 1995
Titolo originale: Heat
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.2)
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Basterebbe solo il cast per renderlo un film cult. Anzi solo due di un cast comunque sorprendente, due che sono un'icona mastodontica del cinema: Robert De Niro ed Al Pacino. Però basta spostare un attimo lo sguardo e vedere un insieme di volti che continuano a dare un sensazionale impulso di grandiosità ad Hollywood: Val Kilmer, Natalie Portman, Ashley Judd, Danny Trejo, Jon Voight, William Fichtner, Tom Sizemore... Eppure quei due mostri sacri che recitano insieme (uno accanto all'altro non come ne Il Padrino Parte II) fanno salire la commozione a chi ama i film. E la fanno salire in modo tale, che risulterebbe decisamente troppo riduttivo parlare di Heat solo per la Loro presenza. E' un film intenso, con una trama strabilianti che si snoda in altre sotto storie, rendendolo mutevole, con una serie di personaggi da analizzare che crescono simultaneamente e non si limitano ad essere comparse. Ognuno di loro ha una propria vita da raccontare, un proprio modo di essere più che di fare e soprattutto in un thriller del genere, che mette a nudo gli aspetti psicologici dei protagonisti, la tensione non scene mai: tanta azione mischiata appunto agli aspetti personali. Non esiste un punto centrale, su cui focalizzarsi, sappiamo già chi sono cattivi, sappiamo già chi sono i buoni. Ed entrambi si catapultano gli uni sugli altri. L'eccentricità del detective Al Pacino contro il fermo cinismo calcolatore di De Niro. Roba da urlo. Drammatico, realista, potente. Poi abbiamo il montaggio, la fotografia ai limiti del noir, le inquadrature. Vincente sotto ogni aspetto.
mercoledì 24 febbraio 2016
La Spia Che Mi Amava (1977)
Regia: Lewis Gilbert
Anno: 1977
Titolo originale: The Spy Who Loved Me
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.1)
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Eccoci finalmente, dopo troppo tempo, un James Bond che funziona. Gli ultimi erano stati penosi o poco convincenti, ma qui è proprio il personaggio di Roger Moore ad essere meno antipatico, meno fortunato, meno maschilista. Insomma, si dà da fare, riesce nelle cose, sembra anche astuto. Certo, le scene di lotta devono ancora migliorare, negli anni settanta sembravano tutti burattini, ma è un notevole passo avanti complessivo. Il punto di forza resta la scenografia, futuristica, grandiosa in alcuni elementi come la costruzione della cittadella sottomarina Atlantide, la cura degli interni... Di un certo impatto e rilievo anche le location: oltre al mondo marino abbiamo le piramidi egiziane e le terre sarde. Non si sono dimenticati questa volta di dotarlo di gadget, auto fascinose (una Lotus bianca) per combattimenti su terra, aria e acqua. Tutte queste cose, fanno un buon risultato, il migliore forse finora (ci sono legato dall'infanzia per via di Squalo che mi piaceva molto), di sicuro quello più riuscito con Moore come protagonista. Non ci si annoia ed è spettacolare anche nell'utilizzo degli effetti speciali. Ok, anche se siamo nel 1977 si poteva fare qualcosa di meglio, di più realistico, ma di sicuro è difficile lamentarsi.
martedì 23 febbraio 2016
Juventus 2 - Bayern Monaco 2
Ah quella musichina. Che piacere sentirla quando gioca la tua squadra del cuore. Ed è bello farlo mentre sale la tensione, mentre sai di dover vivere qualcosa di emozionante. La Juventus questa sera ha fatto l'impresa: già perchè il Bayern del primo tempo è stato strepitoso, ben organizzato, micidiale. Noi troppo dietro la linea della palla, schiacciati, ingabbiati dal tiki taken di Guardiola. A tratti davvero impressionanti, quasi impossibile riuscire a tenere la palla per più di una manciata di secondi confusionari e con idee approssimative. Secondo tempo decisamente migliore da parte nostra, anche se con molte imperfezioni in ogni parte del campo, dalla difesa al centrocampo e nelle finalizzazioni. Però bimbi, stare sotto di due reti e recuperale, con la grinta e l'agonismo, con Mandzu che diventa un soldato di ventura e conduce la sua, la nostra guerra, con Hernanes nella sua migliore gara, con Morata che mette una palla splendida dentro l'area. E sono queste le cose belle, poter gioire a testa alta consci del fatto che Davide può anche ferire Golia. Se il risultato del primo tempo può andar stretto al Bayern, la rimonta nel secondo ha messo di prepotenza alcuni punti interrogativi sul loro strapotere. Giocare all'Allianz non sarà certo una passeggiata, ma di sicuro non ci affronteranno alla leggera e ci temeranno, perchè tutto può ancora succedere. E noi ci siamo ancora, orgogliosi di giocarcela #finoallafine.
lunedì 22 febbraio 2016
Il Treno Per Il Darjeeling (2007)
Regia: Wes Anderson
Anno: 2007
Titolo originale: The Darjeeling Limited
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.2)
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Digerire immediatamente Wes Anderson non è proprio facile per me perchè ogni tanto se ne esce con qualcosa di sofisticato sulla carta, che non si fa totalmente ben volere. Questo cinema però è suo, è il suo marchio di fabbrica, e riesce ad imprimerlo pure in un'avventura di formazione on the road (anzi, sui binari) ambientata in India. Non in tutto, ma restano i colori pastellosi e soprattutto quei personaggi idiosincratici che sono difficili da psicanalizzare che alle volte si muovono al rallenty non tanto per l'esaltazione della scena quando per quella della colonna sonora, oppure che vengono registrati sui movimenti orizzontali della "cineripresa". Nel cast abbiamo un trittico niente male che si presta, come al solito, perfettamente: Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman un po' fighetti, un po' strambi, forse meno profondi e misteriosi di quanto la storia lascia intendere. E' indubbio che il film abbia qualche colpo riuscitissimo in canna e che non passi inosservato, ma mi resta il dubbio che Wes Anderson voglia in un qualche modo celebrarsi e compiacersi. Anche le brevi o brevissime apparizioni di Bill Murray e Natalie Portman (quest'ultima se abbinata al cortometraggio Hotel Chevalier acquista un valore decisamente maggiore), e l'utilizzo feticista per i piccoli dettagli che non restano inosservati, ma si ripresentano, ecco, anche queste cose, danno il senso che il regista voglia mostrarsi e far vedere che lui è diverso, è bravo. Ed in effetti è difficile dargli torto. Però come film, complessivamente è tra quelli che non restano a lungo nell'aria, salvo poi spruzzarne un po' qua e un po' là in alcune situazioni dotte davanti al camino, una volta posate a terra le valige di Luis Vitton.
domenica 21 febbraio 2016
Dan Simmons - L'Estate Della Paura
Autore: Dan Simmons
Anno: 1991
Titolo originale: Summer Of Night
Voto: 4/5
Pagine: 636
Pagina di Anobii
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Trama del libro e quarta di copertina:
Elm Haven, Illinois, 1960. È estate, la scuola è appena finita e 5
ragazzi di 12 anni stanno cementando un'amicizia che durerà tutta la
vita e assaporando i primi, timidi corteggiamenti alle loro coetanee.
Ma, fra i giochi in mezzo ai campi di grano assolati e le spensierate
corse in bicicletta, qualcosa si nasconde in agguato. Una mostruosa
entità senza tempo sta mietendo vittime fra i ragazzi della Old Central
School, e gli adulti o rifiutano di capire quel che sta succedendo o
sono essi stessi emissari di quel Male. Toccherà proprio a quei 5 amici
indagare sulla natura di quell'incubo tremendo e affrontare il mostro,
prima di finire anche loro preda della sua rapace avidità. E così Mike,
Duane, Dale, Harlen e Kevin vivranno il loro passaggio all'età adulta
lottando contro un arcano abominio che infesta le ore del buio...
Commento personale e recensione:
Partiamo dalle cose scontate: ricorda un po' It di Stephen King. Se vogliamo neanche troppo a grandi linee, ma ci assomiglia per molte cose che stanno alla base della trama. D'altra parte è un horror fantastico che ha come protagonisti dei ragazzini. Sebbene questi elementi siano talmente forti da farti pensare ai due lavori, poi si sviluppa su binari totalmente differenti e riesce secondo me anche ad essere migliore. Tanto per cominciare, nonostante sia decisamente descrittivo, forse prolisso nella parte iniziale, la storia è lineare senza dover utilizzare salti temporali in avanti o o indietro. Dan Simmons mi piace molto, soprattutto come autore di fantascienza, ma anche quando spazia in altri generi ha un suo perchè. Ed in questo caso è davvero fenomenale nella creazione dei personaggi. Sebbene si trovi a doverci raccontare l'avventura di un gruppo di ragazzini, non si limita, come molti altri fanno, a dotare ognuno di loro di una singola caratteristica che li contraddistingue dal resto. Il suo lavoro è molto più elaborato, realistico, fa leva sulla loro crescita psicologica ed emotiva, riesce pure a scambiare i ruoli o ad amalgamarli. In questo modo avrebbe potuto rischiare sia di renderli piatti, tutti uguali, doppioni inutili, se non fosse stato un grande scrittore. Invece con la penna ci sa fare, e di che tinta! L'Estate Della Paura rientra con pieno merito nella categoria dei romanzi di formazione perchè al di là della storia generale, ce ne sono altre da raccontare: quelle dei cambiamenti nella testa dei giovani ragazzi, che presto diventeranno adulti. Come se non bastasse dipinge il quadro in maniera macabra e grottesca, non lasciando da parte morte, putrefazione, cattiveria e male. Nonostante sia riuscitissimo anche da questo punto di vista, non ne vado matto e (scusate il sacrilegio) avrei preferito un procedimento da thriller piuttosto che da horror. Era comunque diverso tempo che non mi appassionavo così ad un romanzo.
sabato 20 febbraio 2016
Regalo di Natale agli Uffizi
Oggi è arrivato il momento di scartare il regalo di Natale che mi hanno fatto Funflus e Paolina (nickname ancora da decidere). L'unboxing potrete vederlo a fine articolo grazie ad una interessantissima e completa raccolta fotografica che il sottoscritto ha elaborato cercando di cogliere le attrazioni più gettonate. Il gradito dono era costituito da una gita agli Uffizi, con tanto di guida (eseguita da loro due, voto 8) e spiegazioni artistiche, visto che l'intento di andarci la domenica dei musei gratis, non si era concretizzato. Astutamente è stato fatto il biglietto salta fila, sebbene non ce ne fosse bisogno oggi e ci siamo inseriti in quei meandri di stanze (oltre ottanta) della Galleria. Adesso sono molto preparato su tutte quelle opere che sono esposte: sarebbe un lavoro immane elencare gli artisti ed i loro lavori, quindi mi limito a proporvi le mie foto. Consiglio inoltre di non fare una visita in maniera sprovveduta, ma di ritagliarvi il giusto tempo ed eseguirla o con audio guida o con qualcuno che sappia spiegare, anche a grandi linee, le peculiarità di ogni stanza, corrente o epoca. Altrimenti è quasi inutile. Io c'avevo i due valletti abbastanza disponibili. Vista poi la riuscita della volta scorsa con l' Osteria del Cinghiale Bianco non ci siamo fatti mancare nulla ed abbiamo abbondato di tartufo. Dribblati i personaggi che ti bloccano per strada (Funflus batte Paolina 2 - 1, a me non fermano) la visita culturale è proseguita pure per il Duomo e per San Lorenzo, con guida su tablet. Sarebbe stata un'organizzazione perfetta, da cima a fondo se Funflus non avesse fatto una figura barbina facendoci prendere il treno sbagliato, quello dei disperati che cercano di raggiungere la salvezza, ma si ritrovano a Montelupo, Antignano, Fucecchio, Populonia Bassa, Polledraia, Gagno, Oz e Springfield. Senza passare dal Tiger Store. Ed ho detto tutto ciò che potevo dire. Il resto (4 luglio 1442) resterà un segreto che mi porterò fin dentro la tomba.
Galleria fotografica "Regalo di Natale agli Uffizi"
Galleria fotografica "Regalo di Natale agli Uffizi"
venerdì 19 febbraio 2016
Bologna 0 - Juventus 0
Essere critici dopo quindici vittorie consecutive non ha molto senso, anche se appunto, abituati bene, vedere solo un pareggio dispiace. Ma analizzando la partita, più che il risultato, ciò che salta all'occhio è la mancata spinta offensiva della squadra. Esattamente come nelle ultime tre, con questa quattro, partite giocate, si fa fatica a creare gioco, risultando macchinosi, lenti e prevedibili. In novanta minuti non siamo mai riusciti a tirare in porta, e non solo per merito dell'avversario. A voler guardare il bicchiere mezzo pieno c'è anche da dire che continua la striscia positiva in difesa che ci vede ancora una volta con la nostra porta inviolata. Ovviamente la squadra questa sera aveva più di una scusante: la stanchezza accumulata, lo stress pre Champions, la partita difficile contro il Napoli, il turn over. La cosa importante e fondamentale è però non aver abbassato la guardia, non aver perso e continuare lo stazionamento nei primi posti della classifica, perchè con dodici partite alla fine del campionato c'è ancora molto da decidere. Impossibile adagiarsi ed impossibile non guardare gara dopo gara cosa succede a noi ed agli avversari. #finoallafine.
Scott Pilgrim Vs. The World (2010)
Regia: Edgar Wright
Anno: 2010
Titolo originale: Scott Pilgrim Vs. The World
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.5)
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Incredibile, veramente ganzo e fatto bene, molto divertente ed acuto. Lo ho avuto a disposizione per diverso tempo ed ho sempre rimandato. Non so come debbano essere suddivisi i meriti, tra regia, sceneggiatura, soggetto (deriva da un fumetto), cast e così via, ma alla fine chi se ne frega? Quello che conta è il risultato: una commedia romantica diversa dal solito, umoristica, cinica, dettagliatamente ben curata, con spirito giovane ed un po' geek. Un mix insomma che trasforma la storia, raccontata sotto forma di videogioco, in un'avventura in cui i valori non passano in secondo piano ed in cui il realismo delle situazioni non è poi così scontato. Scott Pilgrim (il Michael Cera visto in Juno) è un eroe fuori dall'ordinario perchè è un comunissimo ragazzo di Toronto che lotta contro la Lega dei Malvagi Ex (capitanata da Jason Schwartzman) per conquistare il cuore della ragazza di cui è innamorato (Mary Elizabeth Winstead). Scott Pilgrim è un personaggio che si fa amare soprattutto da gente come me, che rientra in una precisa categoria che non c'è il bisogno di spiegare. Ma anche un pubblico più vasto apprezzerà la trama vista come storyboard con effetti speciali, situazioni fantastiche ed oniriche, combattimenti all'ultimo sangue e così via. In un insieme di citazioni e rimandi a opere videoludiche degli anni ottanta e novanta, che anche se non tutti possono cogliere, non rischiano di ghettizzare i fan più preparati. Senza quindi stare a fare la pulce su chi meriti gli applausi, li facciamo a tutti quanti per una pellicola densa di azione, romanticismo, grinta nerd e tanto altro ancora. Consigliatissimo.
martedì 16 febbraio 2016
Il Ragazzo Della Porta Accanto (2015)
Regia: Rob Cohen
Anno: 2015
Titolo originale: The Boy Next Door
Voto: 3/5
Pagina di IMDB (4.6)
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Film insulso, girato tanto per fare qualcosa, visto giusto per perdere tempo, accidenti a chi me lo ha consigliato. Va bene, c'è Jennifer Lopez che anche a novanta anni potrà dire la sua e qui nella mammina triste rappresenta la perfetta MILF, ma se Ryan Guzman all'età di ventotto anni deve fare l'adolescente del liceo c'è qualcosa che non va. Inoltre muscoloso, picchiatore, carismatico, colto, genio della meccanica... Tutte lui. Anche psicopatico ovviamente. Ma chi sarà mai questo ragazzo della porta accanto? Vuoi vedere che sotto quell'aspetto da bravo ragazzo nasconde qualcosa? Ma no, ma dai... incredibile. Storia ridicola, vecchia, senza un appiglio di tensione o suspense. Girato appunto tanto per fare per poter mettere il nome di J.Lo sulla locandina. Ah ovviamente finisce bene, ci mancherebbe. Un applauso alla figura della biondina della ferramenta, tutta brava ragazza che si presta per una scena inutile quanto tutto il film in cui fa la puttana. Un applauso pure al manipolabile figliolo a cui basta dire una frase e si trasforma in burattino. Personaggi ben costruiti insomma.
Cavo magnetico Patuoxun per Sony Xperia Z3
Il mio Sony Xperia Z3 Compact, come tutti i suoi fratelli è abilitato per la ricarica magnetica. Utile per questi dispositivi che sono impermeabili e certificati e che quindi hanno uno sportellino apposito per la ricarica USB, che alla lunga può sciuparsi, rompersi o anche non essere chiuso correttamente. Già ai tempi dello Z2 presi la dock station originale Sony e questa è sì comoda, ma solo per determinati utilizzi. Infatti, una volta alloggiato lo smartphone, questo sta in posizione orizzontale e non è user friendly un suo utilizzo per tutte le necessità o proprio anche per usarlo come telefono. Alla fine quindi, la maggior parte delle volte ho preferito utilizzare la canonica ricarica USB piuttosto che quella magnetica per un discorso di praticità al contrario: ciò che avrebbe dovuto semplificare alcuni aspetti, di fatto ne complicava altri. Così è venuto fuori il cavo magnetico Patuoxun che risolve praticamente tutto. E' un cavo USB che terminalmente ha il magnete per la ricarica, con inoltre un morsetto regolabile: in questo modo non si stacca accidentalmente e si presta bene ad ogni modello. Alla base ha pure un LED che riconosce quando il dispositivo è in carica e quando questa è completa. Lo ho abbinato all'Aukey Quick Charge e come si può vedere ha delle prestazioni di tutto rispetto. Certo, i mA non sono tanti quanti quelli raggiungibili con il cavo originale Sony, ma neanche pochi tutto sommato.
lunedì 15 febbraio 2016
Halloween - The Beginning (2007)
Regia: Rob Zombie
Anno: 2007
Titolo originale: Halloween
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.1)
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Finalmente, dopo un numero incalcolabile di film brutti che riprendono la saga di Halloween, eccone uno che può meritare di essere guardato, senza doversi mettere a piangere per gli assalti di nostalgia riguardanti La Notte Delle Streghe. Si è dovuto scomodare Rob Zombie, e poteva fare una figura barbina creando un nuovo (veramente l'ennesimo) sequel o magari facendone un remake senza cogliere i giusti elementi. Invece, buon per noi e per lui, ha deciso di fare un bel mix: si è concentrato sull'infanzia di Michael Myers in maniere abbastanza meticolosa e poi ha fatto un bel salto temporale per farlo tornare alla ricerca della sorellina. Ha condito il tutto con una buona sceneggiatura, una fotografia moderna, tanto sangue ed una decina di scene splatter che si fanno ben volere. E' pure riuscito a dare un volto, o comunque una consistenza, al mattatore usando Tyler Male con i suoi due metri e passa di stazza da wrestler che lo rendono implacabile e da temere. Anche se l'andazzo della storia resta un po' stupido, con fughe disperate e due all'ora e grida quando si deve stare muti, la trama resta accattivante ed il cast fa bene il suo dovere restando impaurito per la maggior parte. Inoltre c'è Malcolm McDowell nei panni del Dottor Loomis. Insomma, da vedere, specie se si è rimasti delusi da tutti gli altri.
domenica 14 febbraio 2016
Juventus 1 - Napoli 0
E' finita, ma non del tutto. Avrei detto lo stesso anche a risultato invertito, con cinque punti da recuperare contro la squadra che avrebbe fermato la nostra rimonta epocale. Ma le cose sono andate diversamente: siamo inarrestabili, quindici partite di fila vinte, contro ogni tipo di avversario, ma sono conscio del fatto che non può essere finita. Mancano ancora 13 partite, con 39 punti in palio, gli scudetti si vincono un po' più in là e dobbiamo sempre tenerlo in mente. D'altra parte quest'anno sono già in tanti ad averlo vinto anzitempo: la Roma di Garcia (esonerato), l'Inter di Mancini e per ultimo il Napoli di Sarri, campione d'inverno. Non sarà certo il nostro turno di adagiarsi sugli allori. Questa sera non è stato semplice e gli azzurri (vestiti di rosso) sono una squadra solida e quadrata. Sebbene la partita possa non essere piaciuta a molti e si possa dire che era in bilico fino alla fine ci sono alcune considerazioni da fare. L'attacco stellare del Napoli, quello più forte del campionato, con il capocannoniere in campo in 94 minuti non ha MAI tirato nello specchio della porta difesa da Buffon e con qualche uomo illustre infortunato. Questo è un dato oggettivo che deve esser ben presente, anche a quegli esuberanti tifosi partenopei che piangono disperati dicendo che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Se hanno visto anche le altre partite della propria squadra, avranno capito che stasera abbiamo fatto in modo che il Napoli non esprimesse al meglio le proprie qualità offensive. Higuain, il mattatore, è stato una semplice comparsa. Barzagli, Dio sceso in terra. Poi sul resto, possono discutere a pieni polmoni. Altra cosa da non sottovalutare sono state le precise e ottime scelte di Allegri (mea culpa nell'averlo criticato a spada tratta quando c'era troppa confusione) sia nella disposizione iniziale, sia nei cambi effettuati. Ora fatemi mettere da parte la modestia, e permettetevi di consigliarvi di SALUTARE LA CAPOLISTA!!!
sabato 13 febbraio 2016
Cannibal Holocaust (1980)
Regia: Ruggero Deodato
Anno: 1980
Titolo originale: Cannibal Holocaust
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.0)
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Dopo aver visto The Green Inferno mi sono voluto avvicinare un attimino al cinema "cannibal". Vabbeh sapevo già il risultato: non mi attira molto. Voglio però fare una precisazione. Noi ignoranti spesso ci facciamo un'idea sbagliata su titoli e generi e come sempre la cosa migliore da fare per non avere pregiudizi (o anche per rafforzare le proprie tesi, cambiare modo di pensare etc) è viverli sulla propria pelle. Cioè non realmente in questi casi, ma guardando qualche film. Cannibal Holocaust è decisamente peso e violento, con mutilazioni, sangue, stupri e tante altre nefandezze, eppure la ferocia non è fine a se stessa. Non è che questo Deodato, per me comunque uno sconosciuto, abbia creato un film solo per vomitarci addosso rabbia e secchiate di sangue. Nel suo essere violento ha una certa logica ed una profondità che non mi sarei aspettato. Anche qui le vere e proprie scene crude sono tutte concentrate nella seconda metà della pellicola raccontate sotto forma di mockumentary (un finto documentario). Un po' quello che abbiamo già visto in The Blair Witch Project insomma, se non volete starvi a guardare questo (paura eh? No, tanto non è un horror, è una cosa a parte). La forza del film sta nell'essere semplice, ma non per forza scontato. Una missione pseudo giornalistica arriva in Amazzonia per filmare le più sconosciute popolazioni indigene (cannibali), ma si comportano da veri e propri sadici bastardi, così li aspetta una morte atroce e per me anche troppo veloce. Deodato quindi oltre al tema del "chi è meno civile?" ci infila pure quello dello "scoop a tutti i costi". Lo fa nel 1980, non proprio ieri. Esistono buoni documentari, buoni reportage, ma anche altri prodotti fatti da uomini senza scrupoli che godono a creare situazioni sensazionali da filmare e da portare all'interno delle nostre case. Il risultato tecnico del film è senza ombra di dubbio un ottimo lavoro: le pellicole che sembrano veramente sciupate, le scene più crude che non ti fanno pensare che ci sia qualcosa di finto. Ammazzano pure una tartaruga, credo realmente, ma non si sa mai: è un film. Ecco, anche le scene in cui muoiono gli animali sono molto gore. Ora il film è un cult movie, ma in passato ha ricevuto migliaia di critiche e fatto passare dei brutti quarti d'ora in tribunale al regista e parte del cast. Vabbeh dai, è un film.
Google Cardboard
Cosa è Google Cardboard? E' la risposta ultra economica ai vari visori per realtà virtuale, realtà aumentata, per il 3D che stanno iniziando ad essere in commercio a prezzi abbastanza alti. Google Cardboard è un progetto open source grazie al quale chiunque può costruirsi un visore casalingo, senza troppe pretese in pieno stile Art Attack. I più intransigenti vomiteranno nel vedere questa scatola di cartone, ma per chi è interessato soltanto ad avere un'esperienza diversa e magari provare le potenzialità di questa nuova tecnologia, è senza dubbio una trovata interessante. Su Amazon esistono vari modelli, personalmente ho la versione di BrizTech (attualmente a 13.99 euro) e quella di Anticipating Trends (attualmente a 9,90 euro). Non esistono differenze sostanziali tra le due, se non negli accessori in dotazione che successivamente elencherò. Le confezioni sono molto scarne ed economiche e presentano all'interno i cartoncini da piegare ed assemblare. Per uomini faidattè amanti del bricolage sarà un gioco da ragazzi, ma esistono alcune problematiche per far incastrare bene i pezzi, che essendo di cartone flessibile non agevolano molto. Già montate ci sono le due lenti biconvesse e due pezzi di veltro già montati per la chiusura, più una fascia con altri due pezzi per poterlo legare alla testa (versione BrizTech) senza avere la necessità di tenere la scatola con la mano. Abbiamo poi le calamite (nella versione di Anticipating Trends abbiamo anche quelle di riserva, utili perchè una l'ho già rotta) che ci permettono di "cliccare" e fare azioni all'interno delle applicazioni. BrizTech è totato anche di chip NFC che permette un collegamento immediato con il telefono, senza dover usare il QR Code. La versione scelta è quella standard, perfetta per smartphone fino a 5". La sconsiglio a chi ha device più grandi: BrizTech permette di scegliere anche le dimensioni. Io ho un Sony Xperia Z3 Compact che ci alloggia perfettamente. Purtroppo però questo dispositivo non è perfettamente compatibile con la Cardboard, in quanto lo slot per la calamita è sulla sinistra, ed il telefono non risponde alle sollecitazioni. Così usare gli esempi di Google è quasi impossibile. Si dribbla il problema con un po' di scotch, collegando una calamita sul lato destro della camera di cartone. Sistema poco elegante, ma tanto non è che sia questo grande prodotto estetico. E' soprattutto per fare i bulli con gli amici. Niente di più.
Le applicazioni Android non mancano e vi è una categoria apposita sul Play Store
Al momento ho provato:
Cardboard (che al suo interno contiene altri collegamenti)
Lamper VR
Titans of Space
InMind VR
Ecco alcune foto e screenshot (se li guardate con le lenti biconvesse avrete il solito effetto)
Ed ecco anche i video:
Le applicazioni Android non mancano e vi è una categoria apposita sul Play Store
Al momento ho provato:
Cardboard (che al suo interno contiene altri collegamenti)
Lamper VR
Titans of Space
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Ecco alcune foto e screenshot (se li guardate con le lenti biconvesse avrete il solito effetto)
Ed ecco anche i video:
Prison Break [Stagione 2]
Anno: 2006 - 2007
Titolo originale: Prison Break
Numero episodi: 22
Stagione: 2
Assolutamente meno esaltante e meno originale rispetto alla prima stagione, questa seconda è tutta concentrata sui giorni post fuga del manipoli di carcerati che abbandona Fox River. Qui sono enormi le forzature relative al piano di Michael, e spesso i suoi tatuaggi risultano più d'impaccio che altro. Infatti sono tanti piccoli indizi lasciati per gli inseguitori che si ritrovano a costruire un puzzle senza poi neanche troppe difficoltà. La cospirazione va avanti, è sempre più grande ed abbraccia un numero sempre più consistente di persone e situazioni. Rispetto all'altra si perde un po' il pathos, ma si guarda altrettanto bene anche se il fulcro non è più nell'evasione. Gli uomini in fuga vengono decimati, si rischiava di vedere troppe scene separate tra loro, ma questo non rende del tutto fruibile la trama. Molto più complottistica, a me è parsa chiaramente in discesa nei confronti dell'idea originale.
Prima Dell'Alba (1995)
Regia: Richard Linklater
Anno: 1995
Titolo originale: Before Sunrise
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (8.1)
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Più che un film romantico pare quasi un racconto di formazione, in cui tutto si svolge in una giornata, in maniera delicata grazie ai due protagonisti (Ethan Hawke e Julie Delpy) ed ai dialoghi che nascono tra loro. Già, quei dialoghi iniziati per caso, un lunghissimo flirt per chi trova subito il giusto feeling, alle volte profondi, o ironici, scherzosi, filosofici. Di quelli che con sincerità aprono l'uno all'altra il proprio essere. Non è una semplice storia tra innamorati, i due neanche si conoscono, iniziano a farlo però nel migliore dei modi, con un'attrazione reciproca, ma senza stravaganze eccessive. Si mettono a nudo così le debolezze, le paure, gli errori del passato, dando nuove possibilità a se stessi per passare a meraviglia una piccola avventura che si completa nell'arco di poche ore, in cui il colpo di fulmine viene dilatato e si trasforma in un interesse reale nei confronti dell'altro. Una Slinding Door imponente che esalta il carpe diem, il non lasciar fuggire l'attimo con semplicità. Quante cose con un piccolo gesto potrebbero cambiare? Quanti rimorsi potrebbero essere eliminati a distanza di venti e passa anni? Se quella volta... E la magia ha inizio. Una magia non alla portata di tutti, perchè qui il sogno prende vita e tutto scorre in un perfetto romanticismo senza intoppi. Il tutto si conclude con una promessa, lanciata all'ultimo istante, in una giornata in cui le promesse erano state bandite, ma che si celavano nel profondo. Una promessa veloce, ma che sicuramente vale più di mille altre.
venerdì 12 febbraio 2016
ACAB - All Cops Are Bastards (2012)
Regia: Stefano Sollima
Anno: 2012
Titolo originale: ACAB - All Cops Are Bastards
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.6)
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ACAB non è un film politico. Certo, la sua sceneggiatura è di parte, ma non una parte netta come il titolo può far pensare. Lo si capisce subito dai primi secondi della pellicola, con il motivetto "celerino figlio di puttana" cantato ad alta voce dallo stesso Favino, protagonista della polizia mobile. ACAB è uno spaccato abbastanza profondo ed originale dei nostri giorni che risalta, esalta, affossa, punta il dito su determinati atteggiamenti della polizia. Non lo fa però a spron battuto in maniera tutto sommato ridicola: il punto di vista è proprio quello dei poliziotti, spesso duri, sopra le righe, fumini. Ma anche vittime di un sistema, portatori di ordine e sicurezza eppure vittime sacrificali allo stadio o di fronte alle manifestazioni. Non un ruolo facile il loro, così come non è semplice portarli sul grande schermo e riuscire a schierarsi totalmente contro di essi o a loro favore. Sollima, che usa il soggetto di Carlo Bonini riesce però ad allargare l'angolo di visuale: se non a 360 gradi, almeno abbondantemente oltre i 90. Inserendo casi di attualità come gli omicidi di Raciti e di Sandri. Per niente semplice. Controverso, ma si astiene sia dal mitizzare che dal giudicare alacremente sotto forma di odio, eppure di odio e violenza ne scorrono a fiumi. Come al solito buona la fotografia, ottimi gli attori (Favino, Nigro, Diele, Giallini...), da ricordare anche la colonna sonora. Forse un po' troppo netta la storia, magari più adatta ad una serie tv.
mercoledì 10 febbraio 2016
The Green Inferno (2013)
Regia: Eli Roth
Anno: 2013
Titolo originale: The Green Inferno
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (5.5)
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Nonostante sia stato pubblicizzato come il film più pesante e violento di sempre, mi sento in dovere di dissentire. Queste sono cose molto soggettive è vero, ma anche rimanendo in casa Roth se penso al primo Hostel mi scorrono nella mente immagini forse più crude ed al limite. Ovviamente non è uno di quei film da guardare sul divano in compagnia di bambini, ci mancherebbe: tantissime scene nel secondo tempo sono da censura e non risparmiano gli stomaci più deboli. E' altrettanto vero però che il cinema ci ha abituato a sevizie (non solo carnali, ma sopratutto psicologiche) più sadiche e crude. Un livello soft piuttosto che un livello brutale. Questo solo per fare un appunto per coloro che (un po' come me) vogliono vedere il film con l'intento di venire sorpresi e perchè no, scandalizzati. Arrivando a parlare della pellicola è invece ovvio che l'intento del regista (anche sceneggiatore) non sia solo quello di colpire visivamente, ma pure di omaggiare quel genere "cannibal" di due o tre decenni fa, e dargli anche una connotazione politica o sociale. Eli Roth non salva nessuno: punta il dito un po' su di tutti. Che siano le corporazioni immense che devastano il pianeta, i mass media o i buonisti pronti a tutti pur di avere notorietà per le proprie cause. Infatti la prima metà del film non succede molto, è una grande introduzione che ci anticipa un po' chi siano i cattivi vestiti da cattivi ed i cattivi vestiti da buoni. Poi arrivano i cannibali. Vittime o no, questi fanno a pezzi i propri prigionieri e li mangiano. Altre volte li mangiano direttamente senza farli a pezzi. E quando va bene infibulano la ragazze. Insomma, non ci vanno tanto per il sottile. E magari viene anche da pensare che sia un bene questa tribù possa venire distrutta dalla civiltà che scava esclusivamente per interessi economici. Complessivamente abbiamo un film che non è veloce nei ritmi ed in cui la tensione non raggiunge quei livelli esaltanti che mi sarei aspettato. Alcune scene, non censurate, restano a fuoco per pochissimi attimi riducendo la sevizia e la tortura a grida spaventose e conati di vomito degli altri protagonisti.
martedì 9 febbraio 2016
Skins [Stagione 4]
Anno: 2010
Titolo originale: Skins
Numero episodi: 8
Stagione: 4
Siamo alla quarta di Skins, e prima che me lo dimentico volevo dire una cosa sulla colonna sonora. Avrei voluto e dovuto dirlo nelle tre precedenti, visto che in questa c'è un calo qualitativo, ma per ora abbiamo sempre avuto delle buone musiche e tracce, in sintonia con l'andazzo dei nostri sudici amici. La trama, nell'arco di soli otto episodi, evolve in maniera decisamente forte e drammatica, specie nel finale. Triste, brutale, quasi da rimanerci male. Gli altri sono un po' più deboli, con l'inserimento di scenette irreali che secondo gli autori avrebbero dovuto essere divertenti (?), ma che hanno il risultato di essere odiose. Finisce con questa quarta stagione l'ultimo anno dei nuovi ragazzi, indisciplinati ed alla mercè del destino: sicuramente, come si nota anche qui, le colpe di genitori inadatti ricadono sui figli, facendoli diventare perlopiù dei delinquenti. Un po' ripetitive alcune scelte, come quella del tentato suicidio o della gravidanza minorile, già viste nelle stagioni più vecchie. La quinta come inizierà? Altri ragazzi? Si riparte dalla sorella di Freddy?
Underworld - Il Risveglio (2012)
Regia: Mans Marlind, Bjorn Stein
Anno: 2012
Titolo originale: Underworld: Awakening
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.4)
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Sono passati quattro anni da quando ho visto il terzo capitolo della saga di Underworld e ne ero rimasto abbastanza deluso. Qui i miglioramenti non sono così evidenti, ma si ha un continuum nella trama ripartendo da Evolution: un mondo in cui licani e vampiri sono stati praticamente eliminati. L'intrattenimento è di buona qualità, tanta azione, molti scontri, una parvenza di accettabile sceneggiatura ed effetti speciali come ci si può aspettare. Questi fattori rendono un buon prodotto, anche se con i dovuti limiti. Siamo infatti alla quarta prova, e non dobbiamo aspettarci chissà cosa. Vampiri e lupi mannari non stancano del tutto anche oggi e risultano un piacevole mix tra horror splatter ed azione.
lunedì 8 febbraio 2016
Google regala 2GB su Drive
Siete utilizzatori di Google Drive? Lo spazio a disposizione (5+5+5) non vi basta? Volete incrementarlo senza nessun fastidio? Oggi il gioco è semplicissimo: Google, in occasione del Safer Internet Day 2016 (che sarebbe domani) invita i suoi utenti a controllare ed eventualmente migliorare la sicurezza dei loro account. Come fare? Basta andare nelle Impostazioni . Controllo Sicurezza e seguire, impostare, portare a termine i seguenti passaggi: informazioni di ripristino, ultimi eventi, dispositivi collegati, autorizzazioni date, password delle app e la verifica in due passaggi. Una volta terminata tutta la procedura in automatico avrete 2GB (per sempre) da poter utilizzare in Drive, Foto o Gmail. Ganzo no?
Fantastic 4 - I Fantastici Quattro (2015)
Regia: Josh Trank
Anno: 2015
Titolo originale: Fantastic Four
Voto: 3/10
Pagina di IMDB (4.3)
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Parlarne male è fin troppo semplice, ma non voglio fare la pecora nera senza motivo. Quindi ecco anche i miei cinque centesimini su questa faccenda: hanno scassato le palle. Basta con tutti questi film di super eroi, di sequel, reboot, remake, prequel e così via. Non se ne può più anche quando i lavori sono godibili e di ottima fattura, figuriamoci per una pagliacciata del genere. Metà film di introduzione in cui dovrebbero concentrarsi sulla caratterizzazione dei personaggi è estremamente noiosa, l'altra in cui dovrebbero mostrarci almeno azione, effetti speciali e combattimenti è frettolosa e fatta mala. Niente di esaltante. Poi la scelta per strizzare l'occhio agli young adult... Per favore. Non è neanche ironico: perchè uno può pensare, che vabbeh, almeno hanno fatto qualcosa per un pubblico giovane e cerebroleso dai videogiochi, ma invece anche i dialoghi sono ridicoli e la cosa peggiore sono i super poter. Appena accennati nello scontro finale con Dottor Destino, all'apparenza onnipotente, ma anche in questa occasione risibili, fini soltanto a completare una scena cinematografica. Boia davvero, una cosa così brutta era tanto che mancava. Brutto.
domenica 7 febbraio 2016
Frosinone 0 - Juventus 2
Ad orecchie esterne sentir parlare di vincere imperativamente dopo tredici risultati positivi consecutivi, può sembrare esagerato. Ma veramente oggi dovevamo fare i tre punti per forza. Senza accontentarci di niente. Il Frosinone è squadra da bassa classifica e ci ha già fatto lo scherzetto all'andata, quindi nessuna scusa. Eppure la partita è stata la fotocopia di quella con Genoa: brutta Juve, poche idee, abbastanza confusione, fraseggi lenti e non precisi. Però oh, ci sta. Davvero. Non mi sarei messo a lagnare anche se avessimo pareggiato. Dopo una striscia di vittorie del genere ed una rimonta senza eguali, un calo, anche corale, è sacrosanto. Il Campionato poi è ancora lungo, non si conclude neanche sabato prossimo con lo scontro diretto tra le prime due, prosegue, va avanti e ci vede ancora impegnati su tutti i fronti. Per questo è importante riuscire a fare quadrato di fronte alle difficoltà e soprattutto riuscire a sfruttare ogni buona occasione che ci si presenta, senza abbattersi mai e senza demordere. La squadra lo ha dimostrato ampiamente arrivando a 14 vittorie consecutive lasciandosi alle spalle un periodo in cui tutto girava storto. Forza Juve, #finoallafine
Suburra (2015)
Regia: Stefano Sollima
Anno: 2015
Titolo originale: Suburra
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.5)
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Bello, fatto bene, accattivante. Mi riporta ai tempi di Romanzo Criminale (link al libro, ma anche film da sette, la serie ancora meglio) e qui apro un'altra parentesi, non fisica, ma di sostanza: il romanzo Suburra è scritto da De Cataldo e la regia di Sollima è la stessa che firma la serie tv sopracitata e quella di Gomorra. Punto. Anzi, punto esclamativo! Gli ingredienti vincenti stanno lì, ma il film non campa d'aria e non campa certo di rendita. Ha tutta una sua particolare esistenza fredda, tenace, realistica. Ci mostra la Roma contemporanea di Mafia Capitale, in tutti i suoi teatrini politici, intrighi di corte, voltagabbana, inserendo un elemento indiscutibilmente forte: la rivincita dei deboli. Non si tratta di una vera e propria vittoria certo, non sarebbe nel suo stile, ma assistiamo alla morte dei boss per mano dei vinti: un'inutile tossica ed il festaiolo impaurito. Due, che di questo mondo fanno parte, ma sono soltanto delle comparse, non certo coloro che manovrano fili e burattini. Grandioso. Esaltante nel modo di raccontare la storia, quella di una classe politica infangata e collusa con la criminalità, che deve accelerare i tempi prima di una proverbiale disfatta, una vera apocalisse. L'Impero è in decadenza e con lui tutti i suoi attori, quella della Roma esasperata fatta di accordi e compromessi, pronti ora ad essere modificati a piacere. Personaggi forti, netti, un buonissimo cast che tra i nomi più noti presenta Favino e Amendola, una serrata serie di scene a cui è difficile distaccarsi. Suburra, come il mio recente Non Essere Cattivo è un'ulteriore prova del mio errore nello schivare il cinema italiano. Grande qualità, grande Sollima.
sabato 6 febbraio 2016
Black Mass - L'Ultimo Gangster (2015)
Regia: Scott Cooper
Anno: 2015
Titolo originale: Black Mass
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.0)
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Uno spreco. Black Mass è un vero e proprio spreco di talento. Johnny
Depp ingrassato, infiacchito, invecchiato, con una parte esageratamente
bella, infilata in un film noioso, senza verve e dai toni quasi
documentaristici e di cronaca.
Ok, si basa su di una storia vera, e magari c’è chi si offende quando
queste storie vengono eccessivamente romanzate, ma qui si raggiungono
livelli di noia paurosi. Un gangster movie senza azione e senza risvolti
psicologici ben delineati secondo me. Ci sono
il malavitoso (Johnny Depp appunto), il fratello politico (Benedict
Cumberbatch) e l’amico d’infanzia ora poliziotto (Joel Edgerton), messi
lì a dare una fiammata di grandissimo carisma alla pellicola e poi non
li sfrutti a dovere. Va bene, la regia e la sceneggiatura
decidono di non concentrarsi troppo sulla criminalità e di utilizzare
l’evidenziatore per sottolineare quelle parti in cui viene fuori il
rispetto, l’amicizia, i rapporti di vecchia data... Già, ma le scene,
non sempre legate tra loro, si susseguono quasi
fossero capitoli di uno speciale di Sky Arte sulle doti di un
malavitoso. E se torno a ripetermi sulle grandi qualità del
protagonista, lo faccio con vero dispiacere, perchè la prova è
esaltante, ma tutto l’involucro non mi è sembrato alla sua altezza.
Tempi
troppo lenti, mancanza di pathos, stacchi netti... Di film sui gangster
ce ne sono tantissimi, e questo non può essere certo ricordato tra i
migliori. Anche senza scomodare la mafia o cosa nostra. Tante cose già
viste, ovviamente trattandosi di una storia
vera non si può certo pretendere chissà cosa, ma come originalità di
narrazione siamo al compito per la sufficienza. Passabile, c’è di
meglio.
mercoledì 3 febbraio 2016
Juventus 1 - Genoa 0
Certe partite sono brutte, giocate male e si evidenziano delle problematiche che ti fanno scendere dal trono. Ma se le vinci, sono tra le più importanti. Ti fai un esame completo, sai che forse la realtà non è quella in cui vieni dipinta come una squadra letale e travolgente, riconosci che a centrocampo, le riserve sono tali e che se le metti titolari qualcosa cambia. Sempre a centrocampo se l'avversario ti mette fuori uso (tatticamente) un giocatore come Marchisio, in una giornata in cui non splende, possono iniziare alcuni problemi. Problemi che vanno ad accumularsi a quelli dovuti ai vari infortuni: c'è poco da stra tranquilli. Ma si può comunque gioire ed esultare, perchè si aggiungono altri punti arrivando alla tredicesima vittoria consecutiva, tenendo il passo di un Napoli che non molla un attimo. Si continua a non subire, nè reti nè tiri in porta. E si vince. Si vince, questo è l'importante adesso. Il bel gioco sappiamo che è nelle nostre corde, ma non sempre può esserci. Arriverà, come tante altre soddisfazioni.
martedì 2 febbraio 2016
Floppy Day
Caro Matrix, in questi giorni ho un po' di confusione in capo. Non fanno altro che parlare di Wifi, bluetooth, DLNA e varie altre sigle che ho da sempre considerato poco serie. Come ben sai noi Floppy esistiamo da sempre (che IBM sia lodata) ed è tutto, dico tutto, sempre funzionato bene: ci infiliamo nei driver ed il gioco è fatto. Siamo creati per portare dati ovunque e come noi i CD, i DVD, i Bluray, le pennine. Funzioniamo tutti nello stesso modo: ci infili nelle apposite porte ed il gioco è fatto. Niente di più semplice. Abbiamo avuto tempi difficili certo, anche per colpa di quella Apple del peccato che ha osato fare a meno di noi. Beh i californiani sono sempre stati un po' troppo libertini per i miei gusti, ma si sa, ogni tanto fa tendenza volere essere diversi. Ma ora!!! Ora non c'è più religione: gli smartphone si accoppiano tra loro con il bluetooth ed NFC. Addio sicurezza, un continuo scambio di virus, mentre noi siamo ovviamente più sicuri. Poi i notebook via wifi a quei router, con collegamenti promiscui che generano insicurezza ed un traffico non indifferente, Io non ne posso proprio più. Voglio dire, tra di loro facciano pure quello che vogliono, ma i File no! Quelli no davvero: non capisco perchè debbano poter passare da un dispositivo all'altro senza dover usare una semplice scheda SD installabile ovunque. Spero tanto che la legge sui collegamenti non fisici possa essere bloccata. Ho anche sentito parlare che alcuni pazzi mettono i propri File sul Cloud e che poi si collegano ed esso per poter accedere a quei dati. Roba da manicomio, noi siamo gli unici, veri onesti portatori di file. Non possiamo certo permetterlo giusto? Perchè se tutti si potessero collegare sia in maniera fisica che con il WIFI il mondo informatico andrebbe in malora vero? Gli hard disk smetterebbero di esistere e le memorie interne pure, ne sono certo. Vero? Pensa che schifo se una persona potesse usare entrambe le cose.
lunedì 1 febbraio 2016
Sopravvissuto - The Martian (2015)
Regia: Ridley Scott
Anno: 2015
Titolo originale: The Martian
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.1)
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Ridley Scott con la fantascienza ha un buon feeling. Ed io lo ho con ciò
che produce: The Martian, pur non convincendomi nella sua totalità, fa
parte di quei piacevoli film di fantascienza che risultano godibili ed
apprezzabili. Tanto per
cominciare è un tipo di fantascienza realistica, possibile: la storia è
tratta dal romanzo “L’Uomo Di Marte” di Andy Weir ed è ambientata in un
futuro non troppo lontano, plausibile e senza troppi fronzoli, in cui
la NASA programma missioni umane sul pianeta
rosso. La trama si divide bene tra nozioni scientifiche, avventura e
pathos riuscendo ad allontanare il più grosso problema che sta alla base
del film: non succede niente di particolare. Ok, il protagonista (Matt
Damon) è rimasto solo ed abbandonato su un
pianeta senza grandi riserve di cibo, acqua, ossigeno... Ma il cinema
ci ha abituati pure a ben altri pericoli: extraterrestri (per fortuna
qui non ce n’è neanche l’ombra), calamità bibliche, guerre spaventose e
così via. Il nostro Mark deve “soltanto” sopravvivere
in un ambiente ostile, e ci riesce. Senza fare il super eroe, senza
fare il grosso e puro. Lui e tutto lo staff della NASA che lo segue e lo
aiuta nell’impresa. Già perchè The Martian è lontano dall’essere
“l’amerigganata” in cui tutto fila liscio. Anzi, gli
errori umani sono all’ordine del giorno, con valutazioni sbagliate,
scelte politiche poco raffinate, calcoli non esatti. E’ un susseguirsi
di rattoppamenti: addirittura si accetta l’aiuto della Cina. Tutto
questo per salvare un sopravvissuto, uno solo, non
la Terra da un asteroide. Il bello è che se si esclude il finale, un
tantino sopra le righe, la sceneggiatura risulta alquanto credibile.
Senza troppe esagerazioni e la giusta dose (di quelle che fanno piacere,
ma non annoiano) di nozioni scientifiche e tecniche.
Altro punto di forza è il personaggio interpretato da Damon, che con il
suo fare professionale, senza machismi ed un po’ di simpatia, risulta
un buon nerd per cui parteggiare. Si ricorda (e ci ricorda) del Mars
Pathfinder, gioiello dei sogni negli anni novanta.
Un appunto va però scritto sulla prova attoriale: bene in alcuni casi, quelli che definiscono il personaggio come scienziato, male quelli dal punto di vista umano: in praticamente nessuna occasione sdà di capo o si affligge. Ok, il messaggio positivo e poter pensare che tutto vada per il meglio, ma un minimo di pathos e di paura (terrore) sul suo volto sarebbe stato maggiormente gradito. E' anche vero che a differenza di tanti altri naufraghi o dispersi lui ha dalla sua la tecnologia e possibili contatti con chi dovrà portarlo in salvo. Resta da aggiustare nelle parti finali in cui il caso e le scene fortuite prendono il sopravvento sulla scienza e la tecnologia, ma nel complesso è un bel film di fantascienza.